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Mese: Gennaio 2020

La potenza dell’autenticità e il coraggio di mostrarsi fragili nell’album d’esordio di Scrima

Il 17 gennaio è uscito Fare Schifo, primo album di Scrima, giovane cantautore romano, già noto per i singoli Sofia ed Elisa. L’album è segnato da un sodalizio particolare: quello con Alessandro Forte (già produttore di Galeffi e Aiello), il quale ha anche avviato l’artista al suo percorso musicale.

L’album contiene nove brani e vede il suo filo rosso nell’amore, che plasma tutte le tracce dell’album, non esclusivamente nella forma di una storia finita; contiene un featuring con Mameli (Come quella sera) e un brano, Zanetti, realizzato a quattro mani con Riccardo Zanotti (Pinguini Tattici Nucleari). 

Ho ascoltato l’album di Scrima il giorno in cui è uscito: le nove tracce non hanno richiesto molti sforzi per poterne apprezzare tutte le sfumature. Mi hanno colpito al primo ascolto, sorprendendomi traccia dopo traccia. I brani emergono dalla scena it-pop e da quella pop in senso più classico: è un lavoro che riesce ad inserirsi nella perfetta via di mezzo, senza pendere verso nessuna delle due direzioni in particolare.

Le canzoni nascono tutte da un’esperienza autobiografica: forse il dono di Scrima è quello di saper trasformare in parole l’esperienza che sta raccontando, nella totalità della sua forma. 

Le tracce dell’album sono tutte cariche di emozioni e sensazioni diverse, probabilmente perché frutto di un’esperienza autentica. È proprio la loro autenticità che permette a chi le ascolta di identificarsi in ognuna di quelle parole, anche al primo ascolto. 

L’album rappresenta un lavoro in cui l’artista non ha avuto paura di mostrarsi nudo davanti al suo pubblico: è questa la sensazione che le sue canzoni mi hanno trasmesso. Dalla semplicità toccante di brani come Milano alla delicatezza del ritratto Tommaso.

Non c’è bisogno di dilungarsi ancora: credo sia un album da ascoltare. Nel frattempo leggete cosa ci ha raccontato, sul suo album e il tour che si avvicina. 

 

scrima

 

Fare schifo è il titolo che hai scelto per l’album. Devo rivelarti che prima di ascoltarlo ho pensato agli Skiantos, e al loro “imperativo morale”. Sono due cose abbastanza lontane, questo album e la loro musica. Mi è rimasta però comunque la curiosità, c’è un piccolo riferimento a loro?

“Conosco molto bene gli Skiantos e devo dire che apprezzo la loro musica, però non è collegato a loro. Il mio “fare schifo” è legato all’amore, alla sofferenza che ti porta la mancanza fino al punto di lasciarti andare completamente. Vuoto incolmabile che ti porta a fare schifo.” 

 

Parliamo di Lei. Quando l’ho ascoltata ho avuto la sensazione che fosse una canzone che in realtà ho sempre conosciuto. Penso sia quella che mi ha colpito prima di tutte. Ci vuoi parlare un po’ di questo brano, di come è nato, e il legame che ha con gli altri dell’album? C’è uno storytelling abbastanza preciso dietro i primi pezzi. 

Lei è per me un po’ un piccolo gioiello all’interno dell’album . È una canzone in cui il lieto fine c’è. Lieto fine di un vero e proprio storytelling che parte dalla traccia numero uno Meno Male e attraverso il quale i protagonisti superano ogni tipo di avversità legata all’amore, fino a riconciliarsi proprio in Lei. Dico chiaramente “ancora tu, ancora lei” proprio per descrivere il riavvicinamento tra i protagonisti del pezzo. Parlando di stile sicuramente è meno indie rispetto ad altri brani nel disco ma forse è quello di cui sono più innamorato.”

 

Le canzoni che compongono l’album le ho sentite molto a fuoco, focalizzate bene verso una direzione, pur essendo diverse le une dalle altre. Mi sembra un lavoro dotato di molta personalità, probabilmente perché ti rispecchia molto. Vedi queste canzoni come piccole parti di te? Quanto c’è di te stesso all’interno di ognuna? 

“All’interno di ogni singola canzone c’è tutto me stesso perché non riesco a scrivere di cose inventate. Parlo sempre ed esclusivamente di quello che mi succede in prima persona, cercando con immagini semplici ma profonde di far rispecchiare più persone possibili in quello che dico. Vi ringrazio poi per il complimento perché aver un disco che segue un certo stile significa essere distinguibili dalla massa e per un cantautore essere ben riconoscibile è una cosa fondamentale. Vorrei che un domani accendendo la radio, l’ascoltatore possa riconoscermi dopo 5 secondi di canzone.” 

 

Nell’album c’è un featuring con Mameli in Come quella sera. Come vi siete conosciuti? Vuoi raccontarci come è nata questa collaborazione?

“Con Mario ci siamo conosciuti tramite la nostra etichetta, ma eravamo in contatto già mesi prima perché aveva collaborato anche lui con il mio attuale produttore Alessandro Forte.
Una volta entrati con la stessa etichetta ci siamo messi a lavoro e abbiamo pensato di scrivere delle cose insieme perché c’è molto rispetto tra noi, umano ma soprattutto artistico. A parte il featuring, insieme ci scambiamo sempre provini e bozze di brani nuovi. I suoi consigli e il suo parere per me sono sempre indispensabili.”

 

Mentre Zanetti è stata scritta a quattro mani con Riccardo Zanotti. Mi chiedo spesso come nasca una canzone quando nel processo creativo sono coinvolte due teste, quattro mani, e tanti vissuti diversi. Avete scritto insieme tutto, dal testo alla musica, o vi siete divisi “i compiti”?

Zanetti è un brano che abbiamo scritto in due ore dentro la mia cameretta. Riccardo venne a Roma con l’idea di scrivere un brano insieme. Non sapevamo né come né in quanto tempo. Alla fine dopo due ore il pezzo era finito e il giorno dopo l’abbiamo prodotto insieme ad Alessandro Forte. Siamo stati abbastanza rapidi. Abbiamo scritto insieme tutto, musica e testi. Credo che nella versione finale ci siano ancora le chitarre che registrò Riccardo in studio nel provino. Erano perfette così.”

 

Sei nato e cresciuto nel quartiere popolare Giardinetti di Roma. Quanto ha influito, nella tua scrittura e nella tua musica, Roma? È punto di riferimento di un cantautorato ben preciso e anche di una nuova scuola, tra trap e rap. Cos’hai preso dalla tua città?

“Sicuramente la zona da cui provengo non è una zona facile. Posso dire che la musica mi ha creato l’alternativa alla monotonia della borgata e mi ha allontanato dalla cattiva strada. Quindi in un certo senso mi ha salvato. Roma poi, la città più bella del mondo. Ogni angolo ti offre spunti e piccoli dettagli che arricchiscono sicuramente in modo influente la penna di un’artista. Poi ovviamente bisogna saperli cogliere e anche quella è la bravura di un cantautore. Devo tanto alla mia città.” 

 

Manca meno di un mese a Sanremo, e ci troviamo già in quel vortice sanremese che attraversa un po’ l’Italia in questo periodo dell’anno. Hai mai pensato a una tua partecipazione al Festival? Ti piacerebbe? 

“Sono sincero. Non ci ho mai pensato ma sicuramente sì, mi piacerebbe moltissimo. È il sogno di ogni cantante o cantautore salire su quel palco e chi dice il contrario mente.” 

 

Ti vedremo impegnato in un tour? Se sì, cosa ti aspetti da questa esperienza? 

“Il tour sta per partire. Ci sono le prime tre date secche di lancio del disco. 21 febbraio Roma al Largo Venue, 20 Marzo Milano all’Ohibo, e il 21 Marzo Bologna al Club Mikasa. Voglio solo divertirmi tantissimo e cercare di divertire le persone. Vorrei regalargli l’emozione che ho io quando scrivo un brano e vederle uscire felici da un mio concerto.” 

 

Tempo fa invece hai aperto una data importante di Galeffi a Roma. Come hai vissuto l’esperienza dell’opening? Sei davanti a un gruppo di persone che non ti conosce, o ti conosce poco, e devi cercare di convincerle in pochi minuti, con una selezione di brani…

“È stata un’esperienza fantastica. Marco per me è un fratello e ci sosteniamo molto a vicenda. Quello è stato il regalo più bello che mi potesse fare ed anche una grande responsabilità per me.
Il live è andato bene. Sono sincero, ho chiuso gli occhi, ho attaccato Sofia chitarra e voce e la gente ha cantato, anche forte. Direi molto bene.” 

 

Allora, ti va di salutarci dicendoci quale brano dell’album sceglieresti, per presentarti a una persona che non ti conosce?

“Vi saluto e vi ringrazio per la bellissima intervista. Sicuramente per presentarmi sceglierei Lei perché è un brano immenso e potente che arriva dritto nel cuore delle persone.”

 

Chiara Grauso 

The Used: ritorno in Italia!

Hellfire Booking presenta:

 

A due anni dalla loro ultima comparsa italiana, Hellfire Booking ed Erocks Production sono orgogliose di annunciare un must della stagione: i The Used, supportati dai Movements!

The Used
https://theused.net/

Dalla tossicodipendenza alla felicità, dalla dimenticata Orem, Utah, alla vetta di ogni classifica, non c’è sfida che i The Used non abbiano sbaragliato. Uragani inarrestabili dal magnetismo irresistibile, i The Used hanno capitanato la scena emo internazionale per anni, a pari merito di nientemeno che i My Chemical Romance, conquistando folle e palchi in tutto il mondo con una miscela tagliente di post-hardcore, emo e echi screamo.
Sette album in studio, un demo, due EP e due DVD all’attivo, i The Used hanno rilasciato il loro ultimo singolo, «Blow Me», lo scorso 6 dicembre.

Supporto:
Movements

https://movementsofficial.com/

Fusione travolgente e imprevedibile di post-hardcore ed emo, i Movements fanno di punti di riferimento quali Touché Amoré e The Story So Far delle piattaforme di lancio per un sound lacerante e toccante, affiancato da testi sinceri e toccanti, che li ha portati addirittura alla Top Ten degli album alternativi di Billboard e nella Top 200 di ogni genere.

I The Used, accompagnati dai Movements, saranno in Italia per un’unica sera quest’estate. Non potete assolutamente mancare.

02 GIUGNO | CIRCOLO MAGNOLIA, MILANO
Evento Fb: 
https://www.facebook.com/events/1293008714232003/

Prevendite online a partire dal 31 gennaio alle ore 10 sui circuiti Ticketone

 

Per informazioni:

www.hellfirebooking.com
info@hellfirebooking.com

FAITH NO MORE: unica data italiane per l’atteso ritorno live della band il 6 luglio al Milano Summer Festival!

I Faith No More, che tornano per la prima volta in tour in Europa a 5 anni di distanza dall’ultima volta, annunciano l’unica tappa prevista nel nostro Paese: la band sarà infatti protagonista di un grande concerto il 6 luglio 2020 al Milano Summer Festival presso l’Ippodromo SNAI San Siro.

I Faith No More si esibiranno anche con nuove date in Gran Bretagna: il 10 giugno al Manchester Apollo, l’11 alla O2 Academy di Glasgow, il 15 alla Birmingham Academy e il 16 alla O2 Academy Brixton di Londra.

Riguardo al nuovo tour, la band ha commentato: “Dopo cinque anni, quattro colonscopie, due devitalizzazioni ai denti e diversi esami della prostata, abbiamo capito che bisognava ‘cogliere l’attimo’ e riportare il nostro posteriore in tour in Europa il prima possibile!!”.

Gli iscritti a My Live Nation avranno accesso alla pre-sale della data italiana già dalle ore 10.00 di giovedì 30 gennaio su www.livenation.it. La messa in vendita generale partirà invece dalle ore 10.00 di venerdì 31 gennaio su www.ticketmaster.it, www.ticketone.it e in tutti i punti vendita autorizzati.

I Faith No More non tornavano in Europa dal giugno del 2015, dopo l’uscita del loro disco Sol Invictus (Ipecac/Reclamation Recordings). La raccolta ha debuttato ai vertici delle classifiche internazionali: alla #2 in Australia, alla #4 in Germania e alla #6 negli Stati Uniti e Inghilterra. Rolling Stone ha definito le dieci tracce come “trionfali”, il New Yorker l’ha considerato “un promemoria che ci ricorda la grandezza dei Faith No More e il perché sono diventati una band tale fin dagli esordi” e infine il Los Angeles Times ha detto “i Faith No Morehanno un lungo trascorso per ciò che riguarda l’andare oltre le aspettative e questo è ciò che fanno anche ora con Sol Invictus”.

I Faith No More sono formati da Mike Bordin (batteria), Roddy Bottum (tastiere), Bill Gould (basso), Jon Hudson (chitarra) e Mike Patton (voce). La band, originaria di San Francisco, ha pubblicato sette album in studio: We Care A Lot (1985), Introduce Yourself (1987), The Real Thing (1989), Angel Dust (1992), King For A Day… Fool For A Lifetime (1995), Album of the Year(1997) e Sol Invictus (2015).

www.fnm.com
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Twitter.com./faithnomore

Ufficio stampa Live Nation Italia:
[email protected]

Per ulteriori informazioni sulla data italiana:
LIVE NATION ITALIA
(TEL. 02.53006501; [email protected])
www.livenation.it

Zebrahead @ Locomotiv Club

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• Zebrahead •

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+
Sunset Radio
Smokey Punch

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Locomotiv Club (Bologna) // 27 Gennaio 2020

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Foto: Luca Ortolani

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Sunset Radio

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Smokey Punch

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SETLIST:

 

Scansione 27 gen 2020 22.18[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie a Hellfire Booking Agency
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Melanie Martinez @ Lorenzini District

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• Melanie Martinez •

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Lorenzini District (Milano) // 25 Gennaio 2020

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Foto: Maria Laura Arturi

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Grazie a Live Nation Italia

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Calibro 35 “Momentum” (Record Kicks, 2020)

L’uscita di un disco dei Calibro 35 è sempre un evento speciale e particolare, capace di farci riassaporare sfumature musicali troppo spesso dimenticate ma ricche di umanità, forza ed energia. Momentum, il loro nuovo album pubblicato per Record Kicks, conferma pienamente tutto ciò, mostrando ancora una volta sfaccettature nuove dei cinque ninja della musica italiana, mai banali e amanti delle sperimentazioni. 

La band, costituita da quattro tra i più talentuosi musicisti italiani, Enrico Gabrielli, Fabio Rondanini, Massimo Martellotta e Luca Cavina, è completata dal produttore pluripremiato Tommaso Colliva, quinto membro a tutti gli effetti per il fondamentale apporto sonoro da lui conferito. Negli anni si sono contraddistinti per aver saputo ricreare agilmente e in modo estremamente attuale un sound tipico dei film polizieschi italiani anni ’70, ricchi di inseguimenti e sparatorie. Da un paio di lavori, però, questo format è stato progressivamente lasciato sullo sfondo per cercare nuove vie, nuove strade inesplorate, e anche nel caso di Momentum è stato così, proponendo un immaginario inedito, figlio di nuovi ascolti.

Le dieci tracce del disco godono di estrema compattezza sonora, con una coerenza concettuale in grado di legarle tutte. L’impronta funk-jazz dei cinque rimane inalterata, ma è possibile percepire influssi post-rock ed elettronici di notevole fattura. Come sempre, la produzione di Colliva è estremamente raffinata e bilanciata, il mix è incredibilmente preciso e dettagliato, sembra quasi di osservare una goccia di sangue al microscopio. Le cose vengono messe in chiaro già nel brano d’apertura, Glory – Fake – Nation, dove ci accoglie il drumming potente e inconfondibile di Rondanini su cui si innesta un loop di voce campionata unito a stratificazioni di synth, chitarre e bassi, creando un’atmosfera rarefatta e spaziale. Il secondo pezzo della tracklist è anche il primo singolo estratto dall’opera, Stan Lee, e vede la collaborazione del rapper americano Illa J, esperimento tutto nuovo per la band, che raramente in passato aveva collaborato con cantanti all’interno delle loro composizioni. Il risultato è decisamente ben riuscito, regalando coloriture hip-hop e soul perfette per il tessuto sonoro dei Calibro. Questi ultimi sono molto bravi ad adattarsi ai vari contesti per via della carriera parallela di sessionmen, e qui non fanno eccezione, mettendo a punto un beatmaking alla DJ Shadow. 

Un altro brano sulla scia di questo mood è Black Moon, dove la voce di MEI si amalgama ottimamente all’insieme, dando la prova che il gruppo sa guardare oltre i propri orizzonti con credibilità, senza snaturarsi. La tracklist scorre che è un piacere, con variazioni timbriche sorprendenti e calzanti, tra influenze derivanti da Tortoise, The Comet is Coming, Mogwai e Cinematic Orchestra, il tutto frullato con reminescenze morriconiane e fusion. 

Insomma, Momentum è l’ennesima conferma che i Calibro 35 sono molto più di una band tributo agli anni ’70, riuscendo ad alzare l’asticella sempre più in alto e portando il proprio pubblico in mondi inaspettati. Questo lavoro ci ricorda che la musica ben suonata e ben prodotta trasmette intense emozioni e bisogna essere eternamente grati a questi ragazzi, che, pur essendo stati campionati da gente del calibro di Jay-Z, Dr. Dre e Damon Albarn, negli anni non hanno cambiato approccio, continuando a divertirsi e a suonare come se fosse sempre la prima volta in una minuscola sala prove.

 

Calibro 35

Momentum

Record Kicks

 

Filippo Duò

[Video] Pearl Jam “Dance of the Clairvoyants”

Sì, sì. Anzi.

Sisì. 

Oggi sarà la giornata del sisì.
Petrarca l’avrebbe scritta meglio, non so, una cosa del tipo s’acquetino le tempeste dell’animo; taccia il mondo, e la fortuna non più m’assordi.
Già risvegliarsi con Petrarca in testa e con l’ansia di ritagliarsi un quarto d’ora fuori dal mondo è segno di grave astoricità, ma dopo i quaranta ho deciso che mi posso concedere questi lussi sfrenati.

Ore sette e cinquanta, otto messaggi già incassati e altrettante sentenze, sicuro. Ma io oggi ho un sisì in più. Un’arma di separazione di massa, io e il mondo, io e il vaso di Pandora da cui, già so, stanno uscendo giudizi pesanti come pietre. Non importa l’esito, importa il peso. Che dai guelfi e ghibellini ci siamo evoluti poco, è nella natura delle pose.

Quindi, sisì. A noi due.

Mi metto su le cuffie, quelle belle, quelle che uso sei volte all’anno (mannaggia), e sprofondo nell’ascolto lasciando acceso un senso solo.

Primo ascolto, sospendo il giudizio, come dopo un primo boccone di un piatto mai assaggiato. Come dopo aver lasciato il mignolo del piede sullo stokke della bambina, quell’attimo prima dell’arrivo del dolore, ultima coccola ai neuroni. Poi capirò, poi lascerò che il mio cranio elabori un qualcosa. O forse no, perché ci sono pezzi di Vitalogy che ancora non riesco a decifrare ma che canto a squarciagola in auto, devastando il volante e spostando tappetini.

Ore dodici. Non succede, il giudizio non percola fino alla pancia, rimane su, nel suo mondo di idee e non prende forma. Mi fermo sul testo, e davvero m-i  f-e-r-m-o. Sarà perché ci vedo echi di canzoni che amo, sarà perché descrivere stati dell’essere così è come mettere Proust davanti a un granello di polvere e lanciare cinque euro sul pavimento per scommessa. Li hai già persi. Bastano due immagini e il mondo è costruito, bastano due sentenze e il gusto lo ritrovo. 

Pearl Jam, pianeta terra, 2020. È una storia di evoluzione (baby), dal velluto a coste al riscaldamento globale il passo non è breve ed è giusto che non lo sia. E ancora più giusto sarà perdere amici, fans, amanti, integralisti, nostalgici. Che avranno sempre un pezzo di scia da ammirare, che, come giusto che sia, potranno sempre dire la loro. Io però la suddetta scia l’ho vista trent’anni fa e non l’ho mai persa di vista, e mi piace continuare a seguirla, magari strizzando un po’ di più gli occhi, che, con l’età, mi sto ciecando. Perché, per me, questo è. Sono le nostre vite, sotto il loro palco dagli anni novanta. Lo prendo per uno specchio, che riflette sempre la realtà, in modo molto più onesto di quanto facciano i nostri occhi davanti all’immagine riflessa. Per me loro questo sono. Sono album che diventano ere geologiche, sono canzoni che sfumano in ricordi, sono colonna sonora di un film davvero personale. Quindi, buon giudizio a tutti, basta che ne abbiate uno che a voi sembri sensato. Ci si rivede a fine marzo.

Oggi ho nuove note dei miei amati, sempre presenti, Pearl Jam.

E tutto il resto oggi è, semplicemente, sisì.

 

 

 

Andrea Riscossa

Lunedì 27 Gennaio presentazione del libro ERA INDIE con Giovanni Truppi e Gianluca Giusti a FONOPRINT

Era Indie

La rivoluzione mancata del nuovo pop italiano


Lunedì 27 gennaio
, alle 18.30, presso i prestigiosi studi di registrazione FONOPRINT, Riccardo De Stefano presenterà ERA INDIE, il primo libro che racconta la storia dell’indie italiano nel decennio 2010/2019, della sua evoluzione e di cosa ha significato per la musica italiana, con interventi dei musicisti e dei professionisti del settore..
Gianluca Giusti , fondatore e ideatore di TUTTO MOLTO BELLO, modererà l’incontro tra l’autore e il pubblico.
Ospite dell’evento Giovanni Truppi, il cantautore che con l’album “Poesia e civiltà” ha avuto il premio MEI come miglior artista indipendente del 2019 e che si appresta a pubblicare “5”, progetto che incrocia la poetica dell’ultimo album con l’arte grafica di alcuni tra i più innovativi fumettisti italiani.


Pubblicato il 21 novembre per Arcana, ERA INDIE è l’esordio letterario di Riccardo De Stefano, critico musicale ed esperto di comunicazione del circuito indipendente italiano.

Il libro, con la prefazione di Federico Guglielmi, è il racconto del decennio 2010/2019 della musica indipendente italiana: un mercato discografico che da nicchia è mutato fino a diventare punto di riferimento della musica italiana e del mainstream.

Riccardo de Stefano analizza i punti salienti di questo percorso attraverso interviste, analisi critiche, confronti tra citazioni di allora e di adesso.

Tommaso Paradiso, Niccolò Contessa de I Cani, Coez, Gazzelle, Cosmo, Achille Lauro, Motta, Lo Stato Sociale, The Zen Circus, Coma_Cose, La Rappresentante di Lista, Max Collini degli Offlaga Disco Pax, Antonio Sarubbi di Maciste Dischi, Emiliano Colasanti di 42 Records, Roberto Trinci di Sony, oltre allo stesso Giovanni Truppi, sono solo alcuni dei nomi degli artisti di cui è possibile trovare, all’interno del volume, le interviste a quattr’occhi con l’autore.

Riccardo De Stefano cerca di mettere un punto slatentizzando tutto quello che circonda il termine “indie”: i protagonisti, l’ambiente, gli stilemi, le piccole e grandi conquiste musicali; l’impianto storico-cronistico è accompagnato da riflessioni di natura critica, oltre che tramite le parole dei tanti protagonisti intervistati.

Il libro vuole essere una sorta di guida, manuale, diario, saggio e infine racconto di un’ epoca che ha cambiato per sempre il modo di pensare la musica in Italia.

Il titolo gioca infatti con il doppio senso del termine “era”, inteso sia come periodo storico ma anche e soprattutto e in modo volutamente provocatorio come passato del verbo essere, come se di quest’indie, infondo, ci fosse rimasto molto poco.

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Biografia
Riccardo De Stefano, romano classe 1987, lavora nella musica dal 2012: è direttore editoriale di ExitWellfreepress di informazione musicale – oltre a scrivere per varie riviste (Classic Rock Italia, Vinile), per il sito di iCompany e un’altra decina di webzine. Con ADASTRA si occupa di formazione musicale e supporto manageriale agli artisti, mentre collabora da anni con il MEI di Faenza, nel 2019 dentro il direttivo artistico.

NICCOLÒ FABI • ANNUNCIA I PRIMI CONCERTI ESTIVI!

Dopo il grande successo di pubblico e critica per il

tour di presentazione di TRADIZIONE E TRADIMENTO

NICCOLÒ FABI

ANNUNCIA I PRIMI CONCERTI ESTIVI

IN PRESTIGIOSE LOCATION ALLAPERTO

E NELLE PRINCIPALI RASSEGNE MUSICALI

24 GIUGNO – ROMA – TEATRO ROMANO DI OSTIA ANTICA

26 GIUGNO – FIESOLE (FI) – TEATRO ROMANO

27 GIUGNO – VERONA – TEATRO ROMANO

10 LUGLIO – BOLOGNA – SEQUOIE MUSIC PARK

11 LUGLIO – GRUGLIASCO (TO) – GRUVILLAGE

25 LUGLIO – CESENA – ROCCA MALATESTIANA (ACIELOAPERTO)

26 LUGLIO – GARDONE RIVIERA (BS) – ANFITEATRO DEL VITTORIALE

8 AGOSTO – LOCOROTONDO (BA) – LOCUS FESTIVAL

10 SETTEMBRE – MILANO – MAGNOLIA

Biglietti disponibili in prevendita dalle ore 16.00 di oggi

Si dirige verso la sua conclusione il tour teatrale di presentazione di Tradizione e tradimento, nuovo disco di Niccolò Fabi.

Un tour di grande successo che sin da subito, quando lo show era ancora solo un appuntamento al buio e il disco non era stato pubblicato, ha registrato il tutto esaurito per la maggior parte delle date in programma.

Un attestato di grande fiducia da parte del suo pubblico che negli anni è cresciuto, seguendo il percorso del cantautore che continua a distinguersi in termini di libertà artistica e musicale.

E proprio ieri sera, domenica 19 gennaio, durante il primo dei 2 concerti sold out presso lAuditorium Parco della Musica di Roma, Niccolò Fabi ha annunciato la ripartenza del tour nei mesi estivi.

Alla luce, infatti, del grande successo e dellaltissima richiesta di pubblico, il cantautore romano tornerà protagonista sui palchi della penisola durante la stagione estiva e si esibirà, insieme ai suoi compagni di viaggio, in prestigiose e storiche location del nostro Paese e nelle principali rassegne musicali dellestate.

I biglietti per le date del tour saranno disponibili in prevendita su www.ticketone.it dalle ore 16.00 di oggi, lunedì 20 gennaio, fa eccezione il Locus Fest (Locorotondo-Bari).

Per la data del LOCUS FEST i biglietti sono disponibili dalle 16 di oggi lunedì 20 gennaio su https://dice.fm dal 3 febbraio su www.ticketone.it.

Per info: www.niccolofabi.it/web/live

Queste le prime date del tour estivo di TRADIZIONE E TRADIMENTO(calendario del tour in aggiornamento):

24 GIUGNO – ROMA – TEATRO ROMANO DI OSTIA ANTICA

26 GIUGNO – FIESOLE (FI) – TEATRO ROMANO

27 GIUGNO – VERONA – TEATRO ROMANO

10 LUGLIO – BOLOGNA – SEQUOIE MUSIC PARK

11 LUGLIO – TORINO – GRUVILLAGE

25 LUGLIO – CESENA – ROCCA MALATESTIANA (ACIELOAPERTO)

26 LUGLIO – GARDONE RIVIERA (BS) – ANFITEATRO DEL VITTORIALE

8 AGOSTO – LOCOROTONDO (BA) – LOCUS FESTIVAL

10 SETTEMBRE – MILANOMAGNOLIA

Un viaggio in cui farsi trasportare liberamente. 2 ore ininterrotte di musica in cui le parole e il suono si mescolano con un nuovo immaginario visivo. Un intenso spettacolo in cui trovano il giusto equilibrio anche le sperimentazioni sonore che caratterizzano lultimo lavoro discografico del cantautore romano. Per un live in cui al centro di tutto resta solo la musica e le emozioni che è in grado di suscitare nello spettatore.  

Sul palco insieme a Niccolò Fabi (voce, chitarra e piano) presenti gli amici e colleghi Roberto Angelini (chitarre, ARP e cori), Pier Cortese (chitarre, Ipad e cori) Alberto Bianco (basso, chitarre e cori) Daniele mf coffeeRossi (synth, piano e moog) e Filippo Cornaglia (batteria, elettronica e glockenspiel).

Queste le prossime date del tour teatrale di Niccolò Fabi:

20 gennaio – Roma – Auditorium Parco della Musica (Biglietti Esauriti)

21 gennaio – Napoli – Teatro Augusteo (Biglietti Esauriti)

22 gennaio – Bari – Teatro Team

24 gennaio – Ancona – Teatro Le Muse (Biglietti Esauriti)

25 gennaio – Assisi – Teatro Lyrick (Biglietti Esauriti)

29 gennaio – Bergamo – Teatro Creberg (Biglietti Esauriti)

30 gennaio – Parma – Teatro Regio (Biglietti Esauriti)

Restano ancora disponibili gli ultimissimi biglietti per le data di Bari (22 gennaio).

Il tour è prodotto e organizzato da Magellano Concerti e Ovest.  Radio partner è Radio Capital.

Ad Aprile 2020 inoltre Niccolò Fabi porterà Tradizione e Tradimento in giro per l’Europa accompagnato da Roberto Angelini e Pier Cortese che con lui hanno prodotto il nuovo disco.

Il cantautore romano si esibirà live nei club delle città di Lugano, Berlino, Amsterdam, Bruxelles, Londra, Parigi, Zurigo, Barcellona, Madrid eLisbona.

Già sold out la data del 3 aprile presso lo Studio Foce di Lugano, viene aggiunta una seconda data il 2 aprile presso la medesima venue.

Di seguito tutte le date del TOUR EUROPEO 2020: 2 APRILE allo Studio Foce di LUGANO, 3 APRILE allo Studio Foce di LUGANO (biglietti esauriti), 6 aprile al Frannz Club di BERLINO, 7 APRILE al Q-Factory di AMSTERDAM, 9 APRILE al Vk di BRUXELLES, 12 APRILE al The Garage di LONDRA, 14 APRILE al Cafè de la danse di PARIGI, 16 APRILE al Mascotte di ZURIGO, 20 APRILE al Razzmatazz di BARCELLONA, 23 APRILE alla Sala Caracol di MADRID e 25 APRILE al Lav di LISBONA.

Per info sui biglietti per le date del tour europeo (organizzato da Magellano Concerti): www.niccolofabi.it/web/live/

Disponibile in tutti i negozi di dischi, in digital download e sulle piattaforme streaming, TRADIZIONE E TRADIMENTO è un album che parla di scelte e che rappresenta esso stesso una scelta: quella di scrivere solo quando si è mossi da una reale ispirazione e necessità (https://pld.lnk.to/TradizioneETradimento).

Scritto e registrato tra Roma e Ibiza il disco è il risultato di un lavoro corale che vede alla produzione artistica Niccolò Fabi insieme a Roberto Angelini e Pier Cortese, storici amici e compagni di viaggio e di palco.

Determinante sui 3 brani, Amori con le ali, Nel blue A prescindere da me, la collaborazione, dal suo studio di Ibiza, con Costanza Francavilla, musicista e produttrice romana. Yakamoto Kotsuga, produttore e compositore di colonne sonore, ha invece caratterizzato larrangiamento di Io sono laltro.

Completano la squadra che ha collaborato al disco Riccardo Parravicini che lo ha registrato e mixato, e i musicisti Daniele “mr Coffee” Rossi, Fabio Rondanini e Max Dedo.

Questa la tracklist di TRADIZIONE E TRADIMENTO: Scotta, A prescindere da me, Amori con le ali, Io sono laltro, I giorni dello smarrimento, Nel blu, Prima della tempesta, Migrazionie Tradizione e tradimento.

Sono disponibili online sui canali ufficiali dellartista i video dei brani Io sono laltro (https://youtu.be/cLRe-RmVfic) e Scotta(https://youtu.be/rIZ22vGi_Cw).

Più di 90 canzoni, 9 dischi di inediti, 2 raccolte ufficiali, 1 progetto sperimentale come produttore, 1 disco di inediti con la super band FabiSilvestriGazzè, 2 Targhe Tenco per Miglior Disco in Assoluto(vinte per i suoi ultimi due album) e dopo 20 anni di musica Niccolò Fabi è oggi considerato uno dei più importanti cantautori italiani. Tanta musica nel percorso del cantautore, tanta sperimentazione e un avvicinamento sempre più evidente alla musica d’oltreoceano. È un percorso artistico incentrato sulla ricerca della libertà espressiva quello che in questi anni ha inseguito il cantautore romano e ne sono dimostrazioni gli ultimi due album pubblicati, “Una somma di piccole cose” (2016) e “Tradizione e tradimento” (2019).

www.niccolofabi.it

https://www.facebook.com/niccolofabimusic

https://www.instagram.com/niccfabi/

Milano, 20 gennaio 2020

Ufficio Stampa: Parole & Dintorni  Tatiana Lo Faro ([email protected])

Coordinamento e Management: Paola Cuniberti ([email protected])

Promozione Radio Universal Music: Filippo Gimigliano ([email protected])

Promozione Tv Universal Music: Stefano Seresini ([email protected])

Ufficio Promozione Magellano: [email protected]

ReCover #4 – Led Zeppelin “Led Zeppelin”

• Tra archetipi e furti nell’epoca della riproducibilità tecnica •

 

“Mi ritrovo molto a trattenere il respiro”, dice George Hardie. “Ti chiedi perché sei così stanco alla fine di una giornata di disegno ed è perché quando ti concentri su come ottenere una linea perfetta, trattieni sempre il respiro.”

Purtroppo nella vicenda che lo lega ai Led Zeppelin Hardie dovette trattenere il respiro per motivi ben diversi.

Stimato illustratore e graphic designer, con una cinquantina di anni d’esperienza alle spalle, Hardie fa del suo metodo di lavoro una cifra stilistica: tramite composizioni pulite e linee perfette l’illustratore riesce ad andare diretto al fulcro della questione, con l’immediatezza comunicativa propria solo dei grandi professionisti.

Tutto rigorosamente realizzato con tecniche tradizionali, come un monaco Zen alla ricerca dell’enso perfetto.

Sulla sua lavagna luminosa sovrappone i vari disegni che ha creato per poi unirli in un unico disegno finale, un processo che va avanti finché non è soddisfatto del risultato, ripulito da ogni traccia di errore: un rituale che parte dal concetto per arrivare a comunicare l’essenziale.

Ma in che modo il percorso artistico di Hardie si lega a quello dei Led Zeppelin?

Era il 1969 quando l’illustratore venne contattato per occuparsi della cover del primo album della band emergente britannica, incarico che gli fruttò ben 60 sterline.

L’iconica copertina raffigura un fatto storico avvenuto nel 1937 in New Jersey, il cosiddetto “disastro di Hindenburg”: durante un volo il dirigibile Zeppelin prese fuoco e si distrusse nel giro di circa mezzo minuto, provocando la morte di 36 persone.

Fu un idea di Jimmy Page quella di usare l’immagine della tragedia come copertina del loro primo album, sfruttando l’impatto visivo che l’immagine del disastro rievocava ma usandone una sua reinterpretazione grafica. 

Un episodio drammatico, un album drammatico, una dichiarazione drammatica, disse Page.

Ma le prime proposte di Hardie vennero tutte scartate. 

Con un “no” secco Page aprì un libro e indicando una fotografia disse “ecco quello che voglio”: si trattava di una fotografia di Sam Shere che immortalava il dirigibile qualche secondo prima di esplodere.

Così l’illustratore si mise a lavoro e senza troppo entusiasmo riprodusse l’immagine con una tecnica mista, mezzatinta e rapidografo, riuscendo ad alterarla a sufficienza da non violare il copyright.

L’idea originale di Hardie venne usata comunque come logo sulla copertina posteriore dei primi due album, ma non riuscì mai ad andare fiero di quel lavoro creato senza una vera rielaborazione del concept.

Un concept che le parole dette da Page esprimevano alla perfezione: quella dei Led Zeppelin sarebbe dovuta essere una cover drammatica.

Venuta a conoscenza della storia dietro questa iconica copertina mi è stato immediato l’accostamento del simbolo della band alla settima carta dei Tarocchi, l’Arcano Maggiore Il Carro.

È infatti l’archetipo dell’equilibrio, che due forze opposte fra loro riescono a tenere in carreggiata nonostante le difficoltà incontrate sul loro percorso. 

E così fu per lungo tempo per la band, finché lo Zeppelin non si autodistrusse veramente, quasi come se quella prima cover fosse stato un triste presagio.

L’idea per l’artwork era così chiara per i Led Zeppelin da non ammettere alternativa, tanto che Hardie si ritrovò a copiare una fotografia.

Non è la prima volta nella storia dell’arte -nel suo senso più ampio- che ci troviamo di fronte ad un “furto”, tutt’altro ne è una componente fondamentale: ne sa qualcosa Molière, che si nutrì delle opere di Plauto, il padre della commedia latina. O ancora Collodi, che per il suo Pinocchio rubò parecchio dal primo romanzo della storia, Le metamorfosi di Apuleio.

Negli anni 60 Andy Warhol portò all’estremo il concetto di “riproducibilità tecnica nell’arte” teorizzato da Walter Benjamin, basandone la sua intera produzione artistica, rubando a piene mani dagli scaffali del supermercato e dalla cultura pop. E recentemente Cattelan, in collaborazione con il direttore creativo di Gucci Alessandro Michele, ha addirittura rubato il titolo e il manifesto della celebre performance di Marina Abramovich The Artist is Present, cosa che ha suscitato la solita irritazione generale quando si parla dell’artista.

L’ irritazione è un sentimento diffuso quando si associa l’arte al copiare: come se chi crea dovesse tirar fuori le idee dal suo personalissimo è originalissimo iperuranio, come se si ignorasse il fatto che senza l’Arte Giapponese non ci sarebbe stato Van Gogh, senza Manet nessun Impressionismo, senza Cézanne nessun object trouvé di Duchamp, per cui niente ready made di Warhol, e niente Cattelan.

Senza Steve Marriott forse la voce di Robert Plant non sarebbe esplosa, senza Muddy Waters il genio di Jimmy Page non si sarebbe potuto esprimere appieno, e senza la sua arroganza e determinazione la cover del primo album dei Led Zeppelin non avrebbe avuto lo stesso impatto. 

“I veri geni copiano” diceva Federico Fellini, e a questo punto immagino che si possa concordare con lui su tutta la linea. 

Ma quindi… questi Greta Van Fleet?

 

 

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Cinzia Moriana Veccia

Gazebo Penguins @ Monk

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• Gazebo Penguins •

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Monk (Roma) // 17 Gennaio 2020

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Foto: Simone Asciutti

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SEQUOIE MUSIC PARK 14 GIUGNO – 14 LUGLIO 2020 PARCO DELLE CASERME ROSSE
 BOLOGNA!

Sequoie Music Park, 14 giugno – 14 luglio

Parco delle Caserme Rosse (Bologna)

 


Nasce Sequoie Music Park, nuovo festival dedicato alla musica e a tutte le forme di intrattenimento.
Una rassegna estiva che spazierà tra concerti, spettacoli teatrali e djset. La musica sarà al centro della programmazione, con una line up composta da artisti di fama nazionale e internazionale, confermando così il ruolo centrale di Bologna nel panorama musicale.
A Sequoie Music Park, oltre allarena per i concerti, ci sarà unarea dedicata al food, allo sport e al divertimento per famiglie e bambini, trasformando uno spazio periferico in undei luoghi centrali della proposta culturale estiva.
Il festival, pensato e realizzato da realtà bolognesi vuole  essere un punto di riferimento per i cittadini di Bologna, dando ulteriore prestigio al Parco delle Caserme Rosse, storico spazio verde della città.

Sequoie Music Park sarà totalmente plastic free con particolare attenzione alla sostenibilità ambientale.

In collaborazione con Bologna Città della Musica
#BolognaCityOfMusic
#BolognaCittaDellaMusica

#SequoieMusicPark
#SequoieMusicPark2020


Dalla prossima settimana maggiori informazioni con i primi artisti

Facebook/SequoieMusicPark
Instagram/SequoieMusicPark

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