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Mese: Aprile 2023

Maria Antonietta @ Locomotiv Club

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• Maria Antonietta •

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Vipera

Locomotiv Club (Bologna) // 28 Aprile 2023

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]foto di Daniel Carnevale

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VIPERA

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Roger Waters @ Unipol Arena

Bologna, 28 Aprile 2023

 

Stamattina mi son svegliato relativamente presto, considerato che ieri sera sono rientrato da Bologna quasi alle tre. Sbrigata una rapida colazione ho sentito l’urgenza di mettere su le cuffie ed ascoltare Brain Damage e in obbligata successione Eclipse.

Avevo bisogno di tornare a qualche ora prima, agli spalti dell’Unipol Arena di Bologna, necessità di metabolizzare le quasi due ore di concerto di Roger Waters, forse semplicemente di non interrompere quel flusso, apparentemente non esplicabile in maniera universale, anzi molto personale.

Che poi è forse quella la grandezza della musica, della grande musica, dei grandi musicisti, quella di saper creare migliaia di univoci sinceri rapporti.

Soprattutto, ma non solo, umani.

In una serata come quella appena vissuta, spesso ciò mi che resta di quel turbinio di emozioni contrastanti, slanci emotivi, momenti estatici, poche pause e diffuso senso di beatitudine, almeno personalmente, si riduce a pochi frammenti, pochi istanti.

Mi capita di continuo. 

Ancora non ho capito se sia la mia psiche, il mio cervello meglio, che necessita di fare “pulizia” e fissare pochi indelebili fotogrammi a imperitura memoria. 

Forse un pò come i ricordi base, se avete visto Inside Out, il film d’animazione della Pixar di qualche anno fa.

Personalmente (e per certi versi colpevolmente per aver tardato tanto) ero al mio primo, e con ogni probabilità unico, concerto di Roger Waters. Sapevo grossomodo a cosa andavo incontro, pur essendomi tenuto in questi mesi con ogni forza lontano da video, foto, recensioni, polemiche, setlist, per arrivare quanto più vergine possibile di fronte ad uno dei miei grandi numi tutelari in campo musicale, e le attese sono state ripagate. Abbondantemente aggiungerei.

Lo show messo su dal prossimo ottantenne (!) proveniente da Great Bookham si è rivelato da subito (l’apertura affidata a Comfortably Numb ha rappresentato in tal senso una dichiarazione d’intenti chiara) abbacinante, non solo dal punto di vista visivo, e travolgente, non solo dal punto di vista musicale. 

Il palco a forma di croce al centro del palazzetto, almeno sulle prime, ti lascia una sensazione di distacco, di lontananza, specie per chi come il sottoscritto sedeva sulla tribuna opposta rispetto a quella verso la quale era rivolto Waters, ma la resa in primis sonora dell’impianto e in secundis dei giganti led wall che riprendevano la scena, permetteva di azzerare la distanza e di compattare le quindicimila (stima mia spannometrica) presenze attorno ai nove musicisti al centro della scena.

Mi pare inutilmente retorico soffermarsi sulla perizia e maestria dei vari Wilson, Kilminster, Waronker, il sax di Seamus Blake (mio personale MVP comunque della serata, un paio di assoli cla-mo-ro-si), la band funziona a meraviglia e lo show non ha pecche, sia come ritmo, che come setlist, non banale, specie nell’ordine dei brani, con un paio di momenti (ecco i famosi ricordi base di cui sopra) di immane bellezza: l’accoppiata Wish You Were Here / Shine On You Crazy Diamond, accompagnata dal racconto di Waters e Barrett ad un concerto degli Stones, e la conclusiva Brain Damage ed Eclipse, dove migliaia di ghiandole lacrimali sono state messe a dura prova.

Il finale in acustico affidato ad Outside The Wall, con la band stretta in cerchio attorno a Waters seduto al piano, quasi fossero al bancone del bar spiega il nostro durante la serata, è un finale davvero centrato, azzeccato, quasi intimo per quanto la situazione potesse permettere, spoglio, in netta – e riuscita – contrapposizione con la maestosità e ricchezza che lo precedeva. 

È più o meno tutto qui. 

Ah già, ci sarebbe l’aspetto politico del concerto, quasi preponderante dato il numero di messaggi e input e riferimenti, più o meno espliciti, lanciati dai primissimi vagiti fino al crepuscolo della serata. 

Si svaria sui più diversi fronti, dal conflitto palestinese alla questione mediorientale, dalle guerre targate Stati Uniti ai diritti delle minoranze, passando per Chelsea Manning, Assange e i più crudeli ed efferati crimini di guerra, e l’impressione che ho, conoscendo in maniera superficiale e indiretta l’impegno e l’attivismo che Waters profonde da anni, è quella di un nobile intento forse non del tutto a fuoco. Senza dubbio ciò è ovviamente dovuto alla necessità di concentrare tante “missioni” in un tempo relativamente breve. E per questo, parer mio, va bene così.

E dopotutto è lo stesso Waters ad ammonire ad inizio spettacolo, con queste parole che tradotte suonano all’incirca così: “Se vi piace la musica dei Pink Floyd ma avete da ridere con la visione politica e i messaggi di Roger, beh potete tranquillamente andarvene a fanculo al bar”.

 

Alberto Adustini

Calum Scott @ Magazzini Generali

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• Calum Scott •

 

Magazzini Generali (Milano) // 27 Aprile 2023

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto di Alessio Angrisano
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Tre Domande a: KAPUT

Come e quando è nato questo progetto?
KAPUT è nato a luglio scorso, con l’uscita del mio primo singolo Caldo Abissale. È un progetto senza alcuna pretesa mainstream ma con la promessa di essere tanto onesto e vero nella scrittura dei brani, cosa che in passato non ho fatto, a dirla tutta. Nel quotidiano sono anche un autore di canzoni per altri artisti e, potrà sembrare scontato da dire, scrivere per se stessi è un lavoro un po’ più difficile ed introspettivo perché bisogna studiarsi con occhi esterni ed accettarsi per quello che si è per davvero bilanciando l’intelligibilità discografica. Ho scartato tanti brani prima di arrivare alle cinque canzoni contenute nel mio EP Bilocale 9/B proprio perché ho desiderato un filo conduttore il più possibile onesto. Sono convinto che, comunicare in maniera spontanea ed onesta superi le performance di ogni tipo di costruzione fatta “ad hoc”.

 

Se dovessi scegliere una sola delle tue canzoni per presentarti a chi non ti conosce, quale sarebbe e perché?
Il mio intero EP Bilocale 9/B parla di diverse sfaccettature dell’affettività e del sesso e l’aspetto del sesso romantico e giocoso che tratto in Verticale (Tempo) penso mi rappresenti più di tutti gli altri. Anche il graphic designer e illustratore Giuseppe D’Alia, che ha accolto la proposta di realizzare un’opera che potesse sintetizzare il mio EP, di sua sponte ha centrato il tutto su Verticale (Tempo). Credo che se il messaggio arriva anche a chi semplicemente recepisce la canzone, la tematica possa accomunare un bel po’ di gente… D’altronde è la mia traccia più ascoltata e ne sono davvero onorato!

 

Quanto punti sui social per far conoscere il tuo lavoro? Ce n’è uno che usi più di altri?
Punto abbastanza alla comunicazione. Personalmente preferisco ed uso quasi esclusivamente Instagram (il mio profilo è @kaput.ig) e la cosa che più mi attrae è quella di “misurare” in maniera quasi simultanea quanto la mia musica possa arrivare o meno. Lo uso come uno strumento per analizzare ciò che realizzo e per comunicare con tante persone, dal sostenitore al collega interessato al mio songwriting. Se vi va, scrivetemi anche lì; sono curioso di conoscere il vostro punto di vista.

Mezzosangue @ Estragon Club

Bologna, 21 Aprile 2023

 

Finalmente, dopo tanti anni di silenzio musicale, ritorna sul palco Mezzosangue, all’Estragon di Bologna. Il pubblico è esattamente come mi aspettavo. Sono fedelissimi: poco prima dell’inizio del live si scaldano e gridano in coro “Mezzo – Sangue!”, motto proveniente dalla canzone Sangue, uscita nell’album Soul of a Supertramp del 2016. L’età varia di poco, sono tutti poco più che ventenni, e vestono con felpe larghe, jeans attillati o tuta cargo e scarpe da ginnastica basse. È come se stessero aspettando un amico che è stato in trasferta, lontano, per tantissimo tempo. Hanno voglia di abbracciarlo, parlargli, vedere come sta e com’è cambiato, confidando tanto nello scorrere del tempo, quanto nell’immutevole natura umana del carattere.

Il live è quasi una performance teatrale: diviso in atti, ognuno dei quali anticipato da un piccolo monologo con una maschera dorata che approfondisce temi da sempre cari all’artista, come la decadenza sociale, la debolezza che affligge l’ego e la voglia di rinascita. Gli effetti visivi lasciano a bocca aperta: la scenografia alle spalle dell’artista viene completata, o talvolta addirittura sostituita, da proiezioni su un sipario trasparente poste fra il pubblico e il cantante, in modo da creare un effetto visivo olografico spesso tridimensionale, grazie a disegni caleidoscopici o ritratti naturali o simbolici, come l’albero del disco Tree – Roots and Crown. 

Effetti visivi a parte, la performance è resa viva anche grazie ai musicisti (oltre al rapper) che suonano dal vivo, per cui è necessario scrivere una nota di merito al batterista: folle, geniale, lancia in aria le bacchette e le riprende al volo, pesta sul rullante come se fosse un’incudine, si alza in piedi durante i cambi più impegnativi.

Alcuni brani vedono anche la collaborazione di ballerini, che attraverso la coreografia riportano, danzando, l’anima e il significato del brano.

Il pubblico è coinvoltissimo sempre: canta a squarciagola, balla quando si alzano i BPM e si ferma quando è il momento di un brano più intimo, più emotivo. L’artista è stato capace di trasportarlo in un mondo alternativo, quello dei mezzosangue, dove amore e paura si fondono, dove prevale la voglia di rivalsa nei confronti di un mondo e, spesso, di uno stato che non li ha mai riconosciuti come figli.

È grazie alla scenografia che Mezzosangue fa capire cosa intende per arte: non conta l’artista, quanto il concetto che trasmette. Anche perché, come suggerisce sia la canzone che la scena del concerto, non siamo forse nient’altro che ologrammi?

 

Riccardo Rinaldini

foto di copertina Nino Saetti

 

Grazie a Help Media Pr

Tre Domande a: Gemini Blue

Come e quando è nato questo progetto?

Siamo nati in periodo covid. Appena conosciuti, abbiamo legato e creato un buon rapporto di amicizia, poi abbiamo iniziato a suonare insieme inizialmente senza nome e vista l’intesa abbiamo deciso di rimanere in due!
Eravamo entrambi alla ricerca di qualcosa di nuovo, avevamo idee e voglia di produrre nuova musica così in maniera molto naturale abbiamo iniziato subito a scrivere, condividere ascolti e nuovi artisti che stimiamo.
A inizio 2021 abbiamo pubblicato il nostro primo brano The Mountain, registrato nello studio casalingo di uno dei nostri primi insegnanti poi nel corso dell’estate abbiamo pubblicato If You Change Your Mind che esprime un ulteriore nostro lato artistico.
Nel 2022 invece abbiamo iniziato a collaborare nella produzione con Paolo Blodio Fappani registrando alcuni dei nostri brani che avevamo nel cassetto da un po’ ormai. Abbiamo partecipato a X-Factor 2022, pubblicato tre singoli Alternatives, Bullshit Song e Demons Of The City  che sono anteprime del nostro disco di debutto in arrivo il 21 Aprile. Ora non vediamo l’ora di poterlo far sentire!

 

Se doveste riassumere la vostra musica con un tre parole, quali scegliereste e perché?

Fiume, catarsi e ascolto.
Fiume perché nei luoghi dove siamo cresciuti questo elemento naturale infonde la vita e il suo ritmo, di conseguenza è da sempre un importante posto di pace per noi, sulle sue sponde sono nate le prime composizioni.
Catarsi perché in primis la nostra musica ha come funzione il comunicare quelle sensazioni di disagio o felicità che non riusciamo a esternarne in alcuna altra maniera, ciò ha funzione rituale e ci permette di alleggerirci e di utilizzare il nostro sentire come energia per costruire.
Ascolto perché la nostra musica richiede volontà di ascolto e comprensione, se fra di noi, o tra noi e gli ascoltatori viene a mancare questo elemento, Gemini Blue diviene come un sasso del mare lontano dalle sue acque: grigio e senza colore.

 

Cosa vorreste far arrivare a chi vi ascolta?

Noi siamo nati come band live e di conseguenza abbiamo cercato di rendere i nostri show il più comunicativi e personali possibili. Vogliamo mostrare le nostre esperienze di vita e sentimentali, portando il pubblico in un contesto quasi mistico spirituale, crudo e naturale, quel contesto in cui in parte siamo cresciuti.

Avril Lavigne @ Kioene Arena

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• Avril Lavigne •

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Girlfriends

Kioene Arena (Padova) // 23 Aprile 2023

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foto: Luca Ortolani

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GIRLFRIENDS

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Yo La Tengo @ Bremen Teater

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• Yo La Tengo •

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Bremen Teater (Copenhagen) // 21 Aprile 2023

 

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Turin Brakes @ Locomotiv Club

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• Turin Brakes •

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Dog Byron

Locomotiv Club (Bologna) // 20 Aprile 2023

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]foto di Isabella Monti

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DOG BYRON

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Mourning (A) Blkstar @ Monk

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• Mourning (A) Blkstar •

Monk (Roma) // 20 Aprile 2023

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto di Simone Asciutti
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Tre Domande a: Limarra

Come e quando è nato questo progetto?

Sentirmi inadeguato mi ha cambiato la vita. Schiacciato dal peso dei ricordi e delle certezze ho sentito il bisogno di ritrovare me stesso, di riconoscermi in qualcosa di estremamente nuovo ma allo stesso tempo familiare. Avevo perso l’amore per le cose, le abitudini erano diventate i miei obiettivi e le novità soltanto delle scomode paure.
Dopo 16 anni di tour e canzoni con la mia band (i BaciamoLeMani), ho sentito l’esigenza di sperimentare me stesso, provare a proporre un’altra versione di me. Credo che la musica accompagni le fasi della vita di ognuno di noi e la scelta di cosa ascoltare e, nel mio caso, cosa scrivere è dettata dal momento che attraversiamo. Ho scelto di approdare sulle sponde di nuovi generi musicali che un tempo sentivo lontani e, a dirla tutta, mi sono pure divertito. Se in un prima fase il 2020 e la pandemia mi hanno abbattuto più del dovuto (poiché vedevo l’impossibilità di suonare come qualcosa di troppo difficile da digerire), dopo aver fatto pace con me stesso e con la crisi che ogni musicista stava attraversando, mi sono reso conto che avrei invece potuto sfruttare il tempo che avevo a disposizione per indossare una nuova veste: quella del cantautore. Da un bellissimo e casuale incontro con Cesare Mac Petricich (membro storico degli aretini Negrita, il quale si è occupato della produzione artistica del progetto Limarra) sono nate otto canzoni che raccontano otto storie diverse, legate tra loro da un unico filo conduttore: la rivalsa dei vinti.

 

Se doveste riassumere la vostra musica con un tre parole, quali scegliereste e perché?

Primordiale, selvaggia e diretta.
È primordiale perché soprattutto nella stesura dei testi ho preferito veicolare messaggi che riguardano l’uomo e la sua natura, spesso, insieme alla modernità, autrice del nostro oblio. Ho dato risalto alle emozioni che le nostre paranoie di tutti i giorni ci rimandano sotto forma di ostacoli che sembrano insormontabili. Un ritorno alle origini non equivale allo spogliarsi di ciò che siamo e che abbiamo costruito, ma sicuramente potrebbe darci l’autorità di scegliere se seguire il flusso di questi tempi o virare verso orizzonti meno complessi ma più autentici.
È selvaggia perché è dettata da ritmi lenti ma allo stresso tempo incalzanti, in una danza che non ricorre a classici schemi musicali moderni e in cui, istintivamente (proprio come la nostra più profonda essenza), ogni personaggio descritto si risolleva per rimediare al suo declino. Dire di no ai condizionamenti che ci impone la società di oggi rappresenta  l’atto più selvaggio che l’uomo contemporaneo può e deve permettersi.
È diretta perché non usa mezzi termini, ogni parola è un pugno allo stomaco che vuole atterrare chi ascolta dandogli allo stesso tempo gli strumenti per rialzarsi. Ho preferito una scrittura più leggera senza rinunciare mai alla forza della sintassi. Ho cercato di scegliere bene le parole alle quali, nel mio processo di trasformazione artistica, ho dato un duplice ruolo, quello della vittima e del carnefice, proprio perché se da un lato leggere alcune cose ci spaventa dall’altro illumina la direzione.

 

Se dovessi scegliere una sola delle tue canzoni per presentarti a chi non ti conosce, quale sarebbe e perché?

Riconoscersi è stata la miccia che ha acceso la collaborazione con Cesare. Un canovaccio di sonorità elettronica e canti dal sapore popolare accompagnano un testo per metà in italiano e per metà in dialetto siciliano, in cui l’impossibile storia tra due donne diventa il pretesto per raccontare il dramma di chi non riesce a riconoscersi. Se davanti ad uno specchio provassimo a vedere il riflesso di ciò che veramente siamo e non di ciò che vorremmo essere, troveremmo la pace che inseguiamo per tutta la vita, quella pace con noi stessi che sta alla base della nostra effimera esistenza.
Citando la canzone: “quel giorno davanti al mare c’eravamo giurati amore, perché nei luoghi eterni tutto è lecito per gli amanti”, non importa se abbiamo tutto il mondo contro, è di fondamentale importanza  invece pensare che l’unica cosa che conta siamo noi e il nostro giudizio.
Riconoscersi, accettarsi per poi essere accettati.

SKUNK ANANSIE: due date a Cagliari e Valmontone


SKUNK ANANSIE aggiungono due nuovi appuntamenti al loro prossimo Tour italiano 2023. La band sarà in concerto il prossimo 9 giugno a Cagliari e il 6 luglio a Valmontone (RM).
I biglietti per questi due eventi saranno in vendita su Ticketone da domani, 21 aprile, alle ore 12:00.
 
Di seguito il riepilogo delle date:
SKUNK ANANSIE
09 giugno 2023 – Cagliari, Fiera Internazionale
06 luglio 2023 – Valmontone (RM), Valmontone Summer Festival

BIGLIETTI
https://www.ticketone.it/artist/skunk-anansie/