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Anno: 2018

Andy Warhol e la musica al Complesso del Vittoriano

Vez Magazine è diventato grande.

Siamo partiti come un magazine musicale ma adesso, dopo aver festeggiato il nostro primo compleanno, abbiamo deciso che era arrivata l’ora di ampliare i nostri orizzonti. Non più solo musica quindi ma anche altre tematiche sono arrivate ad arricchire la nostra schermata.

Oggi inauguriamo la sezione dedicata all’arte e ho pensato di farlo con un’artista che ha influenzato pesantemente, il cinema, la cultura e, ovviamente, la musica.

Sto parlando di Andy Wharol, il papà della pop-art, che fino al 3 febbraio 2019 sarà il protagonista di una mostra al complesso del Vittoriano. L’esposizione, che conta 170 opere, ripercorre la sua carriera dagli esordi fino alle opere più mature.

Con oltre 170 opere, l’esposizione vuole riassumere l’incredibile vita di un personaggio che ha cambiato per sempre i connotati non solo del mondo dell’arte ma anche della musica, del cinema e della moda, tracciando un percorso nuovo e originale che ha stravolto in maniera radicale qualunque definizione estetica precedente.

Il percorso espositivo inizia con le principali icone che hanno condizionato il divenire dell’artista: la celebre Campbell’s Soup del 1969 e Ladies and Gentlemen (1975); i ritratti di grandi personaggi – alcuni dei quali mai incontrati – che da figure storiche ha trasformato in icone pop, come Marilyn (1967), Mao (1972) e gli stessi Self portrait.

Si prosegue evidenziando e affrontando il tema dei legami con la moda, anche in ambito italiano grazie ai ritratti di i Giorgio Armani (1981) e Regina Schrecker (1983).

Ma quali sono stai i rapporti di Wharol con la musica?

Forse non tutti sanno che la vita dell’artista di Pittsburgh si è intrecciata più volte con quella di grandi musicisti che amiamo e conosciamo bene.

A lui dobbiamo opere iconiche come la copertina di Sticky Fingers dei Rolling Stones, ma ha anche messo la sua firma su alcuni album di Aretha Franklin e John Lennon, per citare un paio di nomi.

 

 

wharol 1 bassaAndy Warhol

Mick Jagger, 1975

Serigrafia su carta, 110,5×73,7 cm

Collezione Jonathan Fabio, Agliana (PT)

© The Andy Warhol Foundation for the Visual

Arts Inc. by SIAE 2018 per A. Warhol

 

 

Ma nonostante queste collaborazioni il mondo della musica gli è grato, sopratutto, per il ruolo che ha rivestito nel portare al successo una delle band più famose ed iconiche che ha cambiato la faccia del rock negli anni ’60: I Velvet Underground.

L’incontro avvenuto nel 1966 segnò l’inizio della fortuna della band newyorkese e permise loro di fare il salto di qualità: da illustri
sconosciuti a rock-star.

Fu grazie a Warhol, che nel frattempo era diventato manager della band, che il gruppo si arricchì della presenza di Nico, modella e ragazza di Bryan Jones dei Rolling Stones.

 

wharol 2 bassaAndy Warhol

The Velvet Underground & Nico, 1967

Original LP

Collezione privata, Monaco (MC)

© The Andy Warhol Foundation for the Visual

Arts Inc. by SIAE 2018 per A. Warhol

 

 

Ma la sua influenza sul mondo della musica non si è fermata qui. Numerosi artisti hanno tratto ispirazione dal sua figura o dalla sua arte omaggiandolo nei loro testi; possiamo ricordare Andy Warhol di David Bowie, o Like a Rolling Stone di Bob Dylan che pare trarre spunto (ma potrebbe essere solo una legenda metropolita) da un triangolo amoroso tra Dylan, Warhol e Edie Sedgwick.

Se questo intricato rapporto tra arte e musica vi incuriosisce la mostra è pane per i vostri denti.

Attraverso le opere esposte, potrete tra le altre cose ammirare i ritratti di alcuni musicisti, avrete la possibilità di immergervi nel mondo colorato e fuori dagli schemi di questo artista a 360 gradi.

Warhol è stato un artista a tutto tondo che si è cimentato in tutti i campi dell’arte e questo è un po’ quello che vogliamo fare noi di Vez: perché arte, musica e vita sono tutte facce diverse della stessa medaglia.

E noi, nel nostro piccolo, ci siamo ripromessi di mostrarvene il più possibile.

 

Laura Losi

Cesare Cremonini @ Unipol Arena

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• Cesare Cremonini •

Unipol Arena (Bologna) // 27 Novembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

27 novembre: prima delle tre tappe del Cremonini live 2018 all’Unipol arena di Bologna.
È così che Cesare torna a casa, tra la sua gente, nella sua città natale.
Tanti gli elementi che hanno reso questo live degno di essere ricordato:
la scenografia, l’insieme di effetti e luci che hanno reso l’atmosfera davvero unica anche per chi, come me, era lì con una macchina fotografica tra le mani pronta ad immortalare tutto.
Momenti pieni di così tanta energia da aver voglia di fermarsi per godersi solo la musica e lo spettacolo che l’artista, quasi come se fosse uno show man, è capace di creare.
Tra le stelle filanti che cadono dall’alto e il pianoforte al centro del palco, Cremonini va ben oltre l’idea classica di “concerto”; il suo è un vero e proprio show.
In una parola, incredibile.
Bravissimo ad intrattenere il pubblico; sia a farlo ballare con i grandi successi che tutti conosciamo, sia a fargli venire la pelle d’oca con i suoi pezzi poetici, da accendino in aria e luci basse.
È stato uno spettacolo nello spettacolo.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

SETLIST:
Possibili scenari
Kashmir-Kashmir
Padremadre
Il comico (Sai che risate)
La nuova stella di Broadway
Latin Lover
Lost in the weekend
Un uomo nuovo
Buon viaggio (Share the love)
Momento silenzioso
Una come te
Vieni a vedere perché
Le sei e ventisei
Mondo
Logico #1
GreyGoose
Dev’essere così
Al tuo matrimonio
Il pagliaccio
50 Special
Marmellata #25
Poetica
Nessuno vuole essere Robin
Un giorno migliore

 

Foto e Testo: Luca Ortolani

 

Grazie a Studio’s[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9697,9719,9722,9714,9690,9711,9721,9692,9709,9693,9718,9706,9695,9720,9703,9691,9698,9699,9689,9712,9700,9710,9715,9701,9707,9702,9723,9717,9704,9705,9694,9708,9713,9716,9696″][/vc_column][/vc_row]

Young Signorino @ Vidia_Club

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Young Signorino •

Vidia Club (Cesena) // 24 Novembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text][/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo: Sara Alice Ceccarelli

Foto: Marco Rossi[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9735,9738,9745,9734,9744,9736,9742,9741,9740,9743,9739,9737″][/vc_column][/vc_row]

Frah Quintale @ Estragon Club

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Frah Quintale •

Estragon Club (Bologna) // 24 Novembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]FRAH QUINTALE

24 novembre 2017
24 novembre 2018
Esattamente un anno dopo l’uscita di Regardez Moi, Frah Quintale torna a Bologna, dove tutto è cominciato.
Francesco Servidei, in arte Frah Quintale, nasce nel 1989.
E’ la sua passione per i graffiti ad avvicinarlo alla cultura Hip Hop fin dal 2002. Il suo percorso musicale inizia con il duo Fratelli Quintale da cui si separa nel 2006 per intraprendere la strada da solista.
Il cantante bresciano festeggia all’Estragon il primo compleanno del disco davanti ad pubblico quattro volte più numeroso rispetto a quello che l’aveva salutato l’anno precedente, dal piccolo palco del Locomotiv.
Un anno importante per l’artista che ha creato con la sua musica una zona borderline tra il rap e l’indie con il potere di far sentire a casa gli amanti di entrambi i generi.

 

Grazie a BPM Concerti.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto e Testo: Matilde Manara
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9585,9586,9592,9594,9593,9595,9587,9590,9588,9589,9591″][/vc_column][/vc_row]

Bryan Adams @ Gran Teatro Geox

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Bryan Adams •

Gran Teatro Geox (Padova) // 23 Novembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Quando ero una studentessa universitaria lavoravo come promoter nei week-end e la mia postazione era proprio di fianco ai cd. Un giorno, annoiata, mi sono messa a spulciare tra i dischi in vendita ed è stato li che mi sono imbattuta in Anthology di Bryan Adams: dopo averlo accuratamente imboscato, sono tornata a comprarlo con il mio primo stipendio. Mi sembrava giusto: il primo cd che ho ascoltato è stato All for love, e sancire la mia entrata nel mondo del lavoro acquistando un cd, doppio per giunta, dell’artista che ha accompagnato la mia crescita, mi sembrava il modo migliore per investire i miei soldi.

Così come quando ad agosto è stato annunciato che The Ultimate Tour avrebbe fatto tappa a Montichiari mi sembrava giusto correre ad assicurarmi un biglietto.

Ovviamente si è trattato di una scelta più che azzeccata.

Bryan Adams, con la sua voce calda e la sua chitarra, non tradisce mai. Nonostante avessi già assistito a un suo concerto esattamente un anno fa non vedevo l’ora che arrivasse il 24 novembre.

Bryan e la sua band salgono sul palco alle 21.00, puntuali come degli orologi svizzeri e iniziano. Due ore senza sosta, ventisei canzoni sparate a raffica. Ritmi che dei ventenni forse non riuscirebbero a reggere.

Si parte subito con Ultimate Love, uno dei brani più recenti del canadese, e poi si passa ai pezzi storici: quelli che ci hanno fatto ballare, quelli che hanno fatto sognare e ovviamente quelli che ci hanno fatto innamorare.

Immancabile, ovviamente e per fortuna, Everything I Do (I do it for you), la canzone d’amore per eccellenza quella che tutte le donne (ok io sono di parte) vorrebbero sentirsi dedicare. Credo che sia stato uno dei momenti più emozionanti del concerto: lui, la sua chitarra, un fascio di luce e la sua voce che si diffondeva per il palazzetto. Da brividi, davvero.

Un concerto che tornerei a vedere mille volte perché pochi altri artisti riescono a trasmettere le emozioni come fa Bryan Adams. Non si tratta solo di un cantante ma di un poeta, di un’artista a tutto tondo in grado di parlare ad ogni generazione.

E’ stato un concerto piccolo, ma carico di emozioni dalla prima all’ultima nota. Bryan corre, ride e scherza con Keith Scott, il suo storico chitarrista, e con il pubblico. Ci ha invitati a cantare insieme a lui Heaven, e a ballare sulle note di You belong to me. Il rapporto che riesce ad instaurare con il suo pubblico è un qualcosa di speciale: non è un caso infatti che la canzone di chiusura dei suoi live sia All for love, colonna sonora del film I tre moschettieri.

Per spiegare le sensazioni, le emozioni e il rapporto che si è creato nel corso delle due ore vorrei prendere in prestito proprio il motto di D’Artagnan e compagni: Uno per tutti e tutti per uno. Anzi: tutti per Bryan.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo: Laura Losi

Foto: Carlo Vergani[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9731,9729,9730,9733,9732,9728″][/vc_column][/vc_row]

Naftalina @ Sidro

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Naftalina •

Sidro Club (Savignano sul Rubicone) // 23 Novembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]3 Gennaio 2018

Mi metto in contatto con Peter, il cantante dei Naftalina. Ho appena acquistato la raccolta 2001/2011 e voglio complimentarmi con lui. Nonostante ci fossimo presentati diversi anni prima, com’era ovvio, non si ricordava di me.

“Mi ha telefonato Klari, dopo 18 anni, sto cercando di fare una reunion ma Pinna è incasinato. A febbraio registriamo un ep. Gli ultimi 5 pezzi e chiudiamo il libro per sempre.”

 

8 Marzo 2018

Sono in studio con Peter, Clarissa e David Sabiu, produttore storico ed attuale batterista della band.

Voglio scattargli qualche foto posata.

I ragazzi ci tengono a farmi sentire i nuovi brani; sono il primo ad ascoltarli.

Parte il primo pezzo dell’album, poi il secondo, il terzo e cosi via.

Dopo sei brani mi giro verso Peter, con gli occhi lucidi ed il cuore a mille “È una bomba! Qui ragazzi si fa una figata!”

 

Estate 2018

Le pagine Facebook ed Instagram della band aumentano di follower ed iniziano ad arrivare le prime richieste per i live.

L’album rimane in attesa, mentre giriamo i video dei due singoli che usciranno nel 2019.

Nel frattempo RetroPopLive crede nei ragazzi e gli fissa due date: una al Sidro Club ed una al Vidia Club.

 

23 Novembre 2018

21:45

Io, Peter, Clarissa e David siamo nella sala di registrazione sopra al Sidro. È un momento molto intimo: loro si scaldano, ridono e provano qualche canzone.

 

22:15

Sono esattamente 8 e 17 gli anni che hanno separato Peter e Clarissa dal loro ultimo live ad oggi. Il Sidro si sta affollando.

Arrivano messaggi a Peter: la gente di sotto sta aspettando.

 

22:35 

Finalmente scendiamo.

La gente li saluta e li abbraccia.

Si alzano i primi cori.

Le persone presenti li aspettano: vogliono i Naftalina.

 

22:45

Inizia lo show, ed è una grande festa!

Sono presenti molti amici di vecchia data, c’è tantissima stima da parte di tutti.

Il concerto parte con Ignoro, e poi ci sono cinque nuove canzoni presenti in scaletta, tra cui una con la collaborazione di Frank e Teone degli IESSE ai fiati.

I ragazzi ingranano subito ed è veramente un peccato quando arrivati all’ultima canzone, Se, ci deliziano con un solo bis, A me piace così.

Torneremo a vederli a Cesena a gennaio, in quel del Vidia, e sicuramente ci saranno delle sorprese.

Questo è solo l’inizio del libro.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

SETLIST:

IGNORO

LABILE

A ME PIACE COSI’

11 AGOSTO

BAGLIORI INSOLITI

ERROR 404

SCUOLA GUIDA

NOSTRAND AVENUE

NON SALTI COME ME

STANZA 423

CRIMINE

NON MI DIRAI

BUBONIX

DEBBY

DISTRUGGIMI

SE

BIS:

A ME PIACE COSI’

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto e Testo: Luca Ortolani

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9546,9557,9552,9551,9561,9568,9562,9571,9554,9560,9555,9540,9541,9542,9577,9543,9545,9547,9548,9549,9556,9553,9544,9566,9573,9558,9559,9579,9563,9574,9564,9565,9550,9567,9569,9570,9572,9575,9576,9578″][/vc_column][/vc_row]

Luchè @ Kindergarten

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Luchè •

Kindergarten (Bologna) // 23 Novembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Prima data del Potere Tour ieri sera a Bologna per Luchè.
Il concerto, già sold out da diversi giorni, si è dimostrato essere particolarmente atteso dai fan del rapper, che si sono radunati davanti ai cancelli con diverse ore di anticipo. Luchè ha trovato nel locale bolognese un pubblico non solo numeroso ma anche caloroso, che è stato ripagato con un concerto lungo quasi due ore.
Ottima partenza, dunque, per il tour dell’artista napoletano, classe 1981, che vede già esaurita anche la prossima data a Firenze.
Vi ho prestato la mia città/ E poi me la sono ripresa/ Perché perdere una cosa/ Fa più male di non averla mai avuta.
Si apre così il live, con questo estratto dalla canzone Potere/il sorpasso.
L’artista mette subito a nudo le turbolenze del suo recente percorso che l’ha visto sparire dalla scena rap per poi tornare con un nuovo album, apprezzatissimo sia dai fan che dalla critica.

 

Grazie a Zamboni53.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto e Testo: Matilde Manara
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9608,9600,9604,9609,9603,9601,9606,9605,9599,9602,9598,9607″][/vc_column][/vc_row]

Mudhoney @ Locomotiv Club

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Mudhoney •

+
| Please the Trees | The Devils |
Express Festival
Locomotiv Club – Bologna // 21 Novembre 2018

 

Gli appena nati The Devils aprono la serata al Locomotiv prestissimo.
Non aspettano nemmeno che il pubblico si raduni di fianco agli strumenti e iniziano a suonare: senza presentazioni attaccano crudi, antisociali e decisamente irriverenti.
Gianni Vessella, alla chitarra, ed Erica Toraldo, voce e batteria, distruggono il silenzio di pochi minuti prima.
Il loro trash’n’roll, scomodo e dissacrante, attira un gruppo di ascoltatori che ben presto si ritrova coinvolto in uno show erotico e maledetto, accompagnato da un garage rock senza pause. La band napoletana, nata nel 2015 con un disco d’esordio appena uscito, termina la performance con chitarre flagellate, amplificatori violentati e la batterista che si alza, sui suoi altissimi tacchi di vernice rossa, ed esce di scena.

A seguire, sale sul palco il gruppo spalla ufficiale dei Mudhoney: i Please the Trees, provenienti da Praga e già premiatissimi con il loro album A Forest Affair (2012). Il trio propone brani infiniti, suoni campionati e psichedeliche parti strumentali accompagnate da una voce appena percepita, come una cornice ai pezzi. Tutto molto familiare e tipico di quel genere che si chiama indie rock. Il pubblico, ormai numeroso, apprezza incuriosito questo trio ceco, probabilmente mai ascoltato prima, e la loro energia fatta da un trip di suoni, distorsioni e corde di chitarra strisciate sui piatti della batteria.

Alle 22 circa eccoli. I Mudhoney, questi ormai sessantenni, collaudati pionieri del genere grunge, nato a Seattle negli anni ’90 proprio grazie a loro, si può dire. Le prime canzoni scorrono tranquille, una dietro l’altra: sotto il palco troviamo i ventenni di allora, ormai più che quarantenni. Questa sera sono tornati lì, negli anni ’90, quando ai concerti ancora ci si ammassava e si pogava senza esclusione di colpi. Faccio appena in tempo a posare la macchina fotografica che iniziano gli spintoni e parte il crowdsurfing.
Ed ecco finalmente Touch me, I’m sick. La voce di Mark Arm non è cambiata: graffia l’aria e ti riporta lì dove tutto è nato, dove i Mudhoney sono rimasti senza cambiare di una virgola, senza svendersi per piacere ad un pubblico più ampio. E ancora da Suck you dry fino a 21st cent Pharisees buttano fuori quel sound sporco, primitivo ma maledettamente credibile e coerente, ripercorrendo tutta la loro carriera musicale.
Dobbiamo aspettare il lungo encore di 7 brani per poter saltare con Here come sickness, per poi terminare con Fix me.
Questo concerto, sold out, al Locomotiv di Bologna ci ha ripresentato l’immutevole energia del garage punk dei Mudhoney: ora possiamo tornare a casa tranquilli e sicuri che, nonostante siano già passati 30 anni dal loro debutto, la loro impronta non cambierà mai e la loro musica continuerà a piacere a pochi ma buoni. Perché il grunge non è per tutti anzi, se non fosse stato per i Mudhoney probabilmente non sarebbe mai esistito.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

SETLIST:

 

Into the Drink

I Like It Small

Hey Neanderfuck

You Got It

Nerve Attack

The Farther I Go

Judgement, Rage, Retribution and Thyme

No One Has

Kill Yourself Live

Touch Me I’m Sick

If I Think

Next Mass Extinction

Suck You Dry

Please Mr. Gunman

Get Into Yours

Night and Fog

F.D.K. (Fearless Doctor Killers)

Oh Yeah

I’m Now

Paranoid Core

One Bad Actor

The Only Son of the Widow From Nain

21st Century Pharisees

Encore:
Here Comes Sickness

Who You Drivin’ Now?

Sweet Young Thing (Ain’t Sweet No More)

Ensam i natt
(The Leather Nun cover)

The Money Will Roll Right In
(Fang cover)

Hate the Police
(The Dicks cover)

Fix Me
(Black Flag cover)

 

 

Grazie come sempre ad Hub Music Factory e all’organizzazione del Locomotiv Club.

 

Testo e Foto:  Valentina Bellini[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9495,9511,9508,9510,9514,9515,9513,9496,9516,9497,9498,9499,9500,9502,9503,9504,9505,9506,9507,9509,9501,9512″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Please the Trees

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9522,9523,9518,9517,9521,9519,9520,9524″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

The Devils

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9526,9536,9529,9527,9532,9525,9530,9528,9531,9533,9534,9535,9537″][/vc_column][/vc_row]

Cesare Cremonini @ Rds Stadium

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Cesare Cremonini •

RDS Stadium (Rimini) // 20 Novembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Dopo l'uscita del suo album Possibili scenari e il suo primo tour estivo negli stadi, Cesare Cremonini ha dato il via anche al tour invernale, con doppia tappa al 105 Stadium di Rimini il 20 e il 21 novembre.
Ad accoglierlo un pubblico letteralmente in estasi, dalla prima all'ultima nota suonata. 
Cremonini  ha dichiarato più volte il suo amore per la città di Rimini dicendo di sentirsi come a casa; e sarà stato questo il motivo per il quale è riuscito a far sentire a casa anche tutte le persone presenti, circa diecimila nelle due serate. Non c'è stato nessun filtro tra il palco, il parterre e le tribune: tante voci unite in un unico ritmo. 
La scaletta proposta dall'artista ha toccato i momenti più importanti della sua carriera. Cesare è un insieme di aggettivi positivi: è un poeta dall'aria romantica capace di reggere la scena con una naturalezza disarmante e allo stesso tempo coinvolgente. 
E' instancabile. Il palco è il suo habitat naturale, il luogo in cui riesce ad esprimersi al meglio, interpretando i suoi testi in modo così vero e vivo che risulta impossibile non lasciarsi andare e non rimanerne incantati. Ecco, Cesare incanta e lo fa soprattutto quando diventa un tutt'uno con i tasti del pianoforte. E' lì che nasce l'incantesimo. Ha la capacità di far sognare con brani come Vieni a vedere perchè o Dev'essere così e allo stesso tempo di far saltare con Gray groose o Mondo. 
Non è mancato un tuffo indietro, ai tempi di 50 special e Un giorno migliore, quando era il leader dei Lunapop. Ed è stato con Momento silenzioso, brano contenuto nell'album Maggese, che ha ringraziato quella fetta di pubblico che gli è fedele da sempre, fin dall'inizio della sua carriera da solista. Instancabile, esuberante e immensamente bello, nell'accezione più ampia del termine.
E poi succede che stiamo bene insieme senza nessun perchè. Ma in questo caso il perchè c'è: è la sua musica.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

SETLIST:

POSSIBILI SCENARI

PADREMADRE

IL COMICO (SAI CHE RISATE)

LA NUOVA STELLA DI BROADWAY

LATIN LOVER

LOST IN THE WEEKEND

UN UOMO NUOVO

BUON VIAGGIO (SHARE THE LOVE)

MOMENTO SILENZIOSO

UNA COME TE

VIENI A VEDERE PERCHE’

LE SEI E VENTISEI

MONDO

LOGICO

GRAY GOOSE

DEV’ESSERE COSI’

AL TUO MATRIMONIO

IL PAGLIACCIO

50 SPECIAL

MARMELLATA #25

POETICA

NESSUNO VUOLE ESSERE ROBIN

UN GIORNO MIGLIORE

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Testo: Claudia Venuti

Foto: Carlo Vergani

 

Ringraziamo The Front Row e Carlo Vergani per la gentile concessione delle foto.

 

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Soviet Soviet

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Non era la prima volta che seguivo i Soviet Soviet in tour; lo avevo fatto già a primavera scorsa in centro-nord Europa (Svizzera, Germania, Austria..).

Ora toccava all’est! Quattro fulminee date, senza day-off e giri turistici, un dai e vai veloce e poi tutti a casa.

Io sarò il loro fotografo ed il loro driver.

Prima tappa Bratislava, Slovacchia. Il furgone è carico e la prima parte del viaggio è sempre la più lunga.

Andrea, Alessandro e Matteo mi raccolgono a Rimini Nord, tappa a Bologna per far salire il fonico di fiducia Andrea (Cosmo, ndr.) e poi dritti verso la prima tappa.

Arriviamo a Bratislava a metà pomeriggio dopo oltre 8 ore di strada, la luce sta scendendo, il morale è alto.

Il locale in cui suoneranno è il Kulturak, un club underground più simile a un vecchio night; nascosto, sudicio, sottoterra ma assolutamente affascinante.

Sound check, qualche birra e parte la serata con il live della band di supporto.

Sono le 20:30, scordiamoci gli orari italiani: si inizia presto, si finisce presto! I live dei Soviet sono sempre carichi di energia ed il pubblico, che presenzia numeroso, risponde equamente evolvendosi quasi a creatura mistica in simbiosi con la band.

Andrea, voce e basso, si scalda subito dopo i primi pezzi e inizia a vorticare su se stesso pestando le corde peggio di un fabbro slovacco.

Le chitarre dilatate e precise di Matteo riempono di melodia la pressante parte ritmica di Alessandro che va avanti come una mietitrebbia. Il pubblico canta, balla e si gode un’ora e dieci di concerto senza mai fermarsi.

Gli slovacchi già conoscono i Soviet e stasera hanno avuto la conferma della loro carica esplosiva.

Qualche birra e a letto presto, domani si riparte, Praga ci attende!

Il giorno dopo arriviamo a Praga in circa tre ore di viaggio, si arriva al locale in una zona aldilà del fiume, uno scenario quasi post-bellico e di periferia, anche qui sottoterra, qualcosa di simile ad un girone dantesco, mattoni a vista e luci rosse.

Non è la prima volta dei Soviet a Praga, e lo si vede subito dall’incitamento febbricitante del pubblico che alla prima nota del basso di Andrea si lascia andare in danze ancestrali e di sinistra natura!

Il palco suda, la band impazzisce e il giro di basso del leader non dà scampo alle gambe dei presenti che non riescono a stare fermi sulle note di Pantomime o di Endless Beauty.

A fine concerto i fan si fermano a parlare con la band, è già ora di tornare in albergo per riposare e partire per la prossima tappa: Budapest.

Dopo un viaggio di cinque ore circa arriviamo nella capitale ungherese.

La venue è un festival (Vanishing Point) all’interno di un enorme complesso (Durer Kert), districato di sale, corridoi e giardini. Un posto incredibile.

L’accoglienza è ottima, ci sanno fare gli ungheresi! I Soviet saranno tra gli headliner della serata e dopo intervista e foto per un blog locale è ora di iniziare.

Il pubblico è davvero numeroso e nel backstage la tensione si affoga tra risate, sigarette e birre.

Salgono sul palco e come sempre la miccia si riaccende, i pezzi scorrono veloci e l’energia è assolutamente palpabile; Fairy Tale, Surf a Palm, Ecstasy

Il pubblico si dimena ed Andrea non è da meno, tanto da ribaltarsi letteralmente sul palco. Si finisce con distorsioni e noise psichedelici, quasi a salutare in catarsi gli avventori del Durer Kert.

Una bomba!

Si smonta e si torna in albergo. L’ultima tappa è Zagabria, ma me la perdo: alla frontiera croata mi chiedono, oltre alla patente, la carta d’identità che da buon fesso avevo lasciato in Italia.

No pasaran! La band andrà comunque a suonare e il giorno dopo li incontro a Lubiana. E poi si torna a casa.

Alla fine di questa avventura siamo tutti stanchi ma sicuramente più che soddisfatti.

I Soviet Soviet si confermano una ottima band live, con una energia incredibile, fin troppo intrappolata nel solo spazio digitale di un disco.

La risposta del pubblico estero è davvero incredibile ed intensa. I nostri italianissimi Soviet Soviet sono seguitissimi in terra straniera e non hanno nulla da invidiare a band più affermate.

Il loro sound dal vivo è potente, graffiante ed è davvero difficile stare del tutto fermi.

Il consiglio spassionato è quindi quello di vederli in concerto, perché non ve ne pentirete.

 

Foto e Testo: Siddharta Mancini

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 B R A T I S L A V A

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P R A G A

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B U D A P E S T

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Concerto per Genova

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• Concerto per Genova •

Genova (RDS Stadium) // 17 Novembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Il 14 agosto 2018 è iniziato come un giorno tra tanti.

Mi alzo, doccia, colazione e mi preparo per andare al lavoro. Un lavoro di quelli che amo, quelli dove al centro di tutto c’è la musica. Tutto sommato, una bella giornata.

Ore 12:05

“Hai visto cos’è successo a Genova?”.

“No, che è successo?”.

“Meglio che accendi la tv”.

Esco dal bagno. E mi dirigo in salotto. Tv già accesa e il mio collega (Carlo Vergani, ndr) davanti allo schermo.

“Carlo metti il TG, Alessio mi ha detto che è successo qualcosa a Genova”.

“Ah lo so VEZ. Vieni a vedere”.

Questo è il mio primo ricordo di quel giorno.

Un giorno nel quale in un primo momento ho creduto che questa storia potesse essere un po’ come le tragedie successe a L’Aquila nel 2009 oppure come il terremoto dell’Emilia del 2012, per poi rendermi conto che con quel tipo di tragedie, questa non ha nulla a che vedere.

Questa, piuttosto, ricorda il disastro del Vajont del 1963. Un disastro prevenibile.

E se ci fosse qualcosa da dire riguardo al 14 agosto 2018 e al crollo del ponte Morandi, forse, gli abitanti e le vittime potrebbero dire la stessa cosa: tutto era prevedibile e previsto.

Sicuramente la morte di tutte quelle persone poteva essere evitata.

Quarantatré persone rimaste vittime dell’incuria e della mancanza di controllo (vittime ricordate qui, sull’articolo di Panorama)

E se L’Aquila e l’Emilia si sono rialzate, così farà anche Genova, ma con una consapevolezza in più: non ripetere più quell’errore e non abbassare mai la guardia, perché i cittadini in prima persona devono occuparsi e preoccuparsi del proprio territorio.

E così tra una fotografia e l’altra e il susseguirsi di artisti che noi di VEZ amiamo, riesco a parlare con il presentatore dell’evento che condivide con noi la rabbia e l’amarezza provata per l’avvenimento che poteva non accadere.

Incontro anche l’organizzazione il Ce.Sto, tra i promotori delle due serate.

Il Ce.Sto nasce più di 30 anni fa nel Centro Storico di Genova, come associazione di volontari laici e cristiani. E’ un contenitore che accoglie obiettivi educativi, creativi e culturali, fornendo percorsi e strumenti per valorizzare e rafforzare il potenziale di ciascuno.

Le attività dell’associazione si focalizzano su educazione minorile, accoglienza di famiglie straniere, integrazione sociale e attività culturali sul territorio con una particolare attenzione al lavoro di rete e alla figura del volontario, che gioca un ruolo fondamentale all’interno dell’Associazione.

Il Ce.Sto ci racconta l’attivismo che da qualche tempo impegna la popolazione e spiega anche il proprio impegno e volontà di creare consapevolezza nei cittadini, i primi interessati al benessere della propria città.

Attivismo in collaborazione con l’altro supporter e organizzatore di queste due serate, l’organizzazione Love What U Love che nasce a Genova nel 20015 e organizza serate di libera espressione e dove quello che ami non ha giudizio.

Live Music, Arte e tutti i nostri cuori al centro della scena allo scopo di creare una rete di artisti locali e non, appoggiandosi all’aiuto dei Giardini Luzzati che si sono mostrati entusiasti dell’idea.

E adesso non resta che rimboccarsi le maniche e fare il più possibile per imparare da quello che è successo, in questo caso per ricordarsi che la vita è una e che curarsi l’uno dell’altro significa vivere e sopravvivere.

Grazie quindi a questi artisti, Ex-Otago, Lo Stato Sociale, Canova, Motta, Willie Peyote, Rezophnic, Francesco Baccini, Era Serenase, Banana Joe, Jess e a tutti gli altri che il giorno dopo, domenica 18, hanno scaldato il palco dell’RDS Stadium di Genova.

 

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Sono contenta di aver partecipato, qui come ad Amiche per l’Abruzzo il 21 giugno 2009, al Concerto per l’Emilia del 25 giugno 2012 e a Italia Loves Emilia del 22 settembre 2012.

Grazie, perché ancora una volta l’arte, la musica e le persone, più di ogni altra cosa sanno unirsi quando ce né più bisogno per mostrarci la via della solidarietà.

E che ci serva da monito, ogni giorno.

Grazie a This is Core per l’organizzazione assieme a Il Ce.Sto e Love What U Love.

Il contributo dei nostri biglietti andrà alle famiglie degli sfollati tramutandoli in buoni spesa e alle attività che sono state toccate sensibilmente dal crollo del ponte Morandi.

Per poter donare invece, l’IBAN di riferimento è del Dopolavoro Ferroviario su cui si appoggia il Comitato degli sfollati

Dopolavoro Ferroviario di Genova Pro Sfollati di Via Porro e Campasso

Numero: IT86Y03359016001000001 61754[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo: Sara Alice Ceccarelli

Foto: Alessio Bertelloni | Sara Alice Ceccarelli
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Kaufman

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• Kaufman •

Bradipop (Rimini) // 17 Novembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]In scena ieri sera al Bradipo Club, i Kaufman, una delle più promettenti band indie pop italiano, che hanno portato i loro ritmi e melodie davanti ad un bel pubblico di curiosi.

I Kaufman, sulla scena già da una decina d’anni, il primo disco è del 2009, con diversi passaggi di formazione, sono una delle classiche band “vere”, di quelle che la musica te la portano a sentire, in tour costante.

Arrivano nella nostra città riminese con un trio di date Bologna-Foggia-Rimini e sul palco hanno dato tutto il meglio del loro repertorio.

Un repertorio con qualche brano del passato fino alla, nuovissima La vita su Marte ed i successi del loro bellissimo disco Belmondo (prod. INRI).

LP contenente canzoni come Macchine Volanti, Come si sta e L’età difficile, brano che a noi riminesi tocca non poco, perché parla di una sensazione che ben conosciamo.

Quella romantica sensazione di fine estate e conseguente fine dell’amore, che ora da adulti guardiamo con un po’ di nostalgia e tenerezza.

Sfido chiunque a non averla mai provata!

Pop, elettro pop, indie pop, definire è sempre difficile, ma ieri sera abbiamo un po’ sognato e un po’ ballato.

Grazie Kaufman, continuate con i kilometri in strada, noi di Vez ci saremo!

Tk’s to Treid Agency e Bradipop Club

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Foto e Testo: Michele Morri

 

 

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