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Mese: Gennaio 2023

Ginevra @ Hiroshima Mon Amour

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• Ginevra •

Hiroshima Mon Amour (Torino) // 20 Gennaio 2023

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Foto di Diego Bianchi (Torino)[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”27443″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”27441″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”27445″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”27448″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”27442″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”27446″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”27449″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”27444″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”27447″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”27450″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row]

The Coral Sea “Golden Planet Sky” (Trees They Move, 2023)

Ed eccola qui, fresca fresca, la prima vera bombetta di questo 2023 in musica. 

Da qualche giorno è infatti ufficialmente fuori Golden Planet Sky, ultimo album del gruppo/progetto solista di Rey Villalobos, che a qualcuno – non a me sia chiaro – potrebbe essere capitato di ascoltare già in passato in quanto alcuni suoi brani, riporto paro paro dalla sua pagina Wikipedia, sono apparsi in alcune serie TV, vedi Californication, Grey’s Anatomy, altre.

La musica dei The Coral Sea, questo il moniker scelto dal nostro, al primo ascolto mi ha illuminato istantaneamente la casella relativa agli Antlers di Burst Apart, un rock vagamente sognante, sospeso, dove la voce in bilico tra un falsetto che tale non è e i momenti più spaziali di Wayne Coyne, poggia ora su tastiere kosmische (il brano d’apertura Golden Planet Sky, ma anche Hero per dirne un paio) ora su arpeggi di chitarra quasi folk (Peace Of Mind). C’è spazio per un paio di accelerate, sempre guidate dal particolare canto di Villalobos (qualche rimando ai Dream City Film Club qua e là lo noto solamente io?), Your Feathers Up e la conclusiva Broken Circle, ma tra le nove tracce che compongono questo splendido Golden Planet Sky ce n’è una che brilla più delle altre, Love Is No Sacrifice: poco meno di quattro minuti di poesia altissima che il musicista californiano dedica alla madre. “Decorate your emotions with the current landscapes” canta, dove da un fondo di tastiere e batteria si sviluppa un crescendo di rara bellezza che vede un ipnotico arpeggio di chitarra avvolgere la delicata voce, quasi tremante, in un invito che altro non è che un monologo, una preghiera forse al vento, “Meet me outside, meet me outside, ‘cause, I know that you’re already there”.

Ad oggi dubito possiate trovare in giro trentasei minuti, perchè tanto dura il disco, migliori di questi.

 

The Coral Sea
Golden Planet Sky
Trees They Move

 

Alberto Adustini

Måneskin “RUSH!” (Epic/Sony, 2023)

“C’era una volta una band che passò da Via del Corso a Las Vegas ad aprire il concerto dei Rolling Stones.”

Quante volte abbiamo sentito paragonare la storia dei Måneskin a una favola? Più o meno un’infinità. 

Delle novelle Cenerentole, che cominciano suonando tra le strade di Roma e, grazie alla spavalderia tipica degli animali da palco e a una buona dose di talento, passano prima da X-Factor (pur non vincendolo), poi al Festival di Sanremo e all’Eurovision Song Contest (questi, vincendoli entrambi).

Il resto, come si suol dire, è storia: Rolling Stones, valanghe di premi, tour mondiale.

Però, in questa favola, qualcosa si è incrinato.

Il loro ultimo album, RUSH!, si discosta nettamente dai loro lavori precedenti e in particolare da Teatro d’ira – Vol.I, che, anche se non un secondo volume, quanto meno lasciava presagire un proseguimento su quella strada. 

Invece RUSH! è un album frutto della foga degli ultimi due anni, della contaminazione statunitense e dell’apertura al mercato internazionale, ma forse dai singoli pubblicati in questi ultimi mesi – da Mammamia a Supermodel – potevamo aspettarcelo. 

Non che questa svolta pop-punk con velleità sempre più trasgressive (ma comunque senza abbandonare qualche elemento più melodico e stile ballad) sia brutta tout court. Anzi, ci sono tracce pregevoli – Gasoline e Timezone su tutte – ma non mi azzarderei a dire che hanno portato quella rivoluzione alla musica italiana che ci stavamo tanto immaginando.

RUSH! è infatti un album che di italiano ha molto poco: si vede già nella distribuzione linguistica, dato che solo tre tracce su 17 sono in italiano. La sensazione che si ha è quella di un album fatto a uso e consumo del pubblico americano e/o abituato a sonorità di questo tipo già da tempo, che quindi non percepisce nulla di nuovo e men che meno di rivoluzionario. 

Ed è un po’ un peccato, perché ci si poteva aspettare qualcosa di più dalla band che sembrava stesse riportando il pop-rock nostrano in auge anche all’estero senza il bisogno di conformarsi a modelli già noti. Ci stavano provando e avevano raggiunto già bei risultati con quel grande pezzo che era Coraline nel disco precedente (e a cui cercano di avvicinarsi timidamente con Il Dono della Vita).

Hanno fatto bene? Hanno fatto male? Non sta a me giudicare, ma sicuramente resta un po’ di amaro in bocca per quello che poteva essere e – evidentemente – non è più.

 

Måneskin
RUSH!
Epic/Sony

 

Francesca Di Salvatore

Ladytron “Time’s Arrow” (Cooking Vinyl, 2023)

Ladytron. Una parola che se scandita a punta di lingua sa di anni ’70 del secolo scorso, e più precisamente del 1972, di canzone di un album di debutto e soprattutto dei Roxy Music. Un tuffo nel passato che diventò presente nel 1999, quando quattro ragazzi britannici originari di Liverpool, in Inghilterra, decisero di far sentire la loro passione nel panorama musicale. E anche se non si chiamavano Paul, John, Ringo e George, ma Helen, Mira, Daniel e Reuben, decisero che il mondo li avrebbe ascoltati al di là di ogni confine fatto di tè delle cinque, gossip reali e mirabolanti scogliere. Così fu, e i Ladytron attirarono l’attenzione del pubblico su di loro con la loro musica fatta di chitarre, percussioni e strumenti elettronici, combinando sonorità new wave con lo shoegaze, sottogenere dell’alternative rock, e l’elettropop. 

Dopo l’eponimo album Ladytron del 2019, il gruppo esce ora con Time’s Arrow, il settimo album in studio, in Italia per Cooking Vinyl. Un lavoro di dieci tracce di melodie ben curate e testi che non vogliono semplicemente seguire la musica oppure dominarla, bensì semplicemente farne parte come un compagno di viaggio. Le atmosfere si caricano di distorsioni leggermente noisy per un effetto onirico ma anche futurista come nell’introduttiva City of Angels e la leggera ed evocativa We Never Went Away. Contrariamente alle fantasie più malinconiche dell’album precedente, il nuovo progetto sembra prendere più respiro e le melodie, per quanto tutte caratterizzate dallo smodato uso di suoni synth-pop, non si omologano con il rischio di diventare un gioco di ripetizioni, bensì emergono ognuna con una propria identità, come la rarefatta ma pulsante Fight From Angkor, dove le chitarre distorte diventano sensazione per l’ascoltatore che ne rimane intrappolato. Ipnotica è, invece, Faces, dove la ripetizione a loop della parola che dà il nome al brano crea un’atmosfera di ossessione ma anche di liberazione dall’ossessione stessa, come una liberazione emotiva da un contesto in cui ci si sente soffocare da volti da guardare per tenerli con sé e al tempo stesso lasciarli indietro per continuare ad andare avanti. La chiusura dell’album è lasciata alla title track Time’s Arrow, dalle sfumature più oscure, con bassi presenti e vocalità che rimangono oniriche ma scendono nel timbro per poi risalire e trascinare l’ascoltatore dietro la scia di una freccia melodica che, quando scoccata, non si può più fermare, che sia esso il tempo o semplicemente i Ladytron. 

Il disco non sorprende, perché conferma la cura del gruppo nella propria produzione musicale e la volontà di mantenere costante la propria identità, sfidando mode e rimanendo fedeli a ciò in cui credono. Potremmo definirlo di nicchia, ma sarebbe riduttivo per un progetto che si fa ascoltare e anche molto bene, non annoiando mai. Certamente non lo troverete tra le colonne sonore di spumeggianti festeggiamenti con fuochi di artificio, ma questo non vuol dire che non vi porterà altrettanto lontano, né che la loro musica non arrivi dentro per farvi muovere vivendo emozioni speciali, come le sue melodie, sintetiche sì, ma piene, seducenti e vibranti. 

 

Ladytron
Time’s Arrow
Cooking Vinyl

 

Alma Marlia

Tre Domande a: Caterina

Come e quando è nato questo progetto?

Questo progetto nasce forse nel febbraio 2017 quando ho bussato per la prima volta alle porte della mia etichetta Fiabamusic. Ero appena uscita da un talent, avevo sempre cantato le canzoni di altri e non sapevo dove sbattere la testa. Sicuramente non pensavo che avrei mai scritto una canzone. Invece mi è stata data fiducia, quell’estate l’ho passata a scrivere e a buttare via canzoni, a cercare di capire come spiegarmi e raccontare al meglio quello che mi succedeva intorno. Nell’estate 2018 iniziano a smuoversi le acque e pubblico il mio primo singolo continuando a scrivere nel frattempo. Il 2019 inizia a dare i suoi frutti che vedrò raccolti nella primavera del 2020 con il mio primo album Caterina, che all’epoca ha tenuto un po’ di compagnia a chi era costretto a casa. Se penso a come è cominciato mi stupisco di quante cose pazzesche siano accadute in questi cinque anni… oggi mi stropiccio gli occhi perché faccio fatica a credere sia uscito il mio secondo disco In queste stanze piene.

 

Cosa vorresti far arrivare a chi ti ascolta?

Mi piacerebbe far sentire le persone meno sole. Scrivo di cose che sento fortemente, cose che vivo sulla mia pelle o su quella di chi mi sta vicino e spero che in queste sensazioni, emozioni, sentimenti qualcuno ci si ritrovi e possa sentirsi parte di qualcosa.

 

Quanto punti sui social per far conoscere il tuo lavoro? 

Credo che i social siano un importante mezzo di comunicazione. Ammetto che se non facessi questo lavoro probabilmente non li avrei, ma negli anni ho imparato a vederli come un potente mezzo di scambio, che accorcia le distanze e mi permette di essere vicina a chi mi segue. È capitato spesso che la mia musica venisse conosciuta tramite i social ma la cosa più bella è che poi quelle facce di persone che magari mi hanno scritto un messaggio per ringraziarmi di una canzone, o anche solo per chiedermi come sto, ecco alcuni di questi volti li ho trovati poi nei miei live, e allora lì penso che è una fortuna avere questa possibilità di scambio.

FRANTIC FEST 2023: confermati I AM MORBID (con il trentennale di ‘Covenant‘ dei MORBID ANGEL), ASPHYX e altri

Arrivano nuove conferme per il Frantic Fest 2023 con gli annunci di I AM MORBID(trentennale di ‘Covenant‘ dei MORBID ANGEL con David Vincent e Pete Sandoval), ASPHYX, GATECREEPER, ARTIFICIAL BRAIN, HIEROPHANT e DEVOID OF THOUGHT, che vanno ad aggiungersi ai nomi annunciati in precedenza. 

Di seguito tutte le band finora confermate:
I AM MORBID
ASPHYX
ROTTING CHRIST
HARAKIRI FOR THE SKY
GATECREEPER
MISÞYRMING
WHITE WARD
ARTIFICIAL BRAIN
INCHIUVATU
HIEROPHANT
CAPRA
DEVOID OF THOUGHT

La location prescelta è ancora una volta il Tikitaka Village di Francavilla al Mare (Chieti) mentre le date saranno 17, 18 e 19 agosto più Opening Party il 16 agosto

Abbonamento Early Bird e Supporter Pack disponibili qui: www.franticfest.it/biglietti
L’abbonamento include l’accesso gratuito all’Opening Party.

Tre Domande a: Mash

Se dovessi riassumere la tua musica con tre parole, quali sceglieresti e perché?

Energica, malinconica, viola. Il primo aggettivo perché nei brani mi piace urlare le mie insicurezze e lo faccio con il supporto di una strumentale che soprattutto nei ritornelli si fa aggressivo e potente. Malinconica perché per me la malinconia è una “tristezza sfocata” e lo trovo un sentimento molto affascinante: difficile da definire, lo vedo come un senso di vaghezza, un equilibrio instabile che permea le mie canzoni. Infine, beh… la mia musica è viola: un pigmento dalla storia unica, un colore che nel tempo è stato associato alle cose più distanti tra di loro, dagli imperatori al soffitto del bordello cantato da Gino Paoli ne Il cielo in una stanza. Tra vizi e virtù, ha un alone di mistero e di sensualità che abbraccio completamente.

 

Cosa vorresti far arrivare a chi ti ascolta?

Voglio aiutare le persone simili a me a realizzare che il dolore è un punto di partenza, l’alba di un nuovo inizio, e che coi cattivi pensieri bisogna farci l’amore. Da adolescente mi sono trovato più volte a cercare nella musica una speranza, e fortunatamente l’ho trovata tra le note dei miei artisti preferiti. Oggi vorrei restituire ad altri cuori fragili come me ciò che la musica mi ha donato e mi regala giorno dopo giorno: ognuno di noi ha un fuoco dentro che non dobbiamo lasciar spegnere per nessuna ragione al mondo.

 

Quanto punti sui social per far conoscere il tuo lavoro? Ce n’è uno che usi più di altri?

I social sono parte essenziale del mio progetto artistico, in quanto mi permettono di raggiungere tante persone che altrimenti difficilmente verrebbero a contatto con la mia musica. Inoltre mi consentono di comunicare chi sono in modo creativo, realizzando contenuti che intrattengono e consolidano il legame con chi mi sostiene. Instagram è la piattaforma che apprezzo maggiormente perché mi dà l’opportunità di interagire a un livello più intimo e personale con chi mi segue rispetto ad altri social, e di scoprire le storie delle persone.

‘INDIE JUNGLE’ SU SKY ARTE SABATO 14 GENNAIO IN ONDA L’ULTIMA PUNTATA DI STAGIONE DEL PROGRAMMA DI APPROFONDIMENTO MUSICALE DEDICATO AL MONDO DEI LIVE PROTAGONISTA RANCORE

SKY ARTE

presenta
LA TERZA STAGIONE DI
INDIE JUNGLE
Un viaggio nella musica dal vivo con 12 concerti
 
SABATO 14 GENNAIO IN ONDA L’ULTIMA PUNTATA DI STAGIONE
PROTAGONISTA RANCORE
 
IN ONDA OGNI SABATO ALLE 20.10 SU SKY ARTE
IN STREAMING SU NOW E ON DEMAND
 
CIASCUN LIVE SARÀ INOLTRE DISPONIBILE PER TUTTI SUL SITO DI SKY ARTE PER UNA SETTIMANA

La nuova stagione di INDIE JUNGLE libera la musica in TV.

Si avvia al termine la terza stagione del programma di approfondimento musicale che propone 12 puntate monografiche per altrettanti concerti dedicati al pubblico televisivo.
RANCORE è il protagonista della nuova puntata di INDIE JUNGLE, ultimo appuntamento di questa stagione, che andrà in onda sabato 14 gennaio alle ore 20.10suSky Arte (canale 120 e 400 di Sky) e sarà disponibile in streaming su NOW e on demand.
Dopo la duplice esperienza al Festival di Sanremo, dapprima nel 2019 al fianco di Daniele Silvestri come co-autore del pluripremiato brano “Argento vivo”, e successivamente nel 2020 con la sua “Eden”, che gli è valsa la vittoria del premio Sergio Bardotti per il miglior testo, RANCORE è tornato nel 2022 con l’album “Xenoverso”, il nuovo manifesto del rapper romano, che concepisce un viaggio incredibile tra le dimensioni, sfidando i concetti di spazio e tempo, realtà e finzione.
In attesa dell’ultima puntata che vede protagonista Rancore, è disponibile per tutta la settimana in streaming gratuito per tutti su https://arte.sky.it/ la puntata precedente di Indie Jungle dedicata a Dutch Nazari.

INDIE JUNGLE – IL PROGRAMMA

 
Dopo il successo delle prime due edizioni, che hanno visto raccontare la musica e la storia artistica di alcuni tra i nomi più rappresentativi della scena musicale contemporanea, e dopo la speciale parentesi live con “Indie Jungle Fest” al Lido di Venezia presso l’aeroporto Nicelli durante le giornate della 79ª Mostra del Cinema, si è giunti alla terza stagione del format televisivo dedicato al mondo dei live che propone sullo schermo l’esperienza immersiva di un intero concerto dal vivo.
Il programma, prodotto da ERMA PICTURES in collaborazione con Sky Arte, è in onda da sabato 15 ottobre alle ore 20.10 su Sky Arte, disponibile anche in streaming su NOW e on demand. Ogni puntata è inoltre visibile in streaming gratuito per tutti su https://arte.sky.it/ per tutta la settimana successiva alla messa in onda.
Protagonisti della nuova stagione di INDIE JUNGLE sono: DITONELLAPIAGA, GIORGIO POI, WILLIE PEYOTE, STUDIO MURENA, LAILA AL HABASH, MOBRICI, FRANCO 126, BARTOLINI, GIOVANNI TRUPPI, HU, DUTCH NAZARI, RANCORE.
Fin dalla prima stagione, Indie Jungle si è distinto nel panorama televisivo italiano per la novità della proposta e per le peculiarità del format che vede per la prima volta sullo schermo gli autori della musica attuale italiana raccontarsi in speciali interviste ed esibirsi in esclusive live session, attraverso un accurato ritratto che rende le puntate dei veri e propri mini documentari. Il tutto corredato anche da materiali di repertorio, con foto e video spesso inediti.
Come da tradizione, anche le nuove puntate ci hanno accompagnato alla scoperta di alcuni tra i principali autori del panorama attuale, introducendo un importante cambio di studio e di allestimento: i live, infatti, quest’anno hanno trovato casa presso lo storico Teatro 1 di Cinecittà, con una scenografia inedita e suggestiva rappresentata da un’enorme gabbia esplosa che “libera” idealmente le performance e il racconto degli artisti coinvolti.
Con 12 nuove puntate e nuovi artisti, INDIE JUNGLE si conferma uno speciale appuntamento con la musica dal vivo in uno spazio, sempre inedito e coinvolgente, interamente dedicato al grande pubblico televisivo.
Protagonisti della prime due stagioni sono stati Frah Quintale, Fulminacci, Calibro 35, Coma Cose, La Rappresentante di Lista, Gazzelle, Ghemon, Eugenio in via di Gioia, Colapesce e Dimartino, Selton, Lucio Corsi, Lucio Leoni, Ministri, Motta, Joan Thiele, Fast Animals and Slow Kids, Myss Keta, Francesco Bianconi, Melancholia, Tutti Fenomeni, NAIP, Vasco Bondi, Margherita Vicario.
INDIE JUNGLE è un programma scritto da Max De Carolis e Fabio Luzietti e prodotto da ERMA PICTURES in collaborazione con Sky Arte. In onda dal 15 ottobre su Sky Arte (canale 120 e 400 di Sky) e disponibile in streaming su NOW e on demand. Ogni puntata sarà inoltre visibile in streaming gratuito per tutti sul sito di Sky Arte https://arte.sky.it/ per tutta la settimana successiva alla messa in onda.
 
Tutti i concerti sono stati registrati in studio presso il Teatro 1 di Cinecittà a Roma.
 
CALENDARIO PUNTATE TERZA STAGIONE
15 Ottobre 2022 Ditonellapiaga
22 Ottobre 2022 Giorgio Poi
29 Ottobre 2022 Willie Peyote
05 Novembre 2022 Studio Murena
12 Novembre 2022 Laila Al Habash
19 Novembre 2022 Mobrici
26 Novembre 2022 Franco 126
03 Dicembre 2022 Bartolini
10 Dicembre 2022 Giovanni Truppi
17 Dicembre 2022 Hu
07 Gennaio 2023 Dutch Nazari
14 Gennaio 2023 Rancore

Tre Domande a: Pier

Come e quando è nato questo progetto?

È nato quando io sono morto, nell’estate del 2021. Nell’ambito musicale ho sempre lavorato soltanto a canzoni d’altri, perché avevo la convinzione di essere inferiore a tutti. Dicevo di non essere destinato a brillare di luce mia, ma che potevo soltanto assorbire il riflesso di chi aveva il “volto giusto” per mettersi in mostra. Mi consideravo brutto, incapace e mille altre cose. Avevo una considerazione di me stesso talmente infima da credere di non meritare assolutamente nulla di buono, neppure il fatto di stare al mondo. Complice una psicoterapia disastrosa, che negli anni mi ha abituato a comportarmi da vittima e reso un intelligentissimo misantropo, pieno di argomenti per giudicare la società intorno a me come un inferno senza via d’uscita. Ne pago ancora oggi le conseguenze. Nel 2021, dopo il fallimento totale di quel percorso, in cui avevo riposto tutta la mia fiducia, sono rimasto da solo in uno stato di ansia e depressione costanti, e dopo qualche settimana passata con la paura di uscire dalla mia camera, ho mollato tutte le mie aspettative di guarire e ritrovare la felicità. Mi ero totalmente rassegnato: non mi interessava più stare bene, stare male, farcela, non farcela, esistere, non esistere, mi ero totalmente annichilito e avevo mollato tutto. E lì sono entrato in paradosso inaspettato: dentro di me ero morto, ma la vita fuori continuava. Non avevo più nulla da perdere, e in questa disillusione totale mi sentivo allegro, spensierato come quando ero bambino, non davo alcun peso alle cose perché fondamentalmente non mi importava più nulla del mio destino. Così, me ne sono sbattuto di tutto e ho iniziato a far uscire le mie canzoni. So che è una storia assurda, ma si tratta davvero di un riassunto minuscolo rispetto a quello che ho passato, forse un giorno ci scriverò un libro. Per ora, ci ho scritto tante canzoni.

 

Cosa vorresti far arrivare a chi ti ascolta?

Non ho particolari aspettative: cerco solo di fare quello che mi diverte di più ogni volta come se fosse l’ultima. E mentre lo faccio spero di coinvolgere le persone perché è bello quando durante i concerti le emozioni di tutti sono all’unisono. Vorrei condividere questa esperienza con migliaia di esseri umani, gioire insieme, ridere e piangere insieme, ballare e cantare.

 

Progetti futuri? 

Cercare di essere utile a più persone possibili con quello che faccio, essere felice per ispirare gli altri a fare lo stesso. Trasmettere alle persone che le storie che raccontiamo di noi stessi non sono mai la verità, ma soltanto strumenti a nostra disposizione che ci permettono di sperimentare stati d’animo differenti. Che possiamo cambiarle se non ci piacciono più.

L’unica data italiana di SAM FENDER da headliner è SOLD OUT!

Barley Arts

annuncia

SAM FENDER

L’UNICA DATA ITALIANA DA HEADLINER È SOLD OUT!

Siamo lieti di annunciare che, con più di quattro mesi di anticipo, l’unica data italiana di Sam Fender da headliner programmata per martedì 23 maggio 2023 al Fabrique di Milano è ufficialmente sold out, come lo sono i due concerti di Bruce Springsteen and The E Street Band che il giovane talento aprirà, il 18 maggio a Ferrara e il 21 maggio a Roma.

I biglietti per lo show non saranno più disponibili sui circuiti ufficiali Ticketone e Ticketmaster. Come sempre, si sconsiglia il pubblico di rivolgersi a circuiti di secondary ticketing.

Virgin Radio è radio ufficiale del concerto.

SamFender.com

SAM FENDER

Martedì 23 Maggio 2023

Milano, Fabrique – via Gaudenzio Fantoli, 9

Inizio concerti h. 20:30

SOLD OUT!!!

A grande richiesta il concerto milanese dei DIRTY HONEY cambia location!

Barley Arts

presenta

DIRTY HONEY

A GRANDE RICHIESTA IL CONCERTO MILANESE

SI SPOSTA AI MAGAZZINI GENERALI!

Data la grande richiesta da parte del pubblico, la tappa milanese dei Dirty Honey di martedì 14 febbraio 2023 si sposta: non si terrà più al Legend Club ma ai Magazzini Generali. I biglietti già acquistati sono validi per la nuova venue, e le vendite dei nuovi – insieme a quelli per il concerto di mercoledì 15 febbraioal MONK di Roma – sono ora aperte sui canali di vendita autorizzati Ticketone e Ticketmaster.

I Dirty Honey hanno di recente ri-registrato e pubblicato il singolo Heartbreaker: tra il 2021 e il 2022 i fan in Europa e Stati Uniti l’hanno cantata così a squarciagola da coprire la band, che si è resa conto di dover necessariamente registrare una nuova versione. Il risultato è Heartbreaker 2.0, intrisa dell’energia live di cui la band si è nutrita per tutto il 2022. Il brano è stato prodotto, registrato e mixato da Al Sutton, Marlon Young e Herschel Boone ai Rustbelt Studios di Detroit.

«Alcune canzoni prendono vita dopo essere state suonate un sacco di volte. Puoi davvero vedere un pubblico reagire a una strofa cantata in un certo modo o a un riff a cui non avevi pensato mentre registravi in studio. Nel corso del tempo ci siamo resi conto che la canzone assumeva una nuova vita on the road sia in Nord America che in Europa e volevamo catturare quell’energia…» – Marc Labelle

 I Dirty Honey sono Marc LaBelle (voce), John Notto (chitarra), Justin Smolian (basso), Corey Coverstone (batteria).

DirtyHoney.com

DIRTY HONEY

California Dreamin’ 2023 Tour

Martedì 14 Febbraio 2023

NUOVA VENUE: Milano, Magazzini Generali – via Pietrasanta, 16

Inizio concerti h. 21:00

Biglietti disponibili su Ticketone e Ticketmaster.

Posto unico in piedi: € 18,00 + prev. / € 20,00 in cassa la sera del concerto

Mercoledì 15 Febbraio 2023

Roma, MONK – via Giuseppe Mirri, 35

Inizio concerti h. 21:00

Biglietti disponibili su Ticketone e Ticketmaster.

Posto unico in piedi: € 18,00 + prev. / € 20,00 in cassa la sera del concerto

 

Tre Domande a: Nostromo

Se dovessi scegliere una sola delle tue canzoni per presentarti a chi non ti conosce, quale sarebbe e perché?

Probabilmente sceglierei Cassetti. È un pezzo che mi rende orgoglioso, la dice lunga sul mio conto e descrive alla perfezione ciò che musicalmente mi fa stare bene. È stata scritta in un raro momento di estrema lucidità e segna una fase della mia crescita, che coincide con la volontà di fare musica più per me che per gli altri. Purtroppo oggi, per forza di cose che non sto qui ad elencare, siamo tutti un po’ vittime del giudizio altrui e questo inevitabilmente condiziona ogni scelta. Ecco, Cassetti è importante perché da lì ho iniziato a vestirmi come meglio mi stava, a scrivere come più mi piaceva e ad arrangiare come meglio mi faceva stare.

 

Cosa vorresti far arrivare a chi ti ascolta?

E questa domanda ci stava a pennello. Alla fine le mie canzoni parlano di cose normali, di dubbi personali, di forti emozioni, di consapevolezze che mi fanno cambiare un po’ ogni giorno e che spesso si rivelano essere solo delle piccole delusioni. Io osservo, leggo, ascolto e come una spugna assorbo. Ogni cosa che mi circonda è tanto magica da regalarmi un nuovo punto di vista. Ciò che spero arrivi a chi mi ascolta, attraverso la semplicità delle mie parole, è che alla fine sono uno come tanti, che cerca di dare un volto a ciò che sente.

 

Qual è la cosa che ami di più del fare musica?

Fare musica è qualcosa di speciale: siamo giovani in cerca di identità, oggi più di ieri, perché ci insegnano che possiamo essere ciò che vogliamo ma non ci danno i mezzi per scoprirci, per conoscerci abbastanza. Fare musica per me è esserci, esistere, fissare un puntino in questa breve parentesi. Essere musicista mi ha dato uno scopo e penso basti questo per continuare a respirare.