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Anno: 2023

Tre Domande a: Federico Fiamma

Qual è la cosa che ami di più del fare musica?

La cosa che amo di più attualmente del fare musica è il poter andare oltre; il poter navigare in spazi inesplorati alla ricerca di destinazioni mai scoperte. Nel corso della scrittura di Fuori Stagione, avevo la sensazione di aver bisogno di un percorso da seguire, come se fossi alla ricerca di una ricetta che definisse la mia estetica musicale; andando avanti nella stesura mi sono reso conto di poter colorare il tutto per come veramente lo sentivo, ho cominciato a valutare anche la semplicità come mezzo comunicativo senza sentirmi inferiore perché meno virtuoso.
Scrivere mi lascia la libertà di potermi vivere per quello che sono senza giudicarmi, di potermi ascoltare e sentirmi crescere assieme alla mia musica e di gettare uno sguardo al mio passato senza appesantirlo.  

 

Cosa vorresti far arrivare a chi ti ascolta?

Ci sono stati dei momenti nella mia vita in cui avrei preferito non sentirmi solo e nella società odierna è facile sentirsi soli anche in mezzo a molti.
Mi piacerebbe che dalla mia musica si derivasse qualcosa di personale, non qualcosa di mio come autore che l’ha composta. Una volta finita la lavorazione di un disco questo smette di esser tuo, anche perché si tende a vederne solaente i difetti o si prova nausea nell’ascoltare i brani per l’ennesima volta.
Mi piacerebbe che si instauri un rapporto sano tra chi ascolta e la musica e, se proprio dovessi inserire un messaggio in questa bottiglia nel mare, ci sarebbe scritta una sola parola: verità. 

 

Progetti futuri?

Ho un album nuovo da registrare e produrre nel corso dell’anno, sarà uno spin-off di Fuori Stagione con dei brani che approfondiranno una tematica nello specifico. Spero di riuscire a metter su un calendario di date, anche se questo periodo storico non rende la cosa molto fattibile.

Wallows @ Magazzini Generali

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• Wallows •

 

Magazzini Generali (Milano) // 25 Gennaio 2023

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto di Oriano Previato
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Tre Domande a: Daemia

Come e quando è nato questo progetto?

Il progetto Daemia è nato nel gennaio 2022. Tutto è iniziato con il provino di No eh? Va be’, il mio primo singolo uscito lo scorso maggio e registrato a Parigi in un piccolissimo appartamento nel XV arrondissement. Ricordo che ero alla ricerca di un producer e di un sound, avevo parecchio materiale con un’idea in testa e decisi di mandarlo a Stefano “Juno” Bruno. In pochi giorni riuscì a dare una veste al brano. Il risultato mi è piaciuto da subito. All’inizio non avevamo in mente un album, ma il materiale c’era e tutto seguiva una certa linea, aveva una certa coerenza. Così è nato Bluedo, il mio primo album. Nove brani scritti tra il gennaio 2021 e il settembre 2022, tra Benevento, Napoli, Amsterdam e Parigi.

 

Cosa vorresti far arrivare a chi ti ascolta?

Autenticità, originalità, emozione. Scrivo di cose che mi appartengono, quello che sento. È bello quando chi ascolta entra in sintonia e sente le stesse cose, magari prova le stesse emozioni. La scrittura è anche una forma di elevazione, permette di buttare fuori delle cose. Per me è una necessità. Mi interessa che arrivi questo: condividere il mio punto di vista. 

 

Progetti futuri?

Intendo portare Bluedo alle persone, suonare live le mie canzoni. Credo sia la dimensione più adatta al progetto. Stiamo progettando una live experience dell’album e non vedo l’ora di salire sul palco.  Spero di suonare in giro e far conoscere il progetto. In italia mi piacerebbe tanto suonare al MI AMI Festival, sarebbe una cosa bellissima. La cornice giusta per la mia musica. Ovviamente nel prossimo anno usciranno altre canzoni, c’è parecchio materiale e sto continuando a scrivere in questo periodo. 

Genova Hip Hop Festival 2023

Sono stata al Genova Hip Hop Festival, un evento durato ben otto ore e dedicato, ovviamente, al genere musicale che piace tanto ai giovanissimi. E voi penserete: “Ok, quindi?” Riformulo: sono andata al Genova Hip Hop Festival vestita come una qualsiasi Rory Gilmore appena uscita dalla biblioteca di Yale e senza conoscere le canzoni. Ma è stata un’esperienza fantastica.

Partiamo con una grande e doverosa premessa: non sono mai stata un’esperta della scena rap. Con gli anni, ho imparato a lasciarmi condizionare meno dai pregiudizi e dall’insensato desiderio di avere dei gusti da snob sofisticata, per riconnettermi alla realtà. Ogni forma d’arte ha ragione di esistere finché riesce ad arrivare al cuore delle persone.

Il festival, giunto alla sua quinta e straordinaria edizione, ha voluto raccontare la cultura hip hop a 360 gradi, dando spazio anche alla street art e alla break dance. I protagonisti sul palco dei Giardini Baltimora erano sia grandi nomi nazionali come Inoki ed Ensi, sia artisti emergenti nati anche da realtà genovesi. Grazie alla partnership con il Comune, è stato un evento totalmente gratuito, caratteristica importante che ha reso la musica accessibile al pubblico molto giovane e, quindi, composto perlopiù da persone senza un’entrata economica. E vi assicuro che vedere degli adolescenti passare ore attaccati a una transenna, a urlare, cantare e limonare è emozionante: noi eravamo così e avremmo fatto carte false per vivere un momento simile.

E poi, sarò di parte, ma Genova non si smentisce mai. La città di De André sa ancora parlare a chi si sente maledetto e non esiste una netta differenza tra vecchia scuola e nuova scena rap, ma c’è un unico filo rosso che parte dallo stesso gomitolo che i cantautori si passano di mano in mano mentre cantano i quartieri della città. E ognuno lo srotola a modo suo, magari anche male, ma fa la sua parte. Ed è un concetto che ho compreso, in primis, con l’esibizione di Theo Rem, un nome che mi arriva alle orecchie da anni, ma molto distante dalle mie playlist su Spotify. Mentre cantava cercava un vero contatto con il pubblico, voleva parlare ai ragazzi di fronte a lui ed era come se sentisse di appartenere alla piazza mentre saltava con Potere e Paul Klee. E poi sono stata rapita da Helmi Sa7bi, che ha portato la sua infanzia turbolenta e i vicoli del centro storico di Genova nella sua musica e se le è fatte urlare in faccia dal pubblico mentre cantava brani come Houma. Ciò che raccontiamo di intimo, se condiviso, ci torna indietro con una potenza infinita.

Più andava avanti la serata, più aumentava l’hype: Tredici Pietro e Lil Busso, Nerone, Miriam Ayaba, Spike, Ensi, Silent Bob e Sick Budd e la tanto attesa chiusura di Inoki. 

Io non so approfondire una critica artistica sull’hip hop e non voglio, per oggi soltanto, addentrarmi nelle sue criticità sessiste. Ma se c’è una cosa che ho imparato dalla lotta intersezionale è che la realtà è nelle strade, urla per farsi sentire ai piani più alti e spacca i muri delle istituzioni per trovare il suo spazio. E l’hip hop, che mi piaccia o no, inizia dalla strada.

 

Marta Massardo

Foto di Carlo Ceccarelli

Ginevra @ Hiroshima Mon Amour

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• Ginevra •

Hiroshima Mon Amour (Torino) // 20 Gennaio 2023

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Foto di Diego Bianchi (Torino)[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”27443″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”27441″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”27445″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”27448″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”27442″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”27446″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”27449″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”27444″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”27447″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”27450″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row]

The Coral Sea “Golden Planet Sky” (Trees They Move, 2023)

Ed eccola qui, fresca fresca, la prima vera bombetta di questo 2023 in musica. 

Da qualche giorno è infatti ufficialmente fuori Golden Planet Sky, ultimo album del gruppo/progetto solista di Rey Villalobos, che a qualcuno – non a me sia chiaro – potrebbe essere capitato di ascoltare già in passato in quanto alcuni suoi brani, riporto paro paro dalla sua pagina Wikipedia, sono apparsi in alcune serie TV, vedi Californication, Grey’s Anatomy, altre.

La musica dei The Coral Sea, questo il moniker scelto dal nostro, al primo ascolto mi ha illuminato istantaneamente la casella relativa agli Antlers di Burst Apart, un rock vagamente sognante, sospeso, dove la voce in bilico tra un falsetto che tale non è e i momenti più spaziali di Wayne Coyne, poggia ora su tastiere kosmische (il brano d’apertura Golden Planet Sky, ma anche Hero per dirne un paio) ora su arpeggi di chitarra quasi folk (Peace Of Mind). C’è spazio per un paio di accelerate, sempre guidate dal particolare canto di Villalobos (qualche rimando ai Dream City Film Club qua e là lo noto solamente io?), Your Feathers Up e la conclusiva Broken Circle, ma tra le nove tracce che compongono questo splendido Golden Planet Sky ce n’è una che brilla più delle altre, Love Is No Sacrifice: poco meno di quattro minuti di poesia altissima che il musicista californiano dedica alla madre. “Decorate your emotions with the current landscapes” canta, dove da un fondo di tastiere e batteria si sviluppa un crescendo di rara bellezza che vede un ipnotico arpeggio di chitarra avvolgere la delicata voce, quasi tremante, in un invito che altro non è che un monologo, una preghiera forse al vento, “Meet me outside, meet me outside, ‘cause, I know that you’re already there”.

Ad oggi dubito possiate trovare in giro trentasei minuti, perchè tanto dura il disco, migliori di questi.

 

The Coral Sea
Golden Planet Sky
Trees They Move

 

Alberto Adustini

Måneskin “RUSH!” (Epic/Sony, 2023)

“C’era una volta una band che passò da Via del Corso a Las Vegas ad aprire il concerto dei Rolling Stones.”

Quante volte abbiamo sentito paragonare la storia dei Måneskin a una favola? Più o meno un’infinità. 

Delle novelle Cenerentole, che cominciano suonando tra le strade di Roma e, grazie alla spavalderia tipica degli animali da palco e a una buona dose di talento, passano prima da X-Factor (pur non vincendolo), poi al Festival di Sanremo e all’Eurovision Song Contest (questi, vincendoli entrambi).

Il resto, come si suol dire, è storia: Rolling Stones, valanghe di premi, tour mondiale.

Però, in questa favola, qualcosa si è incrinato.

Il loro ultimo album, RUSH!, si discosta nettamente dai loro lavori precedenti e in particolare da Teatro d’ira – Vol.I, che, anche se non un secondo volume, quanto meno lasciava presagire un proseguimento su quella strada. 

Invece RUSH! è un album frutto della foga degli ultimi due anni, della contaminazione statunitense e dell’apertura al mercato internazionale, ma forse dai singoli pubblicati in questi ultimi mesi – da Mammamia a Supermodel – potevamo aspettarcelo. 

Non che questa svolta pop-punk con velleità sempre più trasgressive (ma comunque senza abbandonare qualche elemento più melodico e stile ballad) sia brutta tout court. Anzi, ci sono tracce pregevoli – Gasoline e Timezone su tutte – ma non mi azzarderei a dire che hanno portato quella rivoluzione alla musica italiana che ci stavamo tanto immaginando.

RUSH! è infatti un album che di italiano ha molto poco: si vede già nella distribuzione linguistica, dato che solo tre tracce su 17 sono in italiano. La sensazione che si ha è quella di un album fatto a uso e consumo del pubblico americano e/o abituato a sonorità di questo tipo già da tempo, che quindi non percepisce nulla di nuovo e men che meno di rivoluzionario. 

Ed è un po’ un peccato, perché ci si poteva aspettare qualcosa di più dalla band che sembrava stesse riportando il pop-rock nostrano in auge anche all’estero senza il bisogno di conformarsi a modelli già noti. Ci stavano provando e avevano raggiunto già bei risultati con quel grande pezzo che era Coraline nel disco precedente (e a cui cercano di avvicinarsi timidamente con Il Dono della Vita).

Hanno fatto bene? Hanno fatto male? Non sta a me giudicare, ma sicuramente resta un po’ di amaro in bocca per quello che poteva essere e – evidentemente – non è più.

 

Måneskin
RUSH!
Epic/Sony

 

Francesca Di Salvatore

Ladytron “Time’s Arrow” (Cooking Vinyl, 2023)

Ladytron. Una parola che se scandita a punta di lingua sa di anni ’70 del secolo scorso, e più precisamente del 1972, di canzone di un album di debutto e soprattutto dei Roxy Music. Un tuffo nel passato che diventò presente nel 1999, quando quattro ragazzi britannici originari di Liverpool, in Inghilterra, decisero di far sentire la loro passione nel panorama musicale. E anche se non si chiamavano Paul, John, Ringo e George, ma Helen, Mira, Daniel e Reuben, decisero che il mondo li avrebbe ascoltati al di là di ogni confine fatto di tè delle cinque, gossip reali e mirabolanti scogliere. Così fu, e i Ladytron attirarono l’attenzione del pubblico su di loro con la loro musica fatta di chitarre, percussioni e strumenti elettronici, combinando sonorità new wave con lo shoegaze, sottogenere dell’alternative rock, e l’elettropop. 

Dopo l’eponimo album Ladytron del 2019, il gruppo esce ora con Time’s Arrow, il settimo album in studio, in Italia per Cooking Vinyl. Un lavoro di dieci tracce di melodie ben curate e testi che non vogliono semplicemente seguire la musica oppure dominarla, bensì semplicemente farne parte come un compagno di viaggio. Le atmosfere si caricano di distorsioni leggermente noisy per un effetto onirico ma anche futurista come nell’introduttiva City of Angels e la leggera ed evocativa We Never Went Away. Contrariamente alle fantasie più malinconiche dell’album precedente, il nuovo progetto sembra prendere più respiro e le melodie, per quanto tutte caratterizzate dallo smodato uso di suoni synth-pop, non si omologano con il rischio di diventare un gioco di ripetizioni, bensì emergono ognuna con una propria identità, come la rarefatta ma pulsante Fight From Angkor, dove le chitarre distorte diventano sensazione per l’ascoltatore che ne rimane intrappolato. Ipnotica è, invece, Faces, dove la ripetizione a loop della parola che dà il nome al brano crea un’atmosfera di ossessione ma anche di liberazione dall’ossessione stessa, come una liberazione emotiva da un contesto in cui ci si sente soffocare da volti da guardare per tenerli con sé e al tempo stesso lasciarli indietro per continuare ad andare avanti. La chiusura dell’album è lasciata alla title track Time’s Arrow, dalle sfumature più oscure, con bassi presenti e vocalità che rimangono oniriche ma scendono nel timbro per poi risalire e trascinare l’ascoltatore dietro la scia di una freccia melodica che, quando scoccata, non si può più fermare, che sia esso il tempo o semplicemente i Ladytron. 

Il disco non sorprende, perché conferma la cura del gruppo nella propria produzione musicale e la volontà di mantenere costante la propria identità, sfidando mode e rimanendo fedeli a ciò in cui credono. Potremmo definirlo di nicchia, ma sarebbe riduttivo per un progetto che si fa ascoltare e anche molto bene, non annoiando mai. Certamente non lo troverete tra le colonne sonore di spumeggianti festeggiamenti con fuochi di artificio, ma questo non vuol dire che non vi porterà altrettanto lontano, né che la loro musica non arrivi dentro per farvi muovere vivendo emozioni speciali, come le sue melodie, sintetiche sì, ma piene, seducenti e vibranti. 

 

Ladytron
Time’s Arrow
Cooking Vinyl

 

Alma Marlia

Tre Domande a: Caterina

Come e quando è nato questo progetto?

Questo progetto nasce forse nel febbraio 2017 quando ho bussato per la prima volta alle porte della mia etichetta Fiabamusic. Ero appena uscita da un talent, avevo sempre cantato le canzoni di altri e non sapevo dove sbattere la testa. Sicuramente non pensavo che avrei mai scritto una canzone. Invece mi è stata data fiducia, quell’estate l’ho passata a scrivere e a buttare via canzoni, a cercare di capire come spiegarmi e raccontare al meglio quello che mi succedeva intorno. Nell’estate 2018 iniziano a smuoversi le acque e pubblico il mio primo singolo continuando a scrivere nel frattempo. Il 2019 inizia a dare i suoi frutti che vedrò raccolti nella primavera del 2020 con il mio primo album Caterina, che all’epoca ha tenuto un po’ di compagnia a chi era costretto a casa. Se penso a come è cominciato mi stupisco di quante cose pazzesche siano accadute in questi cinque anni… oggi mi stropiccio gli occhi perché faccio fatica a credere sia uscito il mio secondo disco In queste stanze piene.

 

Cosa vorresti far arrivare a chi ti ascolta?

Mi piacerebbe far sentire le persone meno sole. Scrivo di cose che sento fortemente, cose che vivo sulla mia pelle o su quella di chi mi sta vicino e spero che in queste sensazioni, emozioni, sentimenti qualcuno ci si ritrovi e possa sentirsi parte di qualcosa.

 

Quanto punti sui social per far conoscere il tuo lavoro? 

Credo che i social siano un importante mezzo di comunicazione. Ammetto che se non facessi questo lavoro probabilmente non li avrei, ma negli anni ho imparato a vederli come un potente mezzo di scambio, che accorcia le distanze e mi permette di essere vicina a chi mi segue. È capitato spesso che la mia musica venisse conosciuta tramite i social ma la cosa più bella è che poi quelle facce di persone che magari mi hanno scritto un messaggio per ringraziarmi di una canzone, o anche solo per chiedermi come sto, ecco alcuni di questi volti li ho trovati poi nei miei live, e allora lì penso che è una fortuna avere questa possibilità di scambio.

FRANTIC FEST 2023: confermati I AM MORBID (con il trentennale di ‘Covenant‘ dei MORBID ANGEL), ASPHYX e altri

Arrivano nuove conferme per il Frantic Fest 2023 con gli annunci di I AM MORBID(trentennale di ‘Covenant‘ dei MORBID ANGEL con David Vincent e Pete Sandoval), ASPHYX, GATECREEPER, ARTIFICIAL BRAIN, HIEROPHANT e DEVOID OF THOUGHT, che vanno ad aggiungersi ai nomi annunciati in precedenza. 

Di seguito tutte le band finora confermate:
I AM MORBID
ASPHYX
ROTTING CHRIST
HARAKIRI FOR THE SKY
GATECREEPER
MISÞYRMING
WHITE WARD
ARTIFICIAL BRAIN
INCHIUVATU
HIEROPHANT
CAPRA
DEVOID OF THOUGHT

La location prescelta è ancora una volta il Tikitaka Village di Francavilla al Mare (Chieti) mentre le date saranno 17, 18 e 19 agosto più Opening Party il 16 agosto

Abbonamento Early Bird e Supporter Pack disponibili qui: www.franticfest.it/biglietti
L’abbonamento include l’accesso gratuito all’Opening Party.

Tre Domande a: Mash

Se dovessi riassumere la tua musica con tre parole, quali sceglieresti e perché?

Energica, malinconica, viola. Il primo aggettivo perché nei brani mi piace urlare le mie insicurezze e lo faccio con il supporto di una strumentale che soprattutto nei ritornelli si fa aggressivo e potente. Malinconica perché per me la malinconia è una “tristezza sfocata” e lo trovo un sentimento molto affascinante: difficile da definire, lo vedo come un senso di vaghezza, un equilibrio instabile che permea le mie canzoni. Infine, beh… la mia musica è viola: un pigmento dalla storia unica, un colore che nel tempo è stato associato alle cose più distanti tra di loro, dagli imperatori al soffitto del bordello cantato da Gino Paoli ne Il cielo in una stanza. Tra vizi e virtù, ha un alone di mistero e di sensualità che abbraccio completamente.

 

Cosa vorresti far arrivare a chi ti ascolta?

Voglio aiutare le persone simili a me a realizzare che il dolore è un punto di partenza, l’alba di un nuovo inizio, e che coi cattivi pensieri bisogna farci l’amore. Da adolescente mi sono trovato più volte a cercare nella musica una speranza, e fortunatamente l’ho trovata tra le note dei miei artisti preferiti. Oggi vorrei restituire ad altri cuori fragili come me ciò che la musica mi ha donato e mi regala giorno dopo giorno: ognuno di noi ha un fuoco dentro che non dobbiamo lasciar spegnere per nessuna ragione al mondo.

 

Quanto punti sui social per far conoscere il tuo lavoro? Ce n’è uno che usi più di altri?

I social sono parte essenziale del mio progetto artistico, in quanto mi permettono di raggiungere tante persone che altrimenti difficilmente verrebbero a contatto con la mia musica. Inoltre mi consentono di comunicare chi sono in modo creativo, realizzando contenuti che intrattengono e consolidano il legame con chi mi sostiene. Instagram è la piattaforma che apprezzo maggiormente perché mi dà l’opportunità di interagire a un livello più intimo e personale con chi mi segue rispetto ad altri social, e di scoprire le storie delle persone.

‘INDIE JUNGLE’ SU SKY ARTE SABATO 14 GENNAIO IN ONDA L’ULTIMA PUNTATA DI STAGIONE DEL PROGRAMMA DI APPROFONDIMENTO MUSICALE DEDICATO AL MONDO DEI LIVE PROTAGONISTA RANCORE

SKY ARTE

presenta
LA TERZA STAGIONE DI
INDIE JUNGLE
Un viaggio nella musica dal vivo con 12 concerti
 
SABATO 14 GENNAIO IN ONDA L’ULTIMA PUNTATA DI STAGIONE
PROTAGONISTA RANCORE
 
IN ONDA OGNI SABATO ALLE 20.10 SU SKY ARTE
IN STREAMING SU NOW E ON DEMAND
 
CIASCUN LIVE SARÀ INOLTRE DISPONIBILE PER TUTTI SUL SITO DI SKY ARTE PER UNA SETTIMANA

La nuova stagione di INDIE JUNGLE libera la musica in TV.

Si avvia al termine la terza stagione del programma di approfondimento musicale che propone 12 puntate monografiche per altrettanti concerti dedicati al pubblico televisivo.
RANCORE è il protagonista della nuova puntata di INDIE JUNGLE, ultimo appuntamento di questa stagione, che andrà in onda sabato 14 gennaio alle ore 20.10suSky Arte (canale 120 e 400 di Sky) e sarà disponibile in streaming su NOW e on demand.
Dopo la duplice esperienza al Festival di Sanremo, dapprima nel 2019 al fianco di Daniele Silvestri come co-autore del pluripremiato brano “Argento vivo”, e successivamente nel 2020 con la sua “Eden”, che gli è valsa la vittoria del premio Sergio Bardotti per il miglior testo, RANCORE è tornato nel 2022 con l’album “Xenoverso”, il nuovo manifesto del rapper romano, che concepisce un viaggio incredibile tra le dimensioni, sfidando i concetti di spazio e tempo, realtà e finzione.
In attesa dell’ultima puntata che vede protagonista Rancore, è disponibile per tutta la settimana in streaming gratuito per tutti su https://arte.sky.it/ la puntata precedente di Indie Jungle dedicata a Dutch Nazari.

INDIE JUNGLE – IL PROGRAMMA

 
Dopo il successo delle prime due edizioni, che hanno visto raccontare la musica e la storia artistica di alcuni tra i nomi più rappresentativi della scena musicale contemporanea, e dopo la speciale parentesi live con “Indie Jungle Fest” al Lido di Venezia presso l’aeroporto Nicelli durante le giornate della 79ª Mostra del Cinema, si è giunti alla terza stagione del format televisivo dedicato al mondo dei live che propone sullo schermo l’esperienza immersiva di un intero concerto dal vivo.
Il programma, prodotto da ERMA PICTURES in collaborazione con Sky Arte, è in onda da sabato 15 ottobre alle ore 20.10 su Sky Arte, disponibile anche in streaming su NOW e on demand. Ogni puntata è inoltre visibile in streaming gratuito per tutti su https://arte.sky.it/ per tutta la settimana successiva alla messa in onda.
Protagonisti della nuova stagione di INDIE JUNGLE sono: DITONELLAPIAGA, GIORGIO POI, WILLIE PEYOTE, STUDIO MURENA, LAILA AL HABASH, MOBRICI, FRANCO 126, BARTOLINI, GIOVANNI TRUPPI, HU, DUTCH NAZARI, RANCORE.
Fin dalla prima stagione, Indie Jungle si è distinto nel panorama televisivo italiano per la novità della proposta e per le peculiarità del format che vede per la prima volta sullo schermo gli autori della musica attuale italiana raccontarsi in speciali interviste ed esibirsi in esclusive live session, attraverso un accurato ritratto che rende le puntate dei veri e propri mini documentari. Il tutto corredato anche da materiali di repertorio, con foto e video spesso inediti.
Come da tradizione, anche le nuove puntate ci hanno accompagnato alla scoperta di alcuni tra i principali autori del panorama attuale, introducendo un importante cambio di studio e di allestimento: i live, infatti, quest’anno hanno trovato casa presso lo storico Teatro 1 di Cinecittà, con una scenografia inedita e suggestiva rappresentata da un’enorme gabbia esplosa che “libera” idealmente le performance e il racconto degli artisti coinvolti.
Con 12 nuove puntate e nuovi artisti, INDIE JUNGLE si conferma uno speciale appuntamento con la musica dal vivo in uno spazio, sempre inedito e coinvolgente, interamente dedicato al grande pubblico televisivo.
Protagonisti della prime due stagioni sono stati Frah Quintale, Fulminacci, Calibro 35, Coma Cose, La Rappresentante di Lista, Gazzelle, Ghemon, Eugenio in via di Gioia, Colapesce e Dimartino, Selton, Lucio Corsi, Lucio Leoni, Ministri, Motta, Joan Thiele, Fast Animals and Slow Kids, Myss Keta, Francesco Bianconi, Melancholia, Tutti Fenomeni, NAIP, Vasco Bondi, Margherita Vicario.
INDIE JUNGLE è un programma scritto da Max De Carolis e Fabio Luzietti e prodotto da ERMA PICTURES in collaborazione con Sky Arte. In onda dal 15 ottobre su Sky Arte (canale 120 e 400 di Sky) e disponibile in streaming su NOW e on demand. Ogni puntata sarà inoltre visibile in streaming gratuito per tutti sul sito di Sky Arte https://arte.sky.it/ per tutta la settimana successiva alla messa in onda.
 
Tutti i concerti sono stati registrati in studio presso il Teatro 1 di Cinecittà a Roma.
 
CALENDARIO PUNTATE TERZA STAGIONE
15 Ottobre 2022 Ditonellapiaga
22 Ottobre 2022 Giorgio Poi
29 Ottobre 2022 Willie Peyote
05 Novembre 2022 Studio Murena
12 Novembre 2022 Laila Al Habash
19 Novembre 2022 Mobrici
26 Novembre 2022 Franco 126
03 Dicembre 2022 Bartolini
10 Dicembre 2022 Giovanni Truppi
17 Dicembre 2022 Hu
07 Gennaio 2023 Dutch Nazari
14 Gennaio 2023 Rancore