Quando l’anno scorso avevamo pensato alle VEZ5, l’avevamo fatto perché ci sembrava un buon modo per tirare le nostre personali somme musicali dopo un anno particolare in cui la musica era stata contemporaneamente conforto e nostalgia. Per quanto non abbia raggiunto gli stessi livelli — anche se ci ha provato — il 2021 si è mantenuto un po’ sulla stessa scia del suo predecessore, quindi eccoci di nuovo qua, anche quest’anno, a tirare le nostre fila nella speranza di riuscire a tornare il prima possibile e in modo più normale possibile sotto un palco.
Loup GarouX Strangerlands
A quanto pare devo avere una predilezione per i gruppi formati da artisti misti e assortiti: come fu l’anno scorso per i Muzz, quest’anno sono stata rapita dalla nuova creatura di Ed Harcourt con Richard Jones (The Feeling) e Cass Browne (Gorillaz). Un album di piacevole, classico rock.
Traccia da non perdere: Gallon Distemper
Kings of Convenience Peace or Love
In un mondo sempre più arrogante, rumoroso, scontroso e rabbioso, ecco un album pieno di garbo e gentilezza. Per quando serve una pausa dal frastuono quotidiano.
Traccia da non perdere: Love Is a Lonely Thing (feat. Feist)
Damien Jurado The Monster Who Hated Pennsylvania
Non ci si capacita di come ogni anno Damien Jurado riesca a pubblicare un album più bello del precedente. Ben fatto!
Traccia da non perdere: Johnny Caravella
Thrice Horizons / East
In attesa del prossimo album dei Deftones, la quota filo-nu-metal-un-pochino-emo-ma-comunque-sexy della classifica.
Traccia da non perdere: Northern Lights
Dark Mark & Skeleton Joe Dark Mark vs Skeleton Joe
Eccolo, il lato oscuro: atmosfere cupe ancora più cupe del più cupo album di Mark Lanegan, con una spruzzata di elettronica a tratti danzereccia che si ricongiunge alle sonorità di Blues Funeral e momenti di illuminazione NickCave-ani. Bello un sacco.
Traccia da non perdere: Living Dead
Honorable mentions
The War On Drugs I Don’t Live Here Anymore – Album splendido, indubbiamente, ma che non spicca (a parte Living Proof) rispetto alle produzioni precedenti.
Damon Albarn The Nearer the Fountain, More Pure the Stream Flows – Gli album solisti di Damon Albarn sono creazioni in bianco e nero: come in una foto, togliendo la distrazione del colore si può apprezzare la delicatezza delle composizioni.
AA. VV. Quando Tutto Diventò Blu – La colonna sonora all’omonima graphic novel di Alessandro Baronciani: un vortice blu da cui non si vorrebbe più uscire.
Efterklang Windflowers – La doverosa quota danese di questa retrospettiva.
IDLES CRAWLER – Il post-punk mi risulta sempre un po’ ostico, ma la varietà delle sonorità e una ritrovata melodia nella voce di Joe Talbot hanno reso quest’album digeribile anche per le mie orecchie. E poi sono dei patatoni.
Francesca Garattoni