Si è aperta ieri sera, 3 Giugno, l’edizione 2024 di Ferrara Sotto Le Stelle con il live dei Blonde Redhead, preceduti da Any Other.
A FSLS voglio un gran bene, lo frequento da più di vent’anni, c’ho visto un numero enorme di concerti memorabili, tra i quali non potrò purtroppo menzionare quello andato in scena ieri sera.
Le premesse in realtà erano più che buone: il cortile del castello Estense sold out in prevendita, una Any Other in solo che presenta un set che cresce in maniera esponenziale, a conferma della levatura e della caratura dell’artista veronese, temperatura più che gradevole, facce note, insomma, tutto bello.
Poi però, accolti da un pubblico sorprendentemente caloroso ed entusiasta, ecco i gemelli Pace seguito da Kazu Makino guadagnare il palco e già da subito si avverte, o almeno questa era stata la mia sensazione “a pelle”, che qualcosa non va.
È quella gemma di Falling Man ad aprire, come di consuetudine, il set e a dare il là ad una serie di sfortunati eventi.
Dr. Strangeluv iniziata due volte perché non si sentiva il microfono, lo stesso dicasi per Elephant Woman (sic, uno dei brani che più attendevo), stesso problema si presenta anche con il primo encore, Before.
In questo quadro un po’ sconfortante il terzetto neworkese inoltre fa molto poco per sollevare la situazione, complici dei cambi strumento davvero lunghi tra un brano e l’altro da parte di Kazu, che non permettono di entrare in sintonia con la musica, è un procedere per strappi, singhiozzi, momenti di grande musica a rovinose cadute.
La scaletta, come prevedibile, pesca in prevalenza dall’ultimo Sit Down For Dinner e da Misery is a Butterfly e 23, evidenziando apparentemente un netto taglio col passato, Touch and Go – era e precedenti, ma che non priva la platea di momenti di grande magia (bellissima Maddening Cloud). Ora, mi preme precisare una cosa, che non vorrei passasse un messaggio sbagliato, ma sia messo agli atti che i Blonde Redhead rimangono una delle migliori band uscite da New York negli ultimi trent’anni, non si discute nemmeno, una band che ho amato e che amo tutt’ora, ed è per questo che rimango un attimo interdetto quando vedo eseguire un finale di concerto come su 23, con Kazu indecisa se lasciare il palco o meno, così come Rest Of Her Life, probabilmente non il miglior brano per chiudere un live, sia detto con tutto il rispetto possibile.
Il fatto poi che poi i brani siano stati eseguiti in maniera così distinta, senza provare ad unirne un paio, a stravolgere un minimo la cadenza, probabilmente limitati anche dall’utilizzo non indifferente di parti preregistrate, rimava più con compitino svolto che con esibizione appassionata, e il “mi dispiace” pronunciato da Kazu alla fine è soprattutto il dispiacere nostro, mio di sicuro, nel non aver potuto godere di tanta bellezza in tutto il suo potenziale.
Oggi però è un altro giorno, FSLS continua con i Dry Cleaning, prima di loro Daniela Pes, insomma il cartellone è di quelli belli belli.
E viva Ferrara Sotto Le Stelle. Soprattutto in sere così.
Alberto Adustini