Ed arriva, come di consueto, il momento di fermarsi e guardarsi indietro; non troppo, fino a gennaio. Inizia infatti il sempre più difficile lavoro di ripercorrere a ritroso questi quasi dodici mesi in musica, dove cercare di far saltar fuori quella manciata di dischi che credi abbiano dimostrato di avere quel qualcosa in più degli altri, un quid, una scintilla, un motivo per il quale chiunque stia leggendo dovrebbe prendersi la briga di premere play. Dischi che sono usciti a febbraio e che ti sembrano vecchi di anni, dischi che avevi rimosso totalmente nonostante al primo ascolto, il giorno dell’uscita, ti avevano fatto esclamare “ah questo sicuro disco dell’anno per me”, dischi che con gli ascolti sono cresciuti, dischi che andrebbero menzionati solamente per meriti-acquisiti-sul-campo-negli-anni da parte dell’autore. Tra scelte obbligate e rinunce dolorose, ecco (almeno) cinque motivi per i quali anche il 2025 non ha tradito le attese.
Deftones Private Music
Hanno ancora senso i Deftones nel 2025? Si. Maledettamente si. A parte il fatto che dal vivo sono più carichi di vent’anni fa, questo disco li ha riportati agli antichi fasti senza però il trito e ritrito di chi riscalda la minestra. Private Music è indiscutibilmente un disco dei Deftones, ma i Deftones del 2025 si sono evoluti e sono diventati un’esplosione di connessioni neurali che ti portano a fluttuare nello spazio infinito.
Traccia da non perdere: infinite source
Ed Harcourt Orphic
C’è di tutto in questo disco, un po’ come nelle Bertie Bott’s Every-Flavour Beans di Harry Potter, ma solo quelle ai gusti buoni. C’è sapore di Elliott Smith, The Dear Hunter, Dead Science e perfino un po’ di The Bear that Wasn’t, ma a tenere insieme il tutto è il genio di Ed Harcourt, sfavillante musicista dallo sfaccettato talento che fa musica per scaldare i cuori.
Traccia da non perdere: Winter’s Sigh
Alan Sparhawk & Trampled by Turtles Alan Sparhawk with Trampled by Turtles
Continua il percorso salvifico di Alan Sparhawk, che dalla dipartita dell’amata Mimi mette una nota dopo l’altra fino a costruire questo meraviglioso disco, profondo e toccante.
Traccia da non perdere: Not Broken
Matt Berninger Get Sunk
Secondo capitolo da solista per Matt Berninger e il nostro conferma che la sua identità oltre a The National è chiara e ben definita. Bravo Matt.