Matteo Romano: una canzone in pieno stile sanremese per questo ragazzo che sembra almeno 5 anni più piccolo di quello che è. Premio Giochi della Gioventù™
Giusy Ferreri: da martedì porta il peso dei meme di questa edizione. La foto di lei con megafono e microfono ci accompagneranno per le prossime settimane.
Rkomi: corre, salta, fa le flessioni, lava i piatti con quei guanti della terza sera e tra una cosa e l’altra canta pure. L’ultima sera fa un sentito discorso su come magari non azzecchi tutte le note ma ci creda comunque fortissimo. Premio Sincerità™
Iva Zanicchi: “e a Iva Zanicchi cosa vuoi dire?”. E infatti non dirò niente.
Aka7even: porta una canzone che ricorda pericolosamente What Makes You Beautiful degli One Direction. Un Harry Styles che non ci ha creduto abbastanza.
Massimo Ranieri: non ci sono più i Perdere l’Amore di una volta.
Noemi: una canzone senza momenti vuoti. Decisamente rivalutata dalla prima sera.
Fabrizio Moro: non riesco a pensare a qualcosa di più diametralmente opposto a Non mi avete fatto niente, con cui vinse nel 2018. Purtroppo questa svolta ballad per me è no.
Dargen D’Amico: stessa chaotic energy di Piero Pelù ma senza rubare borsette al pubblico.
Elisa: l’arte la maestria la perfezione la professionalità la grazia. Podio meritatissimo.
Irama: dopo la quarantena dell’anno scorso, torna cambiato. Come chi torna da un viaggio in India per ritrovare se stesso. Purtroppo, era meglio la prova generale dell’anno scorso.
Michele Bravi: lui icona di stile e del Fantasanremo. La canzone carina ma niente di nuovo.
La Rappresentante di Lista: canzone meravigliosa, balletto da trend topic già imparato a memoria. Meritano il mondo, sicuramente più di quello che gli abbia dato il televoto.
Emma: una canzone grintosa, in pieno stile Emma. Il duetto con Francesca Michielin sulle note di Baby One More Time ci ha fatto volare.
Mahmood e Blanco: la rivelazione. Una canzone completamente inaspettata da questo duo. Tengono il palco come se lo facessero da tutta la vita e infatti, come da pronostici, vincono. Ci vediamo a Torino.
Highsnob e Hu: i Coma_Cose dopo aver ascoltato per 24 ore filate i My Chemical Romance. La canzone spesso penalizzata dagli orari immondi di esibizione.
sangiovanni: guilty pleasure del festival, non me ne vergogno.
Gianni Morandi: a 77 anni ha più energia di tutto l’Ariston messo insieme. Premio Welfare™ e terzo posto.
ditonellapiaga e Rettore: il duo di cui avevamo bisogno. Il loro 16° posto mi ha fatto venire voglia di fare come l’orchestra nel 2010. Anche loro meritavano decisamente di più.
Yuman: è un film asiatico di 3 ore, di quelli che il tuo amico cinefilo ti giura sia bellissimo. Per pochi.
Achille Lauro: la canzone è molto simile a Rolls Royce, ma le sue esibizioni stupiscono sempre con questo aplomb invidiabile. Un signore.
Ana Mena: da potenziale regina del raeggeton a boss delle cerimonie. Neomelodica.
Tananai: la versione live non rende giustizia a una canzone che in studio è pure godibile. Ultimo posto all’Ariston ma beniamino del Twitter.
Giovanni Truppi: canottiera rossa d’ordinanza (ma artigianale ♥️) ed è subito Festa dell’Unità. Dopo ieri sera mi permetto di volergli un po’ più bene. Duro e puro.
Le Vibrazioni: la canzone mi è piaciuta molto più di quanto mi aspettassi da un pezzo delle Vibrazioni. Premio Shock™