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VEZ5_2023: Giacomo Sacchetti

VEZ5_2023: Giacomo Sacchetti

| Giacomo Sacchetti

Il 2023 è stato un anno che non ha affatto tradito le attese (e d’altronde non sapremmo nemmeno perchè avrebbe dovuto), molti i dischi splendidi usciti, sia in Italia che all’estero.
In redazione, anche questa volta, abbiamo preso molto seriamente la nostra tradizionale TOP 5, ripassando mese per mese questo anno in musica, temporeggiando fino all’ultimo per vedere se ci fosse la possibilità di inserire qualche nuova entrata dicembrina.
E quindi ecco qui, i cinque nomi che hanno colto la nostra attenzione mentre eravamo indaffarati a fare altro, quelli che ci hanno più emozionato, o fatto divertire, saltare o riflettere, o perchè no, strapparci un sorriso o farci scendere una lacrima.

Sparklehorse Bird Machine

La prima cosa straordinaria di questo disco ha a che fare direttamente con la prematura scomparsa del suo autore. Mark Linkous si è suicidato il 6 marzo 2010 e ha lasciato un disco quasi finito. Bird Machine è rimasto nascosto da allora. La consapevolezza del fatto che era lui a volerle così, le canzoni, stempera il sapore dolce amaro del disco postumo. La seconda cosa straordinaria consiste nel fatto che Bird Machine replica, nella sua fase produttiva, una situazione simile a quella di In Utero dei Nirvana: per entrambi i dischi, un musicista geniale e disperato registra l’ultimo album della sua vita, che finirà in modo violento di lì a poco, con l’Uomo Che Registra I Dischi: Steve Albini. Cobain e Linkous sono due artisti diversi, per immaginario e stile musicale, ma la loro arte viene da un disagio incurabile e condividono due cose: il destino e Steve Albini. La terza cosa straordinaria di questo album è che le canzoni sono meravigliose. Le aspettavo senza speranza da 13 anni e adesso sono molto contento.

Traccia da non perdere: Falling Down

Fever Ray Radical Romantics

Lo spazio statico all’interno del ritmo è la cosa che mi ha sempre affascinato di più di Fever Ray: quel senso di immobilità che fa da tappeto anche alle ritmiche più boombastiche e più coinvolgenti è una specie di sguardo immobile verso l’orizzonte, è ripetitività, mentre tutto il resto si muove, una sensazione alla Stalker di Tarkovskij. Anche in Plunge (2017) è così e in effetti non è cambiato tanto in Radical Romantics rispetto al precedente, ma è una cosa buona perchè quella sensazione mi dice ancora tantissimo. È una sensazione surreale, con la sua buona dose di realismo. Straniante. Mi piace il suo suono fake ma allo stesso tempo viscerale, stucchevole ma ammaliante. Un tassello che Radical Romantics ha aggiunto rispetto a Plunge è un apparente equilibrio perfetto tra tutte queste cose. Rassicurante?

Traccia da non perdere: Shiver

Pardoner Peace Loving People

Una spanna sopra tutti gli altri dischi di chitarre di quest’anno. Di Rat Saw God dei Wednesday o Stereo Mind Game dei Daughter, per dire, si è parlato molto, ma non valgono la metà di Peace Loving People, che non ha chitarre piallate e non limita le possibilità ritmiche per paura di spingere troppo, fa esattamente il contrario. E ha delle batterie fantastiche. I riferimenti sono più o meno gli stessi ma i Pardoner suonano come se facessero musica nuova: Van Pelt, Dinosaur Jr, Pavement di Wowee Zowee, Guided By Voices, Beastie Boys, Ruin, una spruzzata di Melvins e una spruzzatina evidentissima di In Utero. Non lontano dalla perfezione.

Traccia da non perdere: Are You Free Tonight?

Angie MacMahon Light, Dark, Light Again

Mi sono innamorato di lei con Pasta dal primo album, Salt. Era una canzone sad core che buttava giù una chitarra clamorosa: così soccombetti. Salt era un disco ancorato a un’emotività incontrollabile. Light, Dark, Light Again è un interruttore che apre a quella Angie MacMahon ma ne lascia entrare anche un’altra. Stessa chitarra, stessa voce potente e appesa a un filo, stesso pianoforte con un suono grande come il lago Eyre, ma c’è di più, qualcosa è scattato in lei e le ha permesso di dare un ritmo diverso ai pezzi. Così passa dalle ballate alle corse col fiatone, dalla dolcezza alla rabbia, dai momenti in cui la vita sembra sotto controllo a quelli in cui non lo è per niente, e può farlo nel giro di pochi secondi (Saturn Returning, Letting Go), non è prevedibile. C’è tutto, e un disco così non può non toccarti il cuore.

Traccia da non perdere: Fireball Whiskey 

Johnny Mox Anni Venti

Minimale e profondo, rock’n’roll rallentato per concentrarsi ancora di più sulla realtà: Johnny Mox ti apre gli occhi anche su quello che ritieni giusto (Shhh., A.I. paura). Suoni elettronici, un tocco di psichedelia, gusto per le ballate e testi in italiano costituiscono la forma musicale di uno sguardo sulla realtà così penetrante e spietato da insinuare il dubbio, senza dare risposte certe, ma provandoci a darle. Quando ascolto Johnny Mox, mi rendo conto della lucidità con cui osserva le cose. Non rimane (quasi) più niente dei dischi del passato dal punto di vista musicale ma ci sono sempre gli stessi due desideri: capire e reagire. La lentezza della consapevolezza, il tono basso che insinua il dubbio e il sapore rock’n’roll che annuncia il buio che ti fotte rendono Anni Venti un disco a cui aggrapparsi per trovare lucidità. Real musik.

Traccia da non perdere: Shhh.

Honorable mentions

Boygenius The Album
Obiettivamente, la maggior parte delle canzoni è grandiosa ($20, Emily I’m Sorry, True Blue, Cool About It, Not Strong Enough, Satanist, Anti-Curse).

100 Gecs 10,000 Gecs
È un disco divertente ed è molto bello perchè secondo me è fatto proprio con lo spirito giusto, cioè nella speranza di trovare qualche nuovo input.

Live Skull Party Zero
New York noise rock e no wave perfetti, potenti, calibrati, sfacciati e ancora irrequieti.

Deathcrash Less
Stesso giro di South London da cui vengono Black Country New Road, Squid e Black Midi, a cui spaccano i culi facendo semplicemente slow core. Non è solo la formula climax, ripetizioni, stratificazioni: c’è un bel po’ di narrativa.

The Turin Horse Unsavory Impurities
Il noise metal è il miglior genere della Terra. 

Giacomo Sacchetti lavora a Santarcangelo di Romagna nella libreria The Book Room. Al suo interno cura The Record Room, lo spazio dedicato ai dischi e alla musica. A volte scrive su Neuroni.blog.