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VEZ5_2023: Gianluca Maggi

VEZ5_2023: Gianluca Maggi

| Gianluca Maggi

Il 2023 è stato un anno che non ha affatto tradito le attese (e d’altronde non sapremmo nemmeno perchè avrebbe dovuto), molti i dischi splendidi usciti, sia in Italia che all’estero.
In redazione, anche questa volta, abbiamo preso molto seriamente la nostra tradizionale TOP 5, ripassando mese per mese questo anno in musica, temporeggiando fino all’ultimo per vedere se ci fosse la possibilità di inserire qualche nuova entrata dicembrina.
E quindi ecco qui, i cinque nomi che hanno colto la nostra attenzione mentre eravamo indaffarati a fare altro, quelli che ci hanno più emozionato, o fatto divertire, saltare o riflettere, o perchè no, strapparci un sorriso o farci scendere una lacrima.

Tribes Rabbit Head 

Questo è il disco dell’anno ma è anche, per quanto mi riguarda, la scoperta dell’anno perché non avevo mai sentito parlare dei Tribes fino a qualche mese fa. Mi trovavo a Ferrara, in un negozio di dischi che esiste dal 1857 (quando Baudelaire dava alle stampe I Fiori del Male; impressionante, vero?), ed alla radio c’era una bellissima versione acustica di quella che è la cosiddetta traccia da non perdere. Darle un titolo non è stato semplice – gli aiuti dei discai e di shazam sono stati vani – ma ero determinato: dovevo trovare quella canzone. Così una volta tornato a casa ho cercato la programmazione della radio (non so se posso fare nomi, forse è pubblicità occulta), ho riascoltato un paio d’ore di trasmissione ed alla fine ce l’ho fatta. Ne è assolutamente valsa la pena, ne vale sempre la pena.  

Traccia da non perdere: Dad I’m Not a Tough Guy 

Baustelle Elvis

Sono cresciuto con La Guerra è Finita e Charlie fa Surf  (ma non è stata un’infanzia infelice) per cui aspettavo con ansia il ritorno dei Baustelle, che non mi hanno deluso. Elvis è un negozio di antiquariato, vi si trova quello che altrove – perlomeno nel panorama musicale italiano – è difficile trovare: è fascinosamente vintage, è strumentalmente molto interessante e i testi, firmati da Bianconi, sono al solito arguti e ricchi di riferimenti intertestuali. Nel complesso è un album stiloso in cui non c’è pressoché traccia della disperazione e della decadenza tipiche de La Malavita e Amen (che sono state rimpiazzate da sentimenti nuovi per la band di Montepulciano: la rassegnazione? L’accettazione?) e che, anche per questo motivo, si lascia ascoltare in loop. 

Traccia da non perdere: Los Angeles

Rolling Stones Hackney Diamonds 

Beatles o Rolling Stones? Meglio non avventurarsi in certe questioni esistenziali, meglio non porsi domande più grandi di noi (anche se Bite My Head Off, ovvero il duetto con Paul McCartney, potrebbe mettere d’accordo tutti). Un altro punto interrogativo riguarda i dodici brani che compongono questo disco: saranno stati tirati fuori dagli archivi, come sostengono le malelingue, o saranno stati scritti ex novo? Poco importa, io ho stabilito una nuova regola: se nel 2023 esce un album di inediti degli Stones, finisce nella mia Top 5. 

Traccia da non perdere: Depending On You 

Giorgio Canali Pericolo Giallo 

Non era facile ripetersi dopo Undici Canzoni di Merda con la Pioggia Dentro e Giorgio ha pubblicato Venti. Non era facile ripetersi dopo Venti e Giorgio ha pubblicato Pericolo Giallo. In effetti forse non è corretto dire che l’ex fonico dei CCCP e dei Litfiba si è ripetuto perché, anche se tende ad auto-citarsi ed è lui stesso a dire che sono sempre “i soliti quattro accordi”, Pericolo Giallo si distingue dalle precedenti fatiche musicali di Canali. Dopo trentuno canzoni piovose, arriva infatti un album in cui fanno capolino il sole e un rinnovato impegno politico, che non ci impedisce tuttavia di ascoltare la dolcissima Solo Stupida Poesia, che potrebbe essere stata scritta da Robert Smith (mai come Meteo in Quattroquarti). 

Traccia da non perdere: Solo Stupida Poesia

Slaughter Beach, Dog Crying, Laughing, Waving, Smiling 

Quinta ed ultima uscita di questo 2023 a finire nella mia top 5, che mi fa sentire in Alta Fedeltà. Crying, Laughing, Waving, Smiling è un disco dalle atmosfere autunnali, rarefatte e placide, che a differenza del penultimo lavoro in studio della band, At The Moonbase del 2020, risente dell’influenza dei folksinger americani più che dei gruppi indie degli anni zero. Nelle liriche si notano comunque i tratti distintivi dello stile di Jake Ewald, le cui canzoni sono collage di personaggi ed eventi della vita di tutti i giorni, che rende questo album gradevole come i precedenti ed in linea con essi. 

Traccia da non perdere: Engine