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VEZ5_2024: Andrea Riscossa

VEZ5_2024: Andrea Riscossa

| Andrea Riscossa

Viviamo tempi incerti. Incerti e frenetici. Assorbiti da quotidianità sempre meno “a misura di persona”, oramai anche leggere un libro, ascoltare un disco, sta diventando un atto quasi elitario, per pochi. Anche noi della redazione di VEZ siamo presi dentro a questa gigantesca centrifuga, ma cerchiamo ancora, spesso a fatica, di ritagliarci del tempo per continuare a starci, in quella élite, e nutrirci di arte, in qualunque declinazione essa si presenti. E quindi eccoli qui i nostri 5 dischi del 2024 che ci hanno in qualche maniera aiutato a sentirci, anche per poco, più felici, migliori.

Fontaines D.C. Romance

Sarò breve, il 23 agosto scrivevo quanto segue, è ancora valido.
Questo è un disco sull’amore alla fine del mondo.
Di come l’amore viene vissuto, raccontato e mostrato. Non è Romantico, è la sua versione distorta che abbiamo deciso di accettare.
Uno Sturm und Drang nato nelle periferie del mondo, in cui possiamo ammirare i cieli di Turner da un oblò di un volo low cost, in cui siamo dei Viandanti sul mare di nebbia, che però, se guardi bene, è lo smog del nord di Londra. 
Ha senso essere romantici nel nostro mondo, alla fine del nostro mondo?

Traccia da non perdere: In The Modern World

Beth Gibbons Lives Outgrown

Solenne. E dovrei fermarmi qui, dopo aver trovato l’aggettivo adatto all’album della cantante dei Portishead. Possiamo aggiungere elegante, forse anche malinconico, ma era, come dire, prevedibile. Quello che spiazza e che attrae è la sua incredibile complessità e qualità. Splendido e scelta obbligata. 

Traccia da non perdere: Floating On A Moment

The Smile Wall of Eyes + Cutouts

Mi prendo una licenza poetica e nella mia top 5 inserisco un gruppo che ha pubblicato due album in sei mesi. Wall of Eyes e Cutouts sono sullo stesso gradino del podio, perché figli dello stesso genio e perché simili e diversi, così ordinato e dritto il primo e così caotico e sperimentale il secondo, sono il demone bifronte de The Smile, sono il frutto di una vena creativa che non sembra trovare pace. Per fortuna.

Traccia da non perdere: Bending Hectic

King Hannah Big Swimmer

Miele e chitarroni, così scrivevo pochi giorni fa dopo il loro concerto di Torino. Commento sintetico, adolescenziale e immaturo, ma questo è quello che mi suscitano, perché nella loro musica è possibile perdersi sia tra ricordi melliflui sia tra labirinti di chitarre che crescono, si moltiplicano e ti strappano un ebete, ma sempre sincero, sorriso di approvazione.

Traccia da non perdere: Suddenly, Your Hand

Idles Tangk

Nigel Godrich porta ordine e un po’ di pace tra gli Idles e il risultato è divisivo. Aggettivo ormai usurato tanto quanto “seminale”, ma, in fondo, questo è davvero un disco diverso.
Elegante e sperimentale, è un nuovo percorso o semplicemente una nuova grammatica, un lessico più “civile” per la band di Bristol?
Ai posteri, come sempre, ma io questa volta prevedo solo cose buone.
E poi c’è il deep fake di Chris Martin

Traccia da non perdere: Grace

Honorable mentions

Nick Cave & The Bad Seeds Wild God
Una liturgia laica e quasi profana, o forse i Bad Seeds al cubo, stupendo.

The Cure Songs of a Lost World
Un album che profuma di canone, e, soprattutto l’album in cui c’è Alone.

Jack White No Name
Non so se sia una splendida crisi di mezza età, ma qui si sentono canzoni belle fatte come si facevano una volta. 

Porridge Radio Clouds In The Sky They Will Always Be There For Me
É la mia quota guilty pleasure, non il loro miglior lavoro, ma basta che ci sia.