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VEZ5_2024: Isabella Monti

VEZ5_2024: Isabella Monti

| Isabella Monti

Viviamo tempi incerti. Incerti e frenetici. Assorbiti da quotidianità sempre meno “a misura di persona”, oramai anche leggere un libro, ascoltare un disco, sta diventando un atto quasi elitario, per pochi. Anche noi della redazione di VEZ siamo presi dentro a questa gigantesca centrifuga, ma cerchiamo ancora, spesso a fatica, di ritagliarci del tempo per continuare a starci, in quella élite, e nutrirci di arte, in qualunque declinazione essa si presenti. E quindi eccoli qui i nostri 5 dischi del 2024 che ci hanno in qualche maniera aiutato a sentirci, anche per poco, più felici, migliori.

Jordan Rakei The Loop

Emotivamente più maturo e dedicato. Melodicamente forse più facile all’ascolto per il grande pubblico rispetto ad album virtuosi come il mio adorato Cloak, o introspettivi come Origin
The loop arriva subito, con tutta la sua potente propositività e Jordan Rakei si regala come non ha mai fatto prima.
Un album corale, dove ogni strumento, ogni nota, ogni parola, ogni gospel è al proprio posto, facendone un prontuario di piccole lezioni di vita da poco più di 4 minuti l’una.
Inutile dire che la sua voce, talmente perfetta da togliere il fiato, è quello a cui il mio cervello ricorre per tornare in bolla quando i neuroni vanno in Berserk.
Non a caso lui e la sua musica sono in cima a qualsiasi mia classifica di ascolti di questo 2024 (ma c’erano anche l’anno scorso… e quello prima e…).
E devo dire un grazie grande così proprio a questo anno che me lo ha fatto ascoltare – e fotografare – dal vivo. 
Fatevi un regalo: chiudete gli occhi e ascoltatelo tutto d’un fiato.

Traccia da non perdere: Freedom

Hiatus Kaiyote Love Heart Cheat Code

È stata una VEZ5 facile facile quella di quest’anno, perché tutti i miei ascolti preferiti da cinque anni a questa parte, nel 2024 hanno sfornato solo cose belle.
Come nel caso degli Hiatus Kaiyote, miei paladini di un sound psyco-jazz aborigeno che escono con Love Heart Cheat Code, quarto lavoro in studio.
Una conferma di quello che sono e una promessa di quello che saranno: degli incredibili musicisti che tengono alto – altissimo! – il livello di vibe, senza rinunciare a quel pizzico di follia nelle ritmiche, nella produzione e nei vocals di – siabenedetta – Nai Palm che rende i loro pezzi mai scontati e sempre sorprendenti.
Make friends, Telescope, Everything’s Beautiful: un concentrato di pura goduria soul-jazz-r’n’b.
Un consiglio: arrivate fino in fondo per non perdere una cover veramente folle di White Rabbit dei Jefferson Airplane (<3). Al primo ascolto “oddio”, al secondo ascolto “c’è qualcosa che…”, al terzo ascolto “sì, caxxo!”. 
La traccia da non perdere non c’entra nulla con l’album, ma si spiega da sola appena metti play. Qualcuno l’ha commentata così:
“What genre do you play? 
Hiatus Kaiyote: “Yes”
Vi amo. 

Traccia da non perdere: Cinnamon Temple 

Ezra Collective Dance No One’s Watching

Quella musica che nei peggiori bar di Caracas ti farebbe ordinare un altro giro di rum invecchiato. Quel latin-jungle-jazz-fusion-funk che ti fa muovere le chiappe anche se non vuoi. Tra gioia ridondante e svirgolate botta-risposta tra fiati e sezioni ritmiche di questo quintetto di Signori musicisti London based, un viaggio tutto da ballare (tanto nessuno ti guarda – cit.), in cui il crescendo dolce e malinconico di Everybody chiude meravigliosamente un disco da top 5. Che spettacolo questi Ezra Collective!
Che poi, alla fine, anche se raggiunti i 40 la gastrite mi suggerisce di darmi a vini di qualità, l’inno cantato in feat. dalla calda voce di Yasmin Lacey è il mio mantra da sempre: 
“Give me bass line
Give me dollar wine
God gave me feet for dancing
And that’s exactly what I’ll do.”

Traccia da non perdere: God Gave Me Feet for Dancing

NxWorries Why Lawd?

“No Worries” è proprio quello che vorresti sentirti dire quando il mondo gira troppo veloce, la lavatrice si è inceppata, ti si è bruciato il sugo, un sonoro fanculo è quello che ti ripeti in loop nel cervello dalle 8.30 alle 18, hai litigato anche con i pali della luce per strada e il tuo sogno – nemmenotropposegreto – è aprire un Fight Club.
E allora ti chiedi: “Perchè, Signore?!” (Why Lawd?) con la stessa intonazione dei cristiani senza la S di Quelo, perchè non posso semplicemente godermi un buon disco di presobenemusic e alleggerire il peso del mondo che sento sulle spalle? Quindi lo fai. E ti piace. E pure parecchio.
In Why Lawd?, che succede degnamente al precedente Yes Lawd!, il mix caldo e sensuale di saperi (e sapori) di due artisti come Anderson.Paak e Knxwledge nel progetto – secondo alcuni – piacione degli NxWorries, è un tappeto morbido di groove, produzioni eleganti e strizzatine d’occhio ai grandi del funk anni ’70, come Marvin Gaye, Curtis Mayfield, Stevie Wonder & co. Per non parlare di collaborazioni e partecipazioni da far girare la testa, come il basso del sempre-sia-lodato Thundercat, Snoop Dogg, H.E.R. e Dave Chappelle.
Un tappeto avvolgente su cui buttarsi e dire “sbatecaz” di tutto il resto (= Oh well, whatever, nevermind in romagnolo), almeno per 45 minuti.
Meglio se con un buon gin tonic in mano.

Traccia da non perdere: MoveOn

Kendrick Lamar GNX

Com’è che era? Chi ultimo arriva prima all…. Ah, no. Eppure, il buon Kendrick ce la fa di nuovo, esce a sorpresa quando ormai le classifiche dell’anno sono fatte e piazza un signor album per infilarcisi, senza troppi sforzi, in zona Cesarini.
Al primo ascolto non mi fa lo stesso effetto dell’immenso Mr Morale & The Big Steppers ma, sempre al primo ascolto, riesce già a fissarmi in testa quei tre-quattro pezzi così incisivi e così diversi, che gireranno in loop nelle mie playlist per un bel pezzo. 
Inizia duro, meravigliosamente ispanico, con una produzione in pieno stile ’90s, condito qua e là con linee r’n’b godibilissime.
Non mancano infatti le citazioni a sua maestà Tupac Shakur e alla old school della G-Funk era di Dr Dre, Snoop Dogg e Warren G; per (molto più di) un attimo sembra di essere a Los Angeles nel 1995.
Si addolcisce con la meravigliosa SZA che regala alla splendida Luther un feat. che promette di diventare prima di subito una nuova hit.
La stessa sigilla l’album con un altro feat. su Gloria, una traccia da 10 e lode. 
Insomma, nonostante mi faccia rabbia sapere che per vederlo dal vivo dovrei accendere un paio di mutui e nonostante faccia live da centinaia di migliaia di persone in solo quasi totalmente su basi, quando potrebbe fare uno show con musicisti della madonna (perchè non c’è NIENTE di più figo di vedere e sentire un pezzo rap suonato dal vivo), il sogno di assistere a un suo concerto e ballarmele tutte è sempre lì, in fondo al cassetto.

Traccia da non perdere: Man at the Garden

Honorable mentions

Il Mago del Gelato Pandora / Maledetta quella notte
Ok, lo confesso. Maledetta quella notte è uscito sul finire del 2023, ma ha sicuramente segnato musicalmente il mio 2024. No, cioè. Non puoi non ascoltarlo. Shakera un po’ di Calibro 35 con i Nu Genea e un po’ di funk anni 70, et voilà. 
A mia discolpa, infilo in queste honorable mentions anche il singolo uscito nel 2024, Pandora, che speriamo preceda una nuova produzione. Giovani, bravi, coinvolgenti,  goduriosissimi. Diesci!

Allen Stone Mystery
Il giorno del mio 40esimo compleanno mi regala questo nuovo album, condito di tanto funk e feel good vibes. Avere una voce e saperla usare straordinariamente. Grazie Allen, ci serviva. 

Ainé Buio / Leggero
Sempre uno dei migliori esponenti del nu soul italiano, non delude mai, tecnica e gusto. Non mi perderei un suo live per niente al mondo!

Yaya Bey Ten Fold
Groove da vendere, geni che non mentono. Richiami anni ’90 alla Lisa Stansfield. Niente male!

Childish Gambino Bando Stone & the New World
Ormai è appurato, Donald Glover sa fare tutto, tanto che può permettersi di suonare 50 generi diversi in un unico album. Stile.