Ed arriva, come di consueto, il momento di fermarsi e guardarsi indietro; non troppo, fino a gennaio. Inizia infatti il sempre più difficile lavoro di ripercorrere a ritroso questi quasi dodici mesi in musica, dove cercare di far saltar fuori quella manciata di dischi che credi abbiano dimostrato di avere quel qualcosa in più degli altri, un quid, una scintilla, un motivo per il quale chiunque stia leggendo dovrebbe prendersi la briga di premere play. Dischi che sono usciti a febbraio e che ti sembrano vecchi di anni, dischi che avevi rimosso totalmente nonostante al primo ascolto, il giorno dell’uscita, ti avevano fatto esclamare “ah questo sicuro disco dell’anno per me”, dischi che con gli ascolti sono cresciuti, dischi che andrebbero menzionati solamente per meriti-acquisiti-sul-campo-negli-anni da parte dell’autore. Tra scelte obbligate e rinunce dolorose, ecco (almeno) cinque motivi per i quali anche il 2025 non ha tradito le attese.
Mclusky The World Is Still Here And So Are We
Un ritorno super inatteso per il terzetto gallese. Più di vent’anni dall’ultima pubblicazione sono un’eternità, eppure una tale distanza risulta annullata dalla freschezza, dalla ferocia, dalla qualità che attraversa le tredici tracce. Provare per credere.
Traccia da non perdere: People Person
Caroline Caroline 2
Dopo un debutto sul quale si era parlato molto ma che mi aveva lasciato qualche dubbio, il ritorno a distanza di tre anni del collettivo londinese mi ha completamente travolto. Post rock, dissonanze, melodie, un disco che sembra, anzi non ha una direzione precisa, e la vuole seguire con convinzione.
Traccia da non perdere: Total Euphoria
Julien Baker & TORRES Send a Prayer My Way
L’amore incondizionato che da anni nutro per Julien Baker è stato ulteriormente ravvivato e rinforzato da questo lavoro a quattro mani realizzato con Torres. Julien si discosta dal suo cantautorato indie per una significativa quanto convincente deviazione in territori prettamente country. Con risultati brillanti.
Traccia da non perdere: The Only Marble That I’ve Got Left
Anna Von Hausswolff Iconoclast
Sull’artista in sè inutile spendere e sprecare parole, colei che negli ultimi quindici anni ha scandagliato e esplorato le infinite sfumature del versante gotico del pop, semplificando molto. Questo ultimo Iconoclast finisce invece per essere il suo disco più accessibile e tradizionale, ma non perde un briciolo di bellezza, unicità e coraggio. Altro tassello in una carriera praticamente immacolata.
Traccia da non perdere: Struggle With The Beast
Rosalìa Lux
Artista e disco totalmente fuori dai miei ascolti consueti, Rosalìa entra col suo nuovo disco in top 5. No kritike. Però boh, a me è piaciuto molto, non sono minimamente un esperto del settore, forse altre/i lo hanno fatto meglio, prima, in maniera più sincera, più consapevole, NON LO SO. Però il primo ascolto era stato spiazzante, il secondo ancora convincente, quindi niente, avercene.