Ed arriva, come di consueto, il momento di fermarsi e guardarsi indietro; non troppo, fino a gennaio. Inizia infatti il sempre più difficile lavoro di ripercorrere a ritroso questi quasi dodici mesi in musica, dove cercare di far saltar fuori quella manciata di dischi che credi abbiano dimostrato di avere quel qualcosa in più degli altri, un quid, una scintilla, un motivo per il quale chiunque stia leggendo dovrebbe prendersi la briga di premere play. Dischi che sono usciti a febbraio e che ti sembrano vecchi di anni, dischi che avevi rimosso totalmente nonostante al primo ascolto, il giorno dell’uscita, ti avevano fatto esclamare “ah questo sicuro disco dell’anno per me”, dischi che con gli ascolti sono cresciuti, dischi che andrebbero menzionati solamente per meriti-acquisiti-sul-campo-negli-anni da parte dell’autore. Tra scelte obbligate e rinunce dolorose, ecco (almeno) cinque motivi per i quali anche il 2025 non ha tradito le attese.
Jeff TweedyTwilight Override
Semplicemente il disco migliore degli ultimi anni, perché nessuno scrive come Jeff Tweedy al giorno d’oggi. Un triplo (ispirato, nella forma, a Sandinista) nell’era di spotify, degli skip facili e degli spezzoni di canzoni. Dedicato ai folli e ai sognatori.
Canzone da non perdere: Caught Up In The Past
AA. VV.You’re No Big Deal: Grunge, The U.S. Underground and Beyond 1984-1994
Non è un disco, è una bibbia mal rilegata del grunge (e generi limitrofi), è una dichiarazione di nostalgia. Una fotografia, mossa come quelle di Charles Peterson, di quegli anni irripetibili in cui i perdenti hanno dato un calcio nel culo all’industria musicale e ribaltato il mondo.
Canzone da non perdere: Love BatteryBetween The Eyes
The ReplacementsLet It Be (Deluxe edition)
Riedizione celebrativa uscita in occasione del trentunesimo (?) compleanno del disco con il quale Paul Westerberg e soci non solo fecero incazzare il loro produttore fanatico dei Beatles (totalmenteprivo di senso dell’umorismo e poco incline ad accettare questo tipo di citazione dissacrante) ma trovarono anche un equilibrio, perfetto e precario, tra il punk sgangherato dei primi due dischi e le ballad che strizzavano l’occhio al mainstream di quelli successivi. Crocevia.
Canzone da non perdere: Favorite Thing
Guided By VoicesThick, Rich and Delicious
Si può affermare che, in un momento storico in cui va tutto per il verso sbagliato e i gruppi pubblicano in media un disco ogni quattro anni, i Guided By Voices, che invece pubblicano quattro dischi in un anno, continuano ad andare nella direzione giusta.
Canzone da non perdere: A Tribute To Beatle Bob
Bruce SpringsteenNebraska ’82: Expanded Edition
A volte le pose vengono scambiate per personalità e si incappa nel più tragico degli errori: definire i Sum 41 un gruppo punk. Oppure è punk accantonare la E-Street Band all’apice del successo, chiudersi in camera e cantare storie di disgraziati? Una finestra sull’anima insospettabilmente in frantumi dell’intrattenitore di folle per eccellenza, un disco autentico che non necessita di recensioni e che inserisco nella mia Top5 per il valore rimasto inalterato negli ultimi quarant’anni e perché “la musica contemporanea mi butta giù”.