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Marracash @ Unipol Arena

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• Marracash •

Unipol Arena (Bologna) // 15 Ottobre 2022

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Riesco a trovare parcheggio, spengo la macchina, scendo. Mi guardo attorno.

L’Unipol Arena è sempre uno spettacolo. Non è difficile capire chi ci suonerà in concerto stasera: continuano a passarmi accanto ragazzi che indossano maglie e bandane che portano il nome di Marracash.

Inizio a parlare con un sacco di gente. Sono tutti sorridenti, sono tutti felici. Probabilmente stanno per assistere al concerto della loro vita e, sicuramente, stanno per assistere ad un live che aspettavano da un pezzo, posticipato e positicipato. È quasi come se fossero arrivati alla fine di un viaggio la cui meta pareva irraggiungibile. 

Durante le chiacchiere con i ragazzi che aspettavano di entrare ho appreso, di buon cuore, che l’album preferito (quasi) in assoluto degli ascoltatori è, a mani basse, Persona, seguito dall’ultima uscita Noi, Loro, Gli Altri.
Persona è stato, per molti, un disco che ha fatto da trampolino di lancio per la carriera artistica di Marracash. Fra i brani preferiti vincono sicuramente MADAME – L’Anima, che vede la collaborazione di Madame (dal disco Persona) e Dubbi (dall’album Noi, Loro, Gli Altri).
Divagando su altri argomenti, come l’apprezzata vittoria del Premio Tenco, che secondo i fan è finalmente la luce in fondo al tunnel per far apprezzare il rap italiano a livello nazionale, c’è la frase di un ragazzo, che mi ha stretto il cuore: mi guarda, sorride, e riferendosi a Persona mi dice: “Sono album che ti cambiano la vita, dopo l’ascolto ne esci cambiato”. 

Trangugio una birra e finisco la sigaretta in velocità per entrare nell’arena.
“Minchia”, penso, “mi perquisisce di meno la polizia quando mi trova in giro alle tre di notte”.
Respiro, mi siedo, mi guardo attorno. L’atmosfera è statica ma satura di energia. È come se qualcosa stesse per esplodere da un momento all’altro. È tutto pienissimo, le persone affluiscono da tutte le parti, impazienti di ascoltare l’artista. Poco prima che lo spettacolo inizi sento un boato dal pubblico in piedi: applaudono e urlano a una ragazza che sta ballando dalle tribune laterali.
I ragazzi hanno fame di musica. 

Il live inizia da brividi. Si spengono le luci e si accendono i flash dei telefoni. La gente urla: “Marracash!”. Il popolo chiede il suo re: crollano a terra le tende che facevano da sipario e Marra inizia a cantare su una piattaforma a cinque metri da terra.

La scenografia è pazzesca, le immagini che fanno da sfondo a Marracash rispecchiano l’anima di ogni brano che suona. Lo stile è quello del rapper vecchia scuola. Non a caso, Marra è un’istituzione della scena italiana. C’è solo la presenza scenica del rapper che mima i brani e tiene il palco come Lewandowski tiene la palla in campo. Alla terza canzone, però, il fondo del palco si illumina rivelando, da dietro lo schermo, la band che suona dal vivo.
Quando si ferma, tra un pezzo e l’altro, parla col pubblico come se parlasse con i membri della sua famiglia.
È una potenza musicale in brani dallo spessori di QUELLI CHE NON PENSANO – Il cervello e CRAZY LOVE. Riesce a trasportare il pubblico con una naturalezza straordinaria. 

Durante il brano APPARTENGO – Il sangue appare Ambra Angiolini sul palco, cantando il sample della canzone dal vivo.
Marracash esce per qualche minuto, mentre DUBBI viene introdotta da un video nel quale l’artista parla con uno psicologo, per poi tornare sul palco vestito completamente di bianco e interpretare una traccia introspettiva davvero profonda, dimostrandosi tanto bravo su pezzi più movimentati e crudi, quanto in pezzi intimi e malinconici. Il pubblico diventa il suo analista.
Con LAUREA AD HONOREM entra, per collaborare nel ritornello, Calcutta. 

Il live viene interrotto perché sta per scoppiare una rissa ma, una volta calmate le acque, spunta un cartellone: “King aiutami a chiederle la mano”. Marra prosegue e invita la ragazza a dire sì. Tutta l’Unipol Arena ha gli occhi puntati sul ragazzo che ingioiella l’anulare della sua futura moglie. 

L’artista si allontana di nuovo dal palco lasciando spazio a DJ TY1 che fra scratch e mix riesce ad evocare l’atmosfera delle vecchie jam hip hop.

Marracash riprende a cantare su un palchetto rialzato in mezzo all’Arena i vecchi successi di Santeria e degli album precedenti, infuocando il pubblico e trasportandolo, con le canzoni, indietro di quasi una decina d’anni. 

Il concerto prosegue con NOI, LORO, GLI ALTRI SKIT per poi proporre l’assolo di un virtuosissimo sassofonista.
Marra rientra vestito di rosso, concludendo con le canzoni migliori della sua carriera, come Brivido, cantata a cappella. Ha coronato con la musica un’atmosfera che, nel corso del concerto, si è fatta sempre più carica di emozioni. 

Uno dei concerti più belli. Almeno per me. A livello personale. Ma forse anche per loro, anche per gli altri.

 

Setlist

BODY PARTS – I denti
QUALCOSA IN CUI CREDERE – Lo scheletro
Loro
Pagliaccio
Cosplayer
BRAVI A CADERE – I polmoni
Crazy Love
QUELLI CHE NON PENSANO – Il cervello
Gli altri (Giorni stupidi)
Noi / APPARTENGO – Il sangue
Nulla Accade
Dubbi
Laurea ad honorem
G.O.A.T – Il cuore
Neon – Le Ali
Io
POCO DI BUONO – Il fegato
Nemesi
Badabum cha cha
SUPREME
L’ego
A volte esagero
King del rap
Scooteroni
Cashmere
SPORT – I muscoli
Salvador Dalì
NOI, LORO, GLI ALTRI SKIT
TUTTO QUESTO NIENTE – Gli occhi
Niente canzoni d’amore
MADAME – L’anima
Brivido
CRUDELIA – I nervi
64 bars
∞ Love

 

Riccardo Rinaldini

foto di Lucia Adele Nanni

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