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Kraftwerk @ Goa Boa

Location

Arena Del Mare (Genova)

Data

08/07/2023

Per l’ultima serata dell’edizione numero 25, il Goa Boa Festival aveva un colpo in canna d’autore già da diverso tempo: i Kraftwerk, il quartetto tedesco che dagli anni ’70 – seppur con formazioni diverse – è una delle colonne portanti della musica elettronica.

E il loro non può essere definito come un concerto in senso stretto. Somiglia più a uno spettacolo di più ampio respiro, in cui non ci si limita ad ascoltare i pezzi, ma al contrario ogni pezzo si vive come se si stessero guardando tanti piccoli cortometraggi. 

Alcuni più astratti e altri più concreti, ma tutti accomunati da una sottile vena surrealista che unisce le (poche) parole dei brani, la musica e le immagini che passano su uno schermo posto dietro il quartetto.

L’inizio dello spettacolo potrebbe lasciare vagamente perplessi: immaginate di essere seduti e di passare i primi 15 minuti a fissare uno schermo rosso su cui si muovono quattro figure pixelate. Sul palco solo le quattro tastiere e nient’altro. I suoni elettronici che arrivano si mischiano con quelli dell’ambiente circostante e delle navi che passano dietro al palco. Passa un quarto d’ora e finalmente il gruppo arriva sul palco.

Da quel momento è un mix di atmosfere ed estetiche diverse ma unite da un fil rouge, che vanno da reminiscenze di Matrix alla tecnologia anni ’80, dalle navicelle spaziali al rapporto tra uomo e macchina, facendo emergere temi via via sempre più complessi.

È come se il gruppo non fosse al centro della performance, ma piuttosto al servizio di quest’ultima, tanto da adattare i colori delle luci delle loro tute a quelli delle immagini che passano sullo schermo per fondersi al meglio. 

Uno show ipnotico e ipnotizzante, nonché probabilmente uno dei concerti più lunghi a cui abbia mai avuto il piacere di assistere: due ore e mezza ininterrotte di musica e immagini.

Alla fine, forse, non erano tanti cortometraggi, quanto piuttosto la cosa più simile a un film di Kubrick che si può vivere nella vita al di fuori dello schermo. 

Francesca Di Salvatore