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The Veils (Finn Andrews solo) @ Arci Bellezza

Location

Arci Bellezza (Milano)

Data

07/12/2023

Foto di

Luca Ortolani

In una vita povera di certezze, il concerto di ieri sera me ne ha regalate due: i cookies del circolo Arci Bellezza sono molto buoni (e non costano milioni, contrariamente ai gelati degli Skiantos) e Finn Andrews è un musicista, cantante e cantautore superlativo. Ma partiamo dall’inizio. 

Entrando nel locale si viene immediatamente catapultati in un’altra epoca: un palco da teatro degli anni ’30, una cornice di pesanti tende di velluto rosso, tavolini coperti di drink, a cui si aggiungono le impronte dei bicchieri finiti e abbandonati, e le inconfondibili nuvole di fumo. C’è un senso diffuso di malinconica raffinatezza che ben s’intona alla musica de The Veils e allo stile della star della serata, che sale sul palco indossando camicia, giacca e l’inseparabile cappello per proporre delicate versioni acustiche delle canzoni che lo hanno reso celebre dividendosi tra chitarra e pianoforte. 

Il concerto non consiste tuttavia di una semplice retrospettiva, di una selezione delle sue migliori composizioni. Finn decide di portare il pubblico, numeroso e rapito dal magnetismo della sua musica, a passeggio nei suoi ultimi vent’anni di carriera e di vita personale raccontando aneddoti e storie circa la scrittura dei brani più famosi, come se fosse una vecchia puntata di VH1 Storytellers. Si scopre così, ad esempio, che Lavinia è stata scritta alla fine degli anni ’90; sette anni prima che The Runaway Found, ossia il primo disco dei The Veils, venisse pubblicato, quando Andrews aveva solo 14 anni. 

L’atmosfera confidenziale viene amplificata dalle continue modifiche che vengono apportate alla scaletta in corso d’opera; capita così svariate volte che il cantautore annunci un pezzo salvo poi cambiare idea e suonarne un altro. Il livello dell’esecuzione, comunque, è sempre altissimo. Finn ha una voce ricca di sfumature ed incredibilmente espressiva e suona divinamente sia la chitarra che il pianoforte, anche se è quando suona quest’ultimo che riesce ad emozionare di più, con canzoni come The Tide That Left and Never Came Back (sempre fantastica) e Sun Gangs (piacevole scoperta). Il finale dello spettacolo è diviso a metà, tra passato e presente, tra il primo disco dei The Veils e …And Out of the Void Came Love – l’ultimo lavoro in studio della band – e conferma le doti compositive di Finn e la sua poliedricità. In chiusura, dopo una determinata richiesta di un bis, Andrews ci regala un’ultima gemma: The Wild Son, la prima canzone del primo disco ed una perfetta chiusura del cerchio. 

Dopo il concerto, tornando a casa pieno di entusiasmo, ascolto The Runaway Found e mi ritrovo a constatare che le versioni scarne ed intime appena ascoltate dal vivo mi sono piaciute di più e rifletto sul fatto che questa è una prerogativa dei grandi artisti. 

Gianluca Maggi