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Tre Domande a: Black Wojtyla

Come e quando è nato il vostro progetto?

I Black Wojtyla nascono nel 2009. Lorenzo Tamberi, bassista con un drive funk e un registro che copre anche sonorità da chitarra, e Michele Nastasi, trombettista proveniente dalla classica e dalla progressive, si sono trovati a improvvisare insieme durante un capodanno. È stato amore a prima vista. Il giorno dopo hanno fissato una prova. Lorenzo ha chiamato Andrea Lamberti, batterista roccioso con un passato nel punk e nella patchanka: erano nati i Black Wojtyla. 
Il trio nasce allora e, a parte qualche periodo di inattività, è sempre esistito, e la formazione attuale è ancora quella originale, perché il nostro sound e la vita stessa del gruppo sono indissolubilmente legate alle nostre caratteristiche personali.
La band ha pubblicato il primo LP CMUI diversi anni fa, e due EP, PREIUS e 3MUCH, usciti nel 2023, tutti autoprodotti. Adesso è uscito il nuovo disco CARDIO. I Black Wojtyla sono classificati tra gli emergenti, ma potremmo, piuttosto, avviarci a diventare una band di culto. In un certo senso nell’underground milanese è già un po’ così, ci conoscono e ci hanno sentiti suonare moltissime persone, talvolta anche insospettabili.

Se doveste riassumere la vostra musica con tre parole, quali scegliereste e perché?

Vitale, emotiva, enigmatica. 
Vitale perché è una vera pulsione di cuore e di spinta. I nostri brani sono pieni di energia e i nostri concerti sono potenti, coinvolgenti, il pubblico ascolta, balla e si diverte. 
Emotiva perché nella nostra musica lasciamo spazio alle emozioni, non abbiamo preclusioni rispetto a eccessi melodici e performativi, alle armonizzazioni classiche, alle frasi struggenti, e non abbiamo paura di toccare il pop e di sfiorare il kitsch – credendoci sempre molto ma facendolo con una certa ironia.
Enigmatica perché la nostra è una musica prevalentemente strumentale, che sfugge a una categorizzazione per generi, e il cui significato non è dichiarato, stabilito e stabile. Riteniamo che il nostro compito di artisti non sia quello di confermare verità ovvie, ma di sollevare dubbi non banali. E lo abbiamo fatto sempre, a partire dal nome della band, o dal singolo Giubileo con cui abbiamo lanciato il nuovo album. È un modo di toccare temi sensibili come, ad esempio, quello del cattolicesimo e della sua eredità culturale (soprattutto in Italia, e soprattutto nel campo delle arti e della musica), senza prendere una posizione di elogio o di condanna, ma lasciando che sia la sensibilità del pubblico a dare un significato alla nostra musica. Oggi la musica è spesso puro intrattenimento, non presuppone nessun pensiero da parte dell’ascoltatore. Noi non siamo così. 

Se doveste scegliere uno solo dei vostri brani per presentarvi, quale sarebbe e perché?

I nostri brani sono molto diversi tra loro, per cui sceglierne uno solo significa non rappresentare completamente la varietà sonora e ritmica della band. Dovendoci sottoporre a questa scelta crudele, un brano che oggi ci rappresenta bene è Minimum. 
Siamo molto affezionati a Minimum per la complementarietà tra la potenza dei suoni e la dolcezza delle melodie, tra i pieni e i vuoti, e per l’atmosfera lirica e tragica, cioè del tutto inattuale che lo caratterizza (nonostante in tempi in cui viviamo siano ampiamente dolorosi). Il titolo, anche per contrasto, si riferisce a questo. 
Inoltre in Minimum abbiamo sperimentato delle sonorità per noi inedite, costruite da elementi incidentali, minimi ma sempre molto rifiniti. Nella prima parte, per esempio, i cluster di tromba derivano dall’impossibilità di eseguire, in un loop creato dal vivo, note che si sovrappongano perfettamente, uno sfasamento che tecnicamente è un errore e che qui diventa elemento espressivo. Oppure, nella seconda parte, gli accenti e le legature nelle note di basso in rapida successione creano un andamento proprio, così come fa, armonicamente, la modulazione ascendente del finale. Mescolando influenze molto diverse tra loro, come sempre capita nei nostri brani: rock e metal, elettronica, raggaeton, minimalismo, musica antica, pop italiano, progressive.

Tre Domande a: Den

Ci sono degli artisti in particolare che influenzano il tuo modo di fare musica o a cui ti ispiri?

    Mi ispiro molto a girl in red, Billie Eilish e Sia. Di loro amo la sincerità, quella capacità di trasformare la fragilità in forza. Ascoltandole ho capito che la musica può essere cruda e delicata allo stesso tempo, e che l’onestà emotiva è la cosa più potente che puoi portare in una canzone.

    Cosa vorresti far arrivare a chi ti ascolta?

      Vorrei che a chi mi ascolta arrivasse quello che la musica ha sempre fatto arrivare a me: la sensazione di non essere soli, di sapere che da qualche parte c’è qualcuno che prova le stesse cose. Credo che una canzone, se è vera, possa diventare casa per chi la trova nel momento giusto.

      C’è un artista in particolare con cui ti piacerebbe collaborare/condividere il palco?

        Mi piacerebbe collaborare con Vasco Rossi, magari cantare un brano scritto da lui. Ha quella capacità unica di rendere vere anche le parole più semplici. Sul palco, invece, vorrei condividere tutto con girl in red, la sua energia, la sua libertà, il modo in cui riesce a essere se stessa davanti a tutti, mi ispirano tantissimo.

        FESTIVALINO: Torna il 28 e 29 novembre a Ferrara. Live, talk e showcase con JUNI, GIULIA MEI, MARCO GIUDICI e tanti altri.

        Prosegue l’esperienza della rete tra 

        Ferrara Sotto le Stelle, Arti Vive Festival e Acieloaperto


        SOLIDO

        presenta

        FESTIVALINO

        V edizione

        Sulle strade dei festival

        venerdì 28 e sabato 29 novembre

        Circolo Arci Bolognesi e Officina MECA – Ferrara

        Live / talk / showcase 

        GIULIA MEI | JUNI | ADELE ALTRO | 

        MARCO GIUDICI | KOROBU | CITRUS CITRUS | 

        CARLO PASTORE | ELISA GRACI 

        Ingresso libero riservato ai soci ARCI

        Prosegue la virtuosa esperienza di SOLIDO, il network tra i festival Ferrara Sotto le Stelle, Arti Vive Festival e acieloaperto, che presenta la quinta edizione del FESTIVALINO, in programma venerdì 28 e sabato 29 novembre a Ferrara.

        Giulia Mei, Marco Giudici con Adele Altro, Juni, Korobu, Citrus Citrus, Carlo Pastore e Elisa Graci sono tra gli ospiti di due giorni di live, talk e showcase Sulle strade dei festival, che prenderanno vita in due luoghi importanti per l’attività sociale e culturale della città: Officina MECA e il Circolo Arci Bolognesi.

        L’ingresso a tutte le attività è libero e riservato ai soci ARCI: per ottenere la tessera è possibile iscriversi tramite la piattaforma sito https://tessera-arci.it o nei luoghi dell’evento.

        Con questa nuova edizione, il FESTIVALINOaggiunge un ulteriore tassello nel percorso virtuoso di SOLIDO, reso possibile dal finanziamento della legge 2/2018 della Regione Emilia-Romagna relativa allo sviluppo del settore musicale e grazie al supporto dell’Emilia-Romagna Music Commission.

        Nato nel 2020 durante la pandemia come progetto spontaneo per favorire la collaborazione tra festival, SOLIDO si è trasformato in un coordinamento consolidato, capace di unire esperienza internazionale e radicamento locale. Un punto di riferimento che guida lungo un percorso di progettazione comune volto a costruire una rete sempre più stretta e capillare tra festival e operatori della musica dal vivo in Emilia-Romagna, che guarda alla cultura musicale dal vivo con una prospettiva innovativa e inclusiva, valorizzando artisti, pubblico e operatori culturali, mantenendo accesa la curiosità e la collaborazione tra chi immagina, produce, costruisce e vive la musica live.

        SOLIDO si sviluppa intorno a una sensibilità, una visione condivisa del fare cultura che mette al centro l’integrazione con il digitale, l’attenzione alla sostenibilità ambientale, al gender-balance e alle nuove forme di inclusività. A questo si affianca un’attenzione alla riscoperta e valorizzazione dell’identità del territorio: lo dimostrano i luoghi che ospitano il FESTIVALINO – due spazi accoglienti e accessibili che coltivano e stimolano il panorama culturale di Ferrara –  la volontà di coinvolgere nel cartellone ospiti e realtà emiliano-romagnole.

        IL PROGRAMMA DEL FESTIVALINO

        La line-up del FESTIVALINO è composta da nomi, voci e storie diverse che si incontrano per raccontare la musica dal vivo nel suo presente e nel suo futuro. Concerti ma non solo: attorno ai live si sviluppano talk, showcase e tavoli di lavoro. Momenti pensati per continuare a intrecciare idee, persone e visioni, stimolando anche la costruzione di nuove collaborazioni tra gli operatori del settore.

        Si comincia venerdì 28 novembre al Circolo Bolognesi: a inaugurare la prima serata è il concerto dei Citrus Citrus. La band padovana presenta dal vivo il suo nuovo album In The Belly Of Eternal Draw in arrivo il 14 novembre per l’etichetta romagnola Bronson Recordings. Il loro è un ribollente mix sonoro che viaggia tra psichedelia, funk robotico e suggestioni folk provenienti da latitudini lontane, attraversando influenze jazz-rock giapponese anni ’70, kosmische musik e minimalismo. A seguire, sul palco arrivano i bolognesi Korobu con l’ultimo lavoro K for Key, uscito per Locomotiv Records (spin-off dell’omonimo club del capoluogo emiliano). Un disco di pop estatico, un’esplosione primordiale di onde spigolose dal sapore art rock, che gioca sul contrasto con sperimentazioni elettroniche e dark-wave, tra galassie sci-fi e math-rock.

        La musica dal vivo sabato 29 novembre si sposta a Officina MECA a partire dalle ore 17 con lo speciale showcase di Marco Giudici in cui il cantautore, produttore e polistrumentista, in duoinsieme a Adele Altro, presenta il suo nuovo album Trovarsi soli all’improvviso, in arrivo il 21 novembre per 42 Records. Canzoni che nascono dal cuore e arrivano dritto a quello di chi le ascolta con una delicatezza potentissima, fondendo testi intimi e cesellati a un sound etereo e raffinato.

        A seguire il live di Juni, il progetto musicale solista di Ilaria Formisano, voce della band GOMMA. Un nome fluido, plurale, che assume molteplici identità ed è un esperimento, il tentativo disperato di dare una forma a tutto ciò che non ha un suono che prende corpo nel suo album d’esordio, nero, attimo, in arrivo il 21 novembre.

        In chiusura, alle ore 23, il concerto di Giulia Mei. Artista rivelazione del 2024 con il brano Bandiera, che ha conquistato i giudici di X Factor 2024 e ha ricevuto più di 3 milioni di stream, presenta al FESTIVALINO il suo ultimo disco Io della musica non ci ho capito niente: un elogio alla vita semplice, il diario di una bambina che parla liberamente di tutto, creando un inno al caos e al disordine che dominano la vita quotidiana e ordinaria.

        Nella mattinata e nel pomeriggio del 29 novembre, sempre a Officina MECA spazio a talk e incontri che riuniscono direttrici e direttori artistici, operatrici e operatori culturali, artiste e artisti, istituzioni, agenzie e media del settore musicale per discutere insieme su come affrontare le sfide della direzione artistica, dell’identità e della parità di genere, della comunicazione e, soprattutto, del fare rete e condividere un percorso comune.

        Si comincia alle ore 11 con Sostenibilità ambientale e sociale negli eventi musicali, tra costi e opportunità per gli organizzatori e le comunità, un talk intorno alla Survey regionale Sostenemus “Fattori di sostenibilità negli eventi musicali in Emilia-Romagna” tenuto da Marco Mancini, architetto e ricercatore in Design, responsabile del MUIND – Music Industry Design Research Unit (Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Ferrara) e Giulia Mattioli, avvocato amministrativista e ricercatrice in diritto amministrativo, specialista in Studi sulla pubblica amministrazione e vicedirettrice del Master in materia di appalti pubblici, prevenzione della corruzione, sostenibilità ed innovazione organizzato dall’Università degli Studi di Ferrara e di Milano (Dipartimento di Economia e Management, Università degli Studi di Ferrara).

        Nel pomeriggio è previsto un tavolo di lavoro a porte chiuse tra diverse figure che operano nei festival per discutere sul futuro della musica dal vivo, tra logiche di mercato, ostacoli strutturali e evoluzioni della comunicazione.

        Alle ore 18 infine l’incontro “La circuitazione nei festival: dalle alleanze occasionali alla coprogettazione strutturale”, per parlare di quanto sia importante, soprattutto negli ultimi anni, stringere proficue collaborazioni al fine estendere anche le attive nel campo dell’organizzazione di festival. Intervengono l’Assessora alla Cultura della Regione Emilia Romagna Jessica Allegni, il giornalista, host, speaker e direttore artistico del MI AMI Festival di Milano Carlo Pastore, la cantautrice e polistrumentista Adele Altro, in arte Any Other,e l’autrice redattrice e conduttrice radiofonica (al momento di base a Radio Popolare) Elisa Graci.

        Info

        solidoretedifestival.it
        www.ferrarasottolestelle.it
        acieloaperto.it
        www.artivivefestival.it

        Tre Domande a: MonAmour

        Ci sono degli artisti in particolare che influenzano il tuo modo di fare musica o a cui ti ispiri? 

        L’artista a cui mi ispiro fin dall’adolescenza è Damien Rice perchè sento una connessione d’anima con la sua musica, riportandomi alla poesia del mio vivere.
        Ho iniziato a suonare la chitarra folk proprio grazie a lui e ho iniziato a seguire questo mondo di note delicate ma allo stesso tempo significative e indelebili.
        Un altro artista che mi influenza profondamente è Jeff Buckley che ha ispirato il mio modo di cantare.
        Il suo stile soul rock avvolgente e penetrante ha incentivato questa ricerca continua di sonorità che traspirano delicatezza e forza.

        Cosa vorresti far arrivare a chi ti ascolta? 

        Ciò che mi interessa di più è condividere e far vivere le emozioni nella loro profonda pienezza e lasciare qualcosa di significativo nel vissuto delle persone.
        Credo che la musica nasca proprio come forma di ribellione e unione e noi musicisti abbiamo l’obbiettivo di aiutare a creare un mondo migliore.

        Qual è la cosa che ami di più del fare musica? 

        Ciò che amo di più nel fare musica è quella sensazione di entrare dentro ad un universo che ti porta ad uno stato di infinità e di pienezza.
        La sensazione che amo di più di quando suono è il ritrovarmi a non sapere da quanto tempo il mio corpo ha smesso di esistere, è come entrare in uno stato di trans, una forte meditazione che ti distacca dall’io più profondo.

        Parkway Drive @ Scandinavium

        Some days you mark something off the “bucket list” and other days you kick that bucket down the road.

        After attending and photographing the epic Parkway Drive London, Wembley Arena show in October I thought things could not get any better. Glad to be wrong as I not only got to shoot the final show of the European tour and also the last show of 2025 at the Scandinavium in Gothenburg, Sweden. I also got full access to shoot the entire show from the pit.

        Oh, and I got to meet the band and the amazing crew and production staff running the entire gig. Suffice to say after a good old chat with the guys, the Aussie term “true blue bloody legends” more than fits. They even signed some of my prints from the London gig, so to say this night was a highlight of the year is an understatement. 

        And to add a cherry on a very calorie heavy cake I got to walk with the band through the crowd to the stage. The production was a slightly scaled down version of the one that we saw at the likes of Wembley but no less potent. Carrion and my all-time fav, Prey kicked us off and with the full stage revealed it was time for Glitch and the first dose of the pyro spectacle that would singe my eyeballs all night. During Cemetery Bloom we were treated to an amazing kinetic interpretive dancing around lead singer Winston McCall. During Wishing Wells rain fell from the ceiling and it all finished up in a maelstrom of water and fire. Very elemental.

        Another highlight of the night was Idols & Anchors. As agreed with Winston before the show I followed him from the stage out into the crowd. With security in front, Winston in the middle and me in the rear, we pushed our way to the center of the crowd. As Winston stood on the platform already brought out by the crew, I fought to keep position as the crowd surged inwards. As Guitarist Jeff Ling kicked off the song on stage Winston whipped up the crowd into a massive circle pit. Challenging to get a photo but so much fun and the connection Winston and the band have with their fans is phenomenal. 

        Chronos brough out the string trio and Darker Still brought a moment of calm before we went into Bottom Feeder the last song before the encore, and what a hell of an encore. With dancers throwing Molotov cocktails and Ben Gordan rotating 360 degrees we went into Crushed and the fiery hellscape that accompanied it with a raising fire spewing platform centered in a stage that resembled the 7th level of Hell. 

        As the band came to the front of the stage the crowd started singing the riff of Wild Eyes. The band kicked in and that was that. The last song of 2025 and a massive year for Parkway Drive. As young, old and everyone in between filed out into the night it is clear that this band has reached a level of popularity and impact that is very rare for this genre of music. Right now, the band has a break until the Australian Summer festivals.
        What’s next for them? No idea, but I will be there every step of the way.

        Setlist

        Carrion
        Prey
        Glitch
        Sacred
        Vice Grip
        Horizons
        Cemetery Bloom
        The Void
        Wishing Wells
        Gimme a D / Anasasis (Xenophontis) / Mutiny / It’s Hard to Speak Without a Tongue / Smoke ‘Em If Ya Got ‘Em / Romance Is Dead
        Idols and Anchors
        Chronos
        Darker Still
        Bottom Feeder

        Drum Solo
        Crushed
        Wild Eyes