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Shy, Low @ Tank

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• Shy, Low •

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Ropes Inside A Hole Band

Divided

Tank (Bologna) // 20 Ottobre 2022

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]foto di Lucia Adele Nanni

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DIVIDED

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ROPES INSIDE A HOLE BAND

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Tre Domande a: Feexer

Come e quando è nato questo progetto?

Feexer nasce nella sua veste attuale nel 2017, con la pubblicazione di un demo-album chiamato Headed To in cui Manuel (Ciccarelli) ha raccolto 10 tracce, scritte come solista negli anni precedenti e pubblicate grazie al successo di una campagna su una delle principali piattaforme di crowdfunding. Da quel momento Manuel ha stabilito una road map per portare il progetto a un livello superiore, iniziando a studiare produzione musicale e realizzando alcuni demo che hanno catturato l’attenzione di due etichette (una tedesca e una italiana), nonché di un produttore italiano che oggi vive e lavora negli Stati Uniti.
Purtroppo la pandemia e il successivo contrarsi degli investimenti delle label sui nuovi progetti hanno impedito una pubblicazione immediata del primo disco in studio della band. A quel punto è stato chiaro che Feexer avrebbe dovuto muoversi come realtà indipendente, anche dal punto di vista della produzione: una scelta che ha richiesto un ulteriore lavoro di approfondimento in tale ambito – solitamente di competenza di esperti del settore – che sul medio periodo ha però portato enormi vantaggi. A questo occorre aggiungere l’arrivo nella band del batterista Stefano Mazzoli, che aveva calcato i palchi insieme a Manuel quando entrambi militavano nella band Zeroin e che ha permesso di raffinare ulteriormente le scelte artistiche.
Il primo studio-album di Feexer Don’t Bother, in uscita il 4 novembre, è il prodotto di questo recente passato che ha portato oggi la band ad essere una realtà completamente indipendente e con una impostazione artistica molto definita.
In ogni caso Feexer è probabilmente nato negli anni Novanta, quando Manuel ha ricevuto in regalo una chitarra e un amplificatore sgangherato da suo fratello maggiore!

 

Se doveste riassumere la vostra musica con un tre parole, quali scegliereste e perché?

Probabilmente canzone, chitarre e fusioni. 

Canzone, perché la band non fa della ricerca di un determinato sound il suo punto di riferimento. Tanta della musica prodotta oggi si concentra sulla ricerca di un suono ben determinato, con l’obiettivo di distinguere quel progetto da tutti gli altri: i dischi sono a volte un’espressione statica di questa volontà, dove il suono è al centro di tutto e all’interno di un LP si riesce a dar vita soltanto ad alcune sfaccettature. Per Feexer questo non è il punto di riferimento. Manuel e Stefano si concentrano sul riuscire a dare la migliore veste a una determinata canzone, quell’insieme di strofa e ritornello con tutti i suoi ricami. Agire senza schemi predeterminati, senza aver paura di accostare canzoni più aggressive a pezzi più introspettivi o a ballate acustiche. L’importante è che quelle note scritte inizialmente con una chitarra acustica arrivino a esprimersi con tutto il loro potenziale anche nella versione finale del brano.
Chitarre: sono al centro di tutto l’album. L’intreccio di chitarre acustiche e di riff più incisivi di chitarre elettriche sono una chiave sonora senza dubbio predominante, nonostante il ruolo altrettanto fondamentale della parte ritmica e degli inserti elettronici. Durante la produzione si è manifestato una sorta di rispetto reciproco del mondo acustico verso quello elettrico e viceversa. Non si è mai stabilito a priori cosa dovesse essere più in rilievo: quando un riff potente veniva accostato a una chitarra acustica ritmica questa non è mai andata a scontrarsi con la prima, bensì è stata concepita come un supporto per la stessa che andasse nella stessa direzione. Stessa cosa, soprattutto, nel lasciare alle atmosfere acustiche il loro spazio nonostante le numerosissime sovraincisioni elettriche.
Fusioni, perché queste nove canzoni hanno dato l’opportunità di far incontrare spesso le varie anime della band. Dal grunge più sporco alla raffinatezza di un certo alternative rock di matrice britannica, lasciando inoltre la libertà alla vena più elettronica di farla da padrone in diversi passaggi del disco. 

 

C’è un artista in particolare con cui vi piacerebbe collaborare/condividere il palco?

A volte si rimane affascinati da certe parabole artistiche. Sicuramente una delle storie che ci hanno più colpito negli anni è stata quella dei Vex Red, band inglese che all’inizio degli anni Duemila è stata una meteora folgorante, con un disco Start with a Strong and Persistent Desire – prodotto da Ross Robinson – che aveva scalato le classifiche dell’alternative rock sia nel Regno Unito che in Europa. Manuel ricorda ancora il giorno in cui, durante una festa organizzata in un appartamento nel Bolognese, aveva ascoltato il singolo The Closest. È stata la prima e unica volta in cui ha implorato di potersi portare a casa in prestito un disco lasciando una festa dopo pochi minuti. La profondità di quel disco dei Vex Red, le sonorità malinconiche eppure potentissime che trasmette, ha sicuramente segnato la nostra passione per la musica.
Eppure si tratta di una band che, per dissidi con la casa discografica e altre motivazioni personali, non ha più prodotto nulla fino a poco tempo fa, nel 2019 con l’EP Give Me the Dark, che ne ha segnato la reunion e un primo nuovo esperimento musicale.
Ecco, probabilmente scrivere un pezzo con i Vex Red e suonarlo dal vivo con loro esaudirebbe un grande desiderio e chiuderebbe il cerchio con quella fuga improbabile da una festa nel Bolognese. 

…And You Will Know Us by the Trail of Dead @ Locomotiv Club

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…And You Will Know Us by the Trail of Dead

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AVALANCHE PARTY

SAN LEO

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Locomotiv Club (Bologna) // 19 Ottobre 2022

 

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AVALANCHE PARTY

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SAN LEO

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Annalisa @ Estragon

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• Annalisa •

Estragon (Bologna) // 18 Ottobre 2022

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foto di Lucia Adele Nanni

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Tre Domande a: Novadeaf

Ci sono degli artisti in particolare che influenzano il tuo modo di fare musica o a cui ti ispiri?

Mi sono formato con la musica rock e pop inglese e americana degli anni ’70, ’80 e ’90 e ogni band o songwriter che ho amato ha ovviamente lasciato una traccia dentro di me. R.E.M., Nick Drake, Smashing Pumpkins, Joni Mitchell, Depeche Mode sono i primi nomi che mi vengono in mente. Di David Bowie ammiro il mestiere, la lucidità e l’intelligenza con cui ha saputo reinventarsi anno dopo anno, stagione dopo stagione, costruendosi al contempo un percorso artistico coerente e organico. Se poi parliamo di veri e propri modelli artistici trovo che i Radiohead siano stati i Beatles della mia generazione, imprescindibili per chi fa il mio genere di musica. In Rainbows per me è l’album perfetto.

 

Se dovessi scegliere una sola delle tue canzoni per presentarti a chi non ti conosce, quale sarebbe e perché?

Un bel dilemma! Probabilmente opterei per Four, il primo singolo estratto dal mio ultimo album. Direi che è un ottimo compendio della mia attuale idea di musica, ci sono dentro quasi tutti i miei ingredienti preferiti: una melodia ampia e catchy per parlare a quante più orecchie possibile, un tappeto di archi che dona raffinatezza e profondità emotiva, un ritmo moderatamente dance per stimolare anche il corpo insieme allo spirito. Ci sono synth suonati da un computer e c’è un assolo di chitarra suonato da dita umane. Mi piace giocare con i contrasti, dire una cosa e al contempo dire il suo contrario, mescolare elementi diversi e creare dei piccoli mondi. 

 

Qual è la cosa che ami di più del fare musica?

Creare oggetti sonori che sappiano emozionare e coinvolgere, con la speranza che chi ascolta possa riconoscere dentro di essi un pezzo del proprio vissuto, della propria idea del mondo o della propria sensibilità. In una parola, creare bellezza.  

Marlene Kuntz @ Monk

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• Marlene Kuntz •

Monk (Roma) // 16 Ottobre 2022

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto di Simone Asciutti
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Gianluca Grignani @ Fabrique

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• Gianluca Grignani •

Fabrique (Milano) // 16 Ottobre 2022

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto di Oriano Previato
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Marracash @ Unipol Arena

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• Marracash •

Unipol Arena (Bologna) // 15 Ottobre 2022

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Riesco a trovare parcheggio, spengo la macchina, scendo. Mi guardo attorno.

L’Unipol Arena è sempre uno spettacolo. Non è difficile capire chi ci suonerà in concerto stasera: continuano a passarmi accanto ragazzi che indossano maglie e bandane che portano il nome di Marracash.

Inizio a parlare con un sacco di gente. Sono tutti sorridenti, sono tutti felici. Probabilmente stanno per assistere al concerto della loro vita e, sicuramente, stanno per assistere ad un live che aspettavano da un pezzo, posticipato e positicipato. È quasi come se fossero arrivati alla fine di un viaggio la cui meta pareva irraggiungibile. 

Durante le chiacchiere con i ragazzi che aspettavano di entrare ho appreso, di buon cuore, che l’album preferito (quasi) in assoluto degli ascoltatori è, a mani basse, Persona, seguito dall’ultima uscita Noi, Loro, Gli Altri.
Persona è stato, per molti, un disco che ha fatto da trampolino di lancio per la carriera artistica di Marracash. Fra i brani preferiti vincono sicuramente MADAME – L’Anima, che vede la collaborazione di Madame (dal disco Persona) e Dubbi (dall’album Noi, Loro, Gli Altri).
Divagando su altri argomenti, come l’apprezzata vittoria del Premio Tenco, che secondo i fan è finalmente la luce in fondo al tunnel per far apprezzare il rap italiano a livello nazionale, c’è la frase di un ragazzo, che mi ha stretto il cuore: mi guarda, sorride, e riferendosi a Persona mi dice: “Sono album che ti cambiano la vita, dopo l’ascolto ne esci cambiato”. 

Trangugio una birra e finisco la sigaretta in velocità per entrare nell’arena.
“Minchia”, penso, “mi perquisisce di meno la polizia quando mi trova in giro alle tre di notte”.
Respiro, mi siedo, mi guardo attorno. L’atmosfera è statica ma satura di energia. È come se qualcosa stesse per esplodere da un momento all’altro. È tutto pienissimo, le persone affluiscono da tutte le parti, impazienti di ascoltare l’artista. Poco prima che lo spettacolo inizi sento un boato dal pubblico in piedi: applaudono e urlano a una ragazza che sta ballando dalle tribune laterali.
I ragazzi hanno fame di musica. 

Il live inizia da brividi. Si spengono le luci e si accendono i flash dei telefoni. La gente urla: “Marracash!”. Il popolo chiede il suo re: crollano a terra le tende che facevano da sipario e Marra inizia a cantare su una piattaforma a cinque metri da terra.

La scenografia è pazzesca, le immagini che fanno da sfondo a Marracash rispecchiano l’anima di ogni brano che suona. Lo stile è quello del rapper vecchia scuola. Non a caso, Marra è un’istituzione della scena italiana. C’è solo la presenza scenica del rapper che mima i brani e tiene il palco come Lewandowski tiene la palla in campo. Alla terza canzone, però, il fondo del palco si illumina rivelando, da dietro lo schermo, la band che suona dal vivo.
Quando si ferma, tra un pezzo e l’altro, parla col pubblico come se parlasse con i membri della sua famiglia.
È una potenza musicale in brani dallo spessori di QUELLI CHE NON PENSANO – Il cervello e CRAZY LOVE. Riesce a trasportare il pubblico con una naturalezza straordinaria. 

Durante il brano APPARTENGO – Il sangue appare Ambra Angiolini sul palco, cantando il sample della canzone dal vivo.
Marracash esce per qualche minuto, mentre DUBBI viene introdotta da un video nel quale l’artista parla con uno psicologo, per poi tornare sul palco vestito completamente di bianco e interpretare una traccia introspettiva davvero profonda, dimostrandosi tanto bravo su pezzi più movimentati e crudi, quanto in pezzi intimi e malinconici. Il pubblico diventa il suo analista.
Con LAUREA AD HONOREM entra, per collaborare nel ritornello, Calcutta. 

Il live viene interrotto perché sta per scoppiare una rissa ma, una volta calmate le acque, spunta un cartellone: “King aiutami a chiederle la mano”. Marra prosegue e invita la ragazza a dire sì. Tutta l’Unipol Arena ha gli occhi puntati sul ragazzo che ingioiella l’anulare della sua futura moglie. 

L’artista si allontana di nuovo dal palco lasciando spazio a DJ TY1 che fra scratch e mix riesce ad evocare l’atmosfera delle vecchie jam hip hop.

Marracash riprende a cantare su un palchetto rialzato in mezzo all’Arena i vecchi successi di Santeria e degli album precedenti, infuocando il pubblico e trasportandolo, con le canzoni, indietro di quasi una decina d’anni. 

Il concerto prosegue con NOI, LORO, GLI ALTRI SKIT per poi proporre l’assolo di un virtuosissimo sassofonista.
Marra rientra vestito di rosso, concludendo con le canzoni migliori della sua carriera, come Brivido, cantata a cappella. Ha coronato con la musica un’atmosfera che, nel corso del concerto, si è fatta sempre più carica di emozioni. 

Uno dei concerti più belli. Almeno per me. A livello personale. Ma forse anche per loro, anche per gli altri.

 

Setlist

BODY PARTS – I denti
QUALCOSA IN CUI CREDERE – Lo scheletro
Loro
Pagliaccio
Cosplayer
BRAVI A CADERE – I polmoni
Crazy Love
QUELLI CHE NON PENSANO – Il cervello
Gli altri (Giorni stupidi)
Noi / APPARTENGO – Il sangue
Nulla Accade
Dubbi
Laurea ad honorem
G.O.A.T – Il cuore
Neon – Le Ali
Io
POCO DI BUONO – Il fegato
Nemesi
Badabum cha cha
SUPREME
L’ego
A volte esagero
King del rap
Scooteroni
Cashmere
SPORT – I muscoli
Salvador Dalì
NOI, LORO, GLI ALTRI SKIT
TUTTO QUESTO NIENTE – Gli occhi
Niente canzoni d’amore
MADAME – L’anima
Brivido
CRUDELIA – I nervi
64 bars
∞ Love

 

Riccardo Rinaldini

foto di Lucia Adele Nanni

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Lacuna Coil @ Fabrique

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• Lacuna Coil •

Fabrique (Milano) // 15 Ottobre 2022

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto di Oriano Previato
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blink-182: è uscito oggi in digitale il nuovo singolo “EDGING”, in rotazione radiofonica da venerdì 21 ottobre. Anticipa l’attesissimo nuovo album in uscita nel 2023 e da oggi in pre-order!

Per la prima volta dopo quasi dieci anni
torna con la formazione originale

l’iconico trio pop punk da oltre 50 milioni di copie vendute

 

blink-182

È USCITO OGGI IN DIGITALE

IL NUOVO STREPITOSO SINGOLO

“EDGING”

 

in rotazione radiofonica da venerdì 21 ottobre

ANTICIPA L’ATTESISSIMO NUOVO ALBUM

IN USCITA NEL 2023

da oggi disponibile in pre-order

IN CONCERTO

VENERDÌ 6 OTTOBREALL’UNIPOL ARENA DIBOLOGNA

PER L’UNICA DATA ITALIANA

 

È uscito oggi in digitale ed entrerà in rotazione radiofonica da venerdì 21 ottobre EDGING”, il nuovo singolo dei blink-183, l’iconica band californiana tra le più influenti della scena pop punk che torna, dopo quasi un decennio, nella formazione originale composta da Tom DeLonge, Mark Hoppus e Travis Barker.

Il brano anticipa il nuovo attesissimo album del trio californiano, in uscita in digitale nel 2023 e da oggi già disponibile in pre-order.

Nel 2023 la band sarà in tour in tutto il mondo, compresa un’unica data in Italia, venerdì 6 ottobre 2023 all’Unipol Arena di Bologna. Ad aprire il concerto The Story So Far, gruppo pop punkstatunitense.

Dai loro inizi, quasi trent’anni fa, quando hanno iniziato a suonare in un garage di San Diego, i blink-182 hanno venduto oltre cinquanta milioni di album in tutto il mondo, diventando una delle rock band più rappresentative della loro generazione. Secondo il New York Times “Nessuna band punk degli anni ’90 è stata più influente dei blink-182” e anche se la band ha collezionato negli anni diverse certificazioni platino e singoli di successo, non vedono l’ora di far uscire il loro nuovo album. Con Delonge, tornato dopo quasi un decennio, i fan possono aspettarsi quella magia che il trio ha sempre portato sul palco nel corso degli anni. E con il loro nuovo album, i blink-182 sono entusiasti di affrontare insieme il loro futuro.

The 1975 “Being Funny in a Foreign Language” (Dirty Hit, 2022)

Prima che potessi ascoltare l’ultimo album in studio de The 1975, era stato il titolo ad attrarre maggiormente la mia attenzione: Being Funny in a Foreign Language. 

Essere divertente, far ridere in una lingua straniera, è forse la cosa più difficile che si possa fare in una lingua che non è la propria e che magari nemmeno si padroneggia alla perfezione. Richiede delle capacità e delle conoscenze notevoli. Quindi la prima domanda che è sorta nella mia testa ancora prima di ascoltarlo è stata: “cosa ci sarà di così difficile, di così complicato in quest’album?”

E forse la risposta è la sincerità.

La sincerità che serve per dire “ti amo” nella programmatica I’m in Love With You e la stessa sincerità necessaria ad ammettere di aver bisogno di sentirsi dire lo stesso nella ballad All I Need to Hear. Oppure ancora la sincerità nell’autocritica e nel mettersi in discussione, chiedendosi se certe idee sono più una posa che non una posizione, come in Part of the Band. 

Rispetto al loro precedente lavoro, Notes on a Conditional Form – uscito nel 2020 – Being Funny in a Foreign Language sì sperimenta, ma segue comunque un fil rouge comune di indie-pop che strizza un occhio, a volte due, al passato e in particolare alle sonorità degli anni ‘80 (tanto che alcuni passaggi di Wintering mi hanno pericolosamente ricordato Dancing With Myself di Billy Idol). 

Come definito dallo stesso frontman, Matty Healy, l’album rappresenta più un insieme di polaroid che un unico quadro, come se fosse dato da tante immagini separate ma che rimangono comunque coerenti tra loro. Al massimo, in alcune tracce come Happiness e Looking for Somebody (to Love) si può intravedere un po’ l’effetto “meme delle due case colorate” (che potete trovare qui per capire di cosa sto parlando): i testi – che non raccontano storie esattamente felici – sono la casa nera; la parte strumentale, con un tripudio di synth e ballabilità anni 80, la casa colorata. 

Ma soprattutto Being Funny in a Foreign Language è, oltre a un album di tracce-polaroid, un lavoro estremamente personale e in cui i riferimenti alla vita privata della band e di Healy stesso si sprecano. Un disco che cerca disperatamente di essere empatico ma di mantenere comunque allo stesso tempo una vena di sarcasmo. 

Tutte cose, come da titolo, parecchio difficili da fare. 

 

The 1975
Being Funny in a Foreign Language
Dirty Hit

 

Francesca di Salvatore

COHEED AND CAMBRIA e THRICE: in arrivo con i Touché Amoré!

Hellfire Booking Agency presenta:

Thrice, Coheed And Cambria e Touché Amoré
https://thrice.nethttps://www.coheedandcambria.com e https://www.toucheamore.com

Dopo un’attesa fin troppo lunga, è con emozione che Hellfire Booking Agency, in collaborazione con Erocks Production, annuncia i Thrice, Coheed and Cambria e Touché Amoré!

Nati a fine Anni ’90, i Thrice sono indubbiamente uno dei gruppi post-hardcore più importanti dell’intero periodo, in grado di tener testa a leggende quali Glassjaw e Thursday. Con un rapporto istintivo quanto premuroso e travolgente nei confronti della propria forza compositiva, i Thrice attraversano innumerevoli confini fra generi album dopo album, esplorando ogni aspetto musicale e introspettivo con spiglio e dinamismo, senza mai sacrificare la scintilla ‘core che li ha fatti esplodere in primo momento. Dal punk all’hardcore, dall’hard rock all’indie, i Thrice si aggiudicano un posto d’onore nelle Top Five di tutto il mondo con la stessa naturalezza con cui conquistano ogni palcoscenico su cui mettono piede dalla loro formazione, affiancando a più riprese iniziative di beneficienza e organizzazioni no profit.

Cori epocali, testi trascinanti e sound in continuo mutamento: se c’è qualcosa da aspettarsi dai Coheed and Cambria è di non potersi mai aspettar niente di previsto. Con un sound che miscela prog rock, pop, heavy metal e post hardcore, i Coheed and Cambria seguono la visione del vocalist, compositore e chitarrista Claudio Sanchez, la cui visione artistica si estende addirittura all’illustrazione e alla scrittura. Un talento che porterà la band a comporre nove album in studio, di cui ben otto danno vita al concept science-fiction delle «Amory Wars»: un’avventura così travolgente da valere ai Coheed and Cambria innumerevoli posti nella Billboard Top Ten così come nelle classifiche Hard Rock Albums, Top Rock Albums e Alternative Albums. Un’impresa mica da tutti.

Post hardcore e screamo nudo e viscerale sono gli ingredienti essenziali per la miscela straziante e caustica dei Touché Amoré, quintetto corrosivo direttamente da Los Angeles. Radicati nelle influenze di Jawbox e Converge, i Touché Amoré sono un punto di riferimento multi-genere, con i loro testi di sfogo carichi di prosa e esistenzialismo, una discografia a più riprese nelle più importanti classifiche alternative, rock e hard rock, e una reputazione di culto in ogni angolo del pianeta. Brutali, onesti fino a ferire e perennemente alla ricerca di un modo per essere sé stessi malgrado sé stessi, i Touché Amoré sono un vero e proprio conforto sconfortante.

I Thrice, accompagnati da Coheed and Cambria e Touché Amoré, passeranno per un’unica data autunnale il prossimo ottobre, per dar vita a una serata che si prospetta ben più che toccante. Se cercate la catarsi, non potete mancare. Ci vediamo all’Estragon.

 

28 OTTOBRE 2022 | ESTRAGON, BOLOGNA
Via Stalingrado, 83, 40128 Bologna
Evento FB: https://www.facebook.com/events/1586816348361580/
Biglietti: Prevendite e VIP live su Dice a partire dal 27 maggio alle 10:00 https://link.dice.fm/t45cd0e34543
Artists presale: Prevendite live a partire dal 25 maggio alle 10:00

 

Per informazioni:

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