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• Cara Calma •
Piazza del Mercato Nuovo (Prato) // 14 Maggio 2022
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Spesso si dice che nel mondo della musica c’è molta competizione. La frase la senti dire talmente spesso, che alla fine pensi davvero che sia vero. Ma quando quella che credevi una certezza viene meno, non puoi fare altro che essere felice. Questo è quello che è successo durante le semifinali del Firenze Suona Contest che si sono tenute il 13 e il 14 Maggio. Promosso dall’omonima associazione fondata da Elisa Giobbi e Sauro Chellini, il concorso per giovani musicisti fino a 35 anni e aperto a tutti i generi musicali si trova quest’anno alla sua seconda edizione, con una giuria di esperti capitanata da Federico “Ghigo” Renzulli,chitarrista fondatore dei Litfiba.
Alle semifinali sono giunti 12 progetti musicali selezionati tra le oltre 150 proposte iniziali di gruppi e solisti provenienti da tutta la penisola e si è svolta al Caffè Letterario Le Murate della città di Firenze. Nella prima serata ci sono state le performance di Today’s Inmates, Pandem, Draven Band, Irene Buselli, Bernardo Sommani, Le Canzoni Giuste,mentre nella seconda si sono esibiti Ercta Collective, Wisdom Tree, Cristina Cafiero, The Black Armadillos, Libero, Biopsy O Boutique. Il locale ci ha accolti in un abbraccio caldo, quasi familiare, dolce, dove niente faceva prevedere il terremoto sonoro ed emotivo che ci avrebbe scosso più tardi. Sul palco si sono avvicendanti gruppi e solisti pieni di energia e personalità. La musica spaziava dal rock ruvido e oscuro a canzoni che avevano i colori del golfo di Napoli, melodie che fondevano il classico con il moderno, sfumature arabe, testi che parlavano di donne sottili, eppure così forti e spesse. Era come essere proiettati nel vortice stesso del suono, dove le note e le parole si uniscono per mostrarti tutto ciò di cui possono essere capaci attraverso gli strumenti, le voci e l’energia di chi saliva sul palco e dava tutto se stesso per un amore assoluto: quello per la musica.
Una serata a tratti surreale, dove lo spettacolo più bello erano loro, i musicisti: tutti erano lì per vivere quel momento al massimo, ma soprattutto senza l’ombra oscura della rivalità. Questo non vuol dire che non fossero consapevoli della competizione, perché se li guardavi vedevi nel loro sguardo la voglia di vincere, ma senza annientare, e nei volti era chiara la consapevolezza che l’unico prezzo che erano disposti a pagare sarebbe stato quello della propria musica. In questa atmosfera di gara e di passione, chi era in difficoltà si è visto aiutare da chi non aveva mai incontrato prima, musicisti parimenti validi si incoraggiavano a vicenda augurando la vittoria all’altro, ma non per un finto dovere morale, bensì perché credevano in loro stessi e allo stesso tempo negli altri. C’era un senso di comunità e solidarietà che pervadeva anche il pubblico, ridevi e fremevi con loro, ti emozionavi e nel frattempo le performance erano piene di energia e voglia di essere suono, melodia, di esistere nonostante un mondo che sembra andare sempre al contrario. Non era solo un contest, era la dimostrazione che quello che la musica può fare di bello e intenso dovremmo lasciarglielo fare in piena libertà e davvero forse un giorno andrà tutto bene.
Ogni favola, però, ha la sua fine. Ogni semifinale, chi passerà e chi no. Il lavoro della giuria non è stato semplice, data l’alta qualità delle esibizioni, lo vedevi dai loro sguardi. Alla fine di ogni serata sono stati selezionati i finalisti e sul palco dell’Anfiteatro delle Cascine di Firenze il prossimo 12 Giugno saliranno Today’s Inmates, Pandem, Draven Band, Ercta Collective, Libero, Biopsy O Boutique. Tra la gioia per chi diventerà protagonista di un’altra serata di pura musica ed energia e la nostalgia per chi se ne sarebbe andato, riecheggiava nell’aria il ricordo di “Valeriooooo”, il nome di un passato fatto di gioventù e concerti, di voglia di stare insieme e condividere tanta bella musica, la stessa rivissuta per due serate indimenticabili.
Siamo nella sala concerti del Santomato Live, a Pistoia ad aspettare lo spettacolo di Sugar Blue, che prosegue nel suo percorso artistico senza confini.I musicisti stanno aspettando l’arrivo degli spettatori e Blue è seduto, da una parte, a suonare la sua armonica.
Mi avvicino e facciamo due chiacchiere, anche con la moglie, bassista della band, Ilaria Lentieri.
Come mai questo ritorno all’Africa?
“Generalmente quando si parla di Funk, Jazz, Rock’n’Roll, Punk… tutto torna all’Africa. Lì è dove tutto è iniziato, tutto ha avuto origine. Senza musica africana staremmo ancora facendo il Valzer. (ride)
Ed il Valzer è molto bello ma “you can’t groove it, baby!””
Di tutti i personaggi e gli artisti con cui hai collaborato chi ricordi con maggiore emozione?
“Willie Dixon è stato un mentore, un amico un padre. Sono stato davvero onorato di poter suonare con Ray Charles e mi sono divertito molto con Prince ed ho amato fare Rock’n Roll con i Rolling Stones.
Ho avuto tante bellissime opportunità, suonando con i più grandi del Jazz, del Blues e del Funk, come Stan Getz, James Cotton, Junior Wells, Big Walter Horton ed altri…
Sono molto grato di aver suonato con alcuni dei più grandi musicisti del mondo. Sono stato fortunato.”
Ci sarebbero state le stesse opportunità se fosse vissuto adesso?
“Purtroppo no perché molte di queste persone sono morte e nessuno sarà mai come loro. Per fortuna abbiamo registrazioni di questi grandi uomini ma oggi questo tipo di esperienze non sarebbe possibile.
Mi sono trovato nel posto giusto al momento giusto.”
Negli occhi una luce, un mix di malinconia, gratitudine ed entusiasmo.
Sorrisi. Blue è una persona che ama ridere e far ridere, ama far star bene e far sentire a proprio agio.
Alle 22.30 è iniziato il live, con non poca emozione, sia da parte del pubblico che da parte dei musicisti che non si ritrovavano insieme da circa due anni.
Il concerto è iniziato con una ricca dose di energia, con una introduzione strumentale che sembrava volerci gridare: “Hey voi!!! Questo è Blues!!!”.
Sul palco c’erano: Damiano Della Torre piano /organ/ accordion
Ilaria Lantieri Whiting Bass / vocal Sergio Montaleni guitar / vocal CJ Tucker drums (USA) Kalifa Kone Kamalengoni, tama, djembe (Mali) Petit Solo Diabate balafon, djembe (Burkina Faso)
Il pubblico ammutolito ha seguito ogni nota con ammirazione e, a volte, stupore.
Non capita così spesso trovarsi faccia a faccia con la storia, con chi quella famosa storia di cui tutti parliamo l’ha davvero vissuta e scritta, assistendo ad uno show avvolgente con grande reinterpretazione dei classici della tradizione afro-americana e riarrangiamenti di originali composizioni e cavalli di battaglia del repertorio di Blue.
Il secondo pezzo è Red Hot Mama scritto negli anni ’90; un esempio tipico della musica rivoluzionaria di Blue, che ha sviluppato una velocità ed una tecnica uniche, mischiando il Blues al Funk ed al Jazz, un connubio mai sentito prima che, se da una parte lo hanno reso un pioniere, dall’altra lo hanno escluso dal mondo dei puristi del Blues.
Prosegue il live con One More Mile, un pezzo di James Cotton a cui è molto legato, tanto che ha dato il suo nome al figlio a cui James Cotton ha fatto da padrino.
Non poteva mancare il tributo a Muddy Waters con Hoochie Coochie Man e poi di nuovo una dedica al mentore James Cotton, Cotton Tree.
Si arriva alla fine senza nemmeno rendercene conto.
All’arrivo di Miss You il pubblico esplode in un grande applauso; il famoso riff nacque dall’incontro di Blue con gli Stones, che volevano questo nuovo groove di blues misto a funk tipico della Chicago degli anni ’70.
Il concerto termina con Messin’ with the Kid, cavallo di battaglia di Junior Wells.
E così, in circa due ore, ci ritroviamo ad aver attraversato la vita di Blue, con tributi ai suoi mentori, che tanto lo hanno spronato nella ricerca dalla sua personalità (parola d’ordine nella ‘black community’) che ha come risultato un armonicista unico al mondo, fuori dai canoni, moderno, in cui è racchiuso talento e personalità, eclettico e colorato, con sempre tanta gratitudine per la cultura africana.
La Casa del Vento nasce nella provincia di Arezzo negli anni ’90 da un’idea dei cugini Luca e Sauro Lanzi insieme all’amico Francesco “Fry”Moneti, violino anche dei Modena City Ramblers. Inizialmente, il gruppo si esibisce in concerti di musica Irish folk, ma con il passare degli anni le sonorità diventano più rock, e iniziano le collaborazioni con artisti nazionali e internazionali, tra cui Patti Smith, spesso con loro sul palco. La formazione negli anni si è ingrandita ed è oggi composta da Luca Lanzi, voce e corde, Sauro Lanzi, fiati, tastiere e fisarmonica, Massimiliano Gregorio ai bassi, Fabrizio Morganti alla batteria e alle percussioni e Francesco “Fry” Moneti, che cede l’archetto ad Andreas Petermann,per dedicarsi alle corde della chitarra elettrica, del mandolino, del banjo e del bouzouki.Con il nuovo progetto Alle Corde, pubblicato da New Model Label,la Casa del Vento festeggia i trent’anni di carriera fatta di ben tredici pubblicazioni tra album, EP, raccolte live e di impegno sociale per dare voce a chi è spesso relegato ai margini dal destino o dalla società.
Alle Corde è la title track che apre l’album composto da dieci tracce di suggestioni acustiche compenetrate da sonorità rock e richiami etnici, e che ha anticipato l’uscita del progetto stesso con un video girato a Livorno nella palestra Spes Fortitudedi “Lefty” Lenny Bottai. Il brano si ispira al mondo della boxe, uno sport che dà una nuova possibilità a tutti quelli che vogliono prendersela, ma è bene ricordarsi che non si diventa campioni per caso. Non è un destino. È lavoro metodico fatto di sacrificio, privazioni e rinunce. Allenamenti fisici massacranti, sessioni di guanti estenuanti. Il ritmo forte e preciso riproduce il movimento del pugile sul ring, il pre-chorus evoca il conteggio dell’arbitro “one, two, three..”, parole che ti entrano in testa come un mantra mentre la chitarra elettrica incalza e la voce di Luca Lanzi con il featuring di Mike Rivkees dei The Rumjacks ti gridano di risollevarti, perché la vita, come la boxe, è uno sport meraviglioso, travolgente, epico, ma che non fa sconti, non è affatto indulgente. Non distrarti, perché sul ring come nella vita, i colpi arrivano e se vai al tappeto, rialzarti per continuare a lottare o abbandonare tutto dipende solo da te.
Il suono gentile della chitarra acustica è invece protagonista di Il pane e le spine, una ballata che Luca Lanzi dedica alla storia di sua madre bambina al tempo della Seconda Guerra Mondiale. Lanzi trasforma in melodia lo sguardo di una bambina che si muove in una favola dolceamara ambientata in un tempo fatto di fame e paura, dove la sofferenza sembrava non finire mai perché “Per il pane che non hai, quante spine troverai”. Il violino di Petermann crea suggestioni sonore che nella mente evocano immagini di film in bianco e nero con qualche timida traccia di colore, perché in tutto questo dolore c’è la speranza che “la guerra finirà e tornerai a sognare”. In qualche modo la musica ti trascina lì, e vorresti accarezzarla quella bambina, portarla via, come vorresti portare via la piccola Anna Pardini, morta a soli venti giorni, rievocata in Girotondo a Sant’Anna, ispirata alla strage nazi-fascista a Sant’Anna di Stazzema, un piccolo paesino della provincia di Lucca, in Toscana, dove furono uccise 560 persone. In entrambi i brani, la voce di Lanzi è pulita, decisa, esprime il coinvolgimento per ciò che canta ma trasmette anche il senso di ineluttabilità del passato che si fonde con quella grinta di chi vuole essere ascoltato perché tutto ciò non accada più.
La canzone Mare di Mezzo, uscita come singolo nel 2020, è invece più legata all’attualità, perché ispirata all’omonima chitarra creata dal liutaio cortonese Giulio Carlo Vecchini, una bellezza di corde e colori vivi che appartengono alle assi dei legni dei barconi arrivati a Lampedusa, mezzi di fortuna dove si nascondono storie fatte di sfumature cupe. La Casa del Vento ha voluto darle voce raccontando di chi affronta un viaggio rischioso e disperato nel Mediterraneo, di chi ha perso e continua a perdere la vita. Il ritmo della canzone è lento, ma molto deciso, come il frangersi delle onde sulla prua di una barca, mentre la melodia accoglie le parole di un padre che cerca di rassicurare il proprio figlio prima di affrontare un viaggio fatto di immense speranze e altrettanti pericoli, un salto verso l’ignoto dove “Se perdo la tua mano, qualcuno ti troverà”. In quel vago “qualcuno” si racchiudono la paura e l’amarezza di chi ama ma è consapevole che non potrà proteggere per sempre ed è perciò costretto ad affidare ciò che ha di più caro al destino. Note e parole sono colpi allo stomaco, al cuore, alla testa. Fa male, ma proprio per questo il brano è bello, perché ti scuote, ti fa piangere, perché capisci che l’intento della Casa del Vento e di Mare di Mezzo è quello di suscitare riflessioni di umanità verso tutte le persone costrette a lasciare il proprio paese, e ci riescono, eccome se ci riescono.
Alle Corde è un progetto curato dove si riconosce l’esperienza di chi la musica la vive da anni e la unisce all’impegno sociale per un connubio che ha fatto scaturire canzoni a volte dure, ma con la magia della poesia. In un panorama musicale diviso tra progressisti e conservatori, nostalgici e futuristi, nichilisti e decadenti, la Casa del Ventovuole andare avanti stando ben saldi in una posizione chiara, senza possibilità di fraintendimento.Suonano perché la musica è la casa che abitano, ma suonano soprattutto per essere ascoltati, per sconquassare le certezze e risvegliare dal torpore un mondo adagiato nel proprio orticello, anche a costo di diventare scomodi. Quando li ascolti, capisci che da quella posizione non si smuoveranno mai. Se ad altri non piace, saranno loro a farsi un po’ più in là.
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OSPITI: ANNA FERZETTI E FILIPPO SCICCHITANO, GIANMARIA, CHIARA VALERIO
Venerdì 13 maggio in programma una nuova puntata di LUCE SOCIAL CLUB, in onda dalle ore 20.00 su Sky Arte (canali 120 e 400), disponibile on demand e in streaming su NOW e anche in streaming gratis per tutti su https://arte.sky.it/.
Proseguono gli appuntamenti settimanali con il programma di approfondimento culturale condotto da Denise Negri e Federico Chiarini, prodotto da ERMA PICTURES in collaborazione con Sky Arte e Cinecittà, con la regia di Max De Carolis.
La serata si apre con gli attori ANNA FERZETTI e FILIPPO SCICCHITANO, protagonisti di “(Im)perfetti criminali”, il nuovo film Sky Original diretto da Alessio Maria Federici e scritto da Ivano Fachin, Luca Federico, Giovanni Galassi e Tommaso Matano, per Vision Distribution e Cinemaundici.
Il film, in programmazione dal 9 maggio su Sky Cinema e in streaming su NOW, è un’imprevedibile comedy heist-movie che, attraverso un improbabile piano criminale, racconta il valore dell’amicizia e della possibilità del riscatto sociale.
La puntata prosegue con la musica di GIANMARIA, classe 2002, il giovane cantautore vicentino rivelazione di X Factor 2021, dove si è imposto per la profondità dei suoi testi.
GIANMARIA presenta “Fallirò “, il suo EP di debutto, un lavoro discografico che combina una forte influenza del punk e del pop inglese all’R&B americano e alla musica urban francese.
Chiude la serata la scrittrice CHIARA VALERIO con il suo romanzo “Così per sempre”, edito da Einaudi per la collana Supercoralli.
L’autrice narra la lunga storia del Conte Dracula, ambientata tra l’immortale Venezia e l’eterna Roma: vampiri, amore, sangue e metamorfosi attraversano i secoli e affondano le radici alla fine dell’Ottocento, quando Dracula lascia la Transilvania per trasferirsi in Occidente.
Ad arricchire la puntata una clip dedicata alla Mostra ‘Sunshine State’ di Steve McQueen, visitabile fino al 31 luglio presso la Fondazione Pirelli Hangar Bicocca di Milano. La mostra, in collaborazione con Tate Modern di Londra, è un’esperienza immersiva nel linguaggio visivo di uno degli artisti di maggiore rilievo attivi oggi, già vincitore del Turner Prize e del premio Oscar.
Completa la puntata un contenuto su “Alpinist- Sogni in vetta”, documentario diretto da Peter Mortimer e Nick Rosen, distribuito da Nexo Digital e disponibile su Sky Nature dal 10 maggio.
IL PROGRAMMA
Luce Social Club riparte con una terza stagione all’insegna delle novità che vedono un cambio alla conduzione e anche alla location. Saranno, infatti, i nuovi conduttori Denise Negri e Federico Chiarini a dialogare, puntata dopo puntata, con i numerosi ospiti dal mondo del cinema, dell’arte, della musica, della letteratura e del teatro presso gli storici studi del Teatro 1 a Cinecittà.
Grazie alle clip esclusive, alle testimonianze dirette degli ospiti e alle interessanti tematiche oggetto di discussione in ogni puntata, Luce Social Club propone dei contenuti che toccano il panorama culturale a 360 gradi, analizzando e indagando tutte le componenti e le curiosità che gravitano intorno ai processi creativi e ai valori essenziali dell’arte.
Ogni puntata accenderà i riflettori sulle biografie, le passioni, le tecniche, i segreti e le ossessioni che si celano dietro ai personaggi del mondo dello spettacolo, di solito conosciuti unicamente per il loro successo e la sfera artistica. Oltre ai volti, ad essere indagati saranno anche i dettagli, di solito lasciati nell’ombra, che contribuiscono a tratteggiare le pellicole cinematografiche di successo, gli spettacoli teatrali, le canzoni, i quadri e tutte le manifestazioni dell’arte.
Luce Social Club è un programma prodotto da ERMA PICTURES in collaborazione con Sky Arte e Cinecittà, con la regia di Max De Carolis.
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• Bengala Fire •
Piazza del Mercato Nuovo (Prato) // 11 Maggio 2022
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• Manitoba •
Piazza del Mercato Nuovo (Prato) // 11 Maggio 2022
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Quattro appuntamenti estivi con il meglio della musica elettronica mondiale, il modo migliore per prepararsi all’edizione 2022 di Decibel Open Air, in programma sabato 10 e domenica 11 settembre al Parco delle Cascine di Firenze.
Quattro appuntamenti in calendario all’Ultravox, l’Anfiteatro delle Cascine Ernesto De Pascale di Firenze, che iniziano nel pomeriggio in una vera e propria arena da concerti, con relative modalità, e che durante il Decibel Open Air a settembre proporrà live elettronici di alto profilo. Realizzato nel ‘900 in seguito alla dismissione di una cava di rena, l’Anfiteatro delle Cascine costeggia la riva destra dell’Arno ed è stato restaurato tra il 2010 e il 2011, un restauro che ne ha preservato e tutelato il suo profilo storico, culturale e paesaggistico, caratteristiche che lo rendono ideale per concerti e per rassegne come questa proposta da Decibel Open Air e per la serata di mercoledì 1° giugno che vedrà del palco dell’Anfiteatro delle Cascine nientemeno che Fatboy Slim.
Domenica 15 maggio (dalle 15 alle 23) la rassegna di Decibel Open Air comincia con Ilario Alicante, Kevin De Vries e Monofase. Talento precoce se ne esiste uno, Ilario Alicante è stato il più giovane artista di sempre ad esordire al festival Time Warp: rivelatosi nel 2008 alla community mondiale dell’elettronica con il brano “Vacaciones En Chile”, Alicante è entrato prestissimo nell’universo Cocoon di Sven Väth, arrivando a suonare nei migliori club e festival di tutto il mondo e ad aggiudicarsi i DJ Awards di Ibiza come miglior artista techno.
Le date successive vedranno protagonisti Joseph Capriati (sabato 11 giugno), Charlotte de Witte e Enrico Sangiuliano (sabato 25 giugno) e Solomun (sabato 23 luglio). Come Alicante, autentici pesi massimi della console, questa estate protagonisti nei migliori club e festival di tutto il mondo, un circuito d’eccellenza nel quale Decibel Open Air ed i suoi eventi correlati si stanno inserendo sempre più a pieno titolo.
Decibel Open Air presenta Ilario Alicante (domenica 15 maggio), Joseph Capriati (sabato 11 giugno), Charlotte de Witte e Enrico Sangiuliano (sabato 25 giugno) e Solomun (sabato 23 luglio)
Dopo aver suonato o cantato in alcune band locali ho iniziato il mio cosiddetto progetto solista nel 2014 perché stavo cercando un modo per concretizzare la mia visione e le mie idee nel modo più personale e autentico possibile: amo mescolare strumenti antichi e sonorità di varie culture intorno al mondo con le nuove tendenze della musica elettronica odierna; mi sono sempre interessato di musica tradizionale, indigena oppure sacra e ho cercato un modo per integrarla nel mio processo creativo… così con HLFMN mi diverto a guardare in due direzioni apparentemente opposte: il passato ancestrale e sacro dell’antica saggezza e la spinta festosa, divertente e progressista della musica elettronica moderna. Penso che questa filosofia (se così la vogliamo chiamare) rappresenti anche me come persona…
Cosa vorreste far arrivare a chi ti ascolta?
Quello che vorrei avvenisse nell’ascoltatore è un viaggio attraverso il tempo; mi piace l’idea che la mia musica possa risvegliare “memorie ataviche” (magari registrate nel nostro codice genetico) di un tempo in cui il rituale sacro era parte integrante della vita quotidiana, e la musica ne era complemento essenziale.
Se dovessi scegliere una sola delle tue canzoni per presentarti a chi non ti conosce, quale sarebbe e perché?
Sceglierei Hades, la terza traccia del mio nuovo album, perché incarna perfettamente le mie influenze artistiche principali: ci sono intermezzi ritualeggianti con canti sacri e percussioni antiche da una parte, e beat elettronici con bassi enormi dall’altra.
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