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Band of Horses “Things Are Great” (BMG, 2022)

I Band of Horses tornano dopo quasi sei anni con un album in studio, il sesto, dal titolo puntuale e adeso alla meravigliosa realtà in cui siamo immersi: Things Are Great. A difesa della combriccola capitanata da Ben Bridwell bisogna sottolineare il fatto che l’album fosse in realtà pronto prima della pandemia. Ha, durante la sua lunghissima genesi, portato a cambiamenti importanti all’interno del gruppo, con addii illustri e innesti (o promozioni) di due nuovi membri nella line-up.
I nostri hanno anche cambiato sede, muovendosi da Seattle alla Carolina del Sud, ed etichetta, passando a BMG.
La versione primigenia dell’album era, a detta del frontman, troppo distante dalla sua personale idea di cosa debbano essere i Band of Horses, e qui sta la causa della partenza di Tyler Ramsey e Bill Reynolds. Il nuovo lavoro ha dunque virato verso lidi più noti, verso un ritorno alle origini, meno “truccato” a livello di produzione e più semplice nell’approccio, sia musicale sia nel messaggio che porta.

Apriamo una breve parentesi, direi necessaria. Non deve essere semplice essere Ben Bridwell. Al primo singolo del primo EP ti capita una The Funeral e la tua vita cambia per sempre. La tua canzone viene inserita in mille serie tv, da How I Met Your Mother fino alla recentissima Strappare Lungo i Bordi. Pazienza che ai primi tre accordi sai che sta per andarsene qualcuno di fondamentale e che stai per piangere, il fatto è che ti è proprio venuta la classica ciambella col buco, ciliegina e bacio accademico. Da quel momento inizia una lunga serie di variazioni sul tema, di declinazioni a volte pendenti più verso il folk, a volte più pop. Basta che sia riverberato. L’equazione finale risulterebbe, secondo studi recenti, come un neo-folk pop-post-shoegaze.

Parentesi a parte, il modesto pensiero è il seguente: ci sono band capaci di creare un’atmosfera, altre che di un’atmosfera hanno bisogno, altrimenti risultano fuori tempo, cacofoniche con il contesto. I Band of Horses con questo disco tornano a fuoco, nella dimensione a loro più consona, capaci di offrire una perfetta colonna sonora a quei momenti in cui ci starebbe proprio bene una canzone dei Band of Horses.
Spero di aver reso l’idea. 

E Things Are Great suona bene, pulito e snello, nella sua alternanza di brani più pop/soft-rock ad altri più intimi e intimisti. Si spingono fino a tematiche politiche e sociali, come nel pezzo che apre il disco, Warning Signs.
Si omaggiano i The Cure in Crutch, forse il pezzo migliore dell’album, dove la descrizione di una relazione tossica si gioca sull’ambiguo ritornello “I’ve got a crutch on you”. Sullo stesso tema scivola lento e sornione il blues di Hard Times, mentre si cambia registro nei pezzi successivi: in Aftermath si parla di sindrome post-traumatica e la struttura stessa della canzone ricalca l’inquietudine del testo, mentre in Lights, un rock leggero e degno di un’American Pie qualunque, è la cornice di un racconto fatto di adolescenti e forze dell’ordine.
Il finale torna più sentimentale e leggero con You Are Nice to Me e Coalinga, quasi elegiaco, un po’ Mumford un po’ Lumineers. 

Things Are Great è un buon album, che fa tornare i Band of Horses indietro di una decina di anni, cosa ottima e auspicabile, dato il livello del penultimo lavoro, Why Are You OK. Ritroverete tutti gli ingredienti di una ricetta nota e che funziona, dalle chitarre con super-riverbero ai crescendo a volontà, dalla voce iconica di Bridwell a quell’eco di fondo che ogni tanto riemerge, come un tema, come un déjà-vu, come una filigrana che certifica quello che sta uscendo dalle casse.

 

Band of Horses

Things Are Great

BMG

 

Andrea Riscossa

Tre Domande a: ADA

Come vi immaginate il vostro primo concerto live post-pandemia?

Da brividi. Un po’ per questo lungo periodo di secca degli ultimi anni, un po’ per l’emozione di tornare finalmente a suonare davanti alle persone. Ripensando agli anni passati la nostalgia è tanta, contando che l’ultimo concerto che abbiamo fatto è stato nel 2020. Abbiamo tenuto duro e adesso con i nuovi singoli Sacco, Quando non ci sei e Vorrei e l’EP in arrivo esplodiamo dalla voglia di esibirci e mostrare il lavoro fatto. E poi c’è la voglia di girare, sperimentare e fare concerti in città in cui non abbiamo mai suonato prima.

 

Se doveste scegliere una sola delle vostre canzoni per presentarvi a chi non vi conosce, quale sarebbe e perché?

Tra tutte potrebbe essere appunto il nostro ultimo singolo Vorrei. Innanzitutto per il legame che abbiamo col testo, perché parla di noi e di un periodo della nostra vita, delle domande esistenziali che tutti ci siamo posti, della paura del futuro e del tempo che scorre troppo in fretta. Poi perché è un pezzo aggressivo, di carattere, che definisce bene il nostro sound ed è un bel collegamento tra ciò che eravamo e ciò che siamo diventati musicalmente.

 

C’è un evento, un festival in particolare a cui vi piacerebbe partecipare?

Abbiamo una lunga lista di club, festival e arene dove ci piacerebbe suonare, quello indubbiamente. Spingendo con la fantasia saremmo davvero entusiasti se la nostra musica ci portasse ad esibirci al Festival di Glastonbury e vivere la passione musicale inglese, potrebbe essere una di quelle esperienze fuori di testa che ti segna per sempre. Rimanendo in Italia sarebbe fantastico partecipare all’AMA Festival che è a casa nostra. Speriamo di arrivarci presto.

BAY FEST 2022: FUORI IL PROGRAMMA DELLE GIORNATE SINGOLE E IL PRIMO POOL PARTY TARGATO BAY FEST!

Fuori ora il programma delle 4 giornate di BAY FEST 2022!

 

Prima notiziona: si aggiungono alla line-up i NO FUN AT ALL!

 

Seconda freschissima news: quest’anno ci tuffiamo letteralmente dentro Bay Fest con il primo POOL PARTY, il più punk che la riviera romagnola abbia mai visto!

Ma attenzione, perché i posti per partecipare al pool party sono limitatissimi!

 

L’ingresso al POOL PARTY è compreso nel biglietto per l’intero festival 2022 (fino ad esaurimento posti!) o acquistabile singolarmente! Inoltre, per ringraziare tutti coloro che hanno deciso di supportare Bay Fest, mantenendo validi i biglietti per l’intera edizione 2020, l’ingresso al primo POOL PARTY di Bay Fest, è incluso!

 

BAY FEST 2022

11-12-13-14 AGOSTO

BELLARIA IGEA MARINA (RN)

 

11 AGOSTO

MAIN STAGE : BAD RELIGION | FLOGGING MOLLY | THE BOUNCING SOULS | THE FLATLINERS | GET DEAD | OPENER TBA

BEKY BAY – ACOUSTIC BEACH STAGE: STEVE RAWLES | CHASER | DOWNWAY

 

12 AGOSTO

MAIN STAGE: TBA | MILLENCOLIN | SATANIC SURFERS | H2O | THE LAST GANG | OPENER TBA

BEKY BAY – ACOUSTIC BEACH STAGE: TBA

 

13 AGOSTO

MAIN STAGE: THE HIVES | CIRCLE JERKS | NO FUN AT ALL | STRUNG OUT | RAW POWER | OPENER TBA

BEKY BAY – ACOUSTIC BEACH STAGE: YOTAM BEN HORIN | MIKE NOEGRAF

 

14 AGOSTO

POOL PARTY – MAPO CLUB, BELLARIA IGEA MARINA (RN): ANTI-FLAG + DJ SET E SPECIAL GUEST TBA

SAXON e DIAMOND HEAD: una data a Milano!

SAXON e DIAMOND HEAD: una data a Milano!

 

I SAXON, una delle più grandi leggende della musica heavy metal, annunciano il tour mondiale!

La band capitanata da Biff Byford ha da poco pubblicato il nuovo album “Carpe Diem“, l’ennesima prova di grande classe e di uno stato di forma ancora smagliante a oltre quarant’anni dalla fondazione del gruppo.

La tappa italiana del Seize The Day World Tour è prevista per il 10 ottobre 2022 all’Alcatraz di Milano! A rendere assolutamente imperdibile questo evento per i fan del metal classico, ci sarà uno special guest d’eccezione come i grandissimiDIAMOND HEAD, un’altra delle colonne portanti del genere.

Ecco i dettagli della data:

Seize The Day World Tour
SAXON
+ Diamond Head
10 ottobre 2022
Milano – Alcatraz

ORARI:
Apertura cancelli ore 19:00
Inizio concerti ore 20:00

Biglietti disponibili su Ticketone e Vivaticket.

IDLES: nuove date italiane per l’EUROPEAN TOUR 2022

IDLES

Annunciate nuove date italiane

EUROPEAN TOUR 2022

14/07 CARROPONTE – Milano (sostituisce la data inizialmente prevista il 3/03 al Fabrique)
15/07 PARKLIFE FESTIVAL – Padova
16/07 STRANGE DAYS – Roma
17/07 CINZELLA FESTIVAL – Grottaglie (TA)

Biglietti solo su DICE

Milano: https://link.dice.fm/8ZChJPH30nb 
Padova:
 https://link.dice.fm/2mjvOhIhUnb 
Roma: https://link.dice.fm/XRry1DLhUnb 
Grottaglie: https://link.dice.fm/7p84wfRhUnb

RADAR Concerti presenta gli IDLES. La band post-punk inglese ritornerà in Italia per quattro imperdibili date il 14/07 al CARROPONTE di Milano (sostituisce la data inizialmente prevista il 3/03 al Fabrique), il 16/07 agli STRANGE DAYS di Roma e il 17/07 al CINZELLA FESTIVAL a Grottaglie (TA), appuntamenti che si aggiungono alla data del 15/07 al PARKLIFE FESTIVAL di Padova, già annunciata precedentemente. 
Gli IDLES presenteranno così il nuovo album Crawler, uscito il 12 novembre per Partisan Records.

Negli ultimi anni gli IDLES hanno confermato le intenzioni e il successo del debut album BRUTALISM (2017, Balley Records) con il successivo JOY AS AN ACT OF RESISTANCE (2018, Partisan Records) e il relativo tour mondiale. Quella che per The Line Of The Best Fit era già dagli esordi “one of the most exciting British bands right now” è stata capace di andare oltre le aspettative di pubblico e critica, affermandosi come icone dello scenario punk internazionale. A Beatiful Thing: IDLES Live at Le Bataclan, uscito il 6 dicembre 2019, ha poi catturato le vibrazioni e l’atmosfera del loro concerto in un luogo altrettanto iconico: una gemma capace di impreziosire un percorso discografico già illuminante.

Il terzo album Ultra Mono è nato con un feeling da disco hip-hop e dalle stesse viscere musicali dei precedenti, ancora una volta sparate da Talbot contro i problemi della società con la tipica attitudine della working class.
Il 12 novembre 2021 è uscito per Partisan Records il quarto album Crawler, punto di svolta per la band e per il loro sound.

Gli IDLES tornano finalmente in Italia e lo fanno con ben quattro appuntamenti: il 14/07 alCARROPONTE di Milano, il 15/07 al PARKLIFE FESTIVAL di Padova, il 16/07 agli STRANGE DAYSRoma, il 17/07 al CINZELLA FESTIVALa Grottaglie (TA).

Biglietti in vendita su DICE
Milano: https://link.dice.fm/8ZChJPH30nb 
Padova: https://link.dice.fm/2mjvOhIhUnb
Roma: https://link.dice.fm/XRry1DLhUnb
Grottaglie: https://link.dice.fm/7p84wfRhUnb

ABOUT DICE
Nata a Londra nel 2014, DICE ha trasformato il modo in cui i fan scoprono e comprano i biglietti per gli eventi di tutto il mondo. Mentre la mission “get people out more” resta in stand-by, il lancio di DICE TV connette i fan con show in livestream personalizzati ed eventi da remoto.

TIROMANCINO: è online il video del brano “QUESTA TERRA BELLISSIMA”

TIROMANCINO

È online il video del brano
“QUESTA TERRA BELLISSIMA 

L’inedito contenuto nell’ultimo disco
“HO CAMBIATO TANTE CASE” 

È partito il
“HO CAMBIATO TANTE CASE TOUR 2022”

 

 

Milano, 1 marzo 2022. È online su https://youtu.be/joo8fDfSDnY il video del brano inedito “QUESTA TERRA BELLISSIMA” contenuto nell’ultimo disco dei TIROMANCINO “HO CAMBIATO TANTE CASE”, disco pubblicato da Virgin Records/Universal Music Italia lo scorso ottobre e accolto dalla critica con commenti entusiastici.

Se i nostri bambini erediteranno da noi la terra, fa che vivano i loro giorni in un mondo senza guerra;
per gli uomini del domani che avranno il nostro nome, salviamo questa terra bellissima… salviamola insieme “.

Federico Zampaglione racconta così questo brano: Quando nel 2018 nacque questa canzone ed il video (che abbiamo atteso a lungo per far uscire dando spazio a canzoni più romantiche), chi poteva immaginare che oggi sarebbe potuto essere così in linea con i tempi oscuri che stiamo vivendo?
Nel testo si parla infatti di rispetto e salvaguardia dell’ambiente e di pace.
Il tutto prende forma in un contesto dove Cappuccetto Rosso e il lupo, eterni rivali nelle favole, sono uniti in una realtà insidiosa e vengono braccati dalla vera minaccia: l’essere umano”.

Nel frattempo, i Tiromancino sono partiti per il “HO CAMBIATO TANTE CASE TOUR 2022” che li porterà nei principali teatri italiani.
Prodotto da TRIDENT MUSIC, questo giro di concerti sarà l’occasione per la band di Federico Zampaglione di calcare nuovamente i palchi dopo una pausa di oltre 3 anni dal lungo tour sold out che aveva accompagnato l’uscita della raccolta “FINO A QUI”.

Questo il calendario del “HO CAMBIATO TANTE CASE TOUR 2022” (per informazioni e biglietti www.tridentmusic.it).

25 febbraio 2022        SAN BENEDETTO DEL TRONTO (AP)             Palariviera
26 febbraio 2022        SENIGALLIA (AN)                                              Teatro La Fenice
3 marzo 2022             BOLOGNA                                                          Teatro Manzoni
4 marzo 2022             TORINO                                                              Teatro Colosseo
5 marzo 2022             BRESCIA                                                            Gran Teatro Morato
10 marzo 2022           ROMA                                                                 Auditorium della Conciliazione
11 marzo 2022           ASSISI  (PG)                                                       Teatro Lyrick
17 marzo 2022           FIRENZE                                                             Teatro Verdi
18 marzo 2022           MILANO                                                              Teatro Lirico
19 marzo 2022           PADOVA                                                             Gran Teatro Geox
25 marzo 2022           BERGAMO                                                          Teatro Creberg
26 marzo 2022           VARESE                                                              Teatro di Varese
31 marzo 2022           NAPOLI                                                               Teatro Augusteo
1 aprile 2022              BRINDISI                                                             Nuovo Teatro Verdi
2 aprile 2022              COSENZA                                                           Teatro Rendano
10 aprile 2022            GENOVA                                                              Politeama Genovese
11 aprile 2022             LA SPEZIA                                                         Teatro Civico
12 aprile 2022             SAINT VINCENT (AO)                                       Palais Saint Vincent
14 maggio 2022          PARMA                                                              Teatro Regio

RTL 102.5 È LA RADIO PARTNER UFFICIALE DEL TOUR.

 

 

ARTICO – TERRITORIAL PISSING • Nuovo singolo

IL SINGOLO A poco più di un anno dall’uscita del loro ultimo disco.
Uscirne Illesi gli ARTICO pubblicano un nuovo singolo.
Non un brano qualunque, ma la cover di Territorial Pissings dei Nirvana reinterpretata a modo loro.
Musica inquieta, emotiva, incalzante: il sound degli ARTICO è post-hc/noise rock di scuola americana, caratterizzato da una sezione ritmica frenetica e convulsa sulla quale ‘incastrano chitarre
stridenti e affilate, con una voce che canta lucida instabilità e urla stati d’animo.
In questo contesto sonoro gli ARTICO hanno riarrangiato il celebre brano di Cobain e soci, facendo emergere, però un lato più istintivo, grezzo e meno ragionato “È stata una scelta di cuore e di pancia – spiegano gli Artico.
Abbiamo cercato di mantenere il feeling “riot” del brano
contaminandolo con quello che è la nostra urgenza sonora, badando all’impatto del brano più di ogni altra cosa, come tradizione nirvaniana insegna.
Territorial Pissings anticipa il nuovo EP Non Siamo Gli Unici, in uscita il 25 Marzo per Duff Records / Non Ti Seguo Records.
IL VIDEO La disperata ricerca di pace nasconde una rabbia repressa. L’agonia prende forma nell’ombra. L’ombra combatte il rifiuto distaccandosi ancora di più dalla realtà.
Solo lo sguardo di chi si cela dietro l’ombra può raccontarci il suo passato.
Note di regia: “Territorial Pissings” cover dei Nirvana rifatta dagli Artico è un brano molto potente, un forte urlo alla vita da parte di tutti gli sconfitti in cerca di pace. Quindi fin da subito è partita la ricerca di questo urlo.
La fotografia sporca e rumorosa, la scenografia polverosa e spartana cercano di restituire que caos
La direzione che rimanda agli anni 90, come il formato, i colori e le riprese vogliono colpire proprio quel senso di nostalgia.
L’ombra della protagonista in preda alla paranoia cerca di fuggire dalla realtà chiudendosi in questo luogo grottesco, ogni volta facendo azioni ordinarie come tentativo di evasione e di sfogo.
E le poche scene fuori a questo luogo grottesco mettono davanti allo spettatore la realtà, allo squardo della protagonista che racconta cosa la ha portata ad arrivare fino a li, senza mai parlare.

I PUP TORNANO LIVE IN ITALIA! UNICA DATA ITALIANA DEL LORO TOUR EUROPEO 1 NOVEMBRE AL BLOOM DI MEZZAGO(MB)!

I PUP, una delle band più amate degli ultimi anni,tornano live in Italia per un’unica e imperdibile data:appuntamento al Bloom di Mezzago (MB) l’1 novembre 2022.

L’ultimo show della band in Italia è stato un grande successo: il 15 novembre 2019, infatti, hanno registrato un clamoroso sold-out al Circolo Ohibò di Milano, dimostrando di essere una delle realtà più interessanti e apprezzate della nuova scena punk d’oltreoceano. La band canadese torna quindi in tour per presentare il nuovo album “THE UNRAVELING OF PUPTHEBAND” in uscita il 1° aprile per Little Dipper/Rise Records. L’album, anticipato dai singoli Waiting e Robot Writes A Love Song, è stato registrato durante l’estate del 2021 insieme al produttore Peter Katis (Interpol, Kurt Vile, The National). In questo disco la band ha potuto sperimentare l’utilizzo di nuovi strumenti musicali, tra cui pianoforti, synth e fiati. Stefan Babcock, parlando del nuovo disco e delle tematiche affrontate, ha dichiarato che “Puoi sentire la band che inizia a cadere dal precipizio e, per questo, penso che questo disco sia il nostro disco più vero e genuino fino ad oggiNon c’è niente di più PUP di una lenta e inevitabile discesa nell’autodistruzione”.
I PUP sono il punto di incontro perfetto tra il punk rock classico, fatto di gang vocals e riff che si stampano in testa al primo ascolto, e l’interpretazione più moderna di esso con l’inserimento di melodie catchy, creando così un mix di sonorità e stili che li rende unici nel loro genere.

 

🎸 PUP

🗓 1 NOVEMBRE 2022

📍 BLOOM – MEZZAGO (MB)

🎫 Biglietti in vendita su Mailticket a partire dalle ore 10 di venerdì 4 marzo.

 

I PUP sono Stefan Babcock, Nestor Chumak, Zack Mykula e Steve Sladkowski. Formano la band nel 2010 a Toronto, in Canada e da lì in poi parte un viaggio che li porta a registrare 3 album in studio e sold-out in tutto il mondo. Il primo disco della band PUP (2013) viene molto apprezzato da fan del genere e dalla critica ma la vera svolta la trovano con i due album successivi The Dream Is Over (2016) e Morbid Stuff (2019). Quest’ultimo ottiene eccellenti riscontri da parte della critica, tra cui si registrano gli apprezzamenti di PItchfork e NPR. L’album ha vinto il premio JUNO come Alternative Album Of The Year ed è stato candidato al Polaris Music Prize.

Tre Domande a: NEW OCEAN

Come e quando è nato questo progetto? 

Questo progetto è il risultato finale di altri progetti ai quali ho preso parte negli anni, come ad esempio alcune band. Il progetto nasce per dare libero sfogo a tutti gli elementi che mi hanno formato oggi come persona e artista. Amo spaziare tra un genere e l’altro mantenendo comunque un filone unico, amo farmi investire da vibrazioni nuove e da stimoli sempre diversi. Il progetto prende sempre più forma quando insieme a me hanno iniziato a crederci altre persone. Da quando conobbi Gamuel Sori, il mio producer, la mia direzione e forma musicale diventano sempre più precise. Oltre a lui c’è chi si occupa della parte manageriale, chi della parte visiva (foto o video) e altre persone ancora che credono in me. Sono molto grato, mi sento fortunato a condividere questo sogno con altri già in questa fase del progetto.

 

Cosa vorresti far arrivare a chi ti ascolta? 

Quello che voglio trasmettere è esattamente quello che altri artisti prima di me mi hanno ispirato. Voglio dare la possibilità di sognare, di immergersi e viaggiare tramite la mia musica. Mi piacerebbe donare la speranza di vivere i propri sogni tramite il progetto NEW OCEAN.
Per me, come rappresenta il mio nome d’arte, la musica è istinto puro e nasce senza limiti, proprio come le onde dell’oceano. Proprio questo istinto è il fulcro della mia attitudine e della mia scrittura e, tramite le mie canzoni, miro a parlare alle persone, con la speranza si possano riconoscere in essa. 

 

Quanto punti sui social? 

Ho sempre creduto che la musica possa avere un impatto crescente se affiancata a qualcosa di visivo, per questo, assieme al mio team, ci concentriamo molto sulla parte estetica, per far conoscere il nostro immaginario artistico, soprattutto grazie all’ausilio dei social. Non ho ancora grandi numeri, ma passo dopo passo nuovi fan e persone del settore conoscono me e la mia musica, e ne sono davvero felice. Ho e abbiamo voglia di farlo. Lavorare tramite i social ci diverte e ci svaga. È bello vedere messaggi di apprezzamento da parte delle persone che ti seguono. 

Basia Bulat “The Garden” (Secret City Records, 2022)

È cresciuta ascoltando una stazione radio da cui risuonavano vecchi classici. Nella stanza di Etobicoke, un sobborgo di Toronto, Basia Bulat imparava a memoria le canzoni di Sam Cooke, Stevie Nicks, Sandy Denny, Abner Jay, carpendo anche segreti e suggerimenti dalle lezioni di pianoforte e chitarra che la madre dava ai propri studenti. Nel 2005, il suo EP d’esordio – ancora acerbo ma dalla strabiliante personalità – arrivava alle orecchie degli addetti ai lavori della Rough Trade, pronti a spalancare alla giovane promessa le porte dello studio di registrazione Hotel2Tango a Montreal, culla delle opere più famose di Arcade Fire e Silver Mt.Zion.

Dopo innumerevoli paragoni superati con fierezza – il più ingombrante, forse, quello con Joni Mitchell – cinque album accolti con favore dalla critica e palchi internazionali condivisi con artisti del calibro di The National, Nick Cave, St.Vincent, Sufjan Stevens, Beirut, Basia Bulat ha conquistato, a ragione, una posizione autoriale tra le voci più interessanti della sua generazione.

Con l’ultimo album, The Garden, pubblicato per Secret City Records, la cantante raccoglie i brani più amati del suo repertorio, impreziosendoli di una nuova anima orchestrale, già sperimentata grazie alla collaborazione – soprattutto live – con esclusive ensemble da camera e con orchestre complete, tra cui l’Ottawa National Artist Center Orchestra e la Symphony Nova Scotia, per un’esperienza di ascolto che coniuga la sensibilità classica al folk-pop contemporaneo.

Gli arrangiamenti per quartetto d’archi di Owen PallettPaul Frith e Zou Zou Robidoux, uniti al songwriting fluido e sincero di Basia, rimandano, da una parte, a colonne sonore di stampo cinematografico e, dall’altra, a passaggi musicali idillici, quasi bucolici. Dimensione, questa, collegata direttamente al titolo del disco e alla title track, manifesto artistico dell’intero lavoro sia come struttura – nessuna delle tracce, tra apici ritmici e distensioni melodiche, si discosta da uno stile univoco – sia come “collettore” tematico. Con The Garden in qualità di primo singolo estratto, Basia Bulat esprime un’urgenza di evoluzione, seguendo un andamento spontaneo, proprio come quello della natura. 

È lei a scandire la propria necessità di rallentare, in termini personali e professionali, riflettendo sulle tappe fondamentali del suo percorso, sui ricordi, sulle radici. Risulta calzante, infatti, la metafora del giardino: uno spazio privilegiato e protetto dove niente rimane invariato. Piante e fiori nascono, crescono, appassiscono in un ciclo vitale di rigenerazione. Un ciclo che ritorna nel brano omonimo, come dichiarato dall’artista: “Quando ho scritto The Garden [nel 2016], ero in uno stato mentale distorto. È come se mi avesse preso per mano, suggerendomi di mantenere la calma. We won’t look back / And if we don’t we won’t be lost. Mi ha detto di respirare nel presente e guardare verso il futuro”.

La resa, curata da Pallet, vivifica tali processi e si allunga in virtuosismi chiaroscurali di matrice orchestrale, lasciando immaginare delle correnti che trasportano petali, spine, germogli e foglie ormai secche, in un vento magico, di cambiamento verso un’altra stagione di fioritura. E benché il nome di Pallet, di recente, sia stato accostato anche al nome di Taylor Swift, la scelta di registrazione in studio “rinnovata” di Basia non è accostabile a quella della pop star. “Adesso canto queste canzoni in maniera diversa: è un dono del tempo. Nel disco ho avuto anche la possibilità di incanalare alcune influenze derivate dai musicisti che amo”. 

Da Marek Grechuta, con cui Basia Bulat condivide radici polacche, a Björk con la versione per quartetto d’archi di Hyperballad sino a Cat Power per il coraggio nella reinterpretazione delle cover, The Garden è uno scenario di suggestioni sempreverdi, illuminate da una scintilla creativa inequivocabile. Complice anche una sorprendente notizia: l’artista ha scoperto di aspettare una bambina durante le sessioni in studio: “È stata una gioia immensa. Ed una responsabilità nel percepire la sua crescita come qualcosa che sfugge al controllo, lo stesso che avviene con la natura. Lo dobbiamo accettare e, in fondo, si prova una sensazione liberatoria”. 

 

Basia Bulat

The Garden 

Secret City Records

 

Laura Faccenda 

Tre Domande a: Dragoni

Ci sono degli artisti in particolare a cui vi ispirate per i vostri pezzi?

Quando ho scritto la maggior parte delle canzoni presenti nel disco ascoltavo molto Sufjan Stevens, Phoebe Bridgers e Big Thief. Sicuramente sono stato ispirato da loro, anche se poi nell’arrangiare i pezzi è venuto fuori qualcosa di differente.

 

Progetti futuri? 

Prima dell’estate vorremmo pubblicare una delle canzoni presenti nel disco, Propaganda, insieme a una serie di remix a cura di Lorenzo BITW e di alcuni producer che ruotano attorno all’etichetta Big Lakes Records. Dragoni è un progetto solista, ma credo che la musica migliore nasca da esperienze comunitarie e con una release più corale vorrei restituire questa esperienza di comunità.

 

Se doveste scegliere una sola delle vostre canzoni per presentarvi a chi non vi conosce, quale sarebbe e perché?

Incagli: c’è un synth anni Ottanta a un certo punto che mi dà soddisfazione.

Tre Domande a: mt/solo

Come e quando è nato questo progetto?

mt/solo è nato da una casa in disordine. La casa è la nostra sala prove, uno studio improvvisato nella campagna fuori Firenze, il luogo dove abbiamo iniziato a suonare, a scrivere canzoni e registrarle.
Il disordine è ciò che restava della nostra band precedente giunta al capolinea: strumenti, microfoni, amplificatori, ma anche fotografie, pagine scritte e hard disk con registrazioni e idee mai portate a termine.
Fare ordine ci ha fatto scoprire mt/solo, abbiamo raccolto quelle idee che non eravamo stati capaci di capire, le abbiamo trasformate e provate fino a che non ce le sentivamo bene addosso e ne abbiamo fatto delle canzoni.
mt/solo è stato una scoperta che abbiamo fatto sul finire del 2018, ma in realtà stava crescendo nel disordine da molto prima e aspettava che anche noi crescessimo per venir fuori.

 

Cosa vorreste far arrivare a chi vi ascolta?

Tutti i brani del disco in uscita sono pagine di una sorta di diario emotivo, dove le storie sono patchwork di esperienze vissute che si mischiano all’ambiente che le circonda.
Abbiamo raccontato queste storie di desideri, fallimenti, amori pericolosi e fugaci soddisfazioni come fossero delle favole.
Nascondendole in delle istantanee di personaggi e situazioni surreali, le abbiamo staccate dall’esperienza strettamente personale per farle diventare simbolo di quel particolare stato emotivo.
Non ci interessa la morale, ci interessa trasmettere la forza del sentimento per avere indietro una reazione ad di là del giusto, dello sbagliato e del socialmente accettabile.
Per vedere come va il mondo anziché dire come dovrebbe andare.

 

Come vi immaginate il vostro primo concerto live post-pandemia?

Abbiamo sempre pensato che mt/solo appartenesse più al palco che non allo studio, quindi questa domanda ci sta molto a cuore.
Ce lo immaginiamo emozionante come un nuovo inizio, adrenalinico e liberatorio al contempo. Onestamente non vediamo l’ora di recuperare questo aspetto della musica, di scambio vivo, organico, da bocca ad orecchio senza intermediari, anche di sbagliare se vuoi, ma mettersi in gioco in una situazione dove quello che succede esiste solamente in quel momento ed in quel tempo.
In ultimo di scoprire un pubblico nuovo da molto a digiuno di musica dal vivo, sicuramente più desideroso che mai di rendersi partecipe.