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Fotografie Segnanti: le passioni, la satira, la musica

A pochi giorni della proclamazione dei Macchianera Awards, noi di Vez abbiamo avuto l’onore di poter intervistare uno degli ideatori della pagina: Jaques Ecravatte.

Assieme a lui cercheremo di entrare nel mondo di Fotografie Segnanti, una delle pagine più seguite di Facebook.

Non solo social network nella sua vita però, ma anche musica, cani e tanto altro ancora.

 

Ciao Cristian benvenuto su Vez Magazine. Ti posso Chiamare Cristian o Jacques?

Ciao puoi chiamarmi tranquillamente Jacques, ormai è un’istituzione questo Nick.

 

Ci puoi brevemente dire in che cosa consiste Fotografie Segnanti e perché è nata la pagina Facebook?

Una fotografia segnante è una decontestualizzazione di una foto attraverso una didascalia che nulla ha a che vedere con la foto stessa ma il risultato finale è assolutamente credibile anche se totalmente falso.

L’idea è nata da Fabrizio (creatore di Commenti Memorabili) prendendo spunto da Le fotografie che hanno fatto la storia ma come dicevo sopra, decontestualizzando il tutto.

 

Quante persone si occupano di questo progetto e quanto vi impegna durante l’arco della giornata? 

Dietro la pagina siamo in due più altri tre validi admin che seguono il gruppo Facebook. Riguardo al tempo, diciamo che gran parte della giornata è dedicata alla pagina stessa.

 

I social vi hanno reso popolari, ma allo stesso tempo vi rendono la vita difficile per colpa dei personaggi pubblici che vi bannano . Secondo te perché non è possibile avere una satira come in passato?

Beh, non sono i personaggi pubblici che ci segnalano, però a volte qualcuno non apprezza e ce lo fa sapere. Credo che il discorso satira sia da valutare bene. Ad oggi è molto facile indignarsi nonostante venga fatta bene, soprattutto per l’età media dell’utenza social che non la capisce.

Molte volte le vostre immagini sono veramente forti, soprattutto quando si tratta di morti o disastri. In questi casi secondo me l’ironia dovrebbe fare un passo indietro per rispetto delle per le persone che non ci sono più.

 

Come mai avete questa linea di satira un pochino macabra?

Noi tendiamo sempre ad andare a toccare le reazioni degli utenti, ma parlare di satira macabra mi sembra troppo perché non è quella che facciamo.

Le combo possono risultare forti ma sono per la maggior parte sono omaggi (vedi Astori, Frizzi) o di denuncia (ponte Morandi).

 

Adesso passiamo alle cose importanti che uniscono soprattutto le tue passioni alle nostre. Ci puoi dire il tuo genere musicale preferito? Indicaci Le cinque canzoni che non possono mancare nella tua playlist.

Beh il mio genere preferito è sicuramente il grunge con i Pearl Jam su tutti, anche se ascolto molti altri generi. Le canzoni immancabili in playlist sono a centinaia e non in ordine stabilito quindi dirò cinque delle mie preferite:

State of Love and Trust – Pearl Jam

Black – Pearl Jam

Canzone – Vasco rossi

Bigmouth Strikes Again – Smiths

Eternamente nell’Illusione di te – Moltheni

 

Quando fare satira sugli artisti com’è la loro reazione?

Sicuramente interessante, ci ridono sopra e molti intervengono. Qualcuno si è anche offeso, ma son cose che lasciano il tempo che trovano. Siamo una pagina satirica.

 

Io recentemente ho paragonato un artista a Herbert Ballerina (ndr) e quasi quasi mi voleva denunciare per averlo insultato. Abbiamo forse perso il senso dello humor?

Forse certi personaggi si prendono troppo sul serio andando a snaturare il vero senso della parola. Ridiamoci su.

 

Oltre alla musica quali sono le tue passioni?

Beh il calcio, il web e i Bull Terrier.

 

In poche parole spiegaci cosa vuol dire per voi il Macchianera Awards e del perchè le persone dovrebbero votare proprio voi?

Macchianera per noi significa consacrazione di tutto il lavoro fatto in questo anno e mezzo, il tempo tolto alle nostre famiglie, il sacrificio e impegno nel portare avanti il progetto e poi la consacrazione definitiva come realtà del web anche se ormai siamo un’istituzione. Però per concludere, sarebbe lo step mancante a questa avventura, e per quello detto sopra, chiediamo di votarci per capire che abbiamo fatto un ottimo lavoro.

 

Ultima domanda dicci una cosa da “vez” che hai fatto nella tua vita. 

Credo che essere una realtà consolidata del web si possa definire vez. Parlo ovviamente a nome dei miei colleghi.

 

Carlo Vergani

Frank Turner

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Frank Turner •

+
| Pup | Xylaroo |

Zona Roveri – Bologna // 03 Novembre 2018

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Aprono la serata le Inglesi Xylaroo.
La dolcezza e la delicatezza delle sorelle Holly e Coco Hunt rapisce le prime persone presenti.
In scaletta anche la cover di Under the Bridge dei RHCP, ovviamente nel loro stile.
Belle e brave.

Ora capiamo perché molte delle persone sono già presenti dall’apertura dei cancelli, sono qui per loro, i PUP!
Molti se li ricorderanno di spalla ai Mezingers anno scorso sempre a Bologna.
Il quartetto di Toronto fa subito caricare tutti. Potenza e freschezza per questo quartetto canadese che non le manda a dire.
Eseguono brani tratti dai loro due album, il piu recente The Dream Is Over e l’omonimo PUP.
Elettrici.

22:00 puntuale sale sul palco Frank Turner.
Questo ragazzo è come un virus letale, il suo Folk Rock ti entra nelle vene e non ti mollla più, e ti fa saltare dall’inizio alla fine!
Jump, jump, jump, jump!
Ventiquattro canzoni per circa un ora e tre quarti di live.
La gente balla, poga, canta e ride.
Tra tutte le canzoni, sicuramente 1933, Recovery, Losing Days, e la bellissima Four Simple Words, sulla quale si lancia in un crowd surfing e concede un balllo ad una fan nel pubblico, sono gli episodi che preferisco.
Gran concerto e grandissimo artista, che spero di rivedere live molto presto!
Devastante.

 

SETLIST:

Be More Kind

1933

Get Better

Recovery

Little Changes

The Next Storm

Losing Days

Blackout

Glorious You

Eulogy
(Italian version)

Frank acoustic solo
Long Live the Queen

The Way I Tend to Be

How it Began
(second time live)

Live Fast Die Old

Full Band
Try This at Home

Photosynthesis

Encore:
Don’t Worry

I Still Believe

Four Simple Words

Polaroid Picture

Grazie come sempre a Hellfire Booking Agency.

 

Testo e Foto: Luca Ortolani[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9107,9112,9129,9109,9121,9111,9131,9108,9130,9110,9114,9124,9122,9115,9118,9116,9117,9127,9119,9113,9123,9125,9126,9128,9120″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

PUP

 

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9136,9137,9139,9134,9144,9133,9146,9135,9142,9141,9138,9145,9140,9147,9132,9143″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Xylaroo

 

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9149,9156,9154,9158,9152,9157,9148,9150,9151,9159,9155,9153″][/vc_column][/vc_row]

Dalla Parte degli ultimi per sentirmi primo

C’è un ragazzo nato nel 1996, di nome Niccolò, in arte Ultimo, che scrive canzoni.

Mi lego alle sue parole sin dal suo esordio. Nasce una sorta di chimica tra il mio mondo ed il suo. Un mondo fatto di parole, un mondo di sognatori cronici che credono, appunto, nei propri Sogni appesi.

E così le parole di questo giovane ragazzo diventano mie, poiché ogni testo potrebbe essere un capitolo di un mio libro. Come se potessi finalmente posare la penna o magari lasciare a qualcuno il compito di scrivere per me e di me.

Perché è questo che fa: descrive perfettamente le mie sensazioni. Mi tocca l’anima. Lui canta e io mi perdo in quelle frasi.

Un ragazzo fuori dagli schemi in questi anni così poveri di cuore, di una sensibilità che tocca corde troppo profonde per non rimanerne folgorati.

Un ragazzo umile che ringrazia il proprio pubblico in continuazione, ora come tempo fa, quando in totale erano dieci o venti persone al massimo. Ma non ieri.

Ieri a Roseto degli Abruzzi presso il Pala Maggetti c’è stato il suo primo concerto in un Palazzetto (sono 227 chilometri da Rimini, ma sono dettagli. Tanto ormai conosco a memoria tutte le aree di servizio della A14).

Previste inoltre altre due tappe, entrambe sold out, a Roma e a Milano che fungono da anticipo a quello che sarà poi il tour del 2019. Tour che prenderà il nome del suo prossimo album Tutta colpa delle favole.

Comunque ci siamo, è il 30 ottobre e mi metto in macchina, attivo la modalità me, myself and I e mi sparo due ore di viaggio, per un concerto che aspettavo da mesi.

Fazzolettini in borsa (con me non ne ho mai) pronti per l’occasione unica. Io e la mia consapevolezza, due best friend come sempre.

Arrivo un quarto d’ora prima e parcheggio nell’unico posto libero che riesco a trovare, uno con una cicogna disegnata a terra. Ne deduco non sia per me, ma procedo ugualmente.

Ci siamo. Ci sono. Sono da sola solamente in apparenza.

C’è un’atmosfera difficile da spiegare, perché spiegare la magia credo sia impossibile e quindi non resta che viverla, perché l’unica cosa possibile con la magia è una: respirarla.

Inizia il mio centosessantesimo concerto in trentun anni di vita. So tutte le canzoni a memoria e oggi ho poca voce.

Quasi tre ore di musica, tre ore intense, come ogni singola parola venuta fuori da quel microfono. Una scaletta ricca di tutti i suoi successi fatti di paure, sogni, speranze e amore.

Da Il ballo delle incertezze a Ti dedico il silenzio e ad una delle mie preferita Stasera. Cazzo quanto amore c’era! E quanto ne trasmette!

Ultimo non è solo un cantante e i suoi concerti non sono solo concerti. Le sue canzoni hanno un’anima come tutte le persone presenti.

Anime rare, probabilmente, che hanno il coraggio di credere in cose impossibili e nei sentimenti come base della propria vita. Disgraziati come me, insomma.

Tanta emozione da parte mia, e anche lacrime, perché di fronte a canzoni come L’eleganza delle stelle, Farfalla bianca o Cascare nei tuoi occhi la commozione è inevitabile.

I suoi testi sono poesie che non si limitano a parlare d’amore, perché Ultimo con le parole, l’amore lo fa. Lo crea. Lo scolpisce. Lo infligge. Tipo lezioni che non puoi dimenticare.

Quando si siede al pianoforte, si spegne il mondo e si accende solo lui. E nasce la magia nella magia.

Pieno di vita, ecco come definirei Niccolò, che ha cantato ma anche lasciato e lanciato messaggi di speranza su quanto a volte sia fondamentale lottare con le unghie e con i denti per ottenere ciò che si desidera.

E su come la felicità costi anche dei sacrifici ma che non è giusto mollare solo per la paura di farli.

Ne è valsa la pena tornare a casa a notte fonda, non solo per quello che mi ha lasciato dentro e addosso, ma soprattutto perché mentre tornavo a casa ho visto anche una stella cadente.

E forse era quella La stella più fragile dell’universo e ho espresso un desiderio.

Non venitemi a dire che la meraviglia non esiste.

Io la vedo ovunque.

Claudia Venuti

Bullet For My Valentine

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Bullet For My Valentine •

+
| Of Mice & Men |

| Nothing More | Shvpes |

 

Estragon – Bologna // 31 Ottobre 2018

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]31 Ottobre 2018

È la sera di Halloween, ed è la sera dei Bullet For My Valentine. Tocca ai giovani Shvpes inaugurare questa serata, l’energia e la potenza sprigionata da Griffin Dickinson scalda fin da subito il pubblico dell’Estragon!

Purtroppo dopo poco più di 5 canzoni lasciano il palco agli americani Nothing More.

I Nothing More sono un gruppo pazzesco! Il quartetto di San Antonio capitanato da Jonny Hawkins conquista tutti i presenti con il suo rock alternativo condito con urli, sintetizzatori e tanta melodia.

Sul finale Jonny suona e cavalca quella che prima era una batteria e che ora portandolo a due metri da terra, assomiglia più ad un Transformers. Guardare le foto per credere!

Non facciamo in tempo a riprenderci che salgono sul palco gli Of Mice & Men!

La band a seguito all’incredibile successo di Defy, pubblicato a Gennaio, ha annunciato da poco di essersi messa nuovamente al lavoro su materiale inedito e pronta a rientrare in studio di registrazione.

Ho da sempre un debole per questa band ed Aaron Pauley e soci questa sera non mi hanno deluso! Partono alla grande con Defy tratta dall’omonimo album, e con Unbreakable e Bones Exposed a mio avviso gli episodi migliori.

Alle 20:50 finalmente loro, i Bullet For My Valentine, il gruppo inglese che non penso abbia bisogno di molte presentazioni. Coreografia essenziale che lascia il posto a fantastici giochi di luci e led.

Ammetto di avere tutti gli album di questa band, purtroppo però ascoltarli dalle casse dello stereo è tutto un altro paio di maniche. Ma anche se ho visto gruppi migliori tecnicamente, i BFMV riescono comunque a farsi amare dal pubblico dell’Estragon, grazie anche a Jamie Mathias che con il suo screamo va sicuramente a tirare su la performance di tutta la band.

Matthew Tuck e compagni non si risparmiano per la folla accorsa a Bologna ed eseguono tutti i brani più famosi della loro discografia, passando da 4 words a Scream aim fire, Suffocating Under Words of Sorrow e la bellissima Tears don’t fall accontentando ovviamente i fan di vecchia data.

Aspettavo da qualche anno di vederli live, e questa sera sono stato accontentato.

Sicuramente non saranno eccelsi dal vivo ma sono comunque i BFMV e va bene così!

 

 

Grazie a Vertigo.

 

Testo e Foto: Luca Ortolani[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9060,9066,9071,9061,9070,9056,9055,9054,9063,9050,9064,9052,9068,9073,9059,9065,9067,9057,9058,9062,9069″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

 

Of Mice & Men

 

 

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9031,9032,9046,9045,9033,9042,9036,9048,9035,9034,9049,9037,9047,9040,9043,9038,9039,9041,9044″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

 

Nothing More

 

 

 

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Shvpes

 

 

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9004,9009,8999,9000,9010,9007,9002,9011,9008,9005,9001,9003,9006″][/vc_column][/vc_row]

Lacuna Coil

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Lacuna Coil •

+ What a Funk

Lucca Comics & Games // 31 Ottobre 2018

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Dopo una giornata trascorsa all’interno delle mura di Lucca tra padiglioni e stand, tra fumetti e giochi da tavolo, tra jedi e supereroi, tra principesse Disney e zombie, quando arriva sera il primo pensiero di chiunque sarebbe andare a letto.

Ma il 31 ottobre è la notte di Halloween e al Lucca Comics & Games sanno come festeggiarla.

L’accesso al baluardo S. Donato è consentito soltanto a chi è riuscito a ritirare il coupon dal mattino, ma saranno tante le persone che si accontenteranno di esserci da fuori le transenne.

La notte di Halloween, dicevamo, e quale migliore band made in Italy (tema di quest’anno della manifestazione) avrebbe potuto suonare in questo contesto?

Con calma arriveremo a rispondere a questa domanda, ma prima c’è spazio per i tarantolatissimi e fluorescenti What a Funk, che nel poco tempo a disposizione scaricano tutta la loro energia sul pubblico, e vi assicuro che è tanta.

Ma è la notte di Halloween e tutti stanno aspettando loro: i Lacuna Coil.

I ragazzi del gruppo sono da sempre legati alla manifestazione a cui hanno partecipato molto spesso come visitatori, soprattutto Cristina e Maki, che per l’occasione ha disegnato una maglietta speciale.

Li avevamo lasciati poco meno di due mesi fa, a Reggio Emilia, a conclusione del loro tour estivo e li ritroviamo a Lucca per la prima data del tour autunnale che li porterà in giro per l’Europa.

Salgono sul palco sulle note di Our Truth con una scenografia di croci led e qualche piccola variazione in scaletta.

Scendono dal palco sulle note della Marcia Imperiale e la 501st Italica Garrison (gruppo ufficiale cosplay di Star Wars) che nomina Cristina e Maki membri onorari.

Il primo concerto della band al Lucca Comics non si scorderà tanto facilmente.

Il pubblico è stato entusiasta di poter apprezzare un gruppo del loro spessore e così legato al mondo che si crea nei giorni della fiera.

Adesso, se si riesce a prender sonno dopo l’energia ricevuta dai Lacuna Coil, si può andare a letto e prepararsi per un’altra giornata tra padiglioni e stand, tra fumetti e giochi da tavolo, tra jedi e supereroi, tra principesse Disney e zombie.

Grazie all’organizzazione del Lucca Comics & Games e un grazie particolare a Riccardo Bondielli.

 

Testo e Foto: Mirko Fava[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9083,9077,9078,9079,9076,9080,9081,9082,9084,9085,9086,9087,9088,9089,9091,9092,9093,9094,9095,9096″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

What A Funk

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9104,9103,9102,9101,9099,9100,9098,9097″][/vc_column][/vc_row]

Slaves

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Slaves •

+ Submeet

Zona Roveri – Bologna // 27 Ottobre 2018

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Sono gli italianissimi Submeet a rompere il silenzio dell’arena rock di Zona Roveri a Bologna, attaccando con il basso del cantante Andrea Zanini.

Distorsioni come tuoni, effetti a non finire, voce straziata ed ecco che i fan degli Slaves, arrivati prestissimo, apprezzano questo gruppo che infatti ci rivela virtuosismo ed energia.

Questo trio gaze punk è solo all’inizio, dopo aver pubblicato solo l’anno scorso il suo primo EP con titolo SUBMEET, ma sul palco sembrano già vivere nel loro ambiente naturale. L’avventura per loro è appena cominciata.

Mi sono ascoltata tutti i brani degli Slaves salendo in macchina fino a Zona Roveri, ma onestamente, la performance che mi si è parata davanti è stata molto più di quello che mi aspettavo.

Soprattutto perché Are you satisfied, il primo album (2015), ascoltato su cd, tendeva pericolosamente al commerciale.

E invece guardateli: questo british duo, poco più che ventenni non temono confronto con i più affermati gruppo punk.

L’attacco è con Sockets (2015): il batterista canta in piedi… Come in piedi?… Sì, in piedi, picchiando sulla pelle dei tamburi prendendo la rincorsa da lontano.

Pensavo che ormai le note del punk fossero già state suonate tutte e invece mi sbagliavo.

Ripetitivi? Mai. Scontati? Assolutamente no. Incazzati neri, semmai!

Il terzo brano, Magnolia è uno dei più attesi dai fan, che lo ascoltano forse live per la prima volta, visto che è estratto dall’ultimo album Acts of fear and love (2018).

Il pubblico vuole loro e loro vogliono il pubblico.

Scendono dal palco.

Laurie Vincent, il chitarrista, fa qualsiasi acrobazia per avvicinarsi ai fan: con un piede sulla cassa e uno sulla transenna si mette in posa davanti a noi.

Isaac Holman, cantante e batterista, col microfono in mano scende in mezzo al pubblico e sembra avere voce ed energia inesauribili.

Vi dico la mia. Questi due ragazzetti sanno come fare show, come fare musica e anche come fare affari, visto che sono già sotto contratto con una della major discografiche più importanti al mondo.

E via si continua con Cheer Up LondonCut and run e la ritmatissima Chokehold, tutti pezzi nudi e crudi, tanto nel sound quanto nei testi.

Isaac fra un brano e l’altro si ferma, invita un fan sul palco a muoversi con loro e continua ad urlare i suoi testi con tutto il fiato che ha.

Non è teatro: è finalmente quello che il pubblico vuole, un ritorno alle origini, un concerto senza barriere, che si possa vivere, autentico dall’inizio alla fine. E non è una trovata pubblicitaria, loro sono proprio così.

E grazie a Dio che ancora ne esistono di punkers, brutti, sporchi, cattivi e incazzati come loro.

Amen.

Hasta il punk. Siempre.

 

Setlist Slaves:

SOCKETS
BUGS
MAGNOLIA
FUCK THE HI-HAT
LIVE LIKE AN ANIMAL
CHEER UP LONDON
T L T W T H
CUT & RUN
DEBBIE
CHOKEHOLD
PHOTO OP
S C B T
BEAUTY QUEST
THE HUNTER

 

Grazie come sempre a Hellfire Booking Agency.

 

Testo e Foto: Valentina Bellini[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”8949,8957,8960,8971,8959,8976,8961,8977,8950,8966,8963,8951,8962,8953,8965,8968,8952,8974,8970,8973,8967,8958,8954,8975,8955,8956,8972,8964,8969″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

 

Submeet

 

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”8985,8978,8980,8981,8984,8979,8986,8982,8983″][/vc_column][/vc_row]

Banana Joe e il loro Supervintage

Aprite il calendario del cellulare o, se siete dei nostalgici come la sottoscritta, tirate fuori l’agenda e segnate come data da ricordare il 26 ottobre.

Questo perché uscirà Supervintage, il cd d’esordio dei Banana Joe.

La band, che prende il nome dal celebre film di Bud Spencer, è composta da tre ragazzi di Genova che, nonostante la giovane età, si sono fatti conoscere suonando al fianco di artisti del calibro di Omar Pedrini e i Punkreas.

Supervintage è un album variegato in cui si intrecciano diverse tonalità appartenenti a generi apparentemente incompatibili ma che vanno a creare un mix sorprendente.

Come si può evincere dal titolo dell’album il cardine che lega insieme le canzoni sono le atmosfere vintage, in particolare quelle un po’ psichedeliche degli anni ’60.

Il tutto però è condito da toni rock e grunge, tipici degli anni ’90, che uniti insieme vanno a creare una sorta di vintage-moderno, se mi passate l’ossimoro.

Otto brani da ascoltare tutti d’un fiato per immergersi in un’atmosfera un po’ d’altri tempi ma anche estremamente attuale perché va a toccare tematiche e situazioni in cui ci siamo ritrovati tutti.

Come succede in Neve, una metafora della vita in cui si riflette su come, con il passare del tempo, cambiamo il modo di percepire le cose.

E quindi la neve che da bambini era una cosa quasi magica con l’arrivo dell’età adulta non è null’altro che una scocciatura.

Abbiamo l’immancabile  canzone d’amore, Polvere, che forse proprio per la semplicità e la linearità del testo ti rimane in testa e ti ritrovi a canticchiare il ritornello.

Per il loro cd d’esordio i Banana Joe hanno provato a mischiare sonorità distorte a groove dal sapore vintage e il risultato è tutto da ascoltare.

Un pugno di canzoni che lasciano il segno, come un cazzotto di Bud Spencer.

 

Laura Losi

Ma quanto è puttana questa felicità?

Se ieri sera avessi avuto modo di fermare un attimo Tommaso Paradiso (nella sua totale illegalità estetica, tra l’altro) avrei preteso una risposta chiara e tonda a una mia domanda.

Poiché uno dei miei motti è: la vita è una puttana poi arriva lui e sostituisce la parola “vita” con “felicità” e mi rendo conto che la felicità è puttana davvero, ma davvero tanto. Una felicità “che dura un minuto ma che botta ci da”.

Ieri sono arrivata all’Unipol Arena di Bologna, per la terza tappa del tour dei TheGiornalisti, band che ormai non ha bisogno di grandi presentazioni, perché nel giro di pochi anni è riuscita benissimo a presentarsi e farsi spazio da sola nel panorama della musica italiana.

Sono arrivata a Bologna con la mia compagna di avventure e disavventure, nonché direttrice di questo magazine: Sara Alice Ceccarelli.

Il LOVE tour ha registrato sold out in ogni palazzetto possibile, con l’aggiunta di un secondo giro di date, perché per questo primo giro i biglietti sono andati letteralmente a ruba.

Tutto esaurito, un po’ come me e come i parcheggi intorno all’Unipol Arena (ndr).

Amo la parola LOVE, anche se ieri, appunto, il titolo della mia giornata non era proprio questo, ma la musica aiuta in ogni circostanza.

Alla musica non rinuncerei mai, neanche in una di quelle giornate talmente storte nelle quali la parola LOVE vorresti tipo eliminarla dal vocabolario.

Ma bando alle ciance e si va.

Inizio live previsto per le 21:00 e dalla tribuna est è tutta un’altra storia.

Dopo il classico quarto d’ora accademico inizia lo spettacolo, con un pubblico in delirio e una partecipazione continua, nessuno ha smesso di urlare e cantare. Nemmeno per un attimo.

Un concerto nel concerto, insomma, iniziato con Zero stare sereno e da lì, è stato un andare avanti e indietro nel tempo.

Brani come Fatto di te e Il tuo maglione mio, si alternano a pezzi del nuovo album come Controllo e Una casa al mare.

Non sono mancati neanche pezzi storici storici come Proteggi questo tuo ragazzo e Promiscuità, hit di inizio carriera che non tramonteranno mai, e che per chi segue la loro musica dagli esordi, finiscono per emozionare sempre un po’ di più.

L’unica canzone che avrei eliminato dalla scaletta è Riccione, ma solo perché ho rifiuto per quei singoli super commerciali che non rispecchiano assolutamente lo stile essenziale del gruppo.

A questo live non è mancato nulla. Si è vista una band consolidata e un Tommaso Paradiso in formissima, che tra salti e battute col pubblico, è stato capace di intrattenere andando oltre le solite frasi che si dicono durante i live.

Originali? COMPLETAMENTE.

 

Testo: Claudia Venuti

Foto strappalike anche se non intenzionale: Sara Alice Ceccarelli

The Smashing Pumpkins

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 • The Smashing Pumpkins •

 Unipol Arena – Bologna // 18 Ottobre 2018

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Ieri sera Gli SMASHING PUMPKINS hanno concluso il loro tour all’Unipol Arena di Bologna con 3 ore e 15 minuti di concerto.

Una scaletta che sarebbe stata riconoscibile anche da quelli un po’ meno fan di quello che sono io, che non potevo credere di essere realmente nello stesso posto di Billy Corgan.

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Gli Smashing Pumpkins hanno subito scaldato il pubblico con Disarm, una canzone che è quasi evocativa per i tempi in cui viviamo anche ora e lui ci spedisce subito un sorriso.
Non ho potuto fare in modo di non vedere una sorta di parallelismo in questa scelta come brano d’apertura.
Attorno a me il clima che si respira è proprio quello che mi sarei aspettata da un concerto di un gruppo come gli Smashing Pumpkins, che per lungo tempo hanno calcato le scene e hanno riunito sotto un genere particolare con una voce altrettanto originale, un pubblico sempre più eterogeneo.
Giovani, molto giovani, meno giovani (come noi) e pubblico di mezza età che cantavano e saltavano. Bellissimo.

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Billy corgan ha una voce che pare è rimasta tale e quale, delle chitarre e una batteria che non sembrano nemmeno suonati dal vivo.
Una scaletta che ancora adesso mi fa commuovere al solo pensiero, perché se già non avevo ricevuto una botta di emozioni tutte assieme con Disarm all’inizio, Billy ha pensato bene di incasellare una dopo l’altra canzoni come Tonight , Tonight, Today, la splendida e mia preferita 1979 e Ava Adore, tra gli altri.
Tre ore e un quarto quindi.
Un tempo davvero unico, trascorso con tutti i membri di VEZ Magazine.
Eravamo cinque realmente presenti, ma la nostra chat “aziendale” è stata ricca scatti e note audio. Per stare comunque tutti assieme.

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SETLIST:

Disarm

Rocket

Siva

Rhinoceros

Space Oddity
(David Bowie cover)

Drown

Zero

The Everlasting Gaze

Stand Inside Your Love

Thirty-Three

Eye

Soma

Blew Away

For Martha

To Sheila

Mayonaise

Porcelina of the Vast Oceans

Landslide
(Fleetwood Mac cover)

Tonight, Tonight

Stairway to Heaven
(Led Zeppelin cover)

Cherub Rock

1979

Ava Adore

Try, Try, Try

The Beginning Is the End Is the Beginning

Hummer

Today

Bullet With Butterfly Wings

Muzzle

Encore:
Silvery Sometimes (Ghosts)

Baby Mine
(Betty Noyes cover)

Foto per gentile concessione di Luigi Rizzo

Testo: Sara Alice Ceccarelli[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

The Amity Affliction

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• The Amity Affliction •

The Plot In You | Endless Heights | Dream State

Zona Roveri – Bologna // 15 Ottobre 2018

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Reduci dal Warped Tour che li ha visti impegnati tutta l’estate e dalla notizia della partecipazione al Download Festival 2019, gli Australiani The Amity Affliction approdano a Bologna con il loro tour europeo, in compagnia di The Plot In You, Endless Heights e Dream State.

Questa sera sono a Zona Roveri per presentarci il loro ultimo album, Misery.

Come sonorità non si discosta molto da This Could Be Heartbreak (2016), forse ancora più commerciale del predecessore.

Alle 19:30 in punto salgono sul palco i Dream State.

Il Quintetto inglese capitanato da CJ Gilpin, esegue tutto il nuovo ep Recovery più Rebuild, Recreate tratto da Consequences, ep uscito nel 2015.

A seguire, gli australiani Endless Heights invece ci presentano il loro nuovo album Vicious Pleasure, a mio avviso il gruppo più interessante della serata.

Infine è il turno dei The Plot In You, quartetto americano nato nel 2010. I quattro ragazzi dell’Ohio hanno alle spalle già 4 album ed 1 EP. Dispose uscito quest’anno è sicuramente il loro album migliore.

 

L’attesa è finita!

 

Finalmente alle 22:10 ecco sul palco i The Amity Affliction, Il pubblico è impazzito per Joel Birch e compagni, sopratutto le ragazze presenti!

Mi sono meravigliato di non vedere tra le mani delle tante ragazze qualche cartellone stile Blink182 con la scritta I’M PREGNANT!

Partono subito con Drag The Lake, la canzone che preferisco del loro ultimo full lenght.

Alternano tracce tratte dai loro ultimi 3 album più Chasing Ghost tratta dall’omonimo album del 2012, Pittsburgh e D.I.E forse i pezzi più coinvolgenti!

Questi ragazzacci australiani hanno davvero una carica pazzesca durante il live, oltre ad essere bravissimi tecnicamente.

Lascio il concerto tra le urla della folla e le mani alzate immerse nelle luci rosse e blu, consapevole di avere assistito ad un gran concerto.

 

Setlist:

Drag the Lake

Chasing Ghosts

This Could Be Heartbreak

Shine On

D.I.E

Holier Than Heaven

Don’t Lean On Me

The Weigh Down

Set Me Free

Encore:
Ivy (Doomsday)

Pittsburgh

 

 

Grazie come sempre a Hellfire Booking Agency.

 

Testo e Foto: Luca Ortolani[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”8910,8909,8907,8905,8906,8903,8904,8911,8902,8896,8901,8897,8900,8892,8898,8890,8893,8894,8899,8908,8895,8891,8889,8888,8887,8886,8885,8882,8883,8879,8884,8880,8881,8877,8876,8878,8875,8873,8874,8870,8872,8871,8869,8865,8866,8867,8868,8857,8860,8862,8863,8861,8859,8864,8858,8856,8853,8854,8855,8852,8849,8851,8850,8848,8843,8846,8841,8845,8833,8835,8838,8847,8832,8836,8839,8831,8837,8844,8842,8840,8834″][/vc_column][/vc_row]

Xavier Rudd

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• Xavier Rudd •

Estragon – Bologna // 9 Ottobre 2018

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]In un Estragon gremito è andata in scena la seconda data italiana del tour Europeo di Xavier Rudd.
Dopo il concerto di ieri sera all’Atlantico di Roma questa sera tocca a Bologna.

Xavier si presenta sul palco, ovviamente scalzo, con il suo sorriso raggiante e un energia travolgente, presentando il suo ultimo disco Storm Boy.

Diverso dall’ultimo tour che aveva toccata l’Italia, dove il sound reggae era molto più presente e potente, questa volta la formazione leggermente più ridotta ha lasciato molto più spazio alle emozioni e alle musiche più spirituali, non dimenticando i suoi cavalli di battaglia come Follow The Sun, Spirit Bird, Come Let Go

Immancabile il solo (encore) in formazione “One man band” con batteria e didjeridoo che ha mandato il pubblico dell’Estragon letteralmente in visibilio.

Ultimo immancabile appuntamento italiano, domani sera (oggi 10 ottobre, ndr) all’Alcatraz di Milano.

 

Grazie come sempre a Barley Arts.

 

Testo e Foto: Michele Morri[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”8795,8797,8817,8798,8825,8814,8799,8811,8816,8824,8807,8800,8804,8818,8801,8822,8796,8823,8810,8802,8819,8803,8805,8813,8806,8808,8821,8820,8826,8812,8809,8815″][/vc_column][/vc_row]

A Toys Orchestra

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• A Toys Orchestra •

Teatro Pallavicino di Polesine – Zibello // 6 Ottobre 2018

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Prendete una serata piovosa di inizio ottobre, come se fosse un clima tipicamente inglese.

Prendete un paese della bassa parmense e immaginate che sia un paese della campagna del Regno Unito.

Ed infine prendete un piccolo teatro di inizio ‘800, con l’ingresso nascosto sotto i portici di un palazzo signorile tra una bottega ed una trattoria, e trasformatelo in un pub.

Avrete più o meno il risultato che hanno ottenuto gli A Toys Orchestra ieri sera al Teatro Pallavicino di Zibello, in una delle rare volte in cui viene aperto al pubblico.

La band, nata a Salerno 20 anni fa, è riuscita a portare il suo indie rock dalle sonorità tipicamente britanniche in un ambiente che negli scorsi secoli ha ospitato melodie non proprio simili, coinvolgendo il pubblico presente grazie a musiche e testi non banali enfatizzati dall’acustica perfetta del luogo.

Luogo che, appunto, per una sera ha abbandonato le sue vesti storiche per catapultarci in un ambiente intimo e farci apprezzare al meglio un gruppo di musicisti che, non a caso, ha deciso di chiamare il loro ultimo disco Lub Dub, come i suoni che emette il cuore.

 

Grazie come sempre a DNA Concerti.

 

Testo e Foto: Mirko Fava[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”8749,8748,8736,8737,8735,8734,8747,8746,8745,8733,8743,8731,8732,8742,8730,8744,8741,8740,8739,8738″][/vc_column][/vc_row]