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A Ferrara si va “Fortissimo”

Matteo Bianchi ci racconta la sua “Penna”

 

2 DICEMBRE

 

«I don’t want to be the one / left in there, left in there»… laggiù, in una cittadina tra i campi, sul cuscino di lui lei aveva sistemato una mattina il suo pigiama, prima di andare al lavoro. Si sa quanto i pigiami siano morbidi. E magari sono quello che portiamo addosso di più sincero. Spontanei, a volte scontati. Quello che basterebbe per svegliarsi bene il primo gennaio. Il suo aveva un biscotto enorme, tante stelline e tante piccole lune su un cielo blu. E lui che con gli occhi la seguiva da mesi sul finire del turno, in mezzo alla folla degli acquisti, sapeva che ci sono cieli e notti in giro che riempirebbero una casa. Più delle luci di Natale. Notti sfogliate solo nei racconti che l’avrebbero scaldato più del solito cappotto grigio. Quello da battaglia, appeso vicino all’entrata. Di solito lei dormiva sul fianco destro, lievemente raccolta, con le braccia al petto; perciò, quando spegnevano la luce al secondo piano in una stanza tra le tante, lui le prendeva le mani e la stringeva a sé. In due si vede anche al buio, e il buio stesso si fa inconsistente. Talvolta si svegliava per assicurarsi che lei non avesse freddo, le baciava i capelli che si erano sciolti sul cuscino e tornava ad appoggiare il viso sulla sua schiena, sperando di avere altri dieci minuti a disposizione, sebbene del tempo non gli importasse più granché.

 

 

Copertina Fortissimo 1 

 

Il libro si intitola Fortissimo (Minerva), comprende un mezzo piano e si apre con dei versi degli Anthony and the Johnsons. Quali e quante musiche ci sono in questo libro?

«Il testo di Hope there’s someone si sovrapponeva a quello che sentivo per la persona di fianco a me in quel momento. La musica è la prova di una coincidenza che diventa emozione. Anche il tono e il timbro vocale erano adatti alla circostanza. Fortissimo e Mezzo piano hanno sia una connotazione fisica di spazio, legata alla percezione della realtà circostante, sia una temporale: il mezzo piano è il mezzanino di ogni condominio che consente incontri momentanei, in cui ci si dice tutto con uno sguardo. Esiste una sfumatura musicale che lega i due titoli: sono entrambi indicazioni dinamiche dell’intensità sonora e, astraendo, offrono la possibilità di dare volume alle conseguenze delle nostre azioni».

 

Se dovessi scegliere una (o più d’una) canzone da ascoltare in sottofondo, leggendo le tue poesie, quale sarebbe?

«Mi hanno accompagnato nella stesura l’intero Bon Iver, Bon Iver, Solitude di Ryuchi Sakamoto, Odradek di Alva Noto, proprio per affrontare il buio. È stata la reazione visionaria di questi artisti, ognuno con il proprio stile, a convincermi; il modo con cui si sono opposti all’incombenza del passato sul presente. D’altronde “il sogno è l’infinita ombra del vero”, scriveva Pascoli».

 

Secondo te, poesia e musica mantengono ancora oggi il legame indissolubile che hanno fin dalle origini?

«Decisamente. La prima parte del libro è una prosa poetica, vale a dire una prosa costruita mediante figure retoriche, prevalentemente di suono. Uso assonanze, allitterazioni e rime in quantità per sostenere quello che di fatto è un flusso di coscienza. Un monologo interiore che asseconda i miei stati d’animo. È il riflesso di quello che ho provato, e la musica mi è fondamentale per tenere insieme il discorso. Dove non c’è logica e razionalità, e nella poesia non c’è, la musicalità è un medium: dà alla parola lo slancio necessario per arrivare all’orecchio del lettore, non solo alla sua mente. Non applico una struttura metrica tradizionale abbastanza solida o lavorata, sono andato a orecchio».

 

E il mondo della musica e quello della letteratura trovano ancora qualche connessione?

«Sono in realtà molto scoraggiato, mi demotiva parecchio il panorama attuale, perché il punto di collisione più forte era quello cantautoriale, anello di congiunzione tra testo poetico e musicale. Siamo circondati da prove scadenti, non trovo contemporanei viventi degni di nota. Forse solo Nicolò Fabi riesce a tenere il punto, e, quando è in forma, Samuele Bersani, poiché dimostra un grande rispetto nei confronti della lingua, questo per quanto riguarda i più giovani. Guccini, Branduardi e Vecchioni sono indimenticabili soprattutto per le prime prove; Battiato e Tenco, ovviamente, e pure Gino Paoli agli esordi. Ma la cosiddetta “scuola genovese” in toto, conquistata dalla passione di De André: “Sono evidentemente fortunato – annotava sotto le ciglia – soprattutto quando riesco a trasformare il disagio in qualcosa di bello e magari anche di utile, non necessariamente di memorabile”.

Un altro filone interessante è quello che unisce il rap al poetry slam, la poesia d’occasione incanalata su un tema a richiesta. Io non sono vicino a quel metodo di scrittura: nel poetry slam la forma si impone troppo sul contenuto rischiando di impoverirlo, non solo di storpiarlo. Davanti a un impoverimento cambierei approccio, per questo non l’ho mai concepito, anche perché scimmiotta un’urgenza, è un volersi dare un tono d’emergenza che di fatto non corrisponde alla realtà. Non c’è più la ricerca di equilibrio».

 

I temi portanti del libro sono l’amore, il tempo, la quotidianità. Qual è il filo rosso che tiene tutto insieme?

«Il filo rosso della raccolta è la necessità di innamorarsi, perché spesso, anche se non sempre, innamorarsi o riuscire a innamorarsi ancora rende liberi.  Che poi sia una libertà illusoria ed effimera, che non può fare i conti con la realtà, è vero, ma l’esigenza rimane. Se vogliamo tracciare un parallelo musicale, ciò che lega i miei testi è l’innamoramento che dà il la a un sentimento amoroso, proprio come la prima nota avvia un brano».

 

Irene Lodi

Nada @ Bronson

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• Nada •

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Bronson (Ravenna) // 13 Aprile 2019

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Per descrivere il suo ultimo lavoro in studio, nato dalla reiterata collaborazione con John Parish (PJ Harvey, Eels), Nada ne ha parlato come di “dieci canzoni nate dagli abissi del mio nero più profondo, per poi misteriosamente raggiungere i colori e la leggerezza del pensiero, finalmente libero di andare dove portano sentimento e ragione che si uniscono per diventare tutt’uno”.

L’atmosfera che si respira al Bronson di Ravenna, sabato 13 aprile, in occasione della nona data del tour che celebra il disco È un momento difficile, tesoro rimanda un po’ alle parole citate. Il pubblico adulto, rilassato e “in pausa” magari per una sera è avvolto nel buio del locale, illuminato soltanto dal riverbero metallico delle luci sul palco.

Scortata dalla band, la cantante di Gabbro entra in scena intonando Un angelo caduto dal cielo, omaggio indiretto a una delle sue hit storiche, ma ora rinnovata in senso introspettivo, spirituale e cromaticamente in contrasto con le piume nere di cui è vestita.

Buonasera Ravenna! È bellissimo tornare qui e vedere che ci siete. Prima di proseguire, alcune istruzioni per il concerto”. Attraverso un effetto-sdoppiamento della sua voce fuori campo, con la più seria delle ironie e con i gesti propri del personale di volo, Nada spiega che il live sarà finalizzato all’esplorazione della nostra mappa emotiva, diversa in ognuno, ma sempre composta di molteplici parti, di colori che sfumano dal blu, al rosa, al celeste, al verde. Non sempre abbiamo la forza e il coraggio di vederle. Insieme, però, sarà più facile. E sarà più facile continuare a cercare. Perché cercare è l’unica ragione.

Nessun filtro, nessun orpello nella sua timbrica così potente, graffiante e viscerale. La fragilità ruota attorno a una tavolozza di chiaroscuri in Disgregata e Stasera non piove che anticipano un brano dedicato a tutti, agli uomini e alle donne. Una dedica, tuttavia, che si addice più alle donne, alla loro capacità di sgretolarsi per poi rimescolare il sangue, le ossa, i sentimenti in una costante rivoluzione interiore. Una canzone che diviene uno strumento per poter dire: “Ehi brutto stronzo… Chi ti credi di essere? Ma vaffanculo!”. È Guardami negli occhi il contenitore, in musica, di tutto ciò.  Il sound erosivo, il girare vorticoso, le mani che si allungano come per allontanare qualcosa.

Continuiamo a vivere su questa massa incandescente, senza una direzione” – confessa Nada, con il microfono stretto in mano e lo sguardo fisso e premuroso sul pubblico – “Benché la direzione non sia certa, è fondamentale continuare a correre”. Ed è Correre a tingersi della melodia pizzicata del violino e di un arrangiamento che dimostra l’enorme abilità del quartetto di giovani polistrumentisti. Sonorità che trasportano in una dimensione altra, in cui la cantautrice si eleva a sacerdotessa, avvolta nelle sue movenze ipnotiche, come in un rito sciamanico.

Un viaggio in cui lo sguardo rivolto in avanti e la malinconia della strada percorsa non si lasciano mai la mano. Una confessione incentrata sulla tristezza come condizione dell’anima, talvolta straziante, ma meravigliosa e necessaria. “Questa è la mia tristezza, questo è il mio blues”. Questo È un momento difficile, tesoro.

Il picco emotivo, quasi psicanalitico, è affidato al tema toccante della madre. “Può succedere a un certo punto della vita di rivedersi nella propria madre, perdonarle tutto, tutto, tutto. Anche se è difficilissimo. Volersi solo inginocchiare, per rientrare, spingendo, nel grembo. E lì, in quei confini oscuri, trovare l’essenza per rinascere, dando nuova vita a se stessi”. O Madre è un’invocazione, una preghiera, un’esplorazione interiore e fisica, nei movimenti delle mani a toccare le zone del corpo che rimandano all’istinto autentico del ventre e al dolore imprescindibile del parto, in un’esplosione catartica.

Sulla scia della mancanza, Dove sono i tuoi occhi rappresenta la disperata domanda rivolta a chi non c’è più o a chi è rimasto indietro, nella rinnovata consapevolezza che qualunque viaggio si compia, qualunque mappa si disegni, l’aspetto vitale è riconoscere gli occhi di si ha accanto.

Qui, Nada saluta ed esce. Tuttavia nessuno si muove, sappiamo che non può finire così. Insieme al presente, deve essere citato il passato. Eccola, infatti, tornare sul palco per ben tre volte. Ogni encore, ogni applauso è dedicato a una delle sue canzoni che hanno resistito alla prova del tempo. Ti stringerò, Amore disperato, Ma che freddo fa. È come rivedere la ragazza ribelle che negli anni ’60 bucava lo schermo con la sua diversità, con i suoi capelli lunghi, con il volto ombroso, volutamente lontano dalle luci della ribalta.

Una ragazza che ha ballato, nella disperazione di un amore, fra le stelle accese. È tornata sulla terra, ha abbracciato i fantasmi della solitudine, li ha condotti con sé negli abissi.

Risalendo, li ha esorcizzati, trasformandoli in ricordi da accendere davanti a un fuoco o distesa su un prato, in una sera senza pioggia. Un’artista che non vuole gentilezze, solo verità. Una donna che arriva dritta al cuore, proprio per questo.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie a Big Time

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo: Laura Faccenda

Foto: Luca Ortolani

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Giorgia @ Grana_Padano_Arena

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• Giorgia •

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Grana Padano Arena (Mantova) // 13 Aprile 2019

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[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie a VIVO Concerti | Words For You

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Foto: Mirko Fava

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”13156,13150,13151,13152,13149,13148,13155,13153,13154″][/vc_column][/vc_row]

Aspettando Game of Thrones

•Quando i camei musicali approdano a Westeros•

 

L’inverno sta arrivando. No, non mi sono bevuta il cervello ma i milioni di fan che stanno aspettando con trepidazione l’arrivo dell’ottava, ed ultima, stagione di Game of Thrones sono certa che mi capiranno.

Otto anni. Otto intensi inverni che ci hanno tenuti incollati allo schermo regalandoci gioie (poche) e traumi (tantissimi).

Tutti, volenti o nolenti, sono a conoscenza delle vicende e dei personaggi che abitano il mondo inventato dalla penna di George R. R. Martin. Tutti, anche solo per sentito dire, conoscono vicende, protagonisti e persino modi di dire che vengono proprio da Il Trono di Spade.

Nessuno è rimasto immune al suo fascino, nemmeno le star. Numerosi cantanti, più o meno famosi, sono rimasti affascinati dalle vicende di Westeros e dalla corsa all’ultimo sangue per ottenere l’ambito trono.

Alcuni di loro, i più fortunati, sono persino riusciti a vestire i panni di alcuni dei personaggi e a ricoprire un ruolo attivo all’interno delle vicende narrate.

In questo articolo vedremo chi e quando si è calato nell’atmosfera dei Sette Regni.

Prima stagione, primo trauma e prima guest star musicale.

Tutti ci ricordiamo quando Ned Stark è stato decapitato da Illyn Payne. Tutti siamo rimasti sconvolti, nonostante il fatto che fosse interpretato da Sean Bean potesse farci capire che il lieto fine, per lui, non era previsto.

Quello che forse abbiamo rimosso però è che a calare la spada sulla testa del protettore del Nord sia stato Wilko Johnson, a lungo membro dei Dr. Feelgood.

Questo evento però ci ha fatto capire qual è l’unica regola per un fan di Game of Thrones: MAI affezionarsi ad un personaggio.

Dobbiamo aspettare l’ultima puntata della terza stagione per assistere ad un nuovo evento traumatico, persino più destabilizzante della decapitazione del buon Ned. Sto parlando delle nozze rosse; quando metà della famiglia Stark viene trucidata durante il corso di un ricevimento nuziale.

Noi fan quando sentiamo Le Piogge di Castamere, avvertiamo un brivido lungo la schiena perché le note ci riportano alla mente la fine di Rob. A suonare al matrimonio però era stato chiamato un bardo di tutto rispetto: Will Champion dei Coldplay. Il batterista interpreta uno dei musicisti/assassini assoldati da Lothar Frey per assassinare gli Stark.

Nella stessa stagione, nel terzo episodio, troviamo anche un altro ospite Gary Lightbody degli Snow Patrol. Il cantante interpreta un soldato dei Bolton e intona la ballata The Bear and the Maiden Fair.

Nuova stagione, nuove nozze, nuova morte. Il secondo episodio della quarta stagione è incentrato sul matrimonio tra Joffrey Baratheon e Margaery Tyrell.

Al Royal Wedding di Westeros non potevano certo suonare gli ultimi arrivati e, per questo motivo, ad allietare la giornata con musiche e balli sono stati chiamati nientepopodimeno che i Sigur Ros. Vi do un consiglio spassionato; se volete un matrimonio felice io, visti i risultati, mi rivolgerei ad un’altra band.

 

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I Sigur Ros durante un concerto. Foto di Francesca Garattoni

 

Nella quinta stagione i Bruti iniziano a ricoprire un ruolo più importante, quando Jon Snow decide di provare a fondare un’alleanza con loro. Fuori dalla Barriera troviamo un’intera band metal, quella dei Mastodon, a interpretare un gruppo di Bruti. Ovviamente nemmeno per loro c’è stato un lieto fine: dopo essere stati uccisi sono stati trasformati in Estranei.

Nella stessa stagione la piccola Arya decide di darsi all’arte dedicandosi alla recitazione ed entrando a far parte di una compagnia teatrale. Durante gli spettacoli, è presente una band che accompagna le performance degli attori sul palco; si tratta degli Of Monsters and Man che hanno preso parte a ben tre episodi.

Nella settima stagione troviamo il cameo più chiacchierato della serie, che ha anche causato un caso mediatico. Ed Sheeran nei panni di un soldato Lannister canta una canzone ad Arya, che ricorda la relazione tra Tyrion Lannister e la prostituta Shae.

 

IMG 20190410 224615 min

 

Il cameo non è stato apprezzato da molti fan, che lo hanno visto come una forzatura non inerente alla storia, che  hanno preso di mira l’account Twitter del cantante che si è visto costretto a chiuderlo per alcune ore.

Quelli elencati fino a qui sono solo dei piccoli camei ma, in realtà, alcuni cantanti sono entrati in pianta stabile nel cast della serie.

Joel Fry degli Animal Circus ha impersonato Hizdar zo Loraq uno schiavista di Mereen intenzionato a sposare Daenerys (nella quarta e nella quinta stagione).

Natalia Tena, volto già conosciuto per Harry Potter, ha interpretato Osha. Nonostante la sua fama sia legata principalmente al mondo della recitazione è anche la cantante dei Molotov Jukebox.

E poi c’è Verme Grigio, l’Immacolato innamorato della bellissima Missandei . L’attore che lo interpreta è Jacob Anderson, conosciuto nel mondo del R&B con lo pseudonimo di Raleigh Ritchie.

Questi sono solo alcuni dei musicisti, più o meno noti, che hanno preso parte a questa serie, che ha segnato un’intera generazione di persone, tenendoci incollate ai teleschermi e insegnandoci a evitare gli spoiler. 

Dopo otto stagioni l’inverno è finalmente arrivato e noi, domani, lo aspetteremo con il fiato sospeso e i pop-corn alla mano.

E voi per chi fate il tifo? 

Laura Losi

The Zen Circus @ PalaDozza

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• The Zen Circus •

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PalaDozza (Bologna) // 12 Aprile 2019

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Ci sono situazioni nelle quali scrivere un report è piuttosto difficile. Difficilissimo anzi, non difficile, nonostante la presenza fisica e mentale sia al 100% durante l’intero corso delle venue.

Questo accade, sicuramente accade a me, con quelle band che hanno sempre qualcosa di importante da dire e che mi toccano ad un livello profondo, proprio lì dove vivono e coesistono i tuoi valori e le basi fondanti su cui si sviluppa l’intero arco di una vita.

Ho il grande rimpianto di non aver mai imparato a suonare uno strumento e di non essere quindi in grado di partecipare alla magia e alla splendore che è la creazione musicale.

Oppure a scelta, posso prendere dei piattini o un triangolo e mettermi all’angolo sperando di andare a tempo, perchè l’opzione canto non è da prendere in considerazione.

Ad un concerto quindi non solo ascolto e osservo, ma “invidio” anche quelli che sono sul palco. Li invidio e li ammiro e se riescono anche a catturare ogni mio respiro, allora hanno vinto e li ricorderò per sempre.

Assistere ad un live degli Zen Circus rapisce con la potenza di una manifestazione in piazza. Ti strappa la mente dall’amarezza quotidiana e ti costringe a fare a pugni con la voglia di ridere e di piangere a ripetizione. Ma tu resisti e non piangi, così, giusto per non sembrare bipolare.

La musica, la presenza scenica, le parole delle canzoni, la dirompenza delle idee e il coraggio di metterlo nero su bianco fanno di questi musicisti dei professori moderni.

Degli attuali Robin Williams che ti spiegano la realtà e poi ti interrognano senza mai assegnare a nessuno un 30 e lode perché sarebbe troppo e la vita reale può arrivare piuttosto ad un 29 e mezzo.

Inoltre, come se non fosse già tanto, sul palco sfilano nomi come Nada e i Tre Allegri Ragazzi Morti tra gli altri, in un Palazzetto pieno che nemmeno si aspettava uno show così potente.

Esci portando con te l’energia con la quale Appino ti urla “sei l’unica, sei il sole”, perché la dittatura dell’amore è spiazzante quanto violenta in ogni esternazione.

Unica nota dolente di una bomba atomica di serata è l’audio del PalaDozza di Bologna che non è dei migliori, anche se in fondo gli Zen sono comunque arrivati.

BOOM!!!

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie a Big Time

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo: Sara Alice Ceccarelli

Foto: Alessio Bertelloni

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”13136,13134,13138,13140,13135,13144,13141,13143,13145″][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551660750403{padding-top: 0px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”13142,13137,13139″][/vc_column][/vc_row]

Frigo “Non Importa” (La Clinica Dischi, 2019)

Arriva da Firenze il nuovo progetto firmato FRIGO.

Dopo aver aperto una lunga serie di live di vari artisti della musica italiana come Lo Stato Sociale ed Elio e le storie tese, la band torna a farsi sentire, ma questa volta lo fa diventando la protagonista assoluta e facendosi largo nella scena pop con Non importa, il loro nuovo album pubblicato da La Clinica Dischi.

Le nove tracce che compongono il disco sono state prodotte da Pietro Paletti (Sugar, Woodworm) e da Francesco Felcini (Motta, Le Luci della Centrale elettrica, Giorgio Canali) tra Firenze, Sarzana e Brescia e sono un concentrato vero e proprio di vita, diviso e descritto in maniera impeccabile.

Ogni canzone lascia qualcosa addosso: sono tutti testi che offrono la possibilità di fare un passo indietro, di riflettere su ciò che è stato e di riportare l’attenzione sulle piccole cose che sembrano essere l’unica strada diretta alla felicità.

Quella felicità che sembra sempre inafferrabile e che magari è proprio accanto a noi, nelle nostre giornate, nella semplicità che a volte dimentichiamo di vedere e quindi di vivere.: forse è perché siamo talmente presi dal voler immaginare tutto in grande che spesso tralasciamo i dettagli. Cerchiamo di insabbiare il nostro passato senza avere il coraggio di guardarci dentro o semplicemente di guardarci allo specchio, che poi, a pensarci bene, sono gli unici due modi per camminare sereni nel nostro presente e andare incontro al futuro con un paio di scarpe nuove.

Non importa è una sorta di: “Fermati un secondo” perché importa eccome, perché ci sono cose che contano ed è giusto non dimenticarle.

Conta chi sei, cosa vuoi, cos’hai perso, cos’hai, cosa senti.

Conta di cosa sono fatti i tuoi ricordi e in cosa riponi le tue speranze.

Conta quanto ti soddisfa il tuo lavoro e se hai qualcuno a cui raccontare com’è andata la tua giornata o semplicemente conta avere un proprio equilibrio e conta persino la ricerca continua di quel buon vento capace di sistemare ciò che nel tempo si è spostato e ciò che è giusto lasciare andar via. Infatti siamo tutti un po’ quell’isola di cui si parla in Vento dei maiali, in balia di eventi che si susseguono e persone che s’incontrano. 

Siamo tutti un po’ parte di Quando tu non ci sei perché inevitabilmente abbiamo provato almeno una volta quella sensazione di nostalgia verso qualcuno che è andato via dalla nostra vita e quella solitudine che, a volte, per quanto possa esser desiderata, in realtà appare spesso come sinonimo di vuoto senza quel qualcuno accanto. 

Abbiamo camminato tutti almeno una volta per Via dei Bardi, dove riemergono ricordi, passioni svanite, voglia di tornare indietro e voglia di ritrovarsi, di ritrovare la strada giusta.

Siamo tutti un po’ sognatori come Pamela e vorremmo tutti liberarci da tante convinzioni e paure per fare spazio alla gioia, proprio come succede in La gioia e l’ansia.

La punta di diamante del disco è Leoni da cortile, brano vincitore del concorso “Mai in Silenzio” sulla violenza di genere, organizzato dalla Regione Toscana e Controradio, per la giornata sui diritti umani del 2018. La canzone racconta quel momento in cui ognuno di noi scopre una parte brutta di se stesso, quella parte che a volte per fortuna o sfortuna emerge, quei lati oscuri che vorremmo non vedere mai e che spesso condanniamo negli altri, ma che in realtà basta un niente per far sì che diventino anche nostri.

“Perdonami, se non ti ho detto che cos’ero e l’ho scoperto insieme a te”.

Forse è vero che non si smette mai di conoscere una persona, ma è anche vero che non smettiamo mai neanche di conoscere noi stessi, soprattutto grazie alle persone che incontriamo.

Questo disco aiuta molto in questo e in tanto altro.

Buon ascolto.

 

Frigo

Non Importa

La Clinica Dischi, 2019

 

Claudia Venuti

CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO 2019 • Ecco i primi nomi confermati!

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CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO 2019

ROMA, PIAZZA SAN GIOVANNI IN LATERANO
#1M2019  #UNPASSOAVANTI  #LAMUSICAATTUALE

CAST 2019: ecco i primi nomi confermati

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CARL BRAVE
DANIELE SILVESTRI
EX-OTAGO
GHALI
LA MUNICIPÀL
LA RAPPRESENTANTE DI LISTA
PINGUINI TATTICI NUCLEARI
SUBSONICA

Cresce l’attesa per l’edizione 2019 del CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO, uno degli appuntamenti più seguiti del panorama musicale nazionale, un grande evento che ogni anno, nel giorno della Festa dei Lavoratori, raduna centinaia di migliaia di spettatori in Piazza San Giovanni in Laterano a ROMA.

Il Concertone, promosso da CGIL, CISL e UIL, prodotto e organizzato da iCompany, anche per l’edizione 2019 presenterà una lunga maratona di musica dal vivo che verrà trasmessa in diretta da RAI 3 e Radio2.

Dopo il grande successo registrato lo scorso anno, con 16,8 milioni di contatti unici TV e la “media share” della diretta su Rai 3 ai massimi storici, il CONCERTONE punterà nuovamente i suoi riflettori sulla musica attuale e sulle proposte più interessanti della scena musicale italiana contemporanea.

La direzione artistica del CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO di ROMA è curata da Massimo Bonelli che è anche l’organizzatore generale dell’evento.

Tra i primissimi nomi confermati che si esibiranno sul palco di Piazza San Giovanni, ci sono:

CARL BRAVE, produttore e paroliere romano, istrionico e versatile, con le sue canzoni fotografa i giovani di oggi; il suo ultimo singolo è “Merci” estratto dal suo disco “Notti Brave (After)”.
DANIELE SILVESTRI, una delle voci più ispirate e autorevoli del cantautorato italiano, reduce dal successo al Festival di Sanremo dove ha conquistato il Premio della Critica Mia Martini e il Premio della Sala Stampa Lucio Dalla; il 3 maggio uscirà il suo nuovo atteso album “La terra sotto i piedi”.

EX-OTAGO, la band genovese rivelazione del festival di Sanremo che, a seguito del successo del nuovo album Corochinato e del film documentario, torna sul palco del Concertone dopo aver abbracciato i club di tutta Italia con il Cosa fai questa notte? Tour.
GHALI, l’artista fenomeno dell’attuale scena urban continua a stupire; ha recentemente presentato il nuovo singolo “I Love You” al Carcere di San Vittore di Milano.
LA MUNICIPÀL vincitori del Contest del Concertone 1MNEXT 2018 ed ormai realtà di spicco della scena indie nazionale; hanno appena pubblicato l’album “Bellissimi difetti”.
LA RAPPRESENTANTE DI LISTA, progetto che fonde scrittura, teatro e forma canzone, è a oggi tra le nuove realtà più trasversali e interessanti del panorama musicale contemporaneo. Attualmente in tour per presentare “Go Go Diva”, il nuovo album.
PINGUINI TATTICI NUCLEARI, freschi della pubblicazione del quarto album “FUORI DALL’HYPE” (Sony) arriveranno sul palco del Concertone dopo un tour costellato di sold out.
SUBSONICA, la band torinese che ha rivoluzionato il suono della scena musicale italiana dagli anni ’90 ad oggi; attualmente è in rotazione radiofonica il singolo “L’incubo” feat. Willie Peyote, estratto dal nuovo album “8”. Il gruppo ha recentemente annunciato le nuove date estive di “8 TOUR”, che li vedrà protagonisti sui palchi di alcune tra le location più suggestive d’Italia, da nord a sud.

Nei prossimi giorni saranno annunciati gli altri tanti nomi degli artisti che comporranno il Cast 2019, che verrà poi presentato ufficialmente durante la conferenza stampa che si terrà presso le sedi Rai, nei giorni a ridosso dell’evento.

Nota: anche per l’edizione 2019 del Concerto del Primo Maggio, la richiesta di accesso al backstage potrà avvenire esclusivamente attraverso il form online: pass.primomaggio.net. entro e non oltre il giorno 24 aprile 2019


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Ufficio Stampa Primo Maggio: Parole & Dintorni 

02 20404727[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Ex-Otago @ Atlantico

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• Ex-Otago •

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C O S A   F A I   Q U E S T A   N O T T E ?
T O U R   2 0 1 9

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Atlantico (Roma) // 10 Aprile 2019

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie a Goigest | Magellano Concerti

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Foto: Silvia Consiglio

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”13105,13107,13098,13099,13100,13102,13103,13097,13106″][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551660750403{padding-top: 0px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”13101,13104,13096″][/vc_column][/vc_row]

Ex-Otago @ Palaestragon

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• Ex-Otago •

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C O S A   F A I   Q U E S T A   N O T T E ?
T O U R   2 0 1 9

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Palaestragon (Bologna) // 09 Aprile 2019

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È nei momenti in cui tutto va veloce che hai bisogno di un istante di relax.

Anche di un istante che sia microscopico, ma che sia solo tuo e possibilmente in compagnia di una scatola con un pulsante rosso per mettere in pausa tutto e ricominciare in solitudine a respirare lentamente a pieni polmoni.

Ma in mano ho solo un cellulare e attorno a me centinaia di persone.

Questa data del Cosa fai questa notte? Tour 2019 degli Ex Otago al PalaEstragondi Bologna inizia con la prontissima Questa notte e mi chiedo: Maurizio (Carucci ndr) stai parlando con me?

 

Cosa fai questa notte? Per il resto chi se ne fotte. Dove vai questa notte? Per il resto chi se ne fotte.

 

Ed eccolo lì il mio pulsante rosso. E spengo tutto lasciando fuori il lavoro (anche se al momento sto comunque “lavorando”), i doveri quotidiani e lo stress di una vita mai frenetica che talvolta fantastica la sedentarietà di un ufficio.
Intanto incontro amici, addetti ai lavori e musicisti che come me hanno deciso di dedicare una serata a della buona musica, sorprendendo inoltre me stessa di essere così rilassata dopo pochi minuti di concerto.
Ora Mauri, Racho e i colleghi difendono i ragazzi del 2019 in I giovani d’oggi perché se è vero che valgono poco, è altrettanto vero che le generazioni passate non hanno in alcun modo lasciato un mondo sano e salutare a quelli che verranno.
Tra brani vecchi e nuovi si salta con Tutto bene per arrivare alla dolce Quando sono con te che dedico alla mia metà, perché ogni volta che la sento esplode dentro di me un frastuono e una musica.
Sono contenta di constatare che il gruppo non è cambiato a dispetto di chi dice che il palco di Sanremo una volta calcato cambia l’attitude di un artista nei confronti del proprio pubblico.
Infatti per rassicurare anche i più scettici gli Ex Otago sono scesi dal palco a ballare con i propri fan concludendo la serata con tanta gioia.

E se qualcuno mi chiedesse un hashtag per descrivere la serata positiva appena trascorsa direi proprio #GIOIA.

E sono anche riuscita a trovare all’ultimo secondo un distributore di benzina, perché con la positività si risolve tutto e non si rimane nemmeno a piedi con la macchina.

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SETLIST
  1. Intro
  2. Questa notte
  3. Le macchine che passano
  4. Bambini
  5. I giovani d’oggi
  6. Torniamo a casa
  7. Infinito
  8. Gli occhi della luna
  9. La notte chiama
  10. Tutto bene
  11. Costarica
  12. Stai tranquillo
  13. Amore che vieni, amore che vai (di Fabrizio De Andrè)
  14. Mare
  15. La nostra pelle
  16. Quando sono con te
  17. Solo una canzone
  18. Ci vuole molto coraggio
  19. Cinghiali incazzati
  20. Non molto lontano

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie a Goigest | Studios Online | Magellano Concerti

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo: Sara Alice Ceccarelli

Foto: Luca Ortolani

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Fedez @ Mediolanum_Forum

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• Fedez •

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[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1552435940801{margin-bottom: 20px !important;}”][vc_column][vc_column_text]

Mediolanum Forum (Milano) // 08 Aprile 2019

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto: Elisa Hassert

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Gazzelle @ Gran_Teatro_Geox

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• Gazzelle •

 

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

P  U  N  K   T  O  U  R

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

 

Gran Teatro Geox (Padova) // 07 Aprile 2019

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Foto: Enrico Dal Boni

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Malto • Day 2

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Malto • Day 2

 

 

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I N T E R N A T I O N A L   B E E R   E X P O

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Unipol Arena (Bologna) // 07 Aprile 2019

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Twist and shout!

Mokadelic

A Toys Orchestra

Husky Loops

Soviet Soviet

Omar Pedrini canta Timoria

Skiantos

Punkreas

…e moltissimi altri!

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto: Alessandra Cavicchi

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