Skip to main content

Tag: Bologna

Aspettando Indie Pride 2019: Cara Calma + Endrigo

Il 26 Ottobre al TPO di Bologna, Cara Calma e Endrigo condivideranno il palco durante l’ottava edizione dell’Indie Pride Festival. 

I Cara Calma sono Riccardo, Fabiano, Cesare e Gianluca. Vengono da Brescia e iniziano a suonare insieme nel 2017. Da quell’anno ad oggi pubblicano due album: Sulle Punte Per Sembrare Grandi (2018) e Souvenir (2019) entrambi per Cloudhead Records e Phonarchia Dischi. 

Gli Endrigo sono Gabriele, Matteo, Simone e Ludovico. Anche loro quasi-bresciani, si trovano nel 2012. Spara (2013) e Buona Tempesta (2015) sono i loro primi due EP, seguiti dall’album Ossa Rotte, Occhi Rossi (2017) per IndieBox Music. Nel 2018 esce il loro ultimo lavoro GIOVANI LEONI targato Manita Dischi. 

Abbiamo fatto due chiacchiere con entrambi i gruppi per sapere come la loro partecipazione confluisce nelle attività dell’associazione.

 

• Cara Calma •

IMGL5367

 

Innanzitutto, perché avete deciso di partecipare a quest’evento?

Abbiamo deciso di partecipare all’Indie Pride perché in un momento storico come questo, riteniamo sia fondamentale far sentire la nostra voce su temi così importanti come quelli trattati dall’associazione. Noi sosteniamo in pieno lo spirito e le motivazioni dietro ad Indie Pride, quindi ci è sembrato giusto e doveroso essere presenti.

L’associazione Indie Pride si occupa di combattere omotransfobia, sessismo e bullismo. In che modo secondo voi la musica può aiutare questa causa?

Abbiamo sempre visto la musica come un momento di condivisione, di ritrovo in cui fare casino tutti insieme senza badare alle diversità tra ognuno di noi. È una passione che unisce chi sta su un palco e vuole trasmettere un messaggio a chi invece lo sta ascoltando e recependo, quindi è davvero ciò che di più lontano c’è dai concetti di esclusione e diversità. Che poi “diversità” è una parola un po’ povera. Cosa significa? Siamo diversi rispetto a cosa?

Se doveste scegliere una vostra canzone per riassumere il senso di quest’evento, quale sarebbe e perché?

È una domanda un po’ difficile perché non abbiamo mai trattato direttamente questi temi nelle nostre canzoni, ma se dovessi sceglierne una così, su due piedi, sarebbe Domenica (dal loro primo album Sulle Punte Per Sembrare Grandi). Non è stata scritta con l’intenzione di parlare di bullismo o esclusione, ma il testo potrebbe essere abbastanza riconducibile alla lotta contro queste piaghe sociali. 

 

• Endrigo • 

endrigo

 

Quando avete aderito all’associazione Indie Pride e perché?

Non so dirti il momento preciso. Fra le prime persone che abbiamo conosciuto a Bologna, forse 2 o 3 anni fa, c’erano delle ragazze che seguivano i nostri concerti, con le quali poi siamo diventati amici. Loro facevano già parte dell’associazione e appena abbiamo conosciuto quella realtà ci hanno proposto di supportare la causa. Ci riconosciamo in tutti i valori proposti e quindi abbiamo assecondato la cosa con grande piacere.

Eravate in qualche modo già attivi nella lotta contro omotransfobia, bullismo e/o sessismo?

Le nostre canzoni non parlano quasi mai di temi sociali o politici, non per scelta ma perché quando scriviamo parliamo di cose personali. Però ci sono tre canzoni che toccano questi argomenti, perciò ti rispondo “si”. Anche quando non ne parliamo con la musica, lo facciamo sul palco, dal palco, comunicando tra una canzone e l’altra in modo più schietto. Il palco è per noi un riflettore e un momento importante per veicolare questi messaggi.

Ne Il ritorno dello J**i (dall’album Giovani Leoni) parlate di bullismo. Nel video ufficiale c’è un bambino preso di mira dai bulli che, tornato a casa, trova sfogo nel suonare la chitarra. Pensate che la musica rappresenti più un rifugio personale o un’ancora di salvezza collettiva?

Non c’è bisogno di scegliere, è tutte e due le cose. Lo possiamo vedere in diversi momenti: quando torniamo a casa e sentiamo una canzone di cui abbiamo bisogno, o ad un concerto dove le persone che hai accanto, conosciute o sconosciute, si sentono esattamente come te, dove c’è un senso di collettività. Entrambe le cose sono coesistenti e molto potenti. Si integrano.

 

Cecilia Guerra e Francesca Di Salvatore

Aspettando Indie Pride Festival 2019

Ancora più visibili e rumorosi: questo è il motto dell’Indie Pride Festival 2019 che si svolgerà a Bologna il 25 e 26 ottobre, per la prima volta in due giornate. Anche quest’anno il festival, arrivato alla sua ottava edizione, rappresenta il culmine di una serie di attività proposte dall’associazione Indie Pride per combattere, attraverso la musica, le piaghe dell’omotransfobia, del bullismo e del sessismo.

La giornata del 25 ottobre sarà dedicata a due incontri: il primo, sulla Retorica dell’Esclusione, si terrà presso la Casa delle Associazioni al Baraccano mentre il secondo, Luci e ombre: riflessioni sui live club, avrà luogo nella Biblioteca Italiana delle Donne. 

Il 26 ottobre invece sarà interamente dedicato alla musica. Presentati dall’esuberante duo Sem&Stènn, andranno in scena nello spazio del TPO di Bologna, che già ha ospitato alcune edizioni precedenti, sia esibizioni live e che dj set a cura di Gosso’s Party e Collettiva Elettronika. 

Per noi di VEZ è un onore continuare la media partnership con Indie Pride e saremo presenti con i nostri fotografi ad entrambe le date dell’evento.

Abbiamo fatto qualche domanda ad Antonia Peressoni, ideatrice dell’Indie Pride.

Quando è nato Indie Pride, perché è nato e quante persone ne fanno parte?

Indie Pride nasce nel 2012 come evento singolo in occasione dei preparativi per il Pride nazionale che si teneva a Bologna quell’anno. Nasce dalle esigenze sentite di quel periodo: si parlava molto del ragazzino bullizzato perché portava dei pantaloni rosa e che in seguito si è suicidato; si parlava del DDL Scalfarotto contro l’omotransfobia, che è rimasto accantonato dal 2012. Alla fine del 2015 l’Indie Pride diventa un’associazione con un direttivo composto da 7 ragazze. (Specifica: “ragazze… donne! Perché spaziamo dai 22 ai 41 anni”)

Dalla nascita di Indie Pride ad oggi, com’è cambiata — se è cambiata — la situazione sull’omotransfobia, in termini sociali e istituzionali?

Innanzitutto, da questa estate in Emilia-Romagna c’è una legge regionale contro l’omotransfobia con delle lacune che si spera vengano riempite negli anni. È passata anche la legge Cirinnà che riconosce l’unione civile tra persone dello stesso sesso. A parte questo però, la legge italiana è carente in fatto di prevenzione. Nelle scuole ad esempio non c’è un’educazione ai sentimenti, alla sessualità. C’è sicuramente più consapevolezza nella società, nel mondo della musica, dove si pone più attenzione sul tema. È il mondo politico che è ancora indietro. 

Com’è stato l’ultimo anno di Indie Pride e quali sono i progetti futuri?

Il 2019 è stato fighissimo. L’edizione dello scorso anno prometteva bene in fatto di collaborazioni. Tante di quelle vecchie sono state confermate e quelle nuove si stanno realizzando. Ad esempio, la collaborazione con We reading, con cui portiamo avanti il progetto Anatomia fantastica insieme a La Rappresentante di Lista; la collaborazione con KeepOn (associazione di categoria dei locali e dei festival italiani) grazie a cui abbiamo raccolto delle risposte ad un nostro questionario che mostreremo al talk serale (25 ottobre ore  18:00) dell’Indie Pride; o ancora la collaborazione con diversi festival dove abbiamo portato il talk Il potere della musica e la responsabilità che ne deriva, sia a Bologna che a Otranto ed è un tema che piace a chi ascolta e a chi interviene. Adesso stiamo pensando non più in un’ottica annuale ma triennale. Nel 2021 infatti saranno 10 anni di Indie Pride e speriamo di vedere la legge approvata.

Secondo te, perché gli artisti che hanno aderito a Indie Pride sentono la necessità partecipare a questa manifestazione? Credi che ognuno abbia una sua motivazione personale o che sia più un sentimento comune e condiviso?

Bella domanda. Sicuramente c’è un sentimento condiviso ma ognuno ha le proprie particolarità. Quando abbiamo fatto il talk Il potere della musica e la responsabilità che ne deriva a Otranto con Una, La Rappresentante di Lista, Anyother, Sem&Stènn, l’associazione LeA e Respiro, si parlava di tematiche su cui tutti la pensano allo stesso modo ma avevamo capito che non c’era mai modo di trovarsi insieme. C’è sicuramente una comunità di intenti ma ogni singolo artista ha il proprio vissuto ed è possibile che ci siano scostamenti di idee.

Ma ora vediamo nel dettaglio la line up del live.

Twee

Saranno i Twee, pop band torinese con tre anni di attività alle spalle, ad aprire la giornata di live. Attivissimi per i diritti LGBTQ+, i Twee si sono già esibiti quest’estate durante vari Pride nel Nord Italia, sponsorizzando anche la collezione PRIDE del brand Levi’s. “Fierissimi di farne parte” hanno scritto su Instagram in riferimento all’associazione.

Cara Calma + Endrigo + Benelli

Due band direttamente da Brescia che porteranno la propria energia sul palco dell’Indie Pride Festival. I Cara Calma e gli Endrigo si divideranno la scena e suoneranno insieme, prestando il loro sound rock ad un evento e ad una causa che sta molto a cuore ad entrambi. A loro si uniranno i Benelli, duo bolognese di adozione, che con la loro ironia pungente, anche su temi caldi, si sta facendo strada nella scena indipendente italiana.

Romina Falconi

La cantautrice indipendente Romina Falconi è una presenza stabile nei Pride: Milano, Modena, Padova, Novara e Cagliari. Non poteva non mancare all’Indie. Who is Afraid of Gender? è questo il titolo del brano che Romina realizza nel 2016 con Immanuel Casto. Il messaggio è chiaro: la lotta contro il pregiudizio, il timore e la discriminazione di genere. Il singolo viene scelto come sigla del Gay Village quello stesso anno. La sua battaglia contro l’intolleranza continua anche in Magari Muori, uno dei brani del suo ultimo album Biondologia, dove Romina canta sarcasticamente “Omofobi e bulli, ci hai pensato mai, magari muoiono prima di noi. Violenti e razzisti, il marmo vi dona, chissà forse Taffo da voi viene prima”.

Venerus

Giovane artista, Venerus vive e cresce tra Londra, Roma e Milano, città d’origine. E’ proprio in questo mese (ottobre) che inizia il suo Metamorfosi club tour, durante il quale porterà live i suoi due EP usciti per Asian Fake: Love Anthem (2018) e A Che Punto È La Notte (2019). Venerus è blues, soul, jazz, elettronica, rap e tanto altro ancora. Parola chiave: completa libertà di espressione. 

Una + Honeybird + Diana Paiva Cruz

Una, al secolo Marzia Stano, inizia la sua carriera musicale nella band Jolaurlo e gestisce il collettivo bolognese di artiste Elastico faART, che promuove e sostiene una creatività inclusiva e in ogni sua declinazione. Nel 2013 comincia la sua attività da solista e nei suoi pezzi troviamo tantissimi temi sociali, con grande spazio dedicato alla fluidità sessuale (è parte attiva della comunità Queer), la lotta contro la violenza di genere e l’antirazzismo. Sul palco con lei ci saranno anche la musicista Diana Paiva Cruz e Honeybird. Musicista e compositrice, Honeybird è anche attivista LGBTQ+ e ne parla spesso nelle sue canzoni. Da Out Comes Woman — album del 2015 che parla della sua esperienza di coming out come bisessuale — al suo ultimo lavoro Cyclops Cat, con undici brani a tema “non-binary gender”, il suo obiettivo è quello di trasmettere attraverso la musica la lotta quotidiana della comunità LGBTQ+.

 

Cecilia Guerra e Francesca Di Salvatore

Daughters @ Locomotiv Club

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Daughters •

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1552435940801{margin-bottom: 20px !important;}”][vc_column][vc_empty_space][vc_column_text]

Locomotiv Club (Bologna) // 18 Ottobre 2019

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Ieri sera al Locomotiv Club di Bologna, i Daughters hanno presentato dal vivo l’ultimo album You Won’t Get What You Want, uscito il 26 ottobre 2018.

La band statunitense torna sulla scia dei precedenti lavori, liriche lontane da logiche discografiche o compiacimenti per la critica, ricche di angoscia e nichilismo, con versi spesso reiterati impressi nell’hardcore più oscuro e rabbioso.

Quella di ieri sera a Bologna è stata una serata imperdibile per gli amanti del genere.

SETLIST:

THE REASON THEY HATE ME

THE LORDS SONG

SATAN IN THE WAIT

THE DEAD SINGER

OUR QUEENS (ONE IS MANY, MANY ARE ONE)

LONG ROAD, NO TURNS

LESS SEX

THE HIT

THE VIRGIN

GUEST HOUSE

DAUGHTER

OCEAN SONG

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text] 

Foto: Federico Pollini

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”16881″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16872″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16874″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16924″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16873″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”16876″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”16879″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”16882″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”16880″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”16883″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”16875″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”16877″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”16878″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text] 

Grazie a: Radar Concerti | Astarte

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Memories: The Smashing Pumpkins @ Unipol Arena

Ventanniprima.

Un anno fa, esattamente un anno fa, salivo in auto verso Bologna, per tornare a vedere un gruppo che ho amato e che amo, The Smashing Pumpkins. Dopo quel concerto sentii la necessità di fissare con le parole quanto avevo visto, vivevo l’urgenza di raccontare qualcosa di unico e meraviglioso. Fu un viaggio nella memoria, un’allucinazione collettiva di rara potenza e coerenza.

Questo è il racconto di come andò. 

Premessa uno. E’ successo a luglio con i Pearl Jam dopo il concerto di Roma. Ho avuto una epifania divina in quel pit, ma per loro è stato diverso, li seguo da sempre perché da sempre esistono, da sempre fanno musica e girano il mondo. Gli Smashing hanno quadrato il cerchio o, semplicemente, lo hanno chiuso, in un 2018 fatto di reminiscenze musicali dolcemente pesanti.

Premessa numero due. A Bologna ci sono andato con in volto l’espressione di chi sta per prendersi una pallonata in faccia. Occhi strizzati, denti di fuori, testa incassata e la perfetta, lucida consapevolezza che non sarà piacevole. Il web mi aveva annunciato un Corgan non esattamente in forma e la cancellazione dell’evento milanese mi aveva fatto tremare. E poi gli Smashing li avevo sentiti dal vivo nel 1998. Vent’anni prima.
Ventanniprima.
Allora la follia e il genio li aveva spinti a suonare l’intero Adore inedito davanti a un pubblico vagamente spiazzato. Poi fu delirio, ma loro, noi, eravamo più giovani, la rabbia era giustificata, la scena musicale era un’altra cosa. Avevamo perso Cobain, il mio amore per la Seattle musicale era cieco e totale.
Nella mia mappa musicale di allora, loro erano fuori dei confini delle categorie del catalogabile.  Mentre i Pearl Jam erano la colonna sonora della mia adolescenza (per altro mai terminata), perfetti nel venire incontro ai miei stati d’animo, a trovare parole dove servivano, a mostrarmi empatia e universalità, gli Smashing Pumpkins invece mi davano un pacchetto completo, definito, a fuoco, con confini visibili dati dal genio assoluto di Corgan. Era la coerenza musicale e di creazione a renderli un’isola. Passare da un genere all’altro non importava, era l’impronta in filigrana che li rendeva riconoscibili anche se avessero scritto musica da ascensore. Ero io che dovevo andargli incontro, c’era poca osmosi e sovrapposizione, ma erano un mondo troppo affascinante per non essere esplorato.
Ecco, con queste idee e con la faccia da pallonata giovedì sera, alle otto e mezza, entravo alla Unipol Arena. 

Il sogno inizia con un cielo nero, stelle. Arriva il camion dei gelati del video di Today. Così torna, sul mezzo che me li fece conoscere. E poi le grafiche di Mellon Collie che introducono una presentazione di tutta l’iconografia della band. Billy compare timido da una spaccatura tra i pannelli mobili.

In realtà entra prima il suo ego, seguito dal genio, infine un corpo. Per fortuna dotato di chitarra.

 

IMG 3016

 

Parte una Disarm che è un pugno nello stomaco per quanto è nuda e bella. Voce, chitarra e una mole di ricordi che al buio mi travolgono e che iniziano il subdolo piano di Billy: portarci tutti via, altro che pifferaio, questo ha messo su un caleidoscopio per quindicimila persone, tutte col naso all’insù, come fosse San Lorenzo.
Il camioncino di gelati mi porta la prima immagine della serata, inizia il viaggio.
Non ho mai avuto una soffitta, mi piacerebbe averla solo per andarci a rivedere, a toccare i miei ricordi. Quello stramaledetto camioncino di metallo, magari un po’ sverniciato, ma integro. Le foto di Billy bambino, odore di ginocchia, sangue e asfalto, oggetti antichi, con profumi e sapori di altri tempi, ma carichi di ricordi, madeleine tangibili. Era tutto in ordine nella soffitta degli Smashing, bisognava solo aver voglia di metterci un po’ le mani, dare una spolverata, bloccare lo sguardo e perdersi.
Quelle note, tra Rocket e Siva, si infilano come vapori, ci stiamo riallineando, nonostante li ascolti ancora spesso. E’ colpa dei live, penso, io che ormai gli album in studio faccio fatica a sentirli e dei Pearl Jam e di Springsteen scelgo le versioni live come potrei fare per buoni vini rossi.

Ma allora, dove cazzo siete stati tutto questo tempo, eh Billy?

Ma nello spazio, ovvio.

Dai, io credo nelle dissolvenze incrociate, anche meno palesi di quella storica osso-astronave di Kubrick. Il salto qua è da camioncino a razzo, non si sceglie Bowie solo perché Space Oddity poi la canti per quattro giorni di fila, io l’ho presa come ammissione di colpa. Billy è stato un po’ lassù, a guardarci da angoli unici e differenti. Poi, al momento giusto è tornato. E funziona, davvero tutto funziona, la mia faccia da pallonata si rilassa piano piano, sono rapito. Da un alieno.

E il concerto scivola via perfetto, loro sono eccezionali, non c’è polvere, ruggine o gusto di tappo in quello che sento. Solo un gran vino invecchiato egregiamente, un sound che ancora convince, una band con tre chitarre e un carillon.

Ma sono i video sopra il palco il secondo evento della serata. E’ uno spettacolo cui non avevo mai assistito, una sequenza di immagini, architetture, icone, ideogrammi, grafismi, tutti diversi ma coerenti, come se il discorso musicale si potesse intrecciare in quello visivo, come se la potenza dei due media si elevasse al quadrato in un gioco di richiami e rimandi. Ci ho visto di tutto lassù: LaChapelle, icone russe, miniature medievali, dolci di marzapane, processioni di paese, art nouveau, futurismo, cubismo, ci ho visto Murnau, Fritz Lang, Caligari, Melies (again again!).
Una wunderkammer più che una soffitta, che si arricchisce sempre più di reperti e di elementi. E’ un freak show,  ma soprattutto un monumentale culto della propria immagine, un Barnum dell’autoreferenzialità.
Corgan è parte di tutto questo, con cambi d’abito che neanche a Sanremo, con una presenza scenica incredibile. Non parla, mai. E più ci addentriamo nella pancia dello show, più scivoliamo su note e ricordi più lui diventa voce e icona. Finisce sullo schermo a fine concerto, come il golem, come in muto di Murnau. 

E poi c’è Porcelina a metà concerto. Ora, io non so se è stata una sensazione mia e solo mia, o se sia successo davvero, ma quella canzone, che nell’album già dura più di nove minuti, deve aver rapito quindicimila persone per una quarto d’ora buono. Prima di essere elevato a una forma di coscienza musicale superiore sono stato abbastanza lucido da buttare uno sguardo alla folla attorno a me. Ho compreso, con vent’anni di colpevole ritardo, che cosa raccontasse Bazin riguardo il fantasmagorico. E giuro mi son sempre chiesto perché Tonight tonight fosse un tributo a Melies. E invece eccolo. Come nell’83, a sei anni, davanti a Yoda: il sogno infantile e collettivo del cinema. Giovedì eravamo una massa di quarantenni con la mandibola spalancata davanti a uno spettacolo di una bellezza rara. E’ una fortuna essere stato lì perché non un filmato su YouTube restituirà l’hic et nunc dell’esperienza vissuta. E’ un viaggio a ritroso, nel protocinema, tra lanterne magiche, teatro delle ombre e caleidoscopi. 

Grotta, luce, Platone. Da Porcelina in avanti ho azzerato le mie relazioni sociali nel parterre. Li ho seguiti, mi sono rinnamorato, li ho maledetti per essere spariti così a lungo, li ho benedetti perché sono stati con me per più di tre ore, avevamo bisogno di guardarci di nuovo, e per bene, negli occhi.

 

Andrea Riscossa

Pixies @ Paladozza + Officine Grandi Riparazioni

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Pixies •

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

+
Blood Red Shoes

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1552435940801{margin-bottom: 20px !important;}”][vc_column][vc_empty_space][vc_column_text]

Paladozza (Bologna) // 11 Ottobre 2019

OGR – Officine Grandi Riparazioni (Torino) // 12 Ottobre 2019

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Ho avuto la fortuna di recensire, esattamente un mese fa, l’ultimo lavoro dei Pixies e l’immagine, costante, che l’album mi evocava era quella di una delirante, divertente, cinica e isterica festa del liceo, vent’anni dopo.
Ecco, sabato sera sono stato invitato a quella festa.

Torino ha sempre amato la scena underground e negli anni novanta è stata una città seminale per band seminali. Sotto la Mole suonavano i Sonic Youth e si ascoltava musica in luoghi improbabili, come Zona Castalia, sotto una chiesa del centro storico, o i Docks Dora, magazzini costruiti nel 1912.
Le OGR (Officine Grandi Riparazioni), un complesso industriale di fine ottocento nel cuore della città, sono una location di rara bellezza e hanno aggiunto un qualcosa di magico allo spettacolo offerto dai Pixies, sabato sera.

La serata è stata aperta dagli inglesi Blood Red Shoes, al secolo Laura-Mary CartereSteven Ansell, power duo accompagnati per il tour da tastiere e basso. La band si ispira a Queens of the Stone Age, Fugazi, Nirvana e, ovviamente, Pixies, e risulta quindi perfettamente in linea con quello che sarà il piatto forte della serata.

Black Francis e soci salgono sul palco alle dieci in punto. Al basso, con l’immancabile rosa a decorare lo strumento, c’è, dal 2013, Paz Lenchantin, polistrumentista che vanta collaborazioni con Maynard James Keenan e Billy Corgan. Alla chitarra e coppola Joey Santiago, capace di stregare il pubblico con entrambi gli strumenti, mentre David Lovering ha le redini delle ritmiche del gruppo.
L’inizio è fulminante e programmatico: i quattro folletti inanellano un pezzo dopo l’altro senza sosta, senza dialogo, senza una pausa per applaudire. E’ un’onda che si alza sotto il pubblico e che ci porta tutti nel loro assurdo mondo. Sono in ottima forma, e lo dimostra la scaletta schizofrenica che propongono: dalla nuovissima St. Nazaire si passa all’isterica Rock Music per finire alla delirante Isla de Incanta. Ecco, il concerto è una continua altalena tra carezze e pugni allo stomaco, tra pogo e ciondolante college rock. È un gioco di salite e discese, di ritmi che si alternano, di linee di basso che emergono all’improvviso dal caos. La prima pausa, per un cambio chitarra, la si vede al minuto quarantacinque.
E io sono già a pezzi. Perché i Pixies hanno rievocato quello spirito torinese anni Novanta, e il pubblico, lo stesso di allora, di diverso ha solo il conto in banca e l’ora della sveglia. Fedeli ai riti e alle tradizioni, una massa di quarantenni ha rotto l’indugio, e alle prime note di Caribou è iniziato un primo pogo a trenta metri dal palco. In transenna era iniziato alla seconda canzone.
Colpa di Charles Michael Kittridge Thompson IV che riesce a essere carismatico senza quasi muoversi, usando la voce come quinto strumento, mescolando cantato a urlato, inserendo versi e risate.
Sul palco ci sono solo loro, pochissima scenografia, le luci, scelta geniale, sono poste dietro la band. Il risultato è duplice: da una parte gli artisti vengono proiettati sulle pareti delle officine, costruite con mattoni e ferro, tetto in vetro, e sembrano ombre di automi impazziti, l’altro è quella di avere i musicisti spesso in controluce, come silhouettes, su sfondo fumo. Curiosa metafora per una band che non ha mai raggiunto il successo che avrebbe meritato, ma che da tutti i grandi artisti di fine secolo scorso è stata citata e idolatrata.
La scaletta è impressionante, i Pixies suonano 37 brani in due ore esatte, hanno un motore incredibile, un ritmo infernale. E hanno anche gusto e mestiere perché i brani del loro ultimo disco, Beneath the Eyrie, motivo per cui sono in tour, sono sparsi nella setlist con astuzia. Alla fine però, ventiquattro canzoni saranno pescate dai primi tre album della band, per far felici noi nostalgici, pogatori, quarantenni.
Un ultimo pensiero. Assistere a un concerto di una band così longeva, che ha pubblicato il primo album nel 1986 e che propone una scaletta così varia, concede il lusso di ammirare, nell’arco di centoventi minuti, tutto l’arco espositivo, dal seme al frutto, dai primi lavori a quelli pubblicati il mese precedente. Si notano le differenze, di esposizione e interpretazione, e anche così, inevitabilmente, il concerto diventa viaggio, ricordo, ballo del liceo vent’anni dopo.
Per una sera, per due ore, è stato davvero piacevole rivivere quella sensazione di concerto essenziale, in cui la sola cosa che conta, perché in fondo l’unica presente, è la musica. C’è poco culto della rockstar, non ci sono visual, non maxischermi, nessuna distrazione. Il trucco non c’è, questi la magia la fanno con due chitarre, un basso, una batteria.
Oh, sono Pixies.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo (Torino): Andrea Riscossa

Foto (Bologna): Luca Ortolani

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”16734″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16747″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16743″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”16745″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”16751″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16750″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16752″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”16749″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”16744″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”16746″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”16742″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”16741″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text] 

Blood Red Shoes

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”16736″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16735″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16739″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”16737″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16738″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16740″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text] 

Grazie a: Dna Concerti

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Achille Lauro @ Estragon

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Achille Lauro •

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1552435940801{margin-bottom: 20px !important;}”][vc_column][vc_empty_space][vc_column_text]

 Rolls Royce Tour 2019

Estragon (Bologna) // 10 Ottobre 2019

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text] 

Foto: Luca Ortolani

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”16728″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16724″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16727″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”16732″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”16726″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”16729″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”16725″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”16730″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16721″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16731″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”16722″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”16723″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text] 

Grazie a: Parole e Dintorni | Friends and Partners

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

The Dandy Warhols @ Locomotiv Club

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• The Dandy Warhols •

+ New Candys

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1552435940801{margin-bottom: 20px !important;}”][vc_column][vc_column_text]

Locomotiv Club (Bologna)  // 17 Settembre 2019

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text][/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie a Comcerto | Locomotiv Club

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text] 

Foto: Luca Ortolani

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”16420″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16418″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16412″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”16416″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”16414″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”16415″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”16413″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”16417″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16419″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16421″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16423″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16422″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

New Candys

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”16424″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16428″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16429″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”16425″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16427″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16426″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row]

TUTTO MOLTO BELLO 2019

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• TUTTO MOLTO BELLO 2019 •

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1552435940801{margin-bottom: 20px !important;}”][vc_column][vc_column_text]

Arena Puccini (Bologna)  //  13-14-15 Settembre 2019

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1552435940801{margin-bottom: 20px !important;}”][vc_column][vc_column_text]

Venerdì 13 settembre
Mahmood
Arena Puccini

La Rappresentante di Lista
Pizzul Stage / free entry

Sabato 14 settembre

Colle Der Fomento

Bud Spencer Blues Explosion
Arena Puccini

Domenica 15 settembre
Giorgio Poi 

Giovanni Truppi
Arena Puccini

Jennifer Gentle
Pizzul Stage / free entry

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie a Foresta Promotion | Panico Concerti | Locomotiv Club

Foto: Giorgia Zamboni

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

13 Settembre

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1568739181983{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16384″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16385″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1568739192681{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16386″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16387″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1568739204378{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”16388″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

14 Settembre

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1568739214821{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”16389″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1568739223682{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”16391″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1568739234426{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”16392″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”16390″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”16393″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1568739243768{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”16402″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

15 Settembre

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1568739253027{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16401″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16400″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1568739264301{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16399″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16398″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1568739274354{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16397″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16396″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1568739283345{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16395″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”16409″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row]

I NOP e la riscoperta del sano rock italiano

“Ciao mi chiamo Francesco sono il cantante dei NOP e questo è il nostro singolo…”

Ecco come ho conosciuto la musica di questi cinque ragazzi bolognesi che prima di essere una band sono soprattutto un gruppo di amici e sono Francesco Malferrari, Claudio Bizzarri, Gianluca Davoli, Marco Righi e Andrea Pirazzoli, ed ecco come ho scoperto il loro singolo Le strade di Bologna. 

Ricordo di aver pensato due cose dopo il primo ascolto… La prima è stata: “Che bravi!” e la seconda è stata: “Finalmente qualcosa di diverso”. Sì perché ascoltare qualcosa di diverso da quello a cui ci stiamo abituando è davvero cosa rara, così com’è raro trovare qualcuno che faccia musica nel vero senso della parola. Se Spotify avesse tra le sue play list una Scuola Rock e non solo una Scuola Indie, i NOP ne farebbero sicuramente parte.

Con loro è possibile staccarsi completamente dalla massa e da quell’ammasso (se così possiamo definirlo) di musica che sembra non avere neanche più un confine. Che fine ha fatto il vero pop, ma soprattutto che fine ha fatto il vero rock italiano? Mettendo da parte le domande sulla fine dei vari generi musicali, con quella creata da questi ragazzi è possibile ritrovare gran parte di ciò che sembra apparentemente perso. E’ possibile intravedere e  ritrovare quel confine che delinea ciò che fanno gli altri da ciò che fanno loro, ma soprattutto è possibile ricaricare le batterie e allo stesso tempo lasciarsi “coccolare” da testi che vanno a toccare corde profonde dell’anima, come il loro secondo singolo L’unico per te

Dopo anni di gavetta, prove e live, questi due singoli rappresentano solo l’inizio di una nuova storia tutta da scrivere che prenderà definitivamente forma con l’uscita del loro album di debutto, ma lasciamo che siano loro a raccontarci qualcosa in più…

Partiamo dal “punto zero” che comprende la scelta del vostro nome e della vostra formazione, siete stati immediatamente i NOP di nome e di fatto oppure c’erano in ballo altre opzioni? E chi sono i NOP prima di essere una band nella vita di tutti i giorni?

Noi eravamo NOP anche prima di essere NOP, anche se non lo sapevamo ancora! A parte gli scherzi siamo arrivati a questo nome dopo aver scartato, come da migliore tradizione, fantasiosi acronimi dei nostri nomi e cognomi o inglesismi legati ai nostri studi scientifico-chimici. Quando poi ci siamo resi conto che la N, la O e la P sono le lettere centrali dell’alfabeto, abbiamo capito di aver trovato il nome giusto. È solo guardando le cose dal centro, equidistanti dagli estremi, che si può̀ raccontare la totalità delle emozioni. E questo è ciò che cerchiamo di fare con la nostra musica, che rappresenta un pezzo importantissimo della nostra vita. Ovviamente ognuno di noi ha un lavoro che occupa la maggior parte delle ore del giorno: nel nostro “menù” abbiamo un proprietario di una palestra, un ingegnere elettronico e uno chimico, un sistemista e un comunicatore che lavora in ambito politico-amministrativo. Insomma, ce n’è per tutti i gusti

Nel panorama musicale attuale siete sicuramente una sorta di “voce fuori dal coro” per il vostro genere musicale che riporta un po’ a quel sano rock italiano attualmente quasi inesistente tra gli artisti e band emergenti, quali sono secondo voi i vantaggi e gli svantaggi sotto questo punto di vista?

Il primo e più grande vantaggio è sicuramente che riusciamo a suonare la musica che amiamo. Ciascuno di noi viene da culture musicali molto eterogenee, che vanno dal metal al cantautorato italiano, ma riusciamo nel nostro genere, come dicevi tu un po’ “fuori dal coro”, a fondere i diversi stili. Sicuramente il rock, nonostante stia un po’ riemergendo, non è il genere più in voga in questo momento. E sicuramente suonare un genere non “alla moda” rischia di tagliarti fuori da molte opportunità. Ma è altrettanto vero che, in un mondo di trap e indie, se senti un gruppo rock bravo vieni colpito e poni più attenzione nell’ascolto. Ma, ripeto, dietro alla nostra scelta non c’è alcun calcolo utilitaristico: semplicemente suoniamo il genere che amiamo. Il Rock, con la sua forza, pensiamo riesca a rappresentare al meglio le emozioni, sia quelle belle che quelle brutte. Quelle forti, che ti cambiano. Quelle genuine.

Dal primo singolo “Le strade di Bologna” al secondo “L’unico per te” c’è un’enorme differenza soprattutto per quanto riguarda i testi, chi è la penna del gruppo? Vi è capitato di scrivere qualcosa tutti insieme?

Inizialmente Frizz (il cantante), ma negli ultimi anni moltissimi brani sono nati anche dalla penna di Riguz (il bassista) e un paio anche dalla penna di Bizzo (il chitarrista). Poi quei brani, un po’ grezzi, arrivano in sala prove e insieme li stravolgiamo, li modelliamo e insieme li rendiamo nostri. Ogni volta ogni membro dei NOP riesce a mettere la propria cifra distintiva all’interno di un nuovo brano.

 

per presskit3 1

 

Siete una band composta da 5 componenti e suppongo sia difficile mantenere un equilibrio e trovare sempre un punto d’incontro, chi di voi è il più bravo a scendere a compromessi e chi invece è quello che crea più “casini”?

Tu lo sai vero che questa domanda sta già provocando delle discussioni, vero? No, a parte gli scherzi la forza del nostro gruppo è che prima di essere una band siamo un gruppo di amici. Veri, senza infingimenti. E quindi quando ci sono dei momenti di discussione, ed è inutile negare che capiti, ci troviamo davanti ad un mc chicken o ad una birra e ne parliamo, da amici. E andiamo avanti più forti di prima. Ah, comunque il diplomatico della band è Frizz (il cantante), ça va sans dire e il più schietto Bizzo (il chitarrista).

Avete avuto modo di esibirvi nella vostra città (Bologna) in occasione del primo maggio, quali sono state le sensazioni pre e post live e qual è il palco sul quale un domani sognate di salire?

Un’emozione immensa. Davvero immensa. Lasciamo a voi immaginare cosa possa significare per 5 ragazzi di 28-30 anni che fanno musica, nati e cresciuti a Bologna (e follemente innamorati di questa città), suonare per ben due volte consecutive nel giro di due anni sul palco di Piazza Maggiore. Quando sali su quel palco vedi da un lato San Petronio in tutta la sua bellezza, dall’alto “al Zigànt” (la statua del Nettuno) e davanti a te la Piazza piena di gente. A quel punto sai che devi goderti quel momento fino all’ultimo istante. E dopo Piazza Maggiore ora bisogna puntare allo Stadio Dall’Ara. Tanto sognare è gratuito!

Avete annunciato l’uscita del vostro primo album, potete svelarci qualcosa in più? Sarà un giusto mix romanti-rock?

Sarà un album da vivere tutto di un fiato, dal primo al decimo brano. All’interno ci saranno canzoni per innamorarsi, per ridere, per saltare, per commuoversi e per emozionarsi. D’altronde non potrebbe essere altrimenti: contiene 8 anni della nostra vita artistica insieme. Ci stiamo lavorando notte e giorno e non vediamo l’ora di farlo ascoltare.

Fare musica per voi è…

Emozionare. Ma prima di tutto emozionarci. E capita magicamente ogni volta che Piraz batte i 4 con le bacchette e dà il via ad un live.

 

La verità è che i NOP ad un primo ascolto potrebbero ricordare sonorità familiari, dei chiari richiami a quel sano rock tutto italiano che purtroppo negli ultimi tempi sembra essersi quasi perso, ma poi arrivano loro a ricordarci cosa vuol dire mettere insieme chitarre e batterie e fare musica, ma farla davvero. Insomma potrebbero essere “paragonati” a diversi artisti dello stesso genere, in realtà ascoltandoli ci si rende conto che sono semplicemente loro.

Sono semplicemente i NOP.

Claudia Venuti

 

Bring Me The Horizon @ Bologna_Sonic_Park

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Bring Me The Horizon •

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1552435921124{margin-top: 20px !important;margin-bottom: 20px !important;}”][vc_column][vc_column_text]

+
Enter Shikari
Tigress

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1552435940801{margin-bottom: 20px !important;}”][vc_column][vc_column_text]

Bologna Sonic Park (Bologna) // 19 Luglio 2019

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Foto: Luca Ortolani

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685666923{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15530″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685666923{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15535″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15538″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15510″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15527″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15532″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15533″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15526″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15525″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15509″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15536″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15537″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15523″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15534″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15529″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15528″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15531″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15511″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Enter Shikari

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15516″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15508″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15517″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685698984{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15505″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15501″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15504″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15519″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15503″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685698984{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15507″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685698984{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15518″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15522″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15520″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15506″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15521″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Tigress

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685698984{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15512″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15515″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15513″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685698984{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15502″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie a Vertigo | Reverse Agency

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Afterhours @ Bologna_Sonic_Park

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Afterhours •

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

+
Rancore
I Hate My Village 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1552435940801{margin-bottom: 20px !important;}”][vc_column][vc_column_text]

Bologna Sonic Park (Bologna) // 18 Luglio 2019

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Magliette dei Joy Division, bruciature di sigarette sulle braccia, birre che volano sulle teste del pubblico, pogo selvaggio, Manuel Agnelli e i suoi capelli liscissimi. No amici, non siamo nel 1999. Le cose però, per una delle mie band del cuore, non sembrano cambiate granché, ad eccezione del numero esorbitante di smartphone pronto a riprendere e a registrare qualunque nota o parola pronunciata durante questa serata. Questa bolognese del Sonic Park è una delle due date che vedranno gli Afterhours esibirsi, per quest’anno e il pubblico è molto caldo.

Mentre aspetto che il concerto inizi penso a quante volte li ho visti dal vivo, dalla mia adolescenza ad oggi. Tante, sicuramente. Vicino a me, una donna sulla quarantina indossa la t-shirt del recente tour di Agnelli, A Night With, e non smette di farsi selfie con alle spalle il palco e di far vedere a tutti quelli che la circondano i video fatti durante i passati concerti del gruppo.

Preceduti dagli I Hate My Village e Rancore, Agnelli e i suoi salgono sul palco alle 21.30, spaccando praticamente il minuto. Se non fosse per la barba imbiancata di Manuel, e insolitametne lunga, sembrerebbe davvero che il tempo non sia passato. Fin dal primo pezzo, Rapace, la band milanese è ancora in grado di trascinare il pubblico in un vortice di chitarre e suoni taglienti.

Sul palco sono felice di rivedere anche Xabier Iriondo, chitarrista storico del gruppo, per qualche anno assente dalle scene, e felicemente ritornato dal 2016.

Quando arriva Male di Miele il pubblico inizia a ballare e pogare ai lati del palco. La ragazza sulla quarantina con la t-shirt dopo qualche spallata violenta viene risucchiata da un gorgo infernale e sparisce dalla mia vista. Mi chiedo se abbia mai fatto ritorno a casa.

Nonostante, come ha ripetuto più volte Agnelli durante la serata, abbiano fatto due soli giorni di prove, la chimica e l’energia che sprigionano è rimasta immutata. Gli Afterhours sono una macchina perfetta e l’elettricità è alta, si vede che c’è la voglia di fare un bel concerto. Infatti nonostante sarebbe potuta benissimo essere la classica esibizione da “best of”, non è così. Agli Afterhours piace spiazzare il pubblico e lo sanno fare maledettamente bene. Oltre alle classiche Padania, Il Paese è Reale, Bianca, Ballata per la mia Piccola Iena e Non è per Sempre ci sono anche altri brani che non vengono eseguiti così spesso dal vivo, come Oppio o Se io fossi il giudice.

Quando arriva Il mio popolo si fa, Agnelli è completamente trasfigurato in un Cristo in croce. Qualcuno dal pubblico gli urla “sei il mio messia”. Capelli lunghi, braccia aperte, ma niente a che fare con quella faccenda del “porgi l’altra guancia”. Gli Afterhours, se ci hanno insegnato qualcosa in questi anni, è proprio a non essere passivi. La vita ti dà uno schiaffo? Benissimo, tu daglielo indietro. Più forte e dove fa più male.

Agnelli negli anni è diventato più loquace, ha una maggiore voglia di raccontarsi, ma alcune cose sono rimaste immutate. Non dirà mai qualcosa solo per accattivarsi il consenso del pubblico. Un gruppo di ragazze di fronte al palco gli urla che la loro amica sta per sposarsi. “Cosa? Ah”, fine del discorso. Non un sorriso, non un ammiccamento, niente di niente. Ma è anche per questa personalità spigolosa che il suo pubblico gli vuole bene.

Quando gli Afterhours rientrano sul palco per i bis arriva il momento Iggy Pop della serata. Agnelli si toglie la maglia e a petto nudo, roteando il microfono come se fosse un nunchaku, esegue il trittico La verità che ricordavo, La vedova bianca e Bye Bye Bombay.

Chiude la serata Voglio una Pelle Splendida, al termine della quale si accendono le luci e gli Afterhours si uniscono in un grande abbraccio. Anche noi li abbracciamo idealmente. Suonare per oltre due ore, con una scaletta dei tempi migliori e tutta l’energia che avevano a disposizione, dimostra un grande rispetto per il pubblico.

Chi si aspettava un compitino ben svolto si sarà dovuto ricredere: gli Afterhours sono in ottima forma, oggi come trent’anni fa.

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo: Daniela Fabbri

Foto: Luca Ortolani

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie a Vertigo | Reverse Agency

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_gallery type=”image_grid” images=”15487,15481,15488,15482,15493,15483″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_gallery type=”image_grid” images=”15495,15492,15486,15490,15489,15494″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_gallery type=”image_grid” images=”15491,15485,15484,15480″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Rancore

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_gallery type=”image_grid” images=”15479,15469,15478,15476,15477,15475″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

I Hate My Village

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_gallery type=”image_grid” images=”15473,15474,15468,15470,15471,15472″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row]

Subsonica @ Bologna_Sonic_Park

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Subsonica •

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1552435940801{margin-bottom: 20px !important;}”][vc_column][vc_column_text]

Bologna Sonic Park (Bologna) // 09 Luglio 2019

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto: Mattia Celli

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie a Vertigo | Reverse Agency

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_gallery type=”image_grid” images=”15352,15358,15359,15360,15361,15357″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_gallery type=”image_grid” images=”15362,15353,15354,15355,15356″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row]