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Tag: Live

Bay Fest 2019 • Day 3

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• Bay Fest 2019 •

Day 3

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Bellaria Igea-Marina  // 14 Agosto 2019

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The Offspring

Dead Kennedys

The Story So Far

PUP

Shandon

T.F.V

Brightr (Acoustic Stage)

Palm Down (Acoustic Stage)

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto: Luca Ortolani | Daniele Angeli

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie ad Hub Music Factory

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Bay Fest 2019 @ Bellaria – Igea Marina

 

C’era una volta la riviera romagnola la settimana di ferragosto. Le serate in discoteca, le feste nei chiringuitos in riva al mare e il Bay Fest. 

Tra il 12 e il 14 agosto, al Parco Pavese di Igea Marina é andata in scena la V edizione del festival punk rock più amato del nostro paese. La line up ricca, anzi ricchissima, é stata in grado di attirare persone da tutta Italia, anche se sarebbe più corretto dire da tutta Europa.

Varcata la soglia mi sono ritrovata in un marasma di individui completamente diversi tra loro (punk, alternativi, gente in kilt) ma che parlavano tutti la stessa lingua: la musica.

Tre giorni di concerti, uno dietro l’altro, un via vai continuo di performer che hanno riempito le nostre giornate tra un bicchiere di birra e l’altro.

Band italiane e eccellenze internazionali si sono alternate sul palco: nessun ritardo nella scaletta, le performance spaccavano il secondo. Ma andiamo con ordine.

 

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Primo giorno

Con quel misto di eccitazione e trepidazione che accompagna ogni nuova esperienza io e i miei compagni di avventure varchiamo la soglia del Parco. Sembra di essere stati catapultati in un altra dimensione: tutti sono felici e rilassati, pronti a godersi lo spettacolo che sta per incominciare.

Se i presenti sono stati relativamente calmi durante il concerto dei Masked Intruders con i Punkreas ho capito cosa mi sarei dovuta aspettare in quei tre giorni: il delirio.

L’eroe della giornata, per me, è stato Frank Turner che si è lanciato il una performance scatenata che è terminata con lui che ballava tra il pubblico.

Con i Nofx c’è stata una esplosione di grinta. Quando Fat Mike, in abito succinto rosso e capelli azzurri, si è presentato sul palco il pubblico é impazzito. Sotto il palco c’è stata una vera e propria tempesta di sabbia causata dal pogo sfrenato e senza sosta dei fan. C’erano i giovani e i meno giovani ma tutti erano animati dallo stesso fuoco e dalla stessa passione chiamata punk.

 

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Secondo giorno

Per me è stato il migliore di tutto il festival. 

Nonostante i Less Than Jake, i Good Riddance e i Pennywise abbiano fatto un grandissimo show e ci abbiano fatto cantare, ballare e pogare non possono reggere il confronto con i protagonisti indiscussi della giornata: gli Ska-p.

In un mondo dominato dal reggaeton ci pensano loro a ricordarci che la musica spagnola é molto di più. 

Non sono canzoncine che ti tengono compagnia durante le lezioni di zumba o gli aperitivi, gli Ska-p ci sbattono in faccia i loro ideali. La libertà, l’antifacismo, la critica alle tradizioni sbagliate e gli orrori delle istituzioni.

Non sono solo dei cantanti, sono dei veri e propri performer. Il loro non è un semplice concerto è un tripudio di suoni, colori e costumi. Il momento più alto e toccante del concerto si è avuto con Crimen Sollicitationis, la canzone che accusa il Vaticano per aver coperto i preti pedofili. Li, quando un paio di enormi ali nere si sono aperte per far librare in volo il prete corrotto, ho avuto i brividi. Anche il pogo, con gli Ska-p era diverso. Non era una battaglia all’ultimo sangue, é stata una danza. Un ballo tra migliaia di persone, unite dagli ideali di pace e antifascismo della band. Da El Gato Lopez fino al grido di Insistimos de El Vals De L’obrero non c’è stato un momento di pace. Ah, vi ho detto che in tutto questo il buon Pulpul ha cantato su una sedia a rotelle? Eroi.

 

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Terzo giorno

Ultimo giorno, stanchi e provati dal viaggio, dai concerti precedenti e dalle partite di beach volley arriviamo al parco Pavese. Non ho più voce, uno dei miei compagni di viaggio si è rotto il dito di un piede. Sembriamo reduci da qualche battaglia ma non basta certo così poco a fermarci. É la sera degli Offspring, uno dei miei gruppi preferiti. Gli Shandon ci danno la carica che ci serve per affrontare al meglio questa serata. Sangue e Lava dal vivo é da brividi. Il pomeriggio scorre tranquillo. I Dead Kennedys scaldano il palco in attesa degli headliner e si fanno amare. Il loro frontman é uno showman: balla e dialoga con il pubblico.

Poi è il loro turno, gli Offspring stanno per arrivare. Me la sento e decido di puntare alle transenne: sono una povera illusa. Quando i californiani salgono sul palco, e partono le prime note di Americana, il pubblico impazzisce e inizia a pogare senza sosta. E io sono lì, bloccata nel mezzo. Mi sono dovuta dare alla fuga prima della fine della canzone. Bilancio: un livido sulla schiena e moroso disperso. Non male.

Gli Offspring mi sono sembrati decisamente sottotono e fuori forma, per non parlare del fatto che Dexter non riesca più a raggiungere determinate tonalità. Tuttavia sono riusciti a farci cantare e ballare, come fanno da 20 anni a questa parte.

Questo è quello che è successo al Bay Fest. 

Una festa, in puro stile romagnolo dove la musica, il divertimento e la solidarietà sono al centro di tutto. 

Un luogo dove nascono amicizie e dove si fanno incontri inaspettati. Un evento in cui anche se vieni sorpreso da un temporale che ti lava da cima a fondo non ti importa perché l’importante è continuare a cantare.

C’era una volta, e per fortuna c’è ancora, il Bay Fest.

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Testo di Laura Losi

Foto di Luca Ortolani | Daniele Angeli (Offspring)

Bay Fest 2019 • Day 2

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• Bay Fest 2019 •

Day 2

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Bellaria Igea-Marina  // 13 Agosto 2019

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SKA-P

Pennywise

Good Riddance

Less Than Jake

Persiana Jones

Viboras

Joey Cape (Acoustic Stage)

Sam Chalcraft (Acoustic Stage)

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Foto: Luca Ortolani

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie ad Hub Music Factory

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Bay Fest 2019 • Day 1

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• Bay Fest 2019 •

Day 1

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Bellaria Igea-Marina  // 12 Agosto 2019

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NOFX

Sick Of It All

Frank Turner

Masked Intruder

Punkreas

All Coasted

Dave Hause (Acoustic Stage)

Mike Noegraf (Acoustic Stage)

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Foto: Luca Ortolani

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Easy Star All Stars @ Villa_Ada

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• Easy Star All Stars •

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Villa Ada (Roma) // 01 Agosto 2019

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Foto: Simone Asciutti

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Rufus Wainwright @ Percuotere la Mente

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• Rufus Wainwright •

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Percuotere la Mente (Corte degli Agostiniani, Rimini) // 29 Luglio 2019

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Sul palco di Percuotere la Mente, Rufus Wainwright è solo. Cammina veloce, vestito con un paio di pantaloni scuri e una t-shirt, si siede al pianoforte e inizia a suonare The Art Teacher. Nessun preambolo, nessuna parola inutile. C’è solo la musica stasera. Solo Rufus Wainwright, senza orpelli. Dimenticatevi quindi i cappelli dickensiani, i mantelli di piume o le vistose giacche in paillettes. Anche la sua musica viene presentata in una versione più minimale: nella Corte degli Agostiniani Wainwright si esibisce alternandosi tra piano e chitarra acustica. Non c’è traccia dei barocchismi a cui ci ha abituati. E tutto suona meravigliosamente bene. 

Dopo più di venticinque anni di carriera, Rufus Wainwright non ha più niente da dimostrare, la sua classe e la padronanza del palco sono ormai delle certezze.

Chitarra in mano, intona una perfetta Out Of The Game, seguita da un altrettanto impeccabile Jericho. Poche note e il pubblico è definitivamente conquistato. Quando si allontana dal suo piano e strofina un’acustica ricorda un musicista di strada, più simile al suo vecchio Loudon Wainwright III che al pupillo di Elton John che abbiamo imparato a conoscere.

Wainwright non perde occasione di dire quanto ami l’Italia, raccontando aneddoti su Rimini e sul Grand Hotel, quel “pazzo hotel sul mare, con uno strip club nel seminterrato”, o di quando fu invitato al Festival di Sanremo qualche anno fa e un gruppo di Papaboys lo aspettò in aeroporto per protestare contro di lui. “Lo scandaloso” dice con enfasi drammatica, prima di scoppiare a ridere e partire con Gay Messiah.

Rufus passa dai tocchi pianistici funerei agli aneddoti da cabaret con insolita facilità. Forse uno degli aspetti più sorprendi di questa serata è proprio questa sua simpatia sorniona. 

“Il mio nuovo album è pronto, dovrebbe uscire il prossimo aprile” ci annuncia. Stava lavorando quando sua figlia Viva entrò nella stanza dichiarando che lei da grande “non avrebbe seguito le regole”. Da qui il possibile titolo del prossimo lavoro: I Unfollow The Rules. Lontano dagli anni scintillanti e luccicanti degli esordi, quelli dell’enfant terrible, oggi Wainwright può essere definito con assoluta sicurezza uno dei cantautori migliori della sua generazione. E guardandolo su quel palco, rigoroso eppure incredibilmente umano, è chiaro a tutti che per raggiungere certi livelli sia per forza necessario essere disciplinato e seguire le regole.

“Sono un grande fan di Mina” racconta, “il prossimo pezzo avrebbe potuto cantarlo anche lei”. Early Morning Madness è una canzona nera: il pianoforte e la sua voce potrebbero spalancare le porte dell’abisso.

C’è spazio anche per l’ecologia e la politica. Going to a Town è uno dei suoi pezzi migliori, ma è anche una preghiera o forse sarebbe il caso di dire, una dichiarazione anti-Trump. Rufus canta di sentirsi stanco dell’America. Quando durante il pezzo sbava il falsetto sorride imbarazzato e ammette “I’m human”, il pubblico esplode in un caldo applauso. 

Il suo dono è quello di saper intrecciare la speranza e il romanticismo con la malinconia, “va bene anche essere tristi, a volte” ci dice prima di suonare Only the People That Love. 

Non mancano nemmeno gli omaggi a Leonard Cohen: So Long Marianne e Hallelujah. Uno dei momenti più toccanti della serata, ma non di certo gli unici. Candles, la canzone dedicata alla madre, viene eseguita interamente a cappella. Il suo baritono risuona chiaro e nitido in tutta la corte. Non abbiamo bisogno di altro, grazie Rufus. Questa esecuzione da sola vale il biglietto.

Al termine del concerto guarda il pubblico e sorride timidamente. Rufus Wainwright se ne va così come era arrivato, tra gli applausi, accompagnato solo dalla sua incredibile voce e dalla sua musica. [/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo: Daniela Fabbri

Foto: Francesca Garattoni

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie alla Sagra Musicale Malatestiana | Comune di Rimini

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685666923{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15775″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685666923{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15777″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15780″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15779″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15781″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”15776″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”15778″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”15785″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15782″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15786″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15787″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15788″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15783″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15784″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row]

Glen Hansard @ Anfiteatro del Vittoriale

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• Glen Hansard •

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This Wild Willing Tour

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Tener-A-Mente @ Anfiteatro del Vittoriale (Gardone Riviera) // 26 Luglio 2019

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto Francesca Garattoni

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Luchè @ Rock_in_Roma

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• Luchè •

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Rock In Roma  (Ippodromo delle Capannelle – Roma) // 26 Luglio 2019

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto: Tommaso Viscomi[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”15754,15753,15761″][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”15756,15758,15759″][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”15755,15760,15757″][/vc_column][/vc_row]

I Ministri @ MIND_Festival

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• I Ministri •

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+

Alteria 

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Mind Festival (Monte Cosaro – MC) // 26 Luglio 2019

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Ormai da anni, il Mind Festival di Montecosaro è una certezza per i marchigiani (e non) amanti dei bei concerti e della musica live. L’edizione 2019 mi ha riservato due grandi sorprese per l’appuntamento del 26 luglio: prima, l’annuncio de I Ministri, che mi mancavano davvero troppo, per una delle quattro eccezionali date del tour estivo; poi, l’opening act di Alteria, con la quale, dopo quelle che sono state più di una recensione e di un’intervista, si è creato un legame speciale.

Sono arrivata presto venerdì. Ho respirato l’atmosfera familiare ma entusiasta delle grandi occasioni. Un’organizzazione impeccabile, la cura dei dettagli, il prato sconfinato e la possibilità di incontrare gli ospiti, tra soundcheck, birre e il profumo degli arrosticini. Il disco firmato da Alteria, il suo La vertigine prima di saltare, per vederla, poi, saltare sul palco accompagnata dalla band e dalle canzoni colorate, come lei, di energia, rinascita e rivincita.

Soltanto un breve frangente per il cambio strumenti e il compattarsi delle prime file che ecco entrare in scena Fede, Divi e Michelino Esposito, nelle giacche napoleoniche dai bottoni dorati, la loro seconda pelle.

A cavallo delle imponenti note di Mammut, il set scorre tra chitarre distorte, rullanti incazzati, sudore, pogo, mani e microfoni al cielo. Idioti è la fiamma che accende il primo circle pit al grido di “sono io quello normale”, mentre I soldi sono finiti è la dedica ai dodici anni di attività del gruppo e a tutti coloro che, da eroi dei nostri giorni, hanno ancora il coraggio di formarne uno, nonostante di soldi ne siano rimasti, appunto, davvero pochi.

Un’onda emotiva travolge chi, da sopra e da sotto il palco, vive la musica come ragione di esistenza, ago della bilancia nelle scelte, denuncia di ingiustizie, mappa di sentimenti.

I ragazzi del Mind Festival, i precedenti live nelle Marche e il ritrovato calore del pubblico sono omaggiati nell’introduzione di Se si prendono te, tratta dal disco Per un passato migliore.

Passato, presente e futuro che si intersecano in Un viaggio, titolo dell’ultimo singolo e manifesto di un’ardua missione, paragonata alla titanica impresa di indossare le giacche, nonostante e contro il caldo. Un bilancio provvisorio, registrato e donato ai fan.

La prima parte si chiude con Il bel canto, in versione chitarra e voce, in nome di una forma d’arte, quasi estinta, che nasce da accordi semplici e autentici, testimoni di un momento unico ed irripetibile.

L’istantanea di Divi che si avvicina e si appoggia a Fede, nella ricerca di un contatto umano. Trovarlo e farlo esplodere, poco dopo, nel tuffo dalla transenna per lo stage diving, tanto immancabile quanto atteso.

Gli amplificatori si riaccendono sui versi taglienti di Fidatevi e su Bevo, quella che – dalle parole del frontman bassista – è considerata una bella canzone de I Ministri ma che nel tempo si è responsabilizzata.

<<Abbiamo ancora due colpi >> – confessa Dragogna con il viso nascosto dai capelli fradici – <<Facciamo in modo che, tra il mare, le colline e i monti, l’odio e la rabbia si tramutino in abbracci e applausi. Come ha già fatto tutto lo staff del Mind, volendo ancora questi quattro coglioni che, in Italia, continuano a fare quella cosa strana che si chiama rock ‘n’ roll>>.

Diritto al tetto e Abituarsi alla fine incorniciano un concerto memorabile, suggellato dall’invito a non mollare. Tuttavia alla sensazione che lascia aver vissuto un live de I Ministri non ci si abitua mai: le luci spente e il guardarsi dentro, rispecchiandosi nelle loro canzoni. Processo liberatorio ma tormentato.

Un’emozione densa, piena, profonda che, per fortuna, una fine non ce l’ha.

 

SETLIST:

Mammut
Cronometrare la polvere
Comunque
idioti
I soldi sono finiti
Sabotaggi
Stare dove sono
Usami
Se si prendono te
Due dita nel cuore
Un viaggio
Una palude
Il bel canto

Fidatevi
Bevo
Diritto al tetto
Abituarsi alla fine[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo: Laura Faccenda

Foto: Giorgia Zamboni

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie a Magellano Concerti

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685666923{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15746″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15744″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15741″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685666923{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15747″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15743″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15739″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15748″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15740″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15742″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15749″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Alteria

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Les Négresses Vertes @ Verucchio_Festival

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• Les Négresses Vertes •

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Verucchio Festival (Verucchio) // 24 Luglio 2019

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto: Michele Morri

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie a Ponderosa | Verucchio Festival

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685666923{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15707″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685666923{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15705″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15698″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15697″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15706″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15701″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15703″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15708″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15699″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15696″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”15700″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15702″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”15695″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row]

Peter Doherty & The Puta Madres @ Acieloaperto

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• Peter Doherty & The Puta Madres •

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Acieloaperto (Rocca Malatestiana – Cesena) // 23 Luglio 2019

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Per anni ho trovato insopportabile Pete Doherty. Così rock’n’roll da diventare cliché. Brutto, sporco, perennemente ubriaco, eroinomane. Pete che devasta le camere degli hotel, che si fidanza con le modelle, che entra ed esce dalla rehab, Pete che non sarebbe arrivato ai quarant’anni.

Però, come spesso succede, nella vita si finisce anche per innamorarsi di quello un po’ matto. Del ribelle, quello che esagera, sempre pronto a uscire dal seminato per infilarsi dritto dritto nella cattiva strada. Non ha senso, ma lo facciamo. Ed è così che io mi sono innamorata dei The Libertines, prima, e dei Babyshambles, poi. Oggi però Pete è tornato ad essere Peter, se non vi dispiace, e proprio la curiosità di conoscere questa nuova, ultima reincarnazione, mi ha portata a Cesena, a vedere dal vivo Peter Doherty and the Puta Madres.

In questi anni ho capito che la grande dote richiesta ad un fan irriducibile di Doherty è la pazienza. A volte non si presenta ai concerti, altre ci arriva completamente ubriaco. Succede anche che se ne vada prima. In occasione di acieloaperto però inizia puntuale, alle 22.15 sale sul palco. Ma non è la sola novità: anziché urlare, oggi Peter sussurra. Nella sua musica c’è un po’ meno rumore e un po’ più amore. Per il resto è sempre lui: polo, jeans e sneakers da pub, un po’ imbolsito, un po’ sbiadito. Invecchiato, certo. Ma con quella scintilla negli occhi che dà l’idea di farlo esplodere da un momento all’altro.

Partono i primi pezzi: All at Sea e Hell to Pay at the Gates of Heaven. Le canzoni del passato, dei The Libertines o dei Babyshambles, sono quelle che, inevitabilmente, riscuotono il maggiore entusiasmo. I brani dei the Puta Madres sono intrisi di una malinconia irresistibile, coadiuvata dall’armonica di Doherty, che lega tutto insieme. Alcune sono ballate lente e romantiche dal gusto gitano, ma non mancano comunque i suoni “a la Doherty” più tradizionali.

Narcissistic Teen Makes First XI è un’altra canzone dolce, lo stesso vale per Shore Leave: “you can’t lose control, if you don’t have control”, che sembra richiamare le bravate del vecchio Pete. D’altronde, bisogna riconoscere che Doherty è sempre stato sincero riguardo ai suoi due amori: le droghe e la perfida Albione.

Più volte durante il concerto mi ritrovo a pensare a lui come ad un gatto che fa la fusa. Cerca continuamente un contatto con il resto della band. Non solo con Katia DeVida, ma soprattutto con il chitarrista Jack Jones. Li abbraccia, li accarezza, li cerca, poi si allontana, li guarda da un angolo del palco durante un assolo e poi ritorna. È di buon umore e mostra tutta l’umanità e la gentilezza di un artista forse troppo spesso maltrattato, dalla vita e dalla stampa.

Someone Else To Be cita potentemente gli Oasis, il pubblico canta insieme a lui: “per favore, non mettere la tua vita nelle mani di un gruppo rock n’ roll, loro butteranno via tutto”. Una frase presa in prestito che riassume vent’anni di musica, vissuti tra tentativi di riabilitazione, bizzarri problemi personali, cadute, autodistruzione e alcuni brevi scorci di paradiso.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo: Daniela Fabbri

Foto: Luca Ortolani

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie ad Hub Music Factory | Retro Pop Live

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Tash Sultana @ Ferrara_Sotto_Le_Stelle

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• Tash Sultana •

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Ferrara Sotto Le Stelle (Piazza Castello – Ferrara) // 22 Luglio 2019

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[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie a Comcerto

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