Skip to main content

Tag: Live

Le Luci Della Centrale Elettrica @ Teatro Massimo

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Le Luci Della Centrale Elettrica •

Teatro Massimo (Pescara) // 02 Dicembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Di tutto restano tre cose: la certezza che stiamo sempre iniziando, la certezza che abbiamo bisogno di continuare, la certezza che saremo interrotti prima di finire. Pertanto, dobbiamo fare: dell’interruzione, un nuovo cammino, della caduta un passo di danza, della paura una scala, del sogno un ponte, del bisogno un incontro.Fernando Sabino.

Domenica 2 dicembre è andata in scena sul palco del Teatro Massimo di Pescara la quinta data di quello che sarà l’ultimo tour de Le Luci della Centrale Elettrica, dopo dieci anni di attività.

La scelta solenne dei teatri, appunto, per celebrare un anniversario importante e per ripercorrere le tappe di un progetto musicale, culturale, artistico, intrapreso nel 2008. Tra la Via Emilia e la Via Lattea.

È stato proprio Vasco Brondi a leggere la citazione con cui ho scelto di iniziare. La sintesi perfetta dello spettacolo a cui ho assistito. La lancetta segna le nove quando si alza il sipario su una scenografia essenziale, arredata unicamente dagli strumenti.

Ecco entrare ad uno ad uno i musicisti e posizionarsi: Rodrigo D’Erasmo al violino e al piano, Andrea Faccioli alle chitarre, Gabriele Lazzarotti al basso, Daniela Savoldi al violoncello e Anselmo Luisi alle percussioni. In prima linea, Vasco Brondi che, subito dopo aver eseguito Coprifuoco, saluta il pubblico del capoluogo abruzzese, instaurando quel profondo dialogo che ha contraddistinto il live.

Il tema che ha unito il susseguirsi di canzoni, aneddoti, racconti, poesie e letture è stato il viaggio. Primo fra tutti, quello che i brani de Le Luci portano inevitabilmente a fare.

Una commistione di immagini universali e particolari, scenari interspaziali che deflagrano, in uno zoom, su attimi di vita quotidiana, anche nei suoi risvolti più amari e dolorosi. Sinestesie, metafore, senso di identificazione.

Appaiono i parchi della città, i palazzi grigi, i sogni infranti sulle pareti. Una generazione in preda a domande sul proprio futuro, sul proprio destino. Risposte che talvolta si spezzano nella droga, nel senso di isolamento, nella dispercezione di se stessi.

E allora si prova a immaginare come possa essere la vita al di là, distante da lì. Fuori da un bar della Via Emilia che si trasforma nella Via Lattea. Lontani dal paese natale.

Si sale su un’auto, su un aereo, su una nave o su un gommone in balia delle onde.

<< Sapete… in questi anni sono giunto ad una conclusione che mi ha arricchito molto. Non sempre la soluzione migliore è quella di abbandonare la propria città. Io l’ho capito dopo aver girato tanto. E l’ho capito, in particolare, grazie a quelle persone che io chiamo maestri. I CCCP. Il loro motto era: “Non a Berlino ma a Carpi, non a New York ma a Modena”. Un giorno, con un paio di regionali, io e un mio amico siamo andati a Carpi. Volevamo capire cosa ci fosse di così speciale. Invece era quasi peggio di Ferrara…! Ecco, io ho capito che potevo fare qualcosa anche a Ferrara >>.

Il viaggio è anche interculturale. La letteratura, la poesia che prendono per mano la musica. Brondi legge dei passi di Roberto Bolano, scrittore cileno della metà del Novecento che ha narrato alcune vicende legate al Centro e Sud America, tra emisfero nord e emisfero sud, immergendole in una dimensione onirica.

Si ricollega così, alla canzone di De Gregori, ispirata dalla versione di Bob Dylan, Una Serie di Sogni.

<<Da un po’ di tempo a questa parte, prima dei concerti ascolto sempre questo brano. È una ricorrenza, una fissa, non lo so. Ma mi fa pensare esattamente a quello che provo quando sono qui >>.

Il tutto è amplificato dalla maestria degli arrangiamenti: il lamento malinconico del violino e del violoncello, il ritmo cadenzato delle percussioni e del basso, le chitarre che, da sempre, fanno da collante.

Non ne poteva mancare una, poi. La chitarra acustica consumata e vissuta, ridipinta chissà quante volte, con su scritto Le Luci Della Centrale Elettrica.

Ed è abbracciando solamente la sua chitarra che Vasco Brondi torna sul palco per l’encore.

<< Il pezzo che sto per eseguire l’ho scritto dieci anni fa. Si intitola La gigantesca scritta COOP ed era contenuta nel nostro primo disco che registrai in un container nelle campagne ferrarese dove di solito registravano solo gruppi metal. C’erano solo gruppi metal a Ferrara >>

ride

<< In quel momento ero fermamente convinto di quello che stavo facendo. Per me quelle canzoni erano qualcosa di importante. Allora partecipai anche a un concorso a Monselice. Uno di quei posti dimenticati da Dio, per uno di quei concorsi tipo alla Vanna Marchi. Dovevi pagare per partecipare. Ebbene, io anche pagando non riuscii a superarlo. Lì alcune delle mie certezze iniziarono a vacillare >>.

Il picco emozionale raggiunge le stelle con Per Combattere l’Acne. Si è creata una vibrazione potentissima tra palco e pubblico. C’è chi ha iniziato a cantare. C’è chi, vicino a me, ha percepito la scarica elettrica generata da quei fili scoperti che si ripetono nel testo.

Ed è stato un regalo grandissimo. Infine, il viaggio raccontato è quello dell’uomo, e non solo dell’artista, Vasco Brondi.

Prima di concludere, prende in mano l’ultimo disco, prodotto con l’artwork e le sembianze di un libro. Lo sfoglia, fino all’ultima pagina, sulla quale sono riportati tutti quei ricordi e quelle esperienze senza i quali non sarebbe stato l’Essere Umano di oggi.

Scorrono scene precise, simili a quelle delle sue canzoni: la prima volta che sua madre è andata ad un concerto e lui era ubriaco fradicio. Il messaggio di lei, a fine serata, “Sei stato meraviglioso”. Cantare con Manuel Agnelli, come nei suoi sogni.

Una sua frase su un muro di Catania. Riconoscere, tra i visi presenti, suo fratello che canta a memoria i suoi brani. Le luci che si accendono, il boato del pubblico che lo travolge tanto da spingerlo indietro, in uno spazio vuoto.

Quel vuoto che sta sempre lì, quello da cui escono le canzoni e che, in quel momento, è stato riempito.

Ieri sera Le luci della Centrale Elettrica e Vasco Brondi hanno illuminato quel vuoto. Lo hanno riempito di musica, di vibrazioni, di sogni, di energia positiva, di voglia di andare avanti.

La caduta è diventata una danza, la paura una scala, il sogno un ponte, il bisogno un incontro. Un incontro davvero indimenticabile.

 

Testo: Laura Faccenda
Foto: Davide Orlando[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9979,9981,9982,9983,9980,9984″][/vc_column][/vc_row]

Danko Jones @ Rock Planet

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Danko Jones •

Rock Planet (Pinarella di Cervia) // 01 Dicembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9929,9948,9922,9934,9939,9925,9926,9938,9931,9921,9944,9923,9935,9946,9924,9927,9928,9932,9933,9940,9937,9943,9942,9936,9945,9941,9930,9947″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Prima Donna

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9949,9950,9958,9952,9953,9962,9954,9961,9955,9951,9956,9957,9959,9960,9963″][/vc_column][/vc_row]

Galeffi @ Locomotiv Club

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Galeffi •

Locomotiv Club (Bologna) // 01 Dicembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Ad un anno dall’uscita del suo album d’esordio Scudetto, Marco Cantagalli in arte Galeffi è agli sgoccioli del suo Golden Goal tour.

Un anno intenso per il cantautore romano, che ieri ha fatto tappa, con la sua band al Locomotiv Club di Bologna.

Con la sua voce inconfondibile e quello stile che lo differenzia molto nell’attuale panorama Indie italiano, Galeffi ha regalato al suo pubblico un live così live in un’accezione e traduzione ampia del termine stesso, che è risultato impossibile non rimanerne affascinati.

A rompere il ghiaccio ci ha pensato la pianola, inseparabile compagna di Marco e probabilmente il suo posto sicuro sul palco, visto che molte delle canzoni in scaletta le ha cantate seduto lì: come Uffa che ha aperto lo show e Occhiaie che invece lo ha chiuso.

Nel bel mezzo del live, è arrivato anche un ospite d’eccezione: il leader de Lo stato sociale Lodo Guenzi, con il quale Galeffi ha cantato uno dei brani più famosi della band bolognese: Amarsi male.

E’ stato un momento particolarmente bello, non solo per il duetto in sé, ma perché tra uno scambio di battute col pubblico che cantava talmente forte da sovrastare le loro voci e i suggerimenti delle parole dimenticate, sembrava fosse più una prova generale fatta tutti insieme, di un probabile concerto immaginario, che un’esibizione perfetta e impeccabile, di quelle che prepari ore prima.

E infatti i due non avevano avuto nemmeno modo di provare il brano ed è stato bello così, nella totale improvvisazione del momento.

Chitarre e voci.

Tra giri in Pedalò e richieste di Puzzle da comporre, tra una Tazza di te e parole quasi impronunciabili come Mamihlapinatapai, quello che emerge in maniera prepotente da ogni testo di Galeffi non è solo l’originalità nel raccontare stralci di vita, pensieri e dubbi quotidiani di qualunque giovane ragazzo, ma ad emergere è soprattutto amore.

Amore che a volte manca, a volte torna, a volte sparisce e a volte ferisce.

Amore cantato con mille sfumature diverse.

I suoi testi cullano e curano l’anima di chi è tendenzialmente nostalgico per natura, ma allo stesso tempo romantico e sognatore e fanno quasi venire voglia di perdersi un po’, solo per il gusto di potersi poi ritrovare.

Riesce a raccontare in maniera talmente semplice le paure, che alla fine dimentichi quasi di averne.

Un grazie per aver fatto sentire anche a noi Tottigol  per 90 minuti di live.

E’ stata senza dubbio una gran bella partita, dove a vincere non è stato solo l’artista che ha avuto ancora un ottimo riscontro da parte del pubblico, ma anche del pubblico stesso, che ha la fortuna di riconoscersi e ritrovarsi nella musica di Galeffi.

Noi di Vez abbiamo avuto il piacere di scambiare due chiacchiere nel suo camerino prima che iniziasse il live e presto troverete sul nostro sito il reportage di foto,video e intervista.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo: Claudia Venuti

Foto: Luca Ortolani

 

Grazie a Carlo C. e Leonardo G. | Magellano Concerti | Maciste Dischi |[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9771,9766,9768,9792,9791,9786,9781,9773,9793,9790,9772,9789,9769,9782,9770,9787,9767,9774,9775,9784,9777,9778,9779,9788,9780,9776,9783,9785″][/vc_column][/vc_row]

Prodigy @ Rds Stadium

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Prodigy •

| No Tourists Live |

RDS Stadium (Rimini) // 01 Dicembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Grazie Barley Arts. Grazie per aver incluso VEZ Magazine tra le riviste in accredito per quella che io definirei più una esperienza di vita che un concerto.

E siamo qui, io e il mio brother da una vita Michele Morri, a vedere un gruppo, The Prodigy, che fa parte di tutti noi cani sciolti (ndr).

Un gruppo di Braintree, UK, che dagli anni novanta è sulla scena con una sperimentazione musicale che li ha portati ad essere inseriti nel filone del Big Beat, genere totalmente British che propone un mix di rock, dance, psichedelia e techno hardcore.

Vorrei sottotitolare questo articolo con “Una serata con The Prodigy ovvero quella esperienza di vita che ti mancava”.

Sicuramente mancava a me questa esperienza, dato che seguo questo gruppo da che ne ho memoria e che nel mio adorato Velvet (vedere la maglietta di Morri per questa serata su Facebook, ndr) questo sound non poteva mancare mai.

Perché poi diciamocelo, chi di noi quasi quarantenni non associa qualche momento della propria adolescenza a un gruppo come questo?

E quindi vai a un loro concerto credendo di sapere quello che ti aspetta.

Fai la fila, attendi il tuo turno al controllo borse e zaini.

E fa freddo, regaz.

Poi entri e ti fai fregare dalla tasca 15 euro che avevi appositamente inserito a casa per comprare le birre.

E sino a qui, ancora inconsapevoli, si procede come d’abitudine.

Poi tutto cambia. Un’ora e mezza di concerto durante la quale tutti noi presenti abbiamo dato l’anima, le corde vocali e i menischi.

E se non fosse che il giorno dopo mi devo svegliare alle 5:30 per andare a lavorare, probabilmente avrei lasciato volentieri sulla pista anche qualche tendine rotuleo.

Mi sono sottratta, ahimè, al pogo selvaggio e non ne vado fiera, ma non mi sono sottratta ai salti e al ballo dalla canzone NUMERO UNO.

Quell’incipit anfetaminico di Breathe che ti spinge e ti tira e ti travolge.

E poi non ci capisci niente. E dici solo WOW.

E poi Voodoo People e verso il finale Firestarter e Smack My Bitch Up.

Luci, tante luci. Fumo e nebbia e ancora luci.

E quando tutto finisce realizzi che fino a poco prima eri proprio nell’occhio del ciclone, in un vortice spazio temporale che ti ha spettinato per poi lasciarti solo con un senso di vuoto a dover tornare miseramente a casa.

È così che mi sento, mentre punto la sveglia e mi chiedo se domani riuscirò ad andare a lavorare.

Grazie ancora gentile Barley Arts e grazie allo Staff dell’RDS Stadium, perché qui a Rimini, questa sera, ci siamo divertiti.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo: Sara Alice Ceccarelli

Foto: Michele Morri

 

Grazie a Barley Arts[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9815,9796,9800,9798,9805,9817,9799,9807,9801,9813,9808,9802,9806,9803,9814,9804,9809,9810,9797,9811,9812,9816,9818,9819,9820″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Slaves

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9830,9822,9826,9828,9831,9832,9827,9823,9824,9825,9829,9833,9834″][/vc_column][/vc_row]

Black Winter Fest 2018 @ Campus Industry Music

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Black Winter Fest 2018 •

Campus Industry Music  (Parma) // 01 Dicembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Gli affamati di metal ieri hanno trovato pane per i loro denti.

Al Campus Industry Music di Parma si è infatti svolta l’undicesima edizione de Black Winter Fest, festival metal nella sua anima più dura e cruda.

Dalle 15:00 si sono alternate sul palco del locale band internazionali provenienti da tutta Europa, in particolare dai paesi scandinavi, dove il black metal raggiunge forse il massimo spessore.

Tra queste alcune in Italia per la prima volta, come i finlandesi Antimateria o gli scozzesi Saor, mentre altri, come i norvegesi Tsjuder sono tornati dopo anni di assenza e come unica tappa nel nostro paese.

Il gruppo più acclamato, però, è stato l’ultimo ad esibirsi: i Marduk, che hanno presentato il loro ultimo album Viktoria.

Circa dodici ore di musica che hanno attirato numerosi fedeli, italiani e non, ad una manifestazione che sembrava più un rito pagano che un vero e proprio concerto.

Scaletta della giornata:

• Afraid of Destiny (Italia)
• Scuorn (Italia)
• Attic (Germania)
• Sojourner (Nuova Zelanda/Svezia/Italia)
• Antimateria (Finlandia)
• Saor (Finlandia)
• Acherontas (Grecia)
• Valkyrja (Svezia)
• Archgoat (Finlandia)
• Tsjuder (Norvegia)
• Marduk (Svezia)

 

Testo e Foto: Mirko Fava[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9849,9843,9842,9845,9850,9844,9847,9846,9848″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Tsjuder

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9858,9851,9853,9854,9852,9855,9856,9857″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Archgoat

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9862,9859,9863,9860,9861,9864″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Valkyrja

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9867,9865,9868,9866″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Acherontas

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9872,9869,9870,9871″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Saor

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9875,9873,9874,9878,9876,9877″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Antimateria

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9882,9879,9883,9880,9881″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Sojourner

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9887,9884,9886,9885,9889,9888,9890″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Attic

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9891,9892,9897,9893,9894,9895,9896″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Scuorn

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9903,9898,9901,9899,9900,9902″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Afraid of Destiny

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9910,9904,9905,9906,9907,9908,9909,9911″][/vc_column][/vc_row]

Editors @ Paladozza Bologna

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Editors •

Paladozza (Bologna) // 29 Novembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Dopo il sold out di Torino all’interno del ToDays Festival, la band inglese torna in Italia per un’unica data a Bologna il 29 novembre.

La band, oltre ai successi degli album pubblicati sino ad oggi, presenta l’ultimo bellissimo lavoro Violence, pubblicato a marzo in Play It Again Sam e acclamato dalla critica internazionale.

Gli Editors sono una delle band più amate del rock indipendente mondiale, e stasera, salgono sul palco di Bologna con la formazione completa:

Tom Smith: voce,chitarra, piano

Russell Leetch: basso, sintetizzatore

Ed Lay: batteria

Justin Lockey: chitarra solista

Elliot Williams: tastiere, sintetizzatore, chitarre

Il concerto si apre con Andy Burrows che porta sul palco un terzetto di sole corde, basso, chitarra acustica e mandolino.

Burrows suona un rock classico, senza effetti speciali, fino a quando il pubblico si scalda per l’entrata in scena di Tom Smith per un duetto inaspettato, ma non troppo (i due in realtà hanno già collaborato bel progetto Smith & Burrows, ndr).

Ma si viene al sodo quando la formazione di Stafford sale sul palco.

Il suono diventa subito potente e caldo ed il pubblico è già con gli occhi incollati sul frontman.

Tom Smith è un leader carismatico e capace di attirare su di se l’attenzione per ogni istante del concerto con una presenza scenica permeante.

La voce riconoscibilissima, è più che mai capace di adattarsi ai ritmi dello show e a nuovi arrangiamenti di qualche successo.

L’ultimo album Violence, uscito a marzo 2018, non ha più bisogno di presentazioni dopo il grande successo ottenuto e quindi la band può permettersi di ripercorrere il suo passato per la gioia, mia e del pubblico, tra sessioni acustiche ed uso spinto dei sintetizzatori.

Una menzione speciale va all’ottimo show di luci che sono in grado di far sentire la platea parte integrante dello spettacolo, creando un’atmosfera coinvolgente di colori che ti porta direttamente sul palco.

 

SET LIST.

The Boxer

Sugar

Hallelujah (So Low)

All Sparks

An End Has a Start

Fingers in the Factories

Darkness at the Door

Salvation

Violence

No Harm

Bullets

A Ton of Love

Formaldehyde

Nothing

Nothingness

Ocean of Night

Blood

Papillon

Magazine

Encore:

The Weight (Acoustic)

Cold

The Racing Rats

Munich

Smokers Outside the Hospital Doors

 

Testo: Alessio Bertelloni

Foto: Carlo Vergani

 

Grazie a DNA Concerti[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9752,9753,9754,9755,9756,9757,9758,9759,9760″][/vc_column][/vc_row]

Cesare Cremonini @ Unipol Arena

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Cesare Cremonini •

Unipol Arena (Bologna) // 27 Novembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

27 novembre: prima delle tre tappe del Cremonini live 2018 all’Unipol arena di Bologna.
È così che Cesare torna a casa, tra la sua gente, nella sua città natale.
Tanti gli elementi che hanno reso questo live degno di essere ricordato:
la scenografia, l’insieme di effetti e luci che hanno reso l’atmosfera davvero unica anche per chi, come me, era lì con una macchina fotografica tra le mani pronta ad immortalare tutto.
Momenti pieni di così tanta energia da aver voglia di fermarsi per godersi solo la musica e lo spettacolo che l’artista, quasi come se fosse uno show man, è capace di creare.
Tra le stelle filanti che cadono dall’alto e il pianoforte al centro del palco, Cremonini va ben oltre l’idea classica di “concerto”; il suo è un vero e proprio show.
In una parola, incredibile.
Bravissimo ad intrattenere il pubblico; sia a farlo ballare con i grandi successi che tutti conosciamo, sia a fargli venire la pelle d’oca con i suoi pezzi poetici, da accendino in aria e luci basse.
È stato uno spettacolo nello spettacolo.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

SETLIST:
Possibili scenari
Kashmir-Kashmir
Padremadre
Il comico (Sai che risate)
La nuova stella di Broadway
Latin Lover
Lost in the weekend
Un uomo nuovo
Buon viaggio (Share the love)
Momento silenzioso
Una come te
Vieni a vedere perché
Le sei e ventisei
Mondo
Logico #1
GreyGoose
Dev’essere così
Al tuo matrimonio
Il pagliaccio
50 Special
Marmellata #25
Poetica
Nessuno vuole essere Robin
Un giorno migliore

 

Foto e Testo: Luca Ortolani

 

Grazie a Studio’s[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9697,9719,9722,9714,9690,9711,9721,9692,9709,9693,9718,9706,9695,9720,9703,9691,9698,9699,9689,9712,9700,9710,9715,9701,9707,9702,9723,9717,9704,9705,9694,9708,9713,9716,9696″][/vc_column][/vc_row]

Young Signorino @ Vidia_Club

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Young Signorino •

Vidia Club (Cesena) // 24 Novembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text][/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo: Sara Alice Ceccarelli

Foto: Marco Rossi[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9735,9738,9745,9734,9744,9736,9742,9741,9740,9743,9739,9737″][/vc_column][/vc_row]

Frah Quintale @ Estragon Club

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Frah Quintale •

Estragon Club (Bologna) // 24 Novembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]FRAH QUINTALE

24 novembre 2017
24 novembre 2018
Esattamente un anno dopo l’uscita di Regardez Moi, Frah Quintale torna a Bologna, dove tutto è cominciato.
Francesco Servidei, in arte Frah Quintale, nasce nel 1989.
E’ la sua passione per i graffiti ad avvicinarlo alla cultura Hip Hop fin dal 2002. Il suo percorso musicale inizia con il duo Fratelli Quintale da cui si separa nel 2006 per intraprendere la strada da solista.
Il cantante bresciano festeggia all’Estragon il primo compleanno del disco davanti ad pubblico quattro volte più numeroso rispetto a quello che l’aveva salutato l’anno precedente, dal piccolo palco del Locomotiv.
Un anno importante per l’artista che ha creato con la sua musica una zona borderline tra il rap e l’indie con il potere di far sentire a casa gli amanti di entrambi i generi.

 

Grazie a BPM Concerti.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto e Testo: Matilde Manara
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9585,9586,9592,9594,9593,9595,9587,9590,9588,9589,9591″][/vc_column][/vc_row]

Bryan Adams @ Gran Teatro Geox

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Bryan Adams •

Gran Teatro Geox (Padova) // 23 Novembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Quando ero una studentessa universitaria lavoravo come promoter nei week-end e la mia postazione era proprio di fianco ai cd. Un giorno, annoiata, mi sono messa a spulciare tra i dischi in vendita ed è stato li che mi sono imbattuta in Anthology di Bryan Adams: dopo averlo accuratamente imboscato, sono tornata a comprarlo con il mio primo stipendio. Mi sembrava giusto: il primo cd che ho ascoltato è stato All for love, e sancire la mia entrata nel mondo del lavoro acquistando un cd, doppio per giunta, dell’artista che ha accompagnato la mia crescita, mi sembrava il modo migliore per investire i miei soldi.

Così come quando ad agosto è stato annunciato che The Ultimate Tour avrebbe fatto tappa a Montichiari mi sembrava giusto correre ad assicurarmi un biglietto.

Ovviamente si è trattato di una scelta più che azzeccata.

Bryan Adams, con la sua voce calda e la sua chitarra, non tradisce mai. Nonostante avessi già assistito a un suo concerto esattamente un anno fa non vedevo l’ora che arrivasse il 24 novembre.

Bryan e la sua band salgono sul palco alle 21.00, puntuali come degli orologi svizzeri e iniziano. Due ore senza sosta, ventisei canzoni sparate a raffica. Ritmi che dei ventenni forse non riuscirebbero a reggere.

Si parte subito con Ultimate Love, uno dei brani più recenti del canadese, e poi si passa ai pezzi storici: quelli che ci hanno fatto ballare, quelli che hanno fatto sognare e ovviamente quelli che ci hanno fatto innamorare.

Immancabile, ovviamente e per fortuna, Everything I Do (I do it for you), la canzone d’amore per eccellenza quella che tutte le donne (ok io sono di parte) vorrebbero sentirsi dedicare. Credo che sia stato uno dei momenti più emozionanti del concerto: lui, la sua chitarra, un fascio di luce e la sua voce che si diffondeva per il palazzetto. Da brividi, davvero.

Un concerto che tornerei a vedere mille volte perché pochi altri artisti riescono a trasmettere le emozioni come fa Bryan Adams. Non si tratta solo di un cantante ma di un poeta, di un’artista a tutto tondo in grado di parlare ad ogni generazione.

E’ stato un concerto piccolo, ma carico di emozioni dalla prima all’ultima nota. Bryan corre, ride e scherza con Keith Scott, il suo storico chitarrista, e con il pubblico. Ci ha invitati a cantare insieme a lui Heaven, e a ballare sulle note di You belong to me. Il rapporto che riesce ad instaurare con il suo pubblico è un qualcosa di speciale: non è un caso infatti che la canzone di chiusura dei suoi live sia All for love, colonna sonora del film I tre moschettieri.

Per spiegare le sensazioni, le emozioni e il rapporto che si è creato nel corso delle due ore vorrei prendere in prestito proprio il motto di D’Artagnan e compagni: Uno per tutti e tutti per uno. Anzi: tutti per Bryan.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo: Laura Losi

Foto: Carlo Vergani[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9731,9729,9730,9733,9732,9728″][/vc_column][/vc_row]

Naftalina @ Sidro

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Naftalina •

Sidro Club (Savignano sul Rubicone) // 23 Novembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]3 Gennaio 2018

Mi metto in contatto con Peter, il cantante dei Naftalina. Ho appena acquistato la raccolta 2001/2011 e voglio complimentarmi con lui. Nonostante ci fossimo presentati diversi anni prima, com’era ovvio, non si ricordava di me.

“Mi ha telefonato Klari, dopo 18 anni, sto cercando di fare una reunion ma Pinna è incasinato. A febbraio registriamo un ep. Gli ultimi 5 pezzi e chiudiamo il libro per sempre.”

 

8 Marzo 2018

Sono in studio con Peter, Clarissa e David Sabiu, produttore storico ed attuale batterista della band.

Voglio scattargli qualche foto posata.

I ragazzi ci tengono a farmi sentire i nuovi brani; sono il primo ad ascoltarli.

Parte il primo pezzo dell’album, poi il secondo, il terzo e cosi via.

Dopo sei brani mi giro verso Peter, con gli occhi lucidi ed il cuore a mille “È una bomba! Qui ragazzi si fa una figata!”

 

Estate 2018

Le pagine Facebook ed Instagram della band aumentano di follower ed iniziano ad arrivare le prime richieste per i live.

L’album rimane in attesa, mentre giriamo i video dei due singoli che usciranno nel 2019.

Nel frattempo RetroPopLive crede nei ragazzi e gli fissa due date: una al Sidro Club ed una al Vidia Club.

 

23 Novembre 2018

21:45

Io, Peter, Clarissa e David siamo nella sala di registrazione sopra al Sidro. È un momento molto intimo: loro si scaldano, ridono e provano qualche canzone.

 

22:15

Sono esattamente 8 e 17 gli anni che hanno separato Peter e Clarissa dal loro ultimo live ad oggi. Il Sidro si sta affollando.

Arrivano messaggi a Peter: la gente di sotto sta aspettando.

 

22:35 

Finalmente scendiamo.

La gente li saluta e li abbraccia.

Si alzano i primi cori.

Le persone presenti li aspettano: vogliono i Naftalina.

 

22:45

Inizia lo show, ed è una grande festa!

Sono presenti molti amici di vecchia data, c’è tantissima stima da parte di tutti.

Il concerto parte con Ignoro, e poi ci sono cinque nuove canzoni presenti in scaletta, tra cui una con la collaborazione di Frank e Teone degli IESSE ai fiati.

I ragazzi ingranano subito ed è veramente un peccato quando arrivati all’ultima canzone, Se, ci deliziano con un solo bis, A me piace così.

Torneremo a vederli a Cesena a gennaio, in quel del Vidia, e sicuramente ci saranno delle sorprese.

Questo è solo l’inizio del libro.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

SETLIST:

IGNORO

LABILE

A ME PIACE COSI’

11 AGOSTO

BAGLIORI INSOLITI

ERROR 404

SCUOLA GUIDA

NOSTRAND AVENUE

NON SALTI COME ME

STANZA 423

CRIMINE

NON MI DIRAI

BUBONIX

DEBBY

DISTRUGGIMI

SE

BIS:

A ME PIACE COSI’

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto e Testo: Luca Ortolani

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9546,9557,9552,9551,9561,9568,9562,9571,9554,9560,9555,9540,9541,9542,9577,9543,9545,9547,9548,9549,9556,9553,9544,9566,9573,9558,9559,9579,9563,9574,9564,9565,9550,9567,9569,9570,9572,9575,9576,9578″][/vc_column][/vc_row]

Luchè @ Kindergarten

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Luchè •

Kindergarten (Bologna) // 23 Novembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Prima data del Potere Tour ieri sera a Bologna per Luchè.
Il concerto, già sold out da diversi giorni, si è dimostrato essere particolarmente atteso dai fan del rapper, che si sono radunati davanti ai cancelli con diverse ore di anticipo. Luchè ha trovato nel locale bolognese un pubblico non solo numeroso ma anche caloroso, che è stato ripagato con un concerto lungo quasi due ore.
Ottima partenza, dunque, per il tour dell’artista napoletano, classe 1981, che vede già esaurita anche la prossima data a Firenze.
Vi ho prestato la mia città/ E poi me la sono ripresa/ Perché perdere una cosa/ Fa più male di non averla mai avuta.
Si apre così il live, con questo estratto dalla canzone Potere/il sorpasso.
L’artista mette subito a nudo le turbolenze del suo recente percorso che l’ha visto sparire dalla scena rap per poi tornare con un nuovo album, apprezzatissimo sia dai fan che dalla critica.

 

Grazie a Zamboni53.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto e Testo: Matilde Manara
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9608,9600,9604,9609,9603,9601,9606,9605,9599,9602,9598,9607″][/vc_column][/vc_row]