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Tag: milano

SWMRS @ Santeria_Social_Club

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• SWMRS •

Santeria Social Club (Milano) // 25 Febbraio 2019

 

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ANTEROS

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Foto: Elisa Hassert

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Dark Polo Gang @ Fabrique

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• Dark Polo Gang •

 

Fabrique (Milano) // 09 Febbraio 2019

 

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Grazie a Vivo Concerti e Words For You

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Foto: Maria Laura Arturi

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Years & Years @ Fabrique

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• Years & Years •

 

Fabrique (Milano) // 04 Febbraio 2019

 

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L’electro pop band britannica capitanata dal carismatico Olly Alexander, ha presentato nell’unica data italiana al Fabrique di Milano, PALO SANTO il nuovo album uscito il 6 luglio per Polydor e anticipato dai singoli Sanctify e If You’re Over Me.
Gli Years & Years sono una delle band più rappresentative della nuova ondata electro pop britannica: il giusto equilibrio tra influenze 80’s e dance, beat elettronici e reminiscenze indie pop hanno portato il gruppo a dominare le più prestigiose classifiche oltremanica diventando un fenomeno worldwide.
SETLIST:
SANCTIFY
SHINE
KARMA
METEORITE
EYES SHUT
LUCKY ESCAPE
GOLD
DESIRE
PALO SANTO
TIES
PREACHER
HALLELUJAH
NO TEARS LEFT TO CRY
LIKE A PRAYER
WORSHIP
RENDEZVOUS
IF YOU’RE OVER ME
ALL FOR YOU
PLAY
KING
Grazie a Radar Concerti e Astarte

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Foto: Luca Ortolani

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You Me At Six @ Santeria_Social_Club

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• You Me At Six •

+ Big Spring | Hot Milk

 

Santeria Social Club (Milano) // 01 Febbraio 2019

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Febbraio, altrimenti chiamato volgarmente tristezza è un mese grigio e umido nel cuore dell’inverno. Incisivo nella sua breve durata tanto quanto è logorante gennaio con i suoi novantasette infiniti giorni. Se poi aggiungiamo che febbraio 2019 porta con sé i miei 37 anni, possiamo direttamente passare a marzo.

E invece no!

Perché c’è la musica, quella che mi viene in soccorso e che mi invita a partecipare proprio il primo del mese al concerto di uno dei gruppi più dolci e gentili che io abbia mai avuto il piacere di conoscere.

Questa sera infatti gli You Me at Six, gruppo britannico del Surrey formatosi nel 2004, raggiungono Milano portando sul palco del Santeria Social Club i loro successi intervallando la scaletta anche con pezzi dell’ultimo album in studio, VI uscito nel 2018.

Grazie a questo concerto ho avuto anche la possibilità di conoscere un locale esclusivo e molto originale in una zona di Milano da me mai frequentata. Quello che dapprincipio sembra essere un locale ricercato con una parete di alcolici di ottima annata sulla sinistra, mi smentisce non appena volgo lo sguardo a destra e mi ritrovo, ammirata, ad osservare capi d’abbigliamento in perfetto stile minimal – retrò.

Ma niente effetto smarrimento per me, solo tanta curiosità di procedere oltre la porta e di curiosare tra i tavoli del pub immergendomi in questa particolare atmosfera, mix perfetto di accoglienza e di creatività.

Davanti a me un’entrata scura con sopra la scritta a neon rossa TEATRO, quasi come annunciare una terza parte altrettanto esclusiva, per tanti ma non per tutti. All’aprirsi delle porte si avverte una sorta di abbraccio vellutato e morbido con due file di tende, come al cinema o appunto a teatro, che si schiudono su una sala affollata e sorridente.

Così come nel 2017 quando ho avuto il piacere di conoscere questa affettuosa band britannica, Josh Franceschi e i suoi musicisti hanno volontariamente deciso di regalare gioia ad un pubblico positivo e reattivo, cantando con il sorriso e intrattenendo il pubblico quasi come conoscessero tutti i presenti nome per nome.

Circa a metà concerto con Cold Night l’energia in circolo tra il palco e il pubblico era talmente tanta che le persone non sapevano se ballare, saltare oppure cantare e basta.

Mille e di nuovo mille le cose che Josh ha deciso di donare al pubblico, come i suoi balli festosi e l’atto di “ribellione” verso le costrizioni che il pubblico deve rispettare rimanendo lontano dal palco, fuori dall’area pit.

Dopo le tre canzoni di rito concesse ai fotografi accreditati sotto al palco, Josh strappa il nastro che delimita l’area e chiama a gran voce il pubblico ad avvicinarsi, salutando e toccando le mani quanto più in là possibile.

Ed ecco il turno della mia preferita Take on The World e via cellulari con torcia accesa e diretta sul palco su richiesta del cantante. Nell’aria c’è tanto amore ora, con questa canzone dal testo meraviglioso che ci accompagna verso la conclusione di una serata dall’atmosfera entusiasta che come sempre loro sanno ricreare.

Esibizioni live, le loro, che non perdono mai quel valore di fondo che è il rispetto verso gli altri, misto alla valorizzazione di ogni forma di amore e condivisione in barba ad un mondo che predica la chiusura e il sospetto.

La band canta, ride e si avvicina al pubblico che in risposta li abbraccia tra un turbinio di luci viola e sostenendo il cantante in uno stage diving che aveva tutte le caratteristiche del “vi voglio abbracciare tutti”.

Performer unici nella loro carica emotiva ed espressiva coinvolgendo il pubblico a tale livello da far dimenticare quali sono i cantanti e quali gli spettatori paganti, quasi come fossero gli You Me at Six ad aver pagato per assistere alla nostra gioia.

È stato tutto unico anche se non irripetibile, perché gli You me at Six superano loro stessi ogni volta.

E grazie ragazzi. Siete splendidi.

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Grazie a Indipendente Concerti e Live Nation[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Testo: Sara Alice Ceccarelli
Foto: Luca Ortolani

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Big Spring

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Hot Milk

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Architects @ Alcatraz

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• Architects •

+ Beartooth | Polaris

 

Alcatraz (Milano) // 30 Gennaio 2019

 

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Dopo vari soldout in giro per il mondo, gli Architects sono tornati nel nostro paese a distanza di due anni dagli ultimi show italiani per un’unica data il 30 gennaio 2019 all’Alcatraz di Milano!
Negli ultimi anni la band capitanata da Sam Carter ha continuato ad infiammare i palchi di tutto il mondo con apparizioni nei più prestigiosi festival mondiali, suonando il più grande show della loro carriera all’Alexandra Palace di Londra, ed è stata protagonista di varie copertine di famosi giornali come Rocksound e Kerrang.
Nonostante la scomparsa del chitarrista Tom Searle, non hanno smesso di scrivere musica, e sono pronti per continuare a renderlo orgoglioso conquistando il cuore di migliaia di fans!
La band è stata accompagnata da due special guest di eccezione: i Beartooth, la band di Caleb Shomo, che il 28 settembre dello scorso anno ha rilasciato il suo terzo album Disease, e la band australiana Polaris.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

 

 

Grazie a Hellfire Booking Agency[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Foto: Elisa Hassert

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Beartooth

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Polaris

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Don Broco @ Legend_Club

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• Don Broco •

+ Dreamshade

 

Legend Club (Milano) // 19 Gennaio 2019

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Arrivo al Legend Club alle 21, di scena oggi una band che aspettavo di fotografare da tempo, i DON BROCO.

In cassa accrediti ricevo la più bella notizia della giornata. Posso fotografare tutto il concerto!

Occhi a cuore.

Aprono le danze i Dreamshade, band italo/svizzera che con la loro carica scaldano a dovere il pubblico del Legend Club di Milano. Cala il buio.

È il turno dei Don Broco. Parte l’intro di Come Out to LA e fasci di luce tagliano il palco a tempo con la base.

Boom!
Si accendono le luci e finalmente esce Rob Damiani, che inizia a divincolarsi sul palco, incantando le ragazze in prima fila.

La presenza scenica del frontman dei Don Broco è notevole.

Esco dal pit e mi butto a fotografare tra la folla, una cosa che mi piace moltissimo, perché ti metti alla pari del pubblico. I tuoi occhi sono i loro, le loro mani sono parte della foto e senti il loro calore.

Senti anche le gomitate nello stomaco, le ascelle pezzate di sudore e le ragazze stonate che ti cantano addosso e ti salgono sui piedi, ma va bene cosi!

In scaletta sono presenti tutti i brani più belli della band, Come Out To LA e Stay Ignorant sicuramente i miei preferiti.

Spengo la macchina fotografica e mi godo il concerto, pogo, salto e muovo le mani assieme a tutti i presenti, formando una grande onda.

I’m gonna ride that wave
I’m gonna ride that wave
Ooh
I’m gonna ride that wave
I’m gonna ride that wave

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

SETLIST:

COME OUT TO LA

PRETTY

SUPERLOVE

TECHNOLOGY

TIGHTROPE

GOOD LISTENER

MONEY POWER FAME

THE BLUES

PORKIES

EVERYBODY

GOT TO BE YOU

STAY IGNORANT

AUTOMATIC

KEEP ON PUSHING

PRIORITIES

FURTHER

GREATNESS

YOU WANNA KNOW

NERVE

TSHIRT SONG

 

Grazie a Barley Arts

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Testo e Foto: Luca Ortolani

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”10687,10699,10701,10691,10694,10685,10683,10689,10679,10700,10698,10684,10680,10681,10682,10696,10686,10688,10693,10692,10690,10695,10697″][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1548005329787{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_column_text]

Dreamshade

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A cavallo con Tex… Alla Permanente di Milano

 Tex Willer, il cowboy italiano, compie 70 anni e Milano ha pensato di festeggiare il suo compleanno dedicandogli una mostra, curata da Gianni Bono.

L’Aquila della Notte, personaggio creato dalla penna Gianluigi Bonelli e dalla matita di Galep (Aurelio Galleppini) nel lontano 1948, è uno degli eroi di maggior successo del fumetto italiano e ha riscosso un’accoglienza più che positiva persino all’estero.

 

Gianluigi Bonelli

 

 

 

 

 

 

Gianluigi Bonelli

 

Aurelio Galleppini

Aurelio Galeppini

 

Ma chi è Tex Willer?

Per chi non lo conoscesse bene a prima vista potrebbe sembrare uno dei tanti cowboy, quelli che abbiamo visto tante volte nei film western, ma dietro questa facciata troviamo un personaggio molto più complesso.

Tex è un ranger, ma dalla parte degli indiani: Aquila della notte è infatti il saggio capo bianco delle tribù Navajos.

Questo mix fa di Tex un eroe senza pregiudizi: la sua missione è quella di prestare soccorso a chiunque ne abbia bisogno, indipendentemente dalla sua razza o dal suo credo.

 

annuncio 15 lire   chiedilo a Tex

 

La mostra celebra il compleanno del ranger nostrano attraverso foto, immagini e tavole inedite.

Ma perché una rivista di musica, nella sezione di arte, parla di una kermesse dedicata ad un fumetto?

La risposta è molto semplice.

Tex è stato l’eroe di diverse generazioni ed è ovvio che con le sue avventure abbia influenzato anche tutta una serie di musicisti, più o meno noti.

Partiamo con uno dei gruppi più conosciuti che hanno dedicato al nostro eroe un brano: i Litfiba. La band di Piero Pelù nel 1988 nell’album Litfiba 3 ha incluso un brano dal titolo Tex.

Quello dei Litfiba è solo un rimando all’eroe buono della Bonelli perché il testo è una critica al genocidio dei nativi americani.

Anche Loredana Bertè, che quest’estate ci ha fatto ballare con il singolo Non ti dico no, nel 1994 si è fatta ritrarre sulla copertina del suo album Bertex ingresso libero, nei panni dell’Aquila della notte.

L’ultimo esempio che vi farò è la ballata di Tex Willer scritta da Giorgio Bonelli, il figlio di Gianluigi, ed interpretata da Marco Ferrandini e Francesco Pozzoli.

La mostra che rimarrà aperta fino al 27 gennaio è ospitata al Museo della Permanente di Milano ed è dedicata non solo a chi conosce ed ama Tex ma anche a tutti i curiosi che vogliono avvicinarsi e vedere da vicino un pezzo della storia popolare italiana.

Se volete provare a calarvi nelle atmosfere del selvaggio west, e capire cosa si provava a cavalcare con il vento tra i capelli in compagnia degli indiani, Milano è il posto che fa per voi…almeno fino al 27 gennaio.

 

Laura Losi

Finley @ Alcatraz

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• Finley •

 

Alcatraz (Milano) // 12 Gennaio 2019

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Con l’ultimo concerto del tour i Finley lasciano un ricordo scoppiettante giocando in casa, a Milano appunto.
Un sabato 12 gennaio davvero “hot”, in una giornata incredibilmente soleggiata, anche se non caldissima. Questo strano sole di gennaio che saluta i Finley e ci accoglie, ci fa sentire a casa a noi della Riviera Est.
Ma anche se ci fosse stata la nebbia, la pioggia e il vento sarebbe stato lo stesso.
Lì all’Alcatraz avremmo comunque potuto ricevere il nostro premio: il live dei nostri quattro amici che con la consueta gentilezza ci riservano un pass photo+palco per poterli fotografare al meglio.
Scegli me poi come penultima canzone, come un regalo al proprio fedele pubblico in prima fila.
Una canzone alla quale i ragazzi sono molto legati e che è come sempre il top dell’emozione, per lo meno per il pubblico.
Frasi, parole e sentimenti di questa canzone sono stati ripresi più volte in tatuaggi e in citazioni online.
Abbiamo visto i Finley numerose volte in diverse parti d’Italia, ma mai come durante questa data questa volta si sono divertiti.
Super carichi per una serata con protagoniste le loro famiglie e anche tutto quel pubblico che ormai è come una famiglia allargata.

 

Come sempre un Grazie di cuore a Barley Arts.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

SETLIST:

 

ARMSTRONG

GRUPPO RANDA

DIVENTERAI UNA STAR

TUTTO QUELLO CHE HO

IL TEMPO DI UN MINUTO

SOLE DI SETTEMBRE + DENTRO LA SCATOLA

KEEP CALM AND CARRY ON

DOMANI

UN’ALTRA COME TE

RICORDI

MEDLEY

ADRENALINA

7 MILIARDI

AD OCCHI CHIUSI

ODIO IL DJ

FUMO E CENERE

FAT LIP

SCEGLI ME

TUTTO E’ POSSIBILE

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Foto e Testo: Luca Ortolani

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”10616,10625,10597,10606,10600,10610,10619,10622,10608,10612,10605,10602,10615,10599,10609,10626,10611,10621,10604,10614,10598,10613,10624,10618,10601,10623,10603,10607,10620,10617″][/vc_column][/vc_row]

Salmo @ Mediolanum Forum

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Salmo •

Mediolanum Forum (Milano) // 22 Dicembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Maurizio Pisciottu, in arte Salmo, termina a Milano le tre date che anticipano il Playlist Tour del 2019.
Un Forum, quello di ieri sera, con un Sold Out come non avevo mai visto, dove ogni persona presente ballava o saltava sulle note di ogni singola canzone.
Come i precedenti Show di Vigevano e Roma si parte con 90 MIN, dove dopo pochi secondi il sipario che copre il palco cala e mostra tutto lo spettacolo che Salmo ha preparato per noi.
Il palco simula una vera e propria città, tra graffiti (alcuni anche realizzati in tempo reale durante lo show), bidoni, antenne, ed ovviamente lo skyline in computer grafica di una città, che cambia di canzone in canzone.
Salmo è in compagnia di tutta la band, dal fedelissimo Dj Slait a Dade (basso), Jacopo Volpe (batteria), Frenetik (tastiere e seconda chitarra), Marco Azara (chitarra).
Mette subito le cose in chiaro con Mic Taser e Stai Zitto, poi in successione tutte le maggiori hit del suo repertorio, si diverte e ci fa divertire.
Interagisce tantissimo con il pubblico, che reagisce molto bene.
Lo adorano.
Vi faccio una confessione, non sono mai stato allo stadio, non ho mai visto una partita di calcio e non ho mai visto una Ola, e vorrei vederne una!
Cosi il Mediolanum Forum si trasforma in uno stadio, dove tutti partecipano alla grande Ola, poi il Wall of Love, dove gli abbracci prendono il posto del pogo, ed ovviamente il minuto di silenzio per i fatti successi ad Ancona, terminato con gli applausi.
Sul palco in questa data milanese anche tanti amici, Gemitaiz e Madman (Killer Game e Mob), Nitro (Dispovery Channel), Noyz Narcos (Mic Check), Coez (Sparare alla luna), uno spettacolo nello spettacolo!
Il live si conclude con Il Cielo nella stanza, dove con un piccolo intro cita La canzone che scrivo per te dei Marlene Kuntz.
Salmo dimostra di avere ancora voce (e che voce) e ci fa emozionare con un ultima canzone molto intima, da cantare abbracciati con gli accendini accesi.
Quale cazzo è la vera ricchezza?
Io credo di sapere quale sia la mia.
E’ la musica.
Lei è l’unica cosa che voglio ostentare, rendere invidiabile.
Solo così posso sentirmi l’uomo più ricco della terra, no?
Incalza Salmo in un recente video esclusivo per Vevo.
Ed io sono convinto che con la sua musica abbia fatto sentire ricchi anche tutti noi presenti al Forum.
Personalmente ho fatto il pieno di emozioni positive, sono felice, e la felicità ci rende ricchi.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Setlist:

90 min
Mic taser
Stai zitto
Ricchi e morti
Giuda
Io sono qui
Perdonami
L’alba
Cabriolet
Tiè
PxM
Russell Crowe
S.A.L.M.O.
Papparapà
Ora che fai?
Disobey
Lunedì
Dispovery Channel (feat. Nitro)
Ho paura di uscire
K-Hole (rmx BV2)
A volte esagero
Venice Beach
La prima volta (A cappella)
Killer game (feat. Gemitaiz e Madman)
Mob (feat. Gemitaiz e Madman)
Estate Dimmerda
Mic Check (feat. Noyz Narcos)
Sparare alla Luna (feat. Coez)
1984
Il cielo nella stanza

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Un Grazie speciale ad Andrea Folino, bella bro 😉 e Vivo Concerti

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Nightwish @ Mediolanum Forum

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• Nightwish •

+ Beast in Black

Mediolanum Forum (Milano) // 04 Dicembre 2018

 

 

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I Nightwish arrivano a Milano per l’unica data italiana del Decades Tour.
Non faccio in tempo ad entrare al Forum di Assago che si spengono le luci e i Beast in black, si impossessano del palco.Il loro power metal finlandese è l’ideale per scaldare gli animi dei presenti.
Coinvolgenti e con una serie di canzoni orecchiabili e che ti entrano in testa lasciano il segno anche in chi, come la sottoscritta, fino ad oggi non li conosceva.
Ma i veri protagonisti della serata sono i Nightwish che, dopo un anno di assenza dai palchi, tornano con uno show che ha creato grandi aspettative. La band finlandese propone una scaletta commemorativa che ripercorre i loro 20 anni di carriera.
I nostalgici lamenteranno l’assenza di Tarjia Turunem ma, a dirla tutta, la soprano Floor Jansen non è da meno. Voce potente e presenza scenica non indifferente: una vera valchiria.
Il gruppo parte subito alla grande con Dark Chest of Wonder; fanno fuoco e fiamme… In tutti i sensi.
La musica dei Nightwish è l’equivalente sonoro del Signore degli anelli: maestosa e potente. I video che accompagnano i brani, proiettati su un maxischermo, ti fanno immergere completamente nell’atmosfera magica ed epica che li caratterizza. Con Elan, ci ritroviamo nelle terre bucoliche della Contea, con Devil & the Deep Dark Ocean sembra di essere a Mordor, mentre Kingslayer ci catapulta nel mezzo di un’epica battaglia. I Nightwish giocano con i contasti accostando melodie celtiche a suoni duri, accompagnando il pubblico in un viaggio tra le loro canzoni ripercorrendo passo dopo passo le tappe della loro carriera.
La voce di Floor e di Marko Hietala ci accompagna per due ore tra headbanging, fiamme e fuochi d’artificio. Una scaletta interessante che ha visto l’assenza di alcuni tra i brani più noti della band, come Amaranth e Storytime, ma che funziona alla grande e che non ha deluso i tanti fan accorsi a sentirli. La chiusura del concerto è affidata a The greatest show on earth e Ghost love score; mentre una pioggia di coriandoli rossi cade sul pubblico e le fiamme esaltano i loro ultimi respiri il concerto arriva alla sua fine. Uno spettacolo per gli occhi.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo: Laura Losi

Foto: Mirko Fava

 

Grazie a Vertigo[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”10013,10016,10031,10014,10020,10028,10015,10027,10017,10021,10032,10024,10023,10025,10018,10030,10022,10019,10026,10029″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

 

Beast in Black

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La naturalezza di EDO (e dei Bucanieri) in Il Futuro in Ritardo

Edoardo Cremonese, in arte EDO, è nato a Padova nel 1986. Attualmente vive a Milano ed è pronto per far conoscere il nuovo album intitolato Il Futuro in Ritardo (in uscita ad ottobre).

EDO non è però nuovo sulla scena musicale. Già dal 2000 infatti si occupa di musica autoproducendo i propri EP e intraprendendo poi dal 2007 una carriera da solista.

Per Garrincha Dischi si occupa anche di comporre pezzi per i Bluebeaters e per Lo Stato Sociale con i quali in seguito collabora per il proprio album di prossima uscita.

Secondo le sue stesse parole, questo album è stato registrato in tre giorni e poi mixato in due, tutto all’insegna della naturalezza.

Una naturalezza che lo ha portato a produrre un album senza ricercare una eccessiva sperimentazione ma seguendo un flusso spontaneo di energie e idee, in continuo scambio con i Bucanieri, la band che lo accompagna dal vivo.

Ad un primo ascolto è facile inserire EDO all’interno di uno stile, quello dell’indie, un genere musicale che è nato in Italia negli ultimi anni (primi anni duemila) e che si sta evolvendo giorno dopo giorno acquisendo con facilità sfumature colorate, stravaganti, dolci e talvolta nostalgiche.

E se le fila del pubblico che si sta “indiezzando” si ingrossano sempre di più, è anche grazie ad una euforia sanremese che ha visto un argento (fortemente sperato da VEZ Magazine) proprio de Lo Stato Sociale (sempre Garrincha).

Sdoganiamolo allora, questo indie che tanto ci fa sorridere e sognare. Scanzonato, impegnato, felice, malinconico. Testi profondi ma leggeri. Testi indie, ecco.

E così EDO non ne sbaglia una, con pezzi degni di nota, più maturi degli album precedenti che suonano freschi e attuali.

 

Vorrei almeno regalarti un fiore / ma so che per farlo dovrebbe morire / e a te non andrebbe bene. 

da Cattive Abitudini

 

Edoardo, tu non lo sai ma hai raccontato un piccolo pezzettino della mia adolescenza. Correva l’anno 1998 e con poco tatto ho rifiutato una rosa di un gentile ammiratore perché in fondo, così strappata, quella rosa non era più viva. Ottima scelta quindi quella di non farlo.

In questo ultimo album si passa da musica e testi dolci e intimi come una serenata di Io ti penso sempre, a dediche d’amore che fanno ballare e sorridere per poi finire a far riflettere in Voglio scriverti una hit perché Lo sai ci sono strade / da cui è meglio non passare / come le nostre gelosie / e le nostre paure.

E quella strizzatina d’occhio al rock con Diamoci un bacio… forse il mio pezzo preferito.

Grazie EDO, un album come questo me lo sto proprio godendo.

 

Sara Alice Ceccarelli

Tutti Pazzi per Jared

Milano Rocks 2018

Mike Shinoda+ Thirty Seconds to Mars

 

Premessa: Da quando è uscito A Beautiful Lie, nel 2005, mi sono innamorata dei Thirty Seconds to Mars. Ero la tipica ragazzina invaghita di Jared Leto: avevo il poster nella cameretta, il calendario e ovviamente i cd.

Da quel momento ho sempre voluto andare a vedere un loro concerto ma, non si sa bene per quale motivo, non ci sono mai riuscita: biglietti sold out in poche ore, esami in concomitanza, visite in ospedale. Insomma gli astri non mi sono stati favorevoli.

Fino a ieri sera.

Inutile dire che avevo aspettative altissime; voglio dire, in 13 anni di attesa non possono fare altro che crescere in maniera esponenziale.

Bisogna anche dire che tutti quelli che avevano assistito a un loro concerto nell’ultimo periodo mi avevano fatto recensioni tutt’altro che positive del tipo: “Ma sai che lui non canta quasi più? Cioè fa fare tutto al pubblico” oppure “Delle canzoni vecchie fa solo l’intro o il ritornello e poi passa oltre”.

Quindi potete immaginare con quale stato d’animo mi apprestavo a partire alla volta di Milano: ero confusa, un po’ presa male e, a un certo punto, ho pensato ma chi me lo fa fare?

 

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Detto questo non vi annoierò con la storia del mio viaggio della speranza (45 minuti ferma in coda al casello) per arrivare a Milano; né tantomeno con l’epopea della coda infinita per accedere al concerto e passerò direttamente alla parte divertente della serata.

 

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(Questa sarei io in attesa)

 

Il primo ospite che tutti aspettavamo era Mike Shinoda dei Linkin Park, che sta portando avanti un progetto da solista dopo la scomparsa di Chester Bennington.

Una bomba. Non mi vengono mi mente altre parole per descriverlo. L’energia, la carica, la grinta ma soprattutto la dolcezza di Shinoda mi hanno incantata.

Mike ha fatto un discorso da pelle d’oca in cui ha ricordato Chester e ha ringraziato i fan per il supporto che gli hanno dato durante quest’anno lungo e difficile.

Quando ha finito di parlare è partita In the End e Shinoda ha invitato il pubblico a cantare la parte di Chester. Da brividi, non sto scherzando.

Ma non è stato solo un tuffo nel passato ma anche uno slancio verso il futuro. Perché insieme ad alcuni dei successi dei Linkin Park ha presentato le canzoni di Post Traumatic, il suo lavoro d’esordio come solista.

 

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Con il suo carisma è riuscito a stregare tutti: ha creato un mix di emozioni che non avevo mai visto prima in nessun concerto.

Vi dico solo che quando lui e la sua band sono scesi dal palco ho detto “Se anche i Thirty Seconds to Mars dovessero deludere le aspettative solo per Shinoda è valsa la pena venire fino a qui”.

E poi quando è calato il buio sul palco e sono partite le note di Monolith ho capito che era arrivato il momento… proprio quello che aspettavo da quando avevo 16 anni. I Thirty Seconds to Mars stavano per arrivare.

 

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Jared Leto è comparso abbigliato con la sobrietà che lo contraddistingue: pantaloni fucsia zebrati, camicia viola, giacca di pelle con brillantini e occhiali da sole.

In quell’istante è uscita la ragazzina che in qualche modo ero riuscita a tenere a bada.

 

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Dopo tutte le recensioni negative e il terrorismo psicologico che mi avevano fatto ero pronta al peggio e invece… è stata una sorpresa.

Non solo ha cantato tutte le canzoni dall’inizio alla fine, compresi i successi che li hanno resi famosi come From Yesterday e The Kill, ma non ha fatto fare tutto il lavoro al pubblico come mi avevano detto.

 

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Ovviamente in alcune parti, in molte parti, chiedeva il nostro aiuto ma era anche un modo per rendere tutti partecipi allo show.

La sua voce non è più quella di una volta, su alcune note fatica ad arrivare è vero, ma questo secondo me non ha influito eccessivamente sulla riuscita del concerto.

Diciamocelo: Jared Leto è uno showman, sa come stare sul palco e come coinvolgere le persone.

 

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Io non ho mai visto una tale agitazione e una tale foga tra il pubblico, tutti spingevano e si accalcavano per arrivare il più vicino possibile a lui e, quando si è messo tra la folla per cantare The Kill ammetto di essermela vista brutta.

(E probabilmente mi sono giocata i legamenti del ginocchio destro).

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(Questa sarei sempre io. Però post-concerto)

 

Ma in quel momento andava bene così.

Non so se sono stata fortunata a capitare ad un concerto migliore degli altri, non so se il mio giudizio sia stato annebbiato dalla fan sedicenne che ha deciso di risvegliarsi dal suo letargo, ma una cosa posso dirla con certezza: a pochi altri concerti mi sono divertita così tanto.

 

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Credo che i Thirty Seconds to Mars abbiano ancora dei colpi in canna e possano regalarci ancora delle belle sorprese.

Grazie di cuore Milano Rocks, grazie a Mike Shinoda, ai Thirty Seconds to Mars e alle persone che erano con me e con cui ho condiviso una serata per me molto speciale.

 

Laura Losi