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Tre Domande a: Riva, Edo

Tre Domande a: Riva, Edo

| Redazione

Come e quando è nato questo progetto?

Eravamo a X Factor, subito dopo il soundcheck dei BootCamp c’era sto ragazzo biondo che si incamminava verso l’hotel a piedi, non era vicinissimo e gli abbiamo dato un passaggio.
Nei giorni successivi abbiamo iniziato a parlare e, quando abbiamo visto l’esibizione durante le registrazioni del programma, siamo rimasti a bocca aperta.
Quando siamo tornati a Napoli stavamo riascoltando alcuni provini dei Riva ed è riuscito fuori questo pezzo, buio, che abbiamo arrangiato in almeno cinque versioni; abbiamo subito detto: “Che bello se lo cantasse Edo”.
Alla canzone mancavano delle parti e gli abbiamo chiesto di scriverle, ci ha rimandato il file con delle robe fighissime e il pezzo per magia era completo. Lo abbiamo fatto ascoltare a Futura Dischi, che ha proposto il feat.

 

Ci sono degli artisti in particolare a cui vi ispirate per i vostri pezzi?

Potrei dirti i nomi che diciamo sempre quando ce lo chiedono, da Lucio Dalla a Frank Ocean, da Enzo Carella a Son Lux. In questo periodo però stiamo ascoltando moltissimo Lucio Battisti. Ci sta aiutando a concepire il disco che stiamo preparando, e di cui siamo molto orgogliosi.
Il sound e le canzoni dei Riva derivano dalla commistione del cantautorato italiano con cose più nuove non italiane. Almeno questo è il nostro obiettivo. Siamo in tre, e abbiamo ascolti diversi; quando lavoriamo ai nostri pezzi ovviamente si mischia tutto.
Lavorare in studio per noi vuol dire non soltanto scrivere, arrangiare, produrre, ma soprattutto ascoltare musica insieme, da quegli ascolti poi traiamo ispirazione.

 

Cosa vorreste far arrivare a chi vi ascolta?

È una domanda a cui non so se posso dare una risposta: forse vorrei venissero fuori dei concetti e delle riflessioni che facciano sentire meno sole le persone.
Ho sempre immaginato la musica come un grandissimo abbraccio fra le persone; quando un pezzo diventa cultura popolare, si canta allo stadio, nelle piazze, sulle spiagge, è un sentirsi parte di qualcosa di più grande.
Quando ci scrivono che una nostra canzone “è servita”, quando capiamo che in qualche modo ha aiutato qualcuno, per noi è la cosa più bella che possa esistere: ci spinge a fare sempre di più, ci fa sentire utili.