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Tre Domande a: Fosco17

Tre Domande a: Fosco17

| Redazione

Come e quando è nato questo progetto?

10 Anni, il mio nuovo brano, è il primo estratto del mio secondo disco, che a dirla tutta è il terzo. A fine 2020 avevo terminato la produzione del mio secondo lavoro discografico, si sarebbe dovuto chiamare La Musica Italiana ed era un lavoro di ricerca temporale sulle influenze che l’Italia aveva assorbito dalla bossa nova, contaminato dal cantautore e dalla musica elettronica e inquinato dalla mia penna. Per motivi principalmente legati alla pandemia, tuttavia, questo disco non ha mai visto la luce e alla fine del 2022 ne avevo scritto un altro. Il racconto che avevo involontariamente deciso di fare, questa volta, era un’altra ricerca, nello spazio e non nel tempo però. Una ricerca di fantasia. Ho deciso dunque di riprendere e riarrangiare alcuni brani ancora inediti del precedente lavoro, e di commistionarli con altri, estendendo il viaggio nel tempo a nuove influenze, e raccontando lo spazio in maniera visiva.
Le canzoni raccontano qualcosa che le immagini amplificano e distorcono. Due rette parallele (all’asse y) traslate fra loro di 100 anni. L’estetica visiva si appoggia a quella sonora, creando illustrazioni démodé, il tessuto lirico, invece, non trova corrispettivo nell’illustrazione.
La produzione sonora e la scrittura armonica del disco compiono, contemporaneamente, come dicevo, un viaggio nel tempo. Le tappe musicali che vengono percorse sono un omaggio all’irrazionale follia della musica italiana che ha rubato e assorbito le influenze dell’estero in maniera differente nel corso degli anni.

 

Se dovessi riassumere la tua musica in tre parole, quali sceglieresti e perché?

Biologica, ecosostenibile e circolare.
La musica di questo nuovo progetto è nata assieme a persone per cui provo stima e affetto, ha saputo rivivere della leggerezza con cui si scrive e si producono canzoni durante l’adolescenza ed ora non ha più un’appartenenza individuale ma collettiva. Non nutre frustrate aspettative verso se stessa perché è stata coltivata e annaffiata con moderazione e ha già generato i frutti per la sua auto-sostenibilità.
Credo nell’economia circolare, e l’arte è come un campo di pomodori, se li annaffi troppo marciscono.

 

Cosa vorresti far arrivare a chi ti ascolta?

Nonostante non sia mai stato amante dei concept album (sono sempre stato più interessato alle canzoni che alla storia del disco), faccio molta fatica a concepire un lavoro discografico senza un nitido fil rouge, senza un concetto che avvolga tutto.
È molto difficile riuscire anche solo a raccontare una storia dentro una canzone, figurarsi in un intero disco. Per questo spero che di 10 Anni arrivi, innanzitutto, quello che il testo sta raccontando, il sogno di un risveglio dal coma, ed in secondo luogo la narrativa fantascientifica e distopica, che trasporta i fatti nel futuro e ne modifica le forme e i contenuti.
E poi, sì, tutto quello che faccio è sincero e appassionato, e spero che questo si senta.