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Tre Domande a: Orlvndo

Tre Domande a: Orlvndo

| Redazione

Cosa vorresti far arrivare a chi ti ascolta?

Con Ad Maiora, il mio primo disco e il secondo capitolo del trittico Ad Hoc, Ad Maiora, Ad Astra, ho raccontato una parte della mia vita con tutta la verità possibile. Il disco è come un romanzo che racconta il cambiamento dalla fanciullezza all’età adulta, un percorso, per me, decisamente complicato. Ho avuto paura. Nelle canzoni c’era troppa vita senza filtri, e un po’ bisogna proteggersi.
Perché l’ho fatto?
La verità è l’unica entità che avvicina tutte le persone, siamo tutti concentrati a nasconderla, ma le nostre vite sono molto più simili di quanto si pensi. Il dolore è uguale per tutti, la felicità pure. Il messaggio che voglio mandare con questo disco è molto chiaro: siate irresponsabilmente voi. Questo per me significa andare verso cose più grandi.

 

Progetti futuri? 

Dopo Ad Maiora, ci sarà Ad Astra. Non riesco a spiegarvi bene come sarà il progetto e cosa arriverà, devo viverlo prima.
Ci rivedremo al prossimo capitolo.

 

Qual è la cosa che ami di più del fare musica?

La cosa che amo fare di più della musica è la dimensione che si crea durante i concerti. Capisco che la strada è quella giusta. Ai concerti cantiamo le canzoni guardandoci dritti negli occhi, sento come se appartenessi a loro. Voglio bene ad ogni persona che mi ascolta come se fossimo fratelli. Il 26 aprile al Mosso a Milano faremo il primo concerto full band. Sarà una grande festa.