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Tre Domande a: Robson De Almeida

Tre Domande a: Robson De Almeida

| Redazione

Come e quando è nato questo progetto?

Il progetto Come Fa La Marea è nato dopo la morte di mia madre, un avvenimento che ha totalmente scosso la mia lista di priorità riportandomi sulla terra. Ho scritto i primi brani a Milano come De Almeida e No Regrets un mese e mezzo dopo la sua morte e nei due anni successivi ho lavorato al resto fino ad arrivare a Marea che appena l’ho sentita la prima volta è stato come essere arrivati alla fine di un viaggio. È un progetto che mi sta molto a cuore che seguo da tanto e in cui ho versato molto di me stesso, sono stato male e bene, ho odiato e amato e seguito un flusso che appunto seguiva un costante “sali e scendi” proprio come fa la marea. Il brano viaggia a livello musicale da basi Hip Hop a collaborazioni con band rock, un biglietto di versatilità che spero di riusfire a portare su un palco.

C’è un artista in particolare con cui ti piacerebbe collaborare/condividere il palco?

Mi piacerebbe tantissimo un giorno collaboare con Johnny Marsiglia che è un amico e uno dei miei rapper preferiti e fonte di ispirazione. Lo seguo da quando ho 18 anni; ho cominciato a scrivere ascoltando la sua musica, tengo molto alla sua opinione su quello che faccio e spero un giorno di avere la possibilità di condividere con lui l’esperienza di fare musica insieme.

Qual’è la cosa che ami di più del fare musica?

La cosa che amo di più del fare musica è avere la possibilità stessa di farla. In una società come questa avere il tempo per se stessi da utilizzare nelle proprie passioni è un regalo di Dio.
Ci sono molti ragazzi costretti a lavorare per pagare una casa, per pagarsi da mangiare, gente che non ha tempo e testa per fare musica. Avere la possibilità di farla è una fortuna che non posso far finta di non avere.