Ci sono degli artisti in particolare che influenzano il tuo modo di fare musica o a cui ti ispiri?
Sicuramente Glen Hansard è diventato un mio punto di riferimento sempre più importante negli ultimi anni, e non ne faccio mistero. Non solo per la musica che produce, ma per l’approccio genuino e costante negli anni. Lo considero un mio “maestro”, se così si può dire. Ma come lui, e prima di lui, ce ne sono stati altri di riferimenti, quali Eddie Vedder, Chris Cornell o Maynard (James Keenan, NdR). Le influenze vengono da tutti loro, sebbene di alcuni non vi sia una traccia evidente nelle mie canzoni. Butto giù qualche nome, in ordine sparso, dei tanti artisti e dell numerose band che mi hanno in qualche modo influenzato: The Frames, Pearl Jam, Interpol, Soundgarden, Beatles, City and Colour, Band of Horses, Jeff Buckley, Broken Social Scene, The Veils, A Perfect Circle, Beck, Coldplay (primi due dischi), Starsailor, Elbow, Emmett Tinley, Mic Cristopher, Mark Geary, Kings of Convenience, Sun Kil Moon, dEUS, Motorpsycho, Phoenix, Stereophonics, The National, Swell Season. Mi fermo qui, ma potrei allungare ancora di parecchio la lista, anche a causa del fatto che ascolto musica praticamente sempre e cerco sempre nuove band, anche se meno rispetto al passato. In generale, credo di subire ancora il fascino della musica degli anni ’90 o comunque di tutta quella che sia in qualche modo riconducibile a quella decade che io adoro.
Se dovessi scegliere una sola delle tue canzoni per presentarti a chi non ti conosce, quale sarebbe e perché?
Se penso al nuovo disco, Gentle Dwellings, in uscita per la Sound Inside Records il 27 Ottobre, sceglierei Whenever You Did Ask. Perchè è una canzone che ho scritto nel 2017 circa, ma che tratta un tema costante nella mia esperienza di vita: i rapporti umani a senso unico, le amicizie sbilanciate, gli abbandoni inaspettati e senza spiegazione apparente. Musicalmente, invece, è interessante per via di una struttura ordinata ma non troppo, che traccia un flusso slegato dalla forma canzone a tutti i costi, seguendo invece l’ondata emotiva delle sensazioni descritte dal testo.
Qual è la cosa che ami di più del fare musica?
Pur essendo un solista, ho sempre fatto parte di band in passato. Anche adesso, in realtà, c’è una band che mi accompagnerà nell promozione dal vivo del nuovo disco Gentle Dwellings. Probabilmente proprio questa condivisione con altri musicisti è ciò che amo di più del fare musica: condividere esperienze, scambiarsi insegnamenti che ci rendono migliori, o comunque diversi, sia come esseri umani che come musicisti, appunto. Tutto ciò grazie ad una forte passione in comune, ad un motore invisibile che però tutto muove. Alla fine contanto soprattutto le canzoni, ma grazie ad esse tutto intorno c’è un mondo meraviglioso di cui non si riesce a fare a meno facilmente, nonostante gli anni che passano inesorabilmente.