Cosa vorreste far arrivare a chi vi ascolta?
Ci piace dire che facciamo “musica presa male che fa ballare”: se da un lato i testi sono spesso introspettivi e languidi, dall’altro gli arrangiamenti sono invece vivaci e avvolgenti, tra vibes disco e ritmi afro-latini.
Ogni brano racconta una storia, un’esperienza o un’emozione che evolve e si trasforma nella percezione di chi ci ascolta. Non è un messaggio preciso quello che trasmettiamo, sono elementi di un puzzle con tantissime possibili combinazioni.
Se doveste scegliere una sola delle vostre canzoni per presentarvi a chi non vi conosce, quale sarebbe e perché?
Visto che è appena uscito il nostro primo EP Luce, la scelta non può che ricadere su Luz, che oltre a dare il nome e il concept all’EP, è anche un brano di cui siamo particolarmente orgogliosi. Un brano che era già in cantiere da moltissimo tempo ma che abbiamo avuto modo di riprendere e modificare tante volte.
Luz è uno dei brani più positivi dell’EP e racconta il desiderio di spensieratezza che è dentro ognuno di noi.
Quanto puntate sui social per far conoscere il vostro lavoro?
Chiaramente come band che nasce in questi anni, l’utilizzo dei social come mezzo di comunicazione e promozione è imprescindibile. Rimaniamo comunque un gruppo “da palco” per così dire, puntiamo molto sull’aspetto live del progetto e il diretto contatto con chi ci ascolta.