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Tre Domande a: De.Stradis

Tre Domande a: De.Stradis

| Redazione

Come e quando è nato questo progetto?

Questo progetto ha radici lontane ma una storia molto recente. Scrivendo in italiano per i Mangroovia (una band di cui ero il frontman tra il 2015 e il 2021) mi sono reso conto che la mia lingua mi dava molta più verità nell’esprimermi e nel comunicare il mio vissuto. Da lì, circa 4 anni fa, mi sono sentito sempre più emancipato nell’intraprendere una carriera da solista e negli anni successivi ho continuato a scrivere e ricercare un suono nella produzione che fosse mio. A gennaio di questo anno ho reso questa cosa ufficiale, facendo le prime prove live. Essendo nato e cresciuto con le band sento che è un po’ quello il momento in cui un progetto ha inizio, quando si suona dal vivo. È stato molto emozionante vedere le cose scritte negli ultimi anni prendere finalmente sostanza in gruppo. A fine febbraio è uscito Quadri d’Autore e ho presentato parte del live allo Sghetto Club, uno dei miei posti preferiti a Bologna, con un sold out inaspettato.

Se dovessi scegliere una sola delle tue canzoni per presentarti a chi non ti conosce, quale sarebbe e perché?

Se dovessi scegliere credo che punterei su Quadri d’Autore, non tanto perché è la più rappresentativa del sound, ma è la più nuda e vera. In quella canzone si sono uniti una serie di tasselli come mai mi era successo nello scrivere musica. Parte da una poesia nata di getto una notte, mentre la melodia arriva improvvisando sull’harmonizer su quella stessa poesia. La musica della strofa riprende una vecchia canzone che lega la persona a cui è stato scritto Quadri d’Autore. Sento che è il brano più magico che ho scritto in generale, spero di farne altri in futuro con quell’intenzione  e verità.

Qual è la cosa che ami di più del fare musica?

Amo l’adrenalina e l’emozione che provo nello scrivere qualcosa che mi risuona e che riascolto ancora e ancora. Amo l’adrenalina dello stare sul palco e del condividere tutti questi sentimenti e sentirli risuonare negli altri. Amo l’emozione che una voce e una melodia possono dare, arrivando alle orecchie di chi vuole ascoltare e identificarsi. Amo che chi non vuole ascoltare in questo modo sia portato a farlo e credo che questo aspetto sia davvero una delle poche cose in grado di dare umanità a un mondo sempre meno umano. Amo la Musica (non il business musicale) perché credo realmente possa essere salvezza.