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Tre Domande a: Seggiani

Tre Domande a: Seggiani

| Redazione

C’è un artista in particolare con cui ti piacerebbe collaborare? 

Mi sarebbe piaciuto passare una giornata in studio con Franco Battiato agli inizi degli anni ’80, oppure durante il processo compositivo di Joe Pattis Experimental Group, un album elettronico che ho adorato al primo ascolto. Il sogno più grande è quello di collaborare con Björk, mio unico vero punto di riferimento e mente eccelsa che non ha eguali. Poi dico anche Tori Amos e Kate Bush, Lana del Rey, ma sarebbe stato bello anche collaborare con i Kraftwerk. In realtà collaborerei anche con l’artista più distante da me, proprio per cercare di arricchirmi e sfruttare le differenze per creare qualcosa di diverso.

Progetti futuri? 

Scrivere un nuovo disco, andare all’estero per maturare nuove esperienze e ricercare più stimoli possibili. Voglio andare a Berlino e suonare tanta techno, sperimentare fino a quando non sarò saturo e iniziare nuovamente tutto da capo. Vivo di esperienze e sono un musicista in continua evoluzione, magari dopo Berlino andrò a suonare country in Texas. Non disdegno nulla, so solo che la musica farà sempre parte di me, anche se l’Italia sta facendo di tutto per farmi mollare. Non mi sento compreso e sono completamente fuori da qualsiasi logica di mercato, ma per me l’importante è suonare tanto e stare il più lontano possibile da numeri finti o da un pubblico completamente disinteressato. 

C’è un evento, un festival in particolare a cui ti piacerebbe partecipare? 

Vorrei tantissimo suonare al Tresor di Berlino perché l’emozione che ho provato lì è stata indescrivibile. È quasi impossibile immaginarsi la compostezza ed il rispetto per il DJ in contesti del genere, soprattutto perché erroneamente collegati alla droga e allo sfascio, ma devo dire che quel pubblico è tutto ciò di cui ho bisogno. Mi piacerebbe suonare allo Sziget Festival o al Primavera Sound. A Roma mi hanno colpito particolarmente il Cieloterra, Spring Attitude o Videocittà.