Come e quando è nato questo progetto?
Il progetto ha una storia lunga, andrò con ordine: a 14 anni avevo una pagina su facebook dove scrivevo note, pensieri, poesie; aveva avuto un buon riscontro, era il mio blog personale e senza rendermene conto stavo iniziando a costruire qualcosa. Qualche anno dopo ho iniziato a scrivere su Instagram, sotto i post: scrivevo di getto parlando dei sentimenti, sempre e solo di quelli.
Poi, nel 2019 mi sono chiesto “perché non unire le parole alla musica?”, così ho iniziato a pubblicare i primi pezzi e, piano piano, eccomi qui a pubblicare insonnia, il mio progetto più completo.
Il progetto è nato dal coraggio, nel senso che prima ero un timido, mi nascondevo dal mondo e mi vergognavo della scrittura. Mi vergognavo ad esprimermi per ciò che sono davvero.
Un bel giorno però ho deciso che avrei dovuto lanciarmi nel vuoto, e rischiare. La cosa che mi affascina è che l’ho fatto per me, non per gli altri. Volevo dimostrare a me stesso che la missione in cui credo ha senso: mostrarsi fragili non è una debolezza, ma una grande forza.
Cosa vorresti far arrivare a chi ti ascolta?
Mi piacerebbe far arrivare più di un messaggio, in realtà. Il primo: “è tutto ok, siamo tutti uniti in questo”. Spesso la tristezza e la malinconia ci trascinano a fondo e ci sentiamo soli nell’affrontare le difficoltà della vita. La nota positiva è che ognuno di noi affronta delle battaglie e abbiamo tutti gli strumenti necessari per vincerle. Il primo strumento credo sia l’accettazione. Va bene avere dei down emotivi, fa parte del processo.
Il secondo messaggio: fai quello che ti piace. Ovvero non scendere a compromessi, porta avanti la tua idea e divertiti.
L’ultimo messaggio: trova uno spazio per la tua fragilità e prenditene cura. Diciamo che siamo tutti alle prese con dei lati di noi che in qualche modo cozzano. Vogliamo essere forti, ma in realtà siamo fragili; vogliamo spaccare tutto, ma in realtà siamo a nostro agio con le cose semplici. E così via. L’importante è trovare equilibrio e far coesistere le nostre sfaccettature.
Se dovessi scegliere una sola delle tue canzoni per presentarti a chi non ti conosce, quale sarebbe e perché?
È una domanda difficile, ma ci provo. Sceglierei graffi. Quella canzone ha un significato davvero profondo per me, perché è nata nel periodo più tosto della mia vita. Stavo perdendo tutti, gli amici si trasferivano, ero stato lasciato, e avevo iniziato a vivere da solo. Una sera mi sono messo in camera, ho preso la chitarra e in qualche ora la canzone era pronta. Un aneddoto interessante è che prima delle 18 di sera non esisteva niente, alle 23 il brano era stato esportato ed era pronto per andare in master. È stato tutto impulsivo, puro, reale, veloce. Esattamente come vorrei che fosse sempre la mia musica, senza filtri o maschere, libera, senza canoni da rispettare.
Inoltre, sono convinto sia uno dei testi più belli e intensi che abbia mai scritto. Il testo ha vinto anche il premio al Tour Music Fest 2023 nella categoria Autori. Quindi ecco, penso sia una di quelle canzoni che mi definiscano al meglio.