Come, quando e perchè è nato il tuo progetto?
La mia è una “storia diversa per gente normale”, per citare Faber.
Come tanti ho suonato nelle band da ragazzo, poi le band si sciolgono, la vita corre e tu ti affanni starle dietro. Ecco, io mi sono trovato in mezzo alla pandemia che avevo quasi 30 anni e una gran paura di vedere i miei sogni diventare rimpianti.
Quindi ho scritto un disco ispirato al libro di Eduardo Galeano Le vene aperte dell’America latina.
Il disco poi l’ho cestinato, però da lì è ripartito tutto!
Ho conosciuto Santona e da allora siamo in pista… In pista o balli o lasci ballare.
Quale messaggio vuoi far arrivare a chi ti ascolta?
Francamente se potessi scegliere preferirei mandare qualche emozione, magari un pianto liberatorio o un sospiro di sollievo, perché è quello che chiedo alla musica da fruitore.
Io faccio musica perché mi diverte farlo, perché non credo ci sia un’età giusta per farlo e perché tiene la mia mente occupata dandomi un senso e un obiettivo. Quindi, forse, il messaggio è questo: “Prenditi tempo per ascoltarti e quando hai sentito bene tutto quello che avevi da dirti prendi la tua strada e pedala”.
Se dovessi scegliere una sola delle tue canzoni per presentarti a chi non ti conosce, quale sarebbe e perché?
Dai lasciamene almeno due ti prego! Già con due faccio la mia porca fatica a scegliere.
Fra le vecchie ti dico AXL, perché secondo me è una chicchetta: in questa canzone penso di aver trovato la giusta sintesi di parole per dare voce all’emozione che mi prendeva il collo in quel periodo. Era estate, ero solo in città, faceva caldo e stavo in casa il pomeriggio a suonare con le “tapparelle tutte giù”; mi sentivo solo e in colpa senza essere solo ne in colpa, però la mia lei era lontana e io realizzavo quanto bisogno avessi di sentirla vicina: “Per fortuna che ora ci sei tu”. All’inizio volevo chiamarla Pomeriggio Zenzero, poi mi sono ricordato che l’aveva già fatta Paolo Conte quella.
Fra i nuovi brani invece ti direi L’età dell’oro che forse è un po’ un B-Side del disco, ma ci sono molto affezionato. L’ho scritta pensando a mio padre mentre mi preparavo a diventare padre, ha tanto valore per me, è la canzone della maturità. Poi “chissenefrega se il fumo ci ucciderà, chissà, però per l’ansia funziona ed oggi l’ansia è qua” e “che fregatura che è la nostalgia, c’ha un prezzo ma, serve a combattere con l’apatia, con la realtà” secondo me son due delle mie migliori frasi.
Scusate la spocchia.