
Giallorenzo @ Covo Club
Bologna, 24 Gennaio 2025
La locandina titolava chiaro e tondo: “Il tour che dovevamo fare 5 anni fa”.
Perché se è vero che gli ultimi anni sono stati per tutti un tentativo di ritrovare la strada dopo un susseguirsi di stop, chiusure e limiti imposti dalla pandemia, è altrettanto vero che alcuni artisti, come i Giallorenzo, sono riusciti a resistere e ad arrivare dove meritano: sul palco, a farci sentire i brani del loro primo e acclamato disco Milano Posto di Merda. Descritto dalla stampa come uno dei migliori album indie pop del 2019, non ha mai conosciuto un tour ad esso dedicato. La serata di venerdì 24 gennaio al Covo di Bologna, sold out da più di due settimane, insieme alle date di Torino e Prato di dicembre, rappresenta il punto di arrivo di un percorso che ha visto la band bergamasco-bresciana crescere e perdurare nel tempo, ma anche il punto di partenza di una nuova fase della loro carriera.
Lo stanzone del Covo è già gremito di gente quando si alza il volume delle chitarre dei Tonno, band toscana che porta in scena un indie pop dalle tinte emo-punk. Non ero a conoscenza di questa band, amica di vecchia data dei Giallorenzo, e per essere solo degli opener la risposta del pubblico è stata a dir poco entusiasta. Le loro canzoni vengono cantate a memoria e chi è nella mischia inizia già a surfare sulla gente. Una parentesi che di fatto non è solo un apripista, ma una festa a sé stante.
Alle 22:50 i quattro ragazzi headliner fanno il loro ingresso sul palco. Il clima è intimo e coinvolgente, quasi una reunion tra amici. Si parte con la setlist che tutti aspettano: il primo album, suonato rigorosamente nell’ordine originale, brano dopo brano, con una dedizione che ci ricorda la stessa passione con cui è stato scritto. Le tracce del primo disco, che nel 2019 hanno segnato un piccolo grande punto di riferimento per l’indie italiano, sono accolte dal pubblico come inni personali. Chi salta sulle note di Condizioni Meteo Critiche e chi limona su quelle di Krypton. Ogni singolo passaggio è un tributo a un’esperienza condivisa. Risulta estremamente interessante come, attraverso il racconto della vita di alcuni noti pazzi di Milano, questi ragazzi arrivino a descrivere i drammi di una generazione, i timori, le difficoltà e a parlare, quindi, di ciò che interessa invece ognuno di noi.
“Non pensavo che avreste aderito con così tanto anticipo!” commenta il frontman Pietro Raimondi (Montag), incredulo e decisamente emozionato. Il pubblico partecipa al pari della band a questo live, non si risparmia, soprattutto sottopalco. C’è una connessione tangibile, il pogo non si ferma, le mani si alzano per cercare l’applauso e la sala è ormai un unico grande corpo in movimento.
La serata è cadenzata da alcune pause, piccoli interludi che permettono qualche gag fra i membri del gruppo, bere un sorso di birra o accordare gli strumenti. Una di queste è quella in cui Giovanni Pedersini, chitarrista della band, decide di prendere il microfono e fare una cover di Yellow dei Coldplay. Un momento che potrebbe sembrare fuori contesto, ma che in realtà è parte di un gioco di contrasti che i Giallorenzo hanno sempre amato fare: dalla spensieratezza del pop internazionale alla riflessione sull’esistenza di chi trova pace solo nell’evadere dal mondo comune e razionale.
La fine del concerto forse risulta la parte meno eterogenea della setlist: brani come Provarci dell’album Fidaty (2020) e Megapugno di Super Soft Reset (2022) sfociano una dietro l’altra nell’inevitabile creazione di un grande e unico pogo selvaggio che trova pace solo nell’ultima ballata, Don Boscow.
È stata una festa a tutti gli effetti e l’occasione, per i Giallorenzo, di chiudere un cerchio e farci venire voglia di qualcosa di nuovo con la loro firma.
Concludo con la loro presentazione, che mi ha fatto sorridere: “Insieme siamo… un gruppo di amici, sul palco siamo i Giallorenzo!”
Setlist
118
Rasta che fa le foto
Condizioni Meteo Critiche
Esterno notte
Festa
Krypton
Kevin ragazzo superdotato
Il metodo Perindani
Esselunga Stabbing
Bonti
Tutte le cose
Yellow (Coldplay cover)
Megapugno
Provarci
Cruciverbone
Corolla
Playlover
Caduta
Rhydon
Don Boscow