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Anno: 2021

Onceweresixty “The Flood” (Beautiful Losers, 2021)

Ce l’avete presente l’espressione latina nomen omen, che tra le diverse accezioni ha pure quella, semplificando, di significare “di nome e di fatto”. 

Faccio un esempio, in ambito musicale, un gruppo come gli Obituary non mi aspetto facciano dream pop, o che le Lollipop facciano grind core. Vero che ci sono le eccezioni e i “false friend”, come quella volta che scoprii che morbid in inglese non significava morbido/soffice e che quindi i Morbid Angel non erano una band Christian Pop, però la prima volta che ho cliccato play per ascoltare il nuovo, primo disco dei vicentini Onceweresixty, tutto mi immaginavo tranne quello che in realtà poi avrei sentito.

Aggiungerei che è un nome che potrebbe anche sembrare uno di quei moniker che spesso gli artisti utilizzano, tipo Apparat, o Caribou, ma sta di fatto che questi Onceweresixty, terzetto di Vicenza come si diceva sopra, hanno sfornato una chicca niente male con questo The Flood. Nove tracce per mezz’ora scarsa che si sviluppa in un territorio non ben definito nè tantomeno definibile, e la meraviglia che si prova ogni tanto quando non si riesce in poco tempo a rispondere all’orribile domanda “che genere fanno?”.

Ci sono gli anni ’60 ovviamente, sia quelli dei Velvet Underground (la chitarra di All I Want sembra volerne rendere omaggio), sia l’immediatezza melodica dei Beach Boys, filtrata dalle fantasiose e strambe visioni di Panda Bear (Six Six Sixty), lo spleen di Summer e la tenebrosa Delivery Boy. The Flood è stato registrato praticamente in presa diretta, senza passare per post produzioni e questo aspetto rende questo lavoro ancora più autentico e vero (si prenda il finale della title track ad esempio, dove l’attitudine lo-fi si palesa con maggior forza) e anzi, aiuta i brani ad emergere nella loro purezza e genuinità. Il finale clamoroso/rumoroso di Antipopsong è la classica ciliegina, tre minuti (che se fossero stati anche di più non mi sarebbe dispiaciuto ma vabbè) che definire catartici è riduttivo e che mi lasciano la certezza di una delle uscite italiane più interessanti che abbia sentito negli ultimi tempi.

 

Onceweresixty 

The Flood

Beautiful Losers/Uglydog Records 

 

Alberto Adustini

The Raven Age “Exile” (EX1 Records, 2021)

Corvi d’Autunno

È in arrivo l’autunno (finalmente, aggiungerei) e le giornate calde e soleggiate iniziano a lasciare spazio al cielo grigio e piovoso. Ora ditemi, cosa c’è di meglio, con questo meteo, che rilassarsi sul divano, bere un caffè caldo ascoltando musica rilassante? Beh, The Raven Age ci hanno proprio preso in pieno. Quest’ultima loro fatica infatti consiste in una raccolta di brani acustici, tra cui due nuovi pezzi inediti, cinque tracce scelte da Conspiracy, album del 2019, riarrangiate in chiave acustica appunto, e quattro live registrati in Cile, Canada, Regno Unito e Stati Uniti.

Ad introdurre Exile c’è la meravigliosa No Man’s Land, uno dei due pezzi inediti, in cui il vocalist Matt James ci delizia con la sua voce graffiante attraverso una power ballad molto anni ’80, ma allo stesso tempo originale e moderna, dal ritornello catchy ed emozionante. A seguire, troviamo già il secondo inedito, Wait For Me, che sembra essere scritto per calzare perfettamente in un live: ritornello diretto, struggente, chitarre imponenti ma melodiche. Un brano davvero affascinante. Ed ecco che arriviamo alle tracce scelte da Conspiracy, un album parecchio amato dai fan della band londinese. A quanto pare infatti, si tratterebbe di brani fan-favorite, chiaramente in versione acustica. Per la precisione, troviamo Fireflies, As the World Stood Still, A Look Behind the Mask, Dying Embers e Hold High the Fleur De Lis. Si sa, quando una canzone Metal viene riarrangiata in chiave acustica è sempre un’emozione che, certo, spesso può essere negativa, perché c’è sempre quella paura che si rovini qualcosa, ma poi va a finire che quella canzone che ami tanto diventa ancora più emozionante e ti entra ancora di più nel cuore. Questi riarrangiamenti sono davvero benfatti e funzionano, c’è poco da dire. Sicuramente accompagneranno l’autunno e, successivamente, il lungo inverno di molte persone, che non vedranno l’ora di poterle cantare anche dal vivo. 

Concludendo, The Raven Age si dimostrano una band ormai capace e matura, che non solo sa creare ballad incantevoli e originali, ma sa anche trasformare brani che ormai sono un must nelle loro scalette live in incredibili chicche acustiche. La band, inoltre, indovina il periodo dell’anno più azzeccato per una release del genere e questo darà sicuramente ad Exile un sapore ancora più intenso.

 

The Raven Age

Exile

Explore1 Music Group/EX1 Records

 

Nicola Picerno

Fast Animals and Slow Kids “È Già Domani” (Woodworm/Believe, 2021)

Che dovessimo guardare oltre i tempi di Hybris e Alaska, i Fast Animals and Slow Kids ce l’avevano detto già con Animali Notturni: “Ma oggi / Ho trent’anni / Vorrei soltanto dire quello che mi va / Lo so, ti parrà strano / Ma in fondo questa è la mia nuova libertà”. E questa nuova libertà se la sono presa tutta anche nel loro ultimo album, dal titolo È Già Domani, e anticipato dai singoli Come un animale, Cosa ci direbbe (in collaborazione con il rapper torinese Willie Peyote) e Senza Deluderti. 

Continua quindi la svolta cominciata due anni fa sia nei suoni, non solo più leggeri ma anche più sperimentali, che nei testi. C’è meno rabbia e quello spazio è stato riempito da una vasta gamma di sentimenti diversi, a tratti anche contrastanti: da Stupida Canzone con la necessità di trovare il proprio posto nel mondo a Fratello mio che è un inno all’empatia e alla compassione (quelli che Milan Kundera definiva i “sentimenti più pesanti di tutti”) passando per Senza Deluderti, dove si mischiano le diverse sensazioni che si provano alla fine di una relazione. La profondità dei testi rimane quindi sempre la stessa e si riconferma il marchio di fabbrica della band perugina. 

Dodici tracce che sembrano quasi delle fotografie, delle istantanee di tanti momenti e quindi piuttosto diverse tra loro. Sono canzoni che non solo si ascoltano, ma in qualche modo si guardano (passatemi la sinestesia): un esempio su tutti è Lago ad alta quota, che sembra sia stata scritta guardando esattamente le immagini che descrive, come la cena in solitudine, il lago di montagna o la persona che si arrovella davanti a uno specchio. 

È dunque un album concreto, dove tutto è visibile – a volte anche le metafore — e di conseguenza risulta piuttosto facile immedesimarsi in questo o quel verso, sia che si parli di calzini spaiati collezionati nel letto che più ampiamente e genericamente di insoddisfazione. Però non manca la poesia, nemmeno quella con la P maiuscola, quella di Pavese o di De André che fa capolino in Senza Deluderti e in Rave.

Non mancano poi i riferimenti al tempo, che è un po’ una costante della loro discografia, soprattutto al fatto di non averne e cercarne sempre di più, in continuazione. Riferimenti che si potevano scorgere fin dal titolo del disco nonché della prima traccia È Già Domani, una canzone quasi acustica che guarda prima un po’ indietro per poi prepararsi a guardare avanti e che crea una sorta di cerchio con la coda dell’album, È già domani ora.

Insomma, l’ultima fatica dei FASK è un disco che ricorda vagamente un quadro impressionista (continuo con le sinestesie), con tante immagini diverse, a volte un po’ fumose e poco nette, che vanno a creare un quadro che bisogna guardare da lontano per capire e incastrare bene i pezzi. 

Fuor di metafora, bisogna dargli più tempo di un solo ascolto prima di poter esprimere giudizi. Lasciatelo sedimentare per bene, in qualche modo troverà un’immagine con cui parlarvi.

 

Fast Animals and Slow Kids

È Già Domani

Woodworm/Believe

 

Francesca Di Salvatore

Liz Lawrence “The Avalanche” (Second Breakfast/Kartel Music Group, 2021)

Prendete una voce alla Florence Welch, dei testi a tratti criptici, a tratti che ricordano una Lorde prima della svolta zen di Solar Power e delle basi dance che sono un tuffo da medaglia d’oro olimpica negli anni 80. Fatto? Si potrebbe pensare ad un calderone di cose poco omogenee che cozzano tra loro e invece, in The Avalanche di Liz Lawrence, questo bizzarro e originale mix funziona.

A primo impatto, però, questo album è anche una sorpresa continua: si parte con Down For Fun, che ha tutta l’aria di essere una lettera alla se stessa adolescente infilata in una busta di musica pop-dance e un’estetica fatta di colori saturi per non cedere alla nostalgia facile.

Canzone dopo canzone, il mood del disco sembra delinearsi su questa via, ma nel momento in cui ti sembra di averlo capito, arriva la canzone che non ti aspetti, quella così diversa da dover rivedere il giudizio. Con Violent Speed e la sua intro di percussioni, per un minuto e 54 si esce di colpo dagli anni 80. I suoni si fanno meno elettronici e l’atmosfera più struggente, ma all’improvviso la canzone finisce, quasi come se fosse tagliata a metà, e si ritorna al sound precedente con Where The Bodies Are Buried. 

Allora il viaggio prosegue ancora, tra suoni distorti, saturazione e l’intensa voce di Liz Lawrence a fare da contrappeso. E poi, di nuovo all’improvviso, a sorpresa tra un sintetizzatore e l’altro, arriva Birds e la sua base in cui si sentono i canti degli uccellini a fare compagnia alla voce della cantante. 

Ma lo stato di natura dura giusto il tempo di una canzone, perché il finale con The Avalanche riprende il fil rouge della pop-dance dell’inizio del disco. È forse anche la canzone più realmente ballabile di tutto il disco: il degno finale di questo tuffo negli anni 80.

E come per qualsiasi cosa che arrivi da questo decennio, mentre lo si ascolta, qualsiasi cosa si faccia, è impossibile stare fermi.

 

Liz Lawrence

The Avalanche

Second Breakfast/Kartel Music Group

 

Francesca Di Salvatore

The Zen Circus @ Anfiteatro Ernesto De Pascale

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• The Zen Circus •

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Anfiteatro Ernesto De Pascali

Firenze // 11 Settembre 2021

 

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Antonello Venditti @ Prato è Spettacolo

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• Antonello Venditti •

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Prato è Spettacolo

Piazza Duomo (Prato) // 4 Settembre 2021

 

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“VILLA – TESSUTI CULTURALI” la rassegna bolognese nella verde cornice di Villa Spada

 

VILLA – TESSUTI CULTURALI” è la nuova e fresca rassegna culturale che si svolge negli spazi aperti del parco Villa Spada a Bologna. All’interno di Villa Spada sorge lo storico Museo del tessuto e della tappezzeria, la sua cornice un parco cittadino ai piedi dei colli bolognesi. “Villa – Tessuti Culturali“, che fa parte del cartellone di “Bologna Estate 2021”, è una rassegna nata da un’idea dello storico Circolo Arci Millennium assieme alla nuova Associazione Arcadia che propongono di costruire e connettere attività intergenerazionali. VILLA vuole accogliere i frequentatori abituali del parco e del quartiere con un punto ristoro ma non solo proponendo per tutto il mese di settembre una programmazione che passa dal cantautorato in acustico, alle sonorità black di Villa Vibes, agli eventi di Jazz in Villa, fino alle presentazioni di Villa Book e tanto altro.

Intrecciare i fili nel mondo della cultura vuol dire connettere esperienze culturali diverse, in un unico telaio. Un parco aperto tutte le ore del giorno a tutti e tutte, uno degli spazi verdi più belli e frequentati del tessuto urbano cittadino che racchiude al proprio interno una biblioteca, un museo e un anfiteatro. Trame e fili d’erba che connettono e intrecciano la cultura con l’ambiente” questo è l’immaginario che Amedeo Sole, direttore artistico, vuole rappresentare nella rassegna all’interno del Parco di Villa Spada.

Programma:
4 settembre – Villa presenta Marianne Mirage (live acustico)
5 settembre – Jazz in Villa con Giovanni Ghizzani & Elisa Aramonte
6 settembre – Villa Vibes con Dj Lugi
8 settembre – Villa Book presenta “Hip Hop Philosophy” con Kyodo
9 settembre – Jazz in Villa con Guglielmo Pagnozzi
10 settembre – Villa presenta Manitoba (live acustico)
11 settembre – Private Eye
12 settembre – Villa Vibes con Frank Siciliano dj set
13 settembre – Jazz in Villa con The Call con Salvatore Lauriola & Davide Angelica
14 settembre – Villa Presenta Martina Platone
15 settembre – Villa Book presenta “The Notorius Big”, libro di illustrazioni pubblicato da Beccogiallo editore
17 settembre – Villa Vibes con Bassi Maestro vinyl dj set
18 settembre – Villa presenta Khaled Levy sings Chet Baker – Ramiro dei Selton reintrepreta i più famosi brani jazz di Chet Baker
19 settembre – Villa Vibes con Raphael
21 settembre – Villa presenta Junior V (live acustico)
25 settembre – Villa presenta Lil Jolie
— programmazione in aggiornamento —

Samuele Bersani @ Piazza Duomo (Prato)

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• Samuele Bersani •

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Tour Estemporaneo

Piazza Duomo (Prato) // 31 Agosto 2021

 

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Levante @ Suoni Controvento

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• Levante •

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Suoni Controvento

Carsulae (Terni) // 28 Agosto 2021

 

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Turnstile “Glow On” (Roadrunner Records, 2021)

Finalmente Glow On dei Turnstile è arrivato oggi su Spotify ed io mi sento in vena di recensione. In questi ultimi anni le mie orecchie si son dedicate quasi esclusivamente agli artisti del panorama italiano ma ho atteso per tante settimane questo disco, conscio delle grandissime aspettative che mi ero fatto su questa band.

I cinque ragazzi di Baltimora, nascono appena dieci anni fa, e suonano un Hardcore classico come migliaia di altri gruppi, ma nel corso delle loro uscite discografiche iniziano ad impressionare la critica musicale per il mix di ingredienti che usano nelle loro canzoni.

Impressionano perché lentamente e inesorabilmente, danno spazio ad una grande creatività tecnica e sonora, ed abbattono quelle leggi scritte che Hardcore è solo TU CHA TU CHA. Rimane in loro l’attitudine di quel movimento, lo spirito, le idee, le radici, (vedi gli ultimi live del 2021) ma i Turnstile oggi hanno registrato su questo disco qualcosa di mai sentito prima, sperimentando qualsiasi stile con una freschezza unica.

Se vuoi sentire una band che incarna Bane, Rage Against the Machine, Helmet e la pazzia dei Beastie Boys, hai fatto centro.
Ne sentiremo parlare… per sempre.

 

Turnstile

Glow On

Roadrunner Records

 

Peter Torelli

I Hate My Village @ Acieloaperto

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• I Hate My Village •

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Acieloaperto 2021

Rocca Malatestiana (Cesena) // 26 Agosto 2021

 

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Ernia @ Beky Bay

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• Ernia •

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Beky Bay (Bellaria – Igea Marina) // 19 Agosto 2021

 

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