Gli IGNITE si aggiungono alla line-up del DAY 2 di BAY FEST 2022!
Dopo aver infiammato il palco di Carroponte al Punk In Drublic Festival, gli 𝐈𝐆𝐍𝐈𝐓𝐄 sono pronti a incendiare anche il palco di BAY FEST 2022! 🔥
Sfortunatamente gli H2Onon saranno sul palco di Bay Fest in quanto hanno deciso di cancellare il loro tour ma siamo sicuri che sarete felici di questo annuncio bomba!
BAY FEST 2022
11-12-13-14 AGOSTO
BELLARIA IGEA MARINA (RN)
11 AGOSTO
MAIN STAGE : BAD RELIGION | FLOGGING MOLLY | THE BOUNCING SOULS | THE FLATLINERS | GET DEAD | THE LOYAL CHEATERS
BEKY BAY – ACOUSTIC BEACH STAGE: STEVE RAWLES | CHASER | DOWNWAY
12 AGOSTO
MAIN STAGE: THE INTERRUPTERS | MILLENCOLIN | SATANIC SURFERS | IGNITE | THE LAST GANG | G.U.N. inc.
BEKY BAY – ACOUSTIC BEACH STAGE: BRIGHTR | SPIDER
13 AGOSTO
MAIN STAGE: THE HIVES | CIRCLE JERKS | NO FUN AT ALL | STRUNG OUT | RAW POWER | THE BABOON SHOW | ACID BRAINS
BEKY BAY – ACOUSTIC BEACH STAGE: YOTAM BEN HORIN | MIKE NOEGRAF
14 AGOSTO
POOL PARTY – MAPO CLUB, BELLARIA IGEA MARINA (RN): ANTI-FLAG + T.F.V + DJ SET
GIOVEDÌ 18 MAGGIO 2023 – PARCO URBANO G. BASSANI, FERRARA
DOMENICA 21 MAGGIO 2023 – CIRCO MASSIMO, ROMA
MARTEDÌ 25 LUGLIO 2023 – PRATO DELLA GERASCIA, AUTODROMO NAZIONALE DI MONZA
BIGLIETTI IN VENDITA SU TICKETONE, VIVATICKET E TICKETMASTER
CON UNA SPECIALE PRESALE PER I POSSESSORI DI VOUCHER
Il 2023 vedrà il ritorno on the road di Bruce Springsteen and The E Street Band, con una serie di date – ancora da svelare – nei palazzetti americani, seguite da un tour europeo che avrà inizio il 28 aprile a Barcellona, e una seconda parte del tour americano a partire dal mese di agosto.
Dice Springsteen «Dopo sei anni, sono ansioso di rivedere i nostri lealissimi fan e non vedo l’ora di condividere ancora una volta il palco con la leggendaria E Street Band. Ci vediamo là, il prossimo anno – e anche dopo!».
Le tappe confermate saranno a Barcellona, Dublino, Parigi, Ferrara, Roma, Amsterdam, Landgraaf, Zurigo, Düsseldorf, Gothenburg, Oslo, Copenhagen, Amburgo, Vienna, Monaco e Monza. Ulteriori città nel Regno Unito e in Belgio saranno annunciate in un secondo momento.
Le date del tour del 2023 saranno le prime dal vivo per Bruce Springsteen and The E Street Band dalla conclusione dei quattordici mesi del The River Tour, nominato da Billboard e Pollstar come miglior tour del 2016 e terminato in Australia a febbraio 2017.
Siamo felici di annunciare tre concerti di Bruce Springsteen and The E Street Band in Italia: giovedì 18 maggio 2023 al Parco Urbano Giorgio Bassani di Ferrara, domenica 21 maggio 2023 al Circo Massimo di Roma e martedì 25 luglio 2023 al Prato della Gerascia, all’interno dell’Autodromo Nazionale di Monza.
Per agevolare e premiare chi ha richiesto un voucher per uno spettacolo Barley Arts che ha subito variazioni a causa della pandemia di Covid-19 e non l’ha ancora utilizzato per intero, sarà aperta una speciale prevendita per i biglietti nominali dei tre concerti italiani di Bruce Springsteen and The E Street Band sui circuiti ufficiali autorizzati Ticketone, Vivaticket e Ticketmaster, fino ad esaurimento posti dedicati a questa pre-sale. La vendita in anteprima sarà attiva dalle 10 alle 23:59 di mercoledì 25 maggio per le tappe di Ferrara e Roma e dalle 10 alle 23:59 di lunedì 30 maggio per quella di Monza.
È fondamentale verificare quale dei tre circuiti di vendita ha emesso il voucher, perché questo sarà utilizzabile esclusivamente sul medesimo circuito. Ogni codice univoco che identifica il voucher consentirà l’acquisto di un massimo di due biglietti per uno dei tre concerti durante la presale: se il costo del biglietto è superiore all’importo del voucher, l’acquirente dovrà saldare la differenza con uno dei metodi di pagamento disponibili. Se invece il voucher ha un importo superiore al costo dei biglietti, l’acquirente potrà utilizzare il credito residuo per acquistare biglietti di altri spettacoliBarley Arts sul medesimo canale di biglietteria.
Le vendite generali apriranno a tutti sui medesimi canali alle 10 di giovedì 26 maggio (Ferrara e Roma) e alle 10 di martedì 31 maggio (Monza), per un numero massimo di quattro biglietti per tappa per ogni account (comprensivi di quelli eventualmente acquistati durante la presale). Naturalmente sarà possibile continuare a utilizzare i voucher anche durante la vendita generale.
Ricordiamo che, come da normativa vigente, i biglietti sono nominali all’utilizzatore. Sarà possibile effettuare un solocambio nominativoper biglietto a partire dal 18 aprile 2023 (Ferrara e Roma) e dal 25 giugno 2023 (Monza) fino alla mattina del giorno del concerto; sin dall’apertura vendite sarà possibile usufruire della piattaforma fan to fan dei singoli circuiti di vendita autorizzati Ticketone, Ticketmaster e Vivaticket. Come sempre, sconsigliamo fortemente al pubblico di rivolgersi ai circuiti di Secondary Ticketing.
Le regole di accesso e controllo all’area concerti rispetteranno le normative in vigore al momento dello svolgimento degli spettacoli incluse eventuali disposizioni inerenti alle misure anti-contagio Covid-19.
Barley Arts ringrazia il Comune di Ferrara, il Comune di Roma, l’Autodromo di Monza, il Comune di Monza per la collaborazione.
Bruce Springsteen and The E Street Band si sono riuniti per un’esibizione al Saturday Night Live nel dicembre 2020, durante la quale hanno suonato due canzoni del loro ultimo album in studio Letter To You (Columbia Records), che ha esordito al primo posto in classifica in undici paesi e ha segnato il ritorno in studio di Springsteen insieme alla E Street Band per la prima volta dopo decenni. Durante lo scorso anno, Springsteen ha anche lanciato il suo film inedito The Legendary 1979 No Nukes Concerts, ha collaborato con il presidente Barack Obama al libro Renegades: Born In The USA e ha ripreso il suo spettacolo Springsteen On Broadway per aiutare a riaprire i teatri di New York la scorsa estate.
I membri della E Street Band sono: Roy Bittan (piano e sintetizzatori), Nils Lofgren (chitarra, voce), Patti Scialfa (chitarra, voce), Garry Tallent (basso), Stevie Van Zandt (chitarra, voce), Max Weinberg (batteria) con Soozie Tyrell (violino, chitarra, voce), Jake Clemons (sassofono) e Charlie Giordano (tastiere).
Se doveste riassumere la vostra musica in tre parole, quali scegliereste e perché?
La prima parola che scegliamo è “incontro” perché è quello che è successo alla nascita del nostro progetto, è quello che succede ogni volta che suoniamo assieme ed è quello che succederà sempre in futuro. È una parola che può avere più significati, anche per questo è stata la prima che abbiamo scelto e quelli che più ci identificano ne sono due. Il primo e il “ritrovarsi”, cioè stare assieme, essere presenti tra persone che si percepiscono e che si sentono. Questa è una conditio sine qua non per portare avanti un progetto come il nostro, proprio perché riusciamo a trovare idee e spunti necessari alla nostra musica sopratutto dalle nostre diversità, dovute alle differenti esperienze che ognuno di noi vive, dai differenti stati emotivi che ognuno di noi prova e dai diversi studi e interessi musicali che ognuno sta portando avanti in quel momento. L’altro significato è come sostantivo, quello che viene spesso usato nelle competizioni sportive. Come un incontro di boxe, il nostro è stato un incontro musicale forte perché si è risolto spesso dopo momenti di difficile conciliazione. Tutti e tre ci siamo battuti, ognuno con una personale idea sonora, per portare avanti il proprio pensiero riguardo un arrangiamento, o delle soluzioni musicali, per la scelta di alcuni suoni o altro, sempre riguardo la musica. Poi, contrariamente a come si potrebbe pensare, la cosa divertente sta nel fatto che riusciamo sempre ad uscircene con una musica dove sono forti tutte e tre le diverse identità e idee musicali.
La seconda parola è “riscatto”. Questa motivazione può essere anche letta con una leggera flessione egoista, perché in un certo senso può riguardare la riscossa o l’emancipazione personale da qualcosa, nel nostro caso dal panorama musicale a cui apparteniamo. Comunque, sebbene valutiamo l’egoismo come un sano atteggiamento che ognuno di noi, nei giusti modi e nelle giuste quantità, dovrebbe avere, in questo caso il riscatto riguarda sopratutto il riscatto da noi stessi. Siamo convinti di avere tra le mani delle idee musicali interessanti e di poter realizzare, in potenza, qualcosa a cui teniamo tanto. Non perché siamo narcisisti e stravediamo per la nostra musica, come quasi tutti di rado siamo contenti delle nostre performance musicali. Faccio riferimento a fatto che siamo veramente appassionati a quello che facciamo, della musica che proviamo a realizzare, sopratutto perché nasce da un bisogno naturale che abbiamo e che si realizza realmente solo quando otteniamo un risultato musicale, che noi per primi dobbiamo ritenere all’altezza. Proviamo a riscattarci prima di tutto da noi stessi e dall’idea che abbiamo di noi.
La terza parola ve la regaliamo, perché in realtà già la prima ne vale due! Comunque questa è “complesso”, inteso come aggettivo. Riguarda la nostra musica ed è quello da cui, per certi versi, la maggior parte delle volte proviamo a scappare. Spesso ci hanno detto che la nostra musica è complessa. Da musicisti, e da ascoltatori, sappiamo che al mondo esistono migliaia di musiche terribilmente semplici che hanno però una forza inaudita. Può sembrare strano ma spesso è a quel tipo di musica, a quei ritornelli o a quel semplice giro di accordi, ciò a cui ci ispiriamo. La nostra è un eterna lotta per provare a rendere semplice cioè che per noi è complesso, mediante un intenso lavoro di arrangiamento e di ricerca sonora, oppure provando a rendere più naturale e musicale possibile una progressione ritmica. Siamo consci che la strada è ancora lontana ma ci stiamo provando!
Cosa vorreste far arrivare a chi vi ascolta?
L’idea del progetto nasce per trovare un posto, un luogo, qualcosa in cui ci si può esprimere senza compromessi, senza condizionamenti. Quello che vorremmo far arrivare al pubblico che ci ascolta è proprio questo. L’obiettivo che ci poniamo è quello di ricercare un qualcosa di autentico, che ci appartiene e speriamo arrivi al pubblico… vorremmo che la gente si emozioni, pianga, o rida con noi, e magari balli anche!
Se doveste scegliere una sola delle vostre canzoni per presentarvi a chi non vi conosce, quale sarebbe e perché?
Se dovessimo scegliere, Tightrope Walker sarebbe il nostro biglietto da visita.
Questo brano rappresenta un po’ il nostro “primo amore”. È, infatti, il primo inedito che abbiamo realizzato e segna il nostro incontro, la fusione e l’equilibriotra noi tre,come identità artistiche,che vogliono emergere attraverso la ricerca di un sound che si muove tra influenze jazz, neo-soul, sonorità acustiche ed elettroniche.
È un brano che ci rende orgogliosi e ci emoziona ogni volta. Noi lo definiamo “un viaggio”: un viaggio di voci che si sovrappongono a variazioni ritmiche che evolvono, attraverso momenti, che arrivano ad un crescendo, musicale ed emozionale. Tightrope Walker è la nostra anima che prende forma e non potrebbe che essere, a nostro parere, la scelta migliore da proporre a chi non sa di noi, con lo scopo di poter coinvolgere l’ascoltatore in questo mix elettrizzante e sognante.
Bologna Sonic Park e Rock The Castle confermano l’impegno per l’ambiente
Le edizioni 2022 di BOLOGNA SONIC PARK e ROCK THE CASTLE, festival targati VERTIGO, saranno ancora una volta attente alla salvaguardia dell’ambiente, in continuità con quanto già messo in atto nel 2019.
Entrambe le manifestazioni saranno PLASTIC FREE: non circolerà plastica monouso, sarà impiegato il bicchiere riutilizzabile e ancora una volta l’acqua sarà disponibile gratuitamente per tutti i partecipanti.
Oltre all’eliminazione della plastica monouso, a BOLOGNA SONIC PARK e ROCK THE CASTLE, verranno utilizzati materiali compostabili, eliminando molte delle problematiche relative allo smaltimento differenziato dei rifiuti e riducendo, quindi, l’impatto ambientale al minimo.
Inoltre da quest’anno VERTIGO annuncia la collaborazione con WAMI. L’acqua potabile è ancora inaccessibile per oltre 700 milioni di persone nel mondo: per questo motivo, nei nostri prossimi eventi abbiamo deciso di salire a bordo della missione di WAMI, una B-corp che crea progetti idrici in comunità senza accesso a questa risorsa. Ogni lattina di acqua WAMI infatti dona 100 litri a questi progetti, a cui potrete contribuire semplicemente bevendo durante i nostri eventi. Inoltre, il pack della lattina è in alluminio riciclato e al 100% riciclabile, per un impatto positivo sia sociale che ambientale. Su ogni lattina è presente un codice univoco che ti permette di conoscere subito la famiglia a cui hai donato 100 litri: fai lo scan del QR code sul prodotto e inseriscilo nella web-app di WAMI.
Con il contributo di tutti un festival attento all’ambiente è possibile.
Da sola l’Europa genera più di 25 milioni di tonnellate di rifiuti in plastica ogni anno e con la stessa frequenza finiscono nelle acque fino a 12.7 milioni di tonnellate di plastica che, spinta dai venti, si accumula in banchi che raggiungono dimensioni enormi: si dice che la Great Pacific Garbage Patch, nel Pacifico settentrionale, sia grande fino a due volte il Texas. Secondo un’analisi di Greenpeace: “Con tutta la plastica che c’è nei mari potremmo fare 400 volte il giro della Terra. 700 le vittime fra le specie animali: scambiano la plastica per cibo e muoiono per indigestione o soffocamento. Dagli anni cinquanta sono stati prodotti oltre 8 miliardi di tonnellate di plastica, il riciclo da solo non basta.” I danni ambientali provocati dalla plastica sono stimati in 22 miliardi di euro da qui al 2030. Si tratta di numeri spaventosi che non lasciano spazio a dubbi: l’utilizzo smodato della plastica è un’emergenza concreta. Vertigo coglie l’occasione per sensibilizzare il pubblico della musica dal vivo orientando il focus sul concetto di “festival attento all’ambiente”.
#BolognaSonicParkIsGreen – #RockTheCastleIsGreen
COME SI BEVE A ROCK THE CASTLE / BOLOGNA SONIC PARK
VAI IN CASSA
Il bicchiere costa 2 €
Ricevi 1 gettone:
– Se vuoi bere acqua -> paga 2 € e ricevi un gettone per ritiro Bicchiere.
– Se vuoi bere birra e altre bevande -> paga 2 € e ricevi un gettone per ritiro Bicchiere + ordina ciò che vuoi bere e ricevi lo scontrino.
ACQUA GRATIS?
Recati a uno dei punti Cambio gettone/Bicchiere, quindi:
– Ritira il bicchiere riutilizzabile consegnando il gettone.
– Recati a uno dei punti acqua per usufruire della libera distribuzione.
BIRRA E ALTRE BEVANDE
– Recati a uno dei punti BAR, consegna gettone e scontrino, l’ordine verrà versato nel bicchiere riutilizzabile.
RICONSEGNA BICCHIERE
Una volta conclusa la consumazione potrai decidere se:
– tenere il bicchiere;
– riconsegnarlo in uno dei punti Cambio gettone/Bicchiere. Se lo riconsegni ti verrà dato in cambio un gettone che potrai riutilizzare per ritirare un altro bicchiere pulito.
A FINE EVENTO
Potrai tenere il Bicchiere senza riconsegnarlo per avere un ricordo dell’evento.
❌ Rispetta l’ambiente, non gettare il tuo bicchiere riutilizzabile! ❌
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Una vera boccata di allegria in un mondo che si prende troppo sul serio
In Lezioni Americane, Italo Calvino sosteneva che la vita andava presa con leggerezza “ché leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”. In questa frase, troviamo così tanti significati che la mente corre alla ricerca di immagini da associare, concetti astratti da paragonare eppure basterebbe ascoltare Ushuaia, il nuovo progetto degli España Circo Este pubblicato da Garrincha Dischi.Il gruppo è formato Marcelo (voce e chitarra), Jimmy (batteria, percussioni, voce), Ponz (basso e voce) e Matteo (fisarmonica e violino) ed è un instancabile quartetto consolidato da un’intensa attività live e in studio. Si definiscono Tango-Punk, anche se le influenze del rock, del folk ma soprattutto del reggae sono molto chiare.
Ushuaia è un lavoro composto da otto tracce allegre ed accattivanti che ti fanno ballare dalla prima nota all’ultimo accordo di chitarra. Tra ukulele e qualche distorsione, Amico è la voglia di trovare un complice con cui vivere la vita con leggerezza che è solo spianarsi la strada per la felicità, cercare di vedere il bello della vita, riuscire a confinare i problemi in un angolo, non farsi travolgere dalla “paura del futuro”. La voce di Marcelo prende a braccetto le note di ogni brano, gioca con il reggae di La Fine del Mondo Sei Te, per un viaggio che porta verso l’amore e l’arte, dove una canzone con tre semplici parole è tutto ciò che serve per dire quello che si ha dentro al cuore. E se la musica salva dalla timidezza, in La Mia Chitarra Ti Proteggerà, la sei corde da strumento musicale diventa uno scudo di protezione dal turbinio del mondo, ma non della musica perché il quartetto non risparmia ritmo ed energia in ogni nota.
I testi che compongono i progetti sono semplici, diretti, quasi piccole storie fatte da ragazzi che non hanno voglia di complicare il pane, il sole e soprattutto il prosecco, ma senza per questo essere banali, né superficiali. Hanno solo fatta propria la lezione che la musica potrà non risolvere i problemi, ma può permetterti di ballarci sopra, e affrontarli senza dramma, anche se con la giusta serietà o la calibrata ironia che pervadono i loro brani. E questa lezione loro la trasformano in piena energia sonora che ti trascina con sé, senza chiedere permesso, perché la voglia di vivere non ha bisogno di bussare.
Il lavoro degli España Circo Estenon è un progetto di ampio respiro, è una vera e propria boccata di ossigeno e di allegria in un mondo, quello attuale, che spesso si prende troppo seriamente al limite della follia. Non vuole essere una raccolta di frasi da guru da citare sotto qualche foto ammiccante, è solo ciò che mostra di sé: un disco appassionato e appassionante con un sound ricercato ma talmente fresco che arriva a tutti. Un progetto che esprime un mood intenso e coinvolgente con un solo difetto: non basta mai, vorresti che continuassero a suonare, vorresti che fossero i tuoi pifferai di Hamelin per seguirli ovunque ti portino, basta fare il primo ascolto.
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Teatro Olimpico (Vicenza) // 19 Maggio 2022
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Se è vero che la musica è il traffico dei nostri pensieri, non oso immaginare cosa posa passare per la mente di Tigran Hamasyan.
Fatto sta che nel dirigermi verso il teatro, mi sono imbattuto in un incredibile traffico (urbano questa volta, meno poetico me ne rendo conto) e l’avvicinamento al Teatro Olimpico di Vicenza è stato alquanto rocambolesco, quasi propedeutico a quello che mi sarebbe aspettato.
No!!! Non dirò math-prog-jazz o similari, questa volta non è così e comunque non mi piace per niente definirlo con questi composti!Facciamo piuttosto un passo indietro. Tigran l’avevamo lasciato in Levitation 21, un infinito ipertesto ritmico che trova sintesi in una rocambolesca creatività priva di gravità (scusate il gioco di parole). Trattasi di una composizione inusuale e inarrestabile, dove la narrazione viene stravolta con spaventosi cambiamenti chiave in cui viene eviscerato il tempo di 21/8, si, ho detto 21/8..da rimanere a bocca aperta, lo so.
Ma questa volta no, non mi attendo una performance labirintica a base di arrangiamenti convulsi e drammatici, dettati da tempi ultracomposti e scale mediorentali.
Questa volta mi aspetto qualcosa di diverso, perché Tigran si è messo in gioco in qualcosa per lui nuovo, dando forma a StandArt, Il suo primo album di cover, nel quale traduce un materiale noto se non familiare, realizzando, infatti, un personale manifesto espressivo sugli standard jazz del Great American Songbook.
È proprio sulle fondamenta di questi standard che Tigran libera una comunicatività nata sì con i classici a cui rende omaggio, ma con una lucentezza moderna e con un’onestà artistica che si manifesta in un’espressività senza risparmio, libera da archetipi e frasi fatte.
Il nome di Hamasyan è balzato all’attenzione nella scena per la complessità del lessico musicale che lo caratterizza a più strati. Il suo personale eclettismo così libero richiama certe atmosfere norvegesi di Jan Garbarek, alternate a frangenti musicali metallici, industriali, dalle sfumature teutoniche di vent’anni fa.
Forse potremmo decodificare la sua arte in due grammatiche compositive coltivate assieme, dove una fa da stampella all’altra.
Il primo linguaggio sicuramente più d’atmosfera, riscontrabile nelle appoggiature cortesi e nel suo canto solenne, negli schizzi sulla tastiera, negli andamenti cromatici delicati, un flusso introspettivo e lieve dove jazz, ambient e classica vengono avvolti da folate di vento armene.
L’altro intento comunicativo, certamente più impetuoso, di contraltare è composto da una granitica e titanica robustezza, dove continui capovolgimenti melo-ritmici sconfinano tra progressive rock e jazz contemporaneo, andando a braccetto con soluzioni tipicamente metal djent e incastri ritmici non soliti.
L’articolazione ritmica dei brani di Hamasyan si accosta infatti ai contorsionismi poliritmici di pilastri dello djent come Meshuggah eTool, già da tempo ispiratori del musicista. Ma non è tutto qui, nel pianismo di Hamasyan è palese un ulteriore parabola estetica condivisa sottotraccia da queste due categorie, qualità che lo rende velocemente riconoscibile in entrambe le situazioni.
E dopo questo “Spiegone” in stile Marco Damilano in Propaganda live, eccoci quì: Tigran Hamasyan è lì, sopra il maestoso palco palladiano del Teatro Olimpico di Vicenza, e davanti a quelle quinte cinquecentesche in prospettiva sembra aver raggiunto il suo momento perfetto.
Personalmente, ogni concerto ha un punto di beatitudine oltre al quale desidero tornare a casa: beh, questa volta ho la sensazione che non sarà possibile enuclearlo.
Veniamo al dunque, provando a rispolverare qualche vago concetto di tre anni di pianoforte ormai passati da un po’.
Tigran parte quasi in sordina con note ribattute alla mano sinistra, mentre le mani dei presenti, si congiungono e i nostri occhi fissi su di lui cominciano a creare un pianeta nuovo. Il suo suono ha un corpo imponente, sacro e mai oltraggioso.
In un pianissimo, le sue dita piangono su un pianoforte tonalmente non facile da definire. Introduce un piccolo tema che attraverso trasposizioni, va a creare tensione.
L’ascolto, a partire dalla cellula melodica, pian piano cambia e diventa sempre più ricco di cromatismi ed arpeggi nell’ordine acuto, con molti strati di umori, sentimenti, sguardi ed espressioni.
Il trio suona dinamiche stop-start con tempi che mutano in continuazione e con battute molto misurate della sezione ritmica, a rinforzano la narrativa del concerto.
Sia nel caso di interplay o unisoni, il dialogo è sempre suddiviso in parti uguali e rari sono i momenti esclusivamente solistici.
L’estetica del suono dei tre è fondata su schemi metrici maniacali. Ossessivi diventano i giochi d’incastro sbattuti senza indugi in primo piano, evitando manierismi tecnici per mero piacere estetico. Piuttosto risale una certa autenticità nel sottotesto narrativo del loro suonare.
Tigran gioca con i suoni, con le loro altezze, sforzando i ritmi per una resa di rara efficacia emotiva.
D’un tratto, nell’ordine acuto del pianoforte si manifestano arpeggi diminuiti, in un flusso interiore che sintetizza l’universo emotivo che lo circonda.
Hamasyan con la mano sinistra tiene bordone con note ribattute e martella incessantemente la melodia con grappoli cromatici di note. Allo stesso tempo insiste sulla parte centrale della tastiera. Ricchi artifizi armonici creano un’atmosfera maestosa e solenne, mentre Justin Brown alla batteria detta un hip-hop dal groove rilassato.
Tigran graffia il pianoforte, si muove con grande teatralità e un’espressività impensabile anche ai più audaci dei tempi dispari.
Il pianoforte di Hamasyan balza e rimbalza sul ritmo costantemente ribollente che MattBrewer al contrabbasso e Justin Brown impongono.
Borwn articola complesse linee bebop in stile Parker nel bel mezzo di un improvviso cambio di tempo che va dal jazz 4/4 veloce al funk spezzato.
Per Tigran esiste uno stato di ebrezza che coincide con uno stato di grazia: riesce a massimizzare il suo rendimento, la sua ispirazione, e quando suona gli riesce quasi tutto, ecco cosa è accaduto questa sera.
Quasi a ringraziare il suo strumento per averlo redento, Tigran Hamasyan si inchina davanti al suo pianoforte, dimostrandogli profonda gratitudine e amore. Gli applausi del pubblico ammaliato lo avvolgono e ringraziano per averci ospitato tra il traffico dei suoi pensieri.
Quando tutto finisce, non vorrei più tornare nel (mio) traffico e rientrare a casa.
Il filo conduttore di questo disco è “ciò che alleggerisce il peso dell’Io”. Senza atteggiamenti profetici da decalogo, è una umile condivisione di pensieri e sono felice se qualcuno può trovarvi uno stimolo o anche solo apprezzare la forma e le immagini con cui vengono comunicati. Tra l’altro il primo a cui suggerisco gli espedienti anti-egoistici contenuti nel disco sono io stesso.
Per quanto riguarda la parte musicale, vorrei che chi ascolta si sentisse pienamente calato nelle atmosfere che ho cercato di descrivere nei brani, siano esse ipnotiche, tribali, eteree o marziali. Immagino me e l’ascoltatore come due vasi comunicanti e la musica come quel liquido onirico fatto di impressioni, sensazioni, suggestioni, che li mette in collegamento.
Se dovessi riassumere la tua musica in tre parole, quali sceglieresti e perché?
Densa: tendo a scrivere degli arrangiamenti molto fitti e amo i brani in cui ci sono mille dettagli da notare, che possono sorprenderti ancora dopo molti ascolti. Mi piacciono le progressioni di accordi e le melodie articolate. Il tutto cercando di sfuggire ai pericoli dell’eccesso e dell’involuzione.
Eclettica: nella mia musica si trovano molteplici ispirazioni anche molto distanti tra loro: ritmi samba, bordoni psichedelici, chitarre col fuzz schiettamente rock, contrappunti classicheggianti, armonie jazz, poliritmie afro-cubane…
Sognante: le tematiche sono spesso astratte e lontane dalla realtà concreta. A volte i testi sono un susseguirsi di immagini in un flusso di coscienza. Apprezzo molto le atmosfere oniriche che fanno viaggiare l’immaginazione.
Quanto puntati sui social per far conoscere il tuo lavoro?
Sui social faccio il minimo indispensabile. Mi piace molto curare l’estetica del mio profilo ma la continua auto-promozione ed esposizione non fa per me. Me ne dispiaccio perché aiuterebbe ad avere più audience e più riconoscimento, ma vorrà dire che mi accontenterò di una crescita più lenta e di un pubblico più limitato. Piuttosto preferisco promuovermi con l’attività live: mi sento più a mio agio su un palco che a fare delle storie su Instagram.
Mancano oramai pochi giorni all’attesissima data che MY CHEMICAL ROMANCE terranno a BOLOGNA SONIC PARK il 4 giugno 2022.
Siamo in grado di rispondere finalmente alla domanda che ci avete posto in tanti ultimamente: sì, ci sarà il PIT sottopalco! In conformità con le leggi vigenti in materia di sicurezza ai grandi eventi dal vivo, il pubblico sarà diviso tramite transennamento nella zona antistante il palco.
L’ingresso al PIT sarà ovviamente gratuito e regolato da una semplice quanto antica modalità di accesso: chi primo arriva, meglio alloggia! I primi 4.000 fan, che con regolare biglietto accederanno all’arena di Bologna Sonic Park, riceveranno un braccialetto con il quale potranno entrare e uscire liberamente dal PIT.
Ecco di seguito gli ORARI della giornata:
MY CHEMICAL ROMANCE – BOLOGNA SONIC PARK
4 giugno 2022
Apertura cancelli 15:00
Stracrawler 18:00
Creeper 18:50
Barns Courtney 19:45
My Chemical Romance 21:15
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RIVAL CONSOLES e BLACK MIDI sono gli ultimi HEADLINER annunciati da SEXTO ‘NPLUGGED, la rassegna musicale di Sesto Al Reghena (PN) che quest’anno raggiunge la XVII edizione e che avrà luogo nella storica location di P.zza Castello nel cuore di uno dei borghi più antichi e affascinanti del nostro Paese. La manifestazione si svolgerà nelle date del 21 giugno e dal 28 al 31 luglio. Per info e biglietti: www.sextonplugged.it
Il 28 luglio salirà sul palco del Festival per l’unica data italiana del tourRIVAL CONSOLES (costo biglietto: 20 euro + ddp), nome d’arte del musicista Ryan Lee West, che lo scorso dicembre ha pubblicato il suo ultimo ambizioso album intitolato “Overflow“, composto per una produzione di danza con lo stesso nome, creata dal coreografo Alexander Whitley. A differenza dei precedenti lavori, più intimisti, questo disco ha voluto aprirsi all’esterno ed esplorare le ripercussioni che una vita circondata da dati, social media e pubblicità può subire a livello umano ed emotivo: la rottura del sè a favore del marketing che mira a ottenere ricchezza e a seminare divisione. Durante il live, il musicista elettronico britannico trasformerà il palco in una sorta di limbo, una zona sospesa tra la dimensione fisica e quella mentale, spirituale, in cui verranno trascinati anche gli spettatori. La data è realizzata in collaborazione con Scenasonica, la rassegna di avanguardia e sperimentazione che si tiene durante l’anno all’Ex convento di San Francesco a Pordenone.
Il 31 luglioinvece sarà la volta dei londinesi BLACK MIDI (costo biglietto: 20 euro + ddp):musica ribelle, pazza e inclassificabile che unisce sapientemente jazz, punk e prog.
Dopo l’acclamato esordio con “Schlagenheim”, candidato ai Mercury Prize e inserito da New York Times, Pitchfork, Stereogum, SPIN e altri nelle classifiche dei migliori album del 2019, e l’ottimo “Cavalcade” del 2021, il trio inglese formato da Geordie Greep, Cameron Picton e Morgan Simpson, ha recentemente annunciato il nuovo album in studio, HELLFIRE, in uscita il 15 luglio 2022su Rough Trade Records, anticipato dal singolo “Welcome To Hell”.
L’album si basa sugli elementi melodici e armonici del suo predecessore, espandendo al contempo la brutalità e l’intensità del loro disco d’esordio. Lo spettatore avrà l’occasione di vivere a pieno questa tensione esplosiva durante il concerto, esperienza essenziale per comprendere a pieno i BLACK MIDI, che in tour si esibiranno insieme a Kaidi Akinnibi (ottoni) e Seth Evans (tastiere).
La data nasce dalla collaborazione con Veneto Jazz ed è inserita nella rassegna AAVV – Artisti Vari e Indipendenti – che raccoglie le voci che esulano strettamente dal linguaggio del Jazz.
Con questi due artisti si completa il cartellone musicale della diciassettesima edizione di SEXTO ‘NPLUGGED, il Boutique Festival per eccellenza del nostro Paese che, sin dalle prime edizioni, si è contraddistinto per una forte sperimentazione musicale e per le scelte ricercate e non convenzionali, forte di una line up tutta internazionale con esclusive nazionali e territoriali. Uno dei punti di riferimento, insomma, per la musica di qualità nel pieno rispetto dell’ambiente che lo ospita.
Gli altri nomi già annunciati sono, infatti: CAT POWER (costo biglietto: 25 euro + ddp), Icona dell’indie-rock americano, tra le voci più importanti del nuovo cantautorato al femminile targato USA.
Con oltre venticinque anni di onorata carriera musicale e dieci album di studio l’artista si esibirà martedì 21 giugno, in esclusiva per il nord-est d’Italia, suonando dal vivo i brani contenuti nel suo disco “COVERS” – uscito lo scorso 14 gennaio via Domino – che completa una sorta di trilogia iniziata con i precedenti “Jukebox” (2008) e seguita da “The Covers Record” (2000).
Quello che sorprende e rende davvero speciale le sue cover, oltre alla singolare scelta dei brani, è l’impegno che l’artista mette in ogni sua rivisitazione. Secondo Pitchfork “Chan potrebbe riarrangiare qualunque brano anche solo guardandolo“. Interamente prodotto da Cat Power, “COVERS” include i brani rivisitati di Frank Ocean, Bob Seger, Lana Del Rey, Iggy Pop, Jackson Browne, The Pogues, Nick Cave e molti altri, oltre ad una nuova versione di “Hate“, brano dell’artista contenuto in “The Greatest” (2006) e qui rinominato “Unhate“. CAT POWER, con la sua intensa e complessa vitalità, è per gli organizzatori del Festival una vera e propria conquista: “Cat Power è il simbolo dell’eccellenza musicale e siamo fieri che abbia scelto il palco di Sexto ‘Nplugged.”.
Altro nome di rilievo del panorama femminile: la carismatica cantautrice danese AGNES OBEL (costo biglietto: 20 euro + ddp) che suonerà live il 29 luglio.
La musicista di Gentofte trapiantata a Berlino si è contraddistinta nel corso degli anni per un’espressività artistica originale ed estremamente emozionante e per un’abilità di scrittura unica e sofisticata.
Il suo ultimo album, “MYOPIA” (uscito il 21 febbraio 2020 per la prestigiosa casa discografica Deutsche Grammophon), è stato acclamato da pubblico e critica: una vera opera d’arte composta, suonata e prodotta in completa autonomia nel suo studio berlinese. Le 10 tracce del disco, in perfetto equilibrio tra genio e grazia, rispecchiano un minimalismo perfetto, raccontato da un songwriting estremamente intimista e allo stesso tempo ricco di dettagli affascinanti.
Suoni che si fondono, si deformano e rinascono sotto diverse forme, sospesi in una nuova dimensione spazio temporale: sul palco di Sexto ‘Nplugged AGNES OBEL vi trascinerà in una zona d’ombra tra “la fiducia e il dubbio” per poi farvi sentire a casa.
Gli ARAB STRAP (costo biglietto: 20 euro + ddp), storico e carismatico duo scozzese dalle sonorità post-rock e dalle tinte new waveoriginario di Falkirk, salirà sul palco del SEXTO ‘NPLUGGED sabato 30 luglio 2022.
A più di venticinque anni dalla loro formazione, a quindici dal loro scioglimento e a un anno dal loro acclamato album di ritorno “As Days Get Dark” (2021, Rock Action) tornano in Italia per un imperdibile live.
Il duo, formato da Aidan Moffat (voce) e dal polistrumentista Malcolm Middleton (chitarra, basso, sax, piano e drum machine), nasce a Falkirk a metà degli anni Novanta e pubblica il debut album “The Week Never Starts Round Here” nel 1996 con l’etichetta indipendente Chemikal Underground contenente “The First Big Weekend”, brano con cui si sono fatti conoscere e amare a livello internazionale. Nel 2021 tornano dopo una lunga pausa, più in forma che mai, con il settimo album, “As Days Get Dark”, una nuova dimostrazione dell’incredibile abilità di songwriting graffiante dalle tinte electro-post-rock degli scozzesi, che si confermano in maniera assoluta come un punto di riferimento del panorama musicale indipendente. Un album che cattura alla perfezione l’essenza della coppia che suona di nuovo dal vivo, per un disco che riesce a sembrare sia evoluzione che rivoluzione: una continuazione di ciò che è venuto prima, ma anche un audace salto nel futuro.
Dall’edizione 2021 si affianca ai concerti di Piazza Castello, l’area di Sexto Lounge nell’adiacente Piazzetta Burovich. Sexto Loungeè un salottino a cielo aperto, un’area a ingresso libero dedicata al pre e post concerti con dj set tutti al femminile e che ospita eventi collaterali artistici. Nell’area Lounge si trova anche la zona food and drink, attiva in modo continuato per tutte le serate. Nella barchessa storica che fa da scenografia sarà inoltre allestita una mostra d’arte per Sexto Art Lovers, format che unisce musica e arte visiva e che durante l’anno presenta artisti visivi emergenti.
La madrina d’eccezione del progetto sarà la carismatica Eva Poles (Prozac+ – Rezophonic). Rinnovata per il quarto anno consecutivo anche la collaborazione artistica con le importanti realtà di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto e Terzo Paradiso che nel passato per il Festival hanno già realizzato installazioni e opere partecipative con il pubblico.
Il piccolo e prezioso borgo medioevale di Sesto Al Reghena, incastonato all’interno di spazi naturalistici di rara bellezza nella provincia di Pordenone, ha una lunga storia che risale già all’età del bronzo ed è noto soprattutto per il complesso dell’Abbazia di Santa Maria in Silvis, fondata nel 730-735. Per l’architettura del luogo, la sua storia antica e la splendida area naturale in cui è immerso, è stato eletto come uno dei borghi più belli d’Italia.
Sesto Al Reghena è uno spazio inclusivo e poliedrico, votato alla musica, all’arte e alla cultura in ogni sua forma, in grado di creare un legame magico, indissolubile e reciproco con gli artisti che ospita ogni anno. La manifestazione è sostenuta dalla Regione Friuli Venezia Giulia, PromoTurismoFVG e Fondazione Friuli. Per info e biglietti: www.sextonplugged.it