Fast Animals And Slow Kids @ BOnsai Garden
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• Fast Animals And Slow Kids •
Parco delle Caserme Rosse (Bologna) // 06 Luglio 2022
Arena del Mare (Genova) // 07 Luglio 2022
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]L’ultima volta che ho ascoltato dal vivo i Fast Animals and Slow Kids – che vengono da Perugia – era luglio del 2019 e, anche in quell’occasione, ero nella suggestiva Arena del Mare, di fronte a un palco incorniciato dalle onde del porto e dalla lanterna. Era caldo e umido, come in ogni estate ligure, ero stanca e avevo tanti pensieri per la testa, ma l’idea di cantare con Aimone Romizi, Alessandro Guercini, Jacopo Gigliotti e Alessio Mingoli mi rendeva felice. Tre anni dopo, nello stesso luogo, con lo stesso caldo, la stessa stanchezza e i pensieri per la testa, mi sono lasciata trasportare dai FASK nella loro data genovese del tour È già domani ora.
L’Arena si stava popolando sotto il sole arancione e calante, avvolta dalla voce di Giorgieness che faceva gli onori di casa: lei è stata ed è pazzesca. Vedere un’artista giovane, punk e femminista esibirsi su un palco urlando “E non ho chiesto io di essere/Dura e così fragile” in un vestitino rosa è poesia. Giorgieness è dolce, energica e allegra e porta con sé un discorso politico e sociale che va oltre la sua musica e spero che possa tornare presto a Genova da artista principale della serata, prendendosi lo spazio che merita.
Le luci artificiali e naturali sono calate. “Buonasera, noi siamo i Fast Animals and Slow Kids e veniamo da Perugia”: quanto ci era mancato sentirlo dire. Aimone riesce a instaurare un legame emotivo con il suo pubblico che è raro, è l’amico che ti vuole bene e te lo dimostra, si lascia trasportare e trasporta: si è commosso, ha abbracciato i compagni della band e le persone in piedi nelle prime file e la sua voce ha travolto chiunque.
Adesso, però, devo fare una confessione necessaria a voi per continuare la lettura e a me per scrivere liberamente: è troppo difficile recensire un concerto dei Fast Animals and Slow Kids. Potrei fare l’intellettuale raffinata e dirvi che ho il blocco della scrittrice, ma la verità è che ogni canzone della band mi ricorda qualcosa o qualcuno. Non riesco a trovare un ordine cronologico per raccontare la serata, perché, anche a costo di sembrare banale, io riesco a ricostruire il live solo ricordando le mie emozioni.
Vita Sperduta, Cosa ci direbbe e Come un animale sono alcune delle canzoni che hanno confuso il mio smartwatch che, vibrando, mi ha avvisato: “A quanto pare, ti stai allenando.” Devo ricordarmi di zittirlo quando sono impegnata a piangere e sudare mentre canto e ballo di fronte a un palco.
Tornando a noi persone serie ed estremamente malinconiche, i Fast Animals and Slow Kids hanno ricordato chi sono già nei primi minuti: dalle sonorità degli ultimi due album Animali notturni ed È già domani, all’invito a fare un po’ di rock and roll con la canzone Annabelle. A me, personalmente, i ragazzi di Perugia hanno ricordato quanto la musica sia meravigliosa e dolorosa a partire da Demoni. “Se questo è un demone che hai sempre accanto/Gli darò la caccia e te lo porterò via/Se sei da sola e lui ti sta parlando/Correrò più forte non ti lascerò più/Se questo demone sta divorando/Il corpo che per anni ho avuto fra le mie mani/Combatterò perché non possa averti/Sono ancora qua devi fidarti di me.” È una delle canzoni del gruppo più belle e difficili da ascoltare e penso che sia impossibile non sentirla propria.
Nel 2019 amavo l’album Animali notturni ed era la colonna sonora di un anno importante nella mia vita che, tra alti e bassi, mi ha fatto crescere e prendere decisioni cruciali. Aimone ha annunciato la mia canzone preferita del disco invitando il pubblico a gridare che una volta si può sbagliare. Dritto al cuore parte piano, ma le sue prime parole sono già un pugno allo stomaco e poi esplode verso la fine. “Ti chiedo solo di restare a sentire/Darmi un minuto per capire che ho sbagliato ad andare/Tornare indietro non significa sempre fallire/Vorrei riuscire a non pensare più a te/Tutti i tuoi amici dicono di scappare/Di non voltarti neanche per farmi male/Ma sono pronto a questa crocifissione/Sfogati adesso e non andare più via.”
L’aspetto – a volte – negativo degli album che piacciono tanto e hanno successo è che creano delle aspettative alte e si può restare delusi dai brani successivi. È già domani è la perfetta continuazione di Animali notturni e le canzoni dei due dischi si intrecciavano in piena armonia durante il concerto. Lago ad alta quota è uno dei pezzi più emozionanti per Aimone, che ne ha raccontato le origini: durante una passeggiata in montagna, si è incantato a osservare un lago e dalle sue sensazioni è nato un testo che è una poesia universale. Con una mano impegnata a registrare un video per una mia amica assente, ho capito quanto siano inevitabili certe sensazioni. Dobbiamo goderci quello che abbiamo prima che arrivino l’oscurità e il freddo, perché l’agonia dell’inverno è una metafora che ci spaventa, un’ombra che a volte ci segue anche quando va tutto bene. Le parole di alcune canzoni sono importanti per le persone che amiamo, per noi e per il resto del mondo.
Il 2017 era l’anno dell’album Forse Non È La Felicità, che contiene le tracce di un periodo difficile per i FASK. Infatti, il cantante ha introdotto il brano che dà il nome al disco spiegando che nei momenti negativi ci si concentra sugli obiettivi perché pensiamo che raggiungergli significhi diventare felici, ma spesso sono lontani e bisognerebbe focalizzarsi di più sul presente, che è il percorso che ci separa dai nostri scopi. Forse Non È La Felicità e Come reagire al presente (dall’album Alaska, 2014) sono due perfetti esempi di quanto la band ami rendere il pubblico protagonista, interagire e coinvolgerlo in cori emozionanti.
La fine del concerto è stata malinconica, ma era anche un momento atteso perché sapevamo che sarebbe arrivata la canzone iconica, il brano intramontabile che dai tempi di Hybris (2013) ci fa scatenare come delle rockstar devastate da un amore finito: A Cosa Ci Serve, la perfetta colonna sonora per sfogare la rabbia post-rottura. “Tanto lo so che muoio/Dammi più tempo/Ma in fondo è meglio il niente/Dammi più tempo/Ora che aspetto il treno/Dammi più tempo/Mi merito di peggio/E lo so che è meglio se esplodo.”
Poi è arrivato il momento di interrompere la magia, raccogliere le ultime energie rimaste per abbandonare l’Arena del Mare in un’estate piena di concerti e normalità. Eravamo stanchi, sudati, felici e con un’unica certezza: i ragazzi che hanno suonato sono i Fast Animals and Slow Kids e vengono da Perugia.
Marta Massardo (Genova)
foto (Bologna) di Lucia Adele Nanni
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