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Ele A @ Locomotiv Club

L’autunno è piombato inesorabilmente su Bologna, piove. Avvicinandomi al Locomotiv, dove suonerà Ele A, piove di più, quasi diluvia. Acqua, come l’ultimo EP della cantante, caratterizzato da uno stile che richiama molto il rap old school e strumentali che seguono questa tendenza. L’atmosfera è bella: le luci e l’aria inconfondibile della città si uniscono bene con la malinconia dell’autunno e con lo spirito del Locomotiv. 

Il live è aperto da Lorenzza, giovane nuova promessa del rap italiano che è riuscita in poco tempo a farsi spazio e farsi riconoscere grazie ad una metrica tagliante e rime autobiografiche che raccontano la vita della rapper fra Italia e Brasile. Per essere il secondo live, Lorenzza sa tenere bene il palco e riesce a scaldare il pubblico, che spesso le regala fischi di apprezzamento e mani alzate. 

Il live di Ele A si apre con uno skit che parla di rivalsa. La scenografia è minimale, lei è accompagnata soltanto dal DJ, che la segue minuziosamente da un angolo del palco e spesso incita il pubblico. Anche l’abbigliamento è semplice: pantaloni cargo, top bianco e gli immancabili occhiali da sole. È esattamente come la si aspetta ascoltando i suoi due EP: rime, metriche vecchia scuola e basi boom-bap capaci di creare l’atmosfera di un concerto anni ‘90. Ele A, come acqua, è fluida, intrattiene bene mentre esegue i suoi pezzi, suona quasi da studio, con una pulizia che in pochi possono vantare. Forse si lascia andare poco al contatto diretto con il pubblico, che però si mostra già coinvolto, forse merito anche della scelta della scaletta e della presentazione di due singoli inediti. È un live per gli affezionati in senso lato, quindi sia di Ele A che della scena rap vecchia e nuova. Figurano infatti tanti addetti ai lavori della scena italiana, fra cui Moder e Antonio Dikele Distefano. La bellezza di un live di Ele A sta nella semplicità con la quale si svolge il concerto. Il DJ manda la traccia e la rapper performa, come dovrebbe essere. Questo si traduce in mani che seguono il tempo, teste che vanno su e giù e ritornelli cantati un po’ dal pubblico, un po’ dalla rapper. 

Forza, pulizia, limpidezza, il paragone è quasi scontato. Usciamo, ha smesso di piovere. 

Riccardo Rinaldini

Califone in tour in Italia

A supporto della pubblicazione dell’album Villagers nel 2023 su Jealous Butcher Records, i Califone (USA), progetto guidato dall’artista Tim Rutili, nato a Chicago e residente a Los Angeles, portano il loro catalogo di bellissime melodie spezzate e un gruppo di collaboratori esperti in Europa questo autunno.

È il loro primo tour Europeo con una band al completo dopo 10 anni.

Sette sono le date in Italia:

Oct 27 — Rome, IT — Monk Club
Oct 30 — Osimo, IT — Loop Live Club
Oct 31 — Venice, IT — Teatro del Parco
Nov 1 — Pisa, IT — Caracol
Nov 2 — Bologna, IT — Locomotiv Club
Nov 5 — Savona, IT — Rain Dogs
Nov 6 — Milano, IT — Spazio Teatro 89

Biglietti acquistabili qui

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THE OFFSPRING: UNA DATA IN ITALIA NEL 2025


29 SETTEMBRE 2025 UNIPOL FORUM MILANO

UNICA DATA ITALIANA

THE OFFSPRING

SUPERCHARGED: WORLDWIDE IN 25 TOUR

SPECIAL GUEST: SIMPLE PLAN

La punk rock band californiana tornerà in concerto per unica data italiana

del Supercharghed: Worldwide in 25 tour all’Unipol Forum di Milano.

Con tre decenni di tournée mondiali alle spalle, The Offspring hanno segnato oltre un quarto di secolo con la loro musica diventando delle star globali nel nome del punk rock.

Nel corso della loro lunga carriera, hanno pubblicato dieci album in studio e a loro viene spesso attribuito il merito, insieme a gruppi californiani come Green Day e Rancid, di aver contribuito all’ingresso del mainstream per la musica punk rock negli anni ’90.

Da allora The Offspring hanno venduto oltre 40 milioni di dischi in tutto il mondo.

In questi anni il loro approccio e l’inconfondibile sound hanno permesso di continuare ad avere un clamoroso successo, rinverdito non solo dal cambio generazionale dei fan, ma anche dalla loro incredibile capacità in studio di registrazione e di attitudine on stage: negli anni, i concerti della band di Orange County si sono evoluti sempre di più, i brani suonano più freschi che mai e gli show sono dei concentrati di hit senza tempo, alternati a gag divertenti.

Insomma, The Offspring, sono a tutti gli effetti delle leggende e degli innovatori nella scena punk rock mondiale: vecchie e nuove generazioni di fan che da oltre trent’anni continuano a intonare i ritornelli dei loro pezzi storici, ora potranno rivederli dal vivo, in un luogo speciale, con nuovo disco fresco di stampa.

Quello che accadrà il prossimo 29 settembre 2025all’Unipol Forum di Milano è un vero e proprio evento che corona la carriera della band anche in Italia, dove da sempre hanno trovato una folta schiera di fan ad omaggiarli. Special guest d’eccezione i Simple Plan.

La formazione in questi ultimi anni si è rinnovata: assieme al frontman e cantante Dexter Holland e al chitarrista Noodles, troviamo al basso Todd Morse (ex H2O e Juliette and the Licks), alla batteria Brandon Pertzborn (ex Marilyn Manson, Limp Bizkit, Suicidal Tendencies) e dal polistrumentista Jonah Nimoy.

La data all’Unipol Forum di Milano sarà l’occasione per presentare anche i brani del loro ultimo album “SUPERCHARGED” (Universal Music), pubblicato lo scorso 11 ottobre. “Il titolo dell album sembra riassumere come al giorno doggi tutti si sentano eccitati nella vita reale e sui social media” – afferma Dexter Holland, cantante, chitarrista e compositore fondatore degli Offspring – “ma si riferisce anche al sound di alcuni dei miei dischi preferiti, dagli AC/DC agli Operation Ivy. Che sia musicalmente o culturalmente, quella parola ti colpisce in modo molto viscerale“.  Prodotte dal fidato collaboratore Bob Rock, le 10 canzoni del disco hanno testi taglienti come un rasoio cantati con grinta da una delle voci più riconoscibili della musica contemporanea, con canzoni che possono diventare un inno al cambiamento come “Light it up”: “il protagonista della canzone è stufo ed è pronto a combattere”, dice Holland. “Crescendo, alcune delle mie canzoni preferite erano di gruppi punk che dicevano, ‘Sono stufo della tua merda’, ma cercavano anche di cambiare le cose in meglio. Questo è il messaggio di ‘Light It Up’: sei stufo e vuoi fare qualcosa al riguardo“.

L’idea di migliorare la propria vita è anche il tema del singolo principale “Make It All Right”, una canzone intrisa di vibrazioni californiane che abbina armonie melodiche al crunch della chitarra di Noodles, l’altro socio fondatore della band; e, come in passato, un segno distintivo di alcuni dei più grandi successi degli Offspring, da “Come Out and Play” a “Pretty Fly (For a White Guy)”, è il ritornello parlato. “Tutto ciò che voglio fare è volare via con te” , dichiara una voce femminile.Infine, una menzione d’onore riguardo la canzone  “OK, But This Is the Last Time“: “Noodles chiama questa canzone ‘Self Esteem Part Two’“, sentire per credere. Un testo che ricalca l’idea di musica che ha la band californiana: “Una delle cose belle della musica e dei testi è che dovrebbero essere aperti all’interpretazione“, dice. “Ho scritto alcune canzoni che sono molto una storia vera, come ‘Self Esteem’, ma mi piace che questa canzone possa essere interpretata in modi diversi. Può riguardare la tua ragazza o i tuoi figli che hanno un crollo nervoso, e questo è parte del divertimento“.

“SUPERCHARGED” è un disco ad alto potenziale che conferma quanto gli Offspring siano importanti per la musica attuale, una band capace di tenere vivo il loro fuoco, di gestire la propria attività (si sono presi una pausa di quasi 10 anni dallo studio di registrazione in modo che Holland potesse conseguire il dottorato in biologia molecolare alla University South California con una tesi di ricerca sull’HIV) e di continuare ad essere importanti per vecchie e nuove generazioni di punk rocker: gli Offspring hanno festeggiato il 30° anniversario del loro album di platino “Smash” proprio quest’anno, hanno pubblicato “Let the Bad Times Roll”, che ha scalato le classifiche nel 2021, hanno aumentato le vendite dei loro album in tutto il mondo da dopo la pandemia e soprattutto, hanno continuato a suonare dal vivo (con incredibili successi delle date italiane: al Carroponte di Sesto San Giovanni, allo Slam Dunk Festival Italy di Bellaria Igea Marina e recentemente all’AMA Music Festival di Romano D’Ezzelino). 

Lo scorso anno, Brian May, il chitarrista dei Queen, e Ed Sheeran si sono uniti a loro sul palco in diversi concerti, con Sheeran che ha impressionato la band sollevando la maglietta per rivelare un tatuaggio degli Offspring.

Gli special guest dell’unica data italiana saranno i Simple Plan, band icona della scena pop-punk del nuovo millennio. Formatisi a Montreal nel 1999, hanno venduto 10 milioni di album in tutto il mondo, vincendo diversi Juno Awards e nel 2010 si sono anche esibiti alle Olimpiadi invernali. Più recentemente, hanno lanciato l’onnipresente sfida #ImJustAKid su TikTok che ha generato più di 3,4 milioni di video, tra cui quelli di Hilary Duff, Ed Sheeran, Usher e Venus e Serena Williams.

Ma soprattutto, non hanno mai perso il contatto con ciò che conta davvero: il loro pubblico. “ Ci sentiamo così fortunati ad avere fan che amano il nostro materiale vecchio e nuovo ”, dice il batterista Chuck Comeau. “Siamo molto orgogliosi del nostro passato, ma siamo ancora più entusiasti del futuro. Abbiamo sempre la sensazione di essere a 3 minuti dalla migliore o più grande canzone della nostra carriera ”.

Questa ambizione è pienamente esposta nel sesto album in studio della band, “ HARDER THAN IT LOOKS” . Primo album autoprodotto da Comeau, dal cantante Pierre Bouvier e dai chitarristi Sébastien Lefebvre e Jeff Stinco, l’album rispetta la storica carriera dei Simple Plan e allo stesso tempo si spinge in avanti in modi nuovi, con canzoni come “The Antidote”, “Ruin My Life” (ft. Deryck Whibley), “Congratulations”, “Wake Me Up (When This Nightmare’s Over)” e “Iconic”.
“Iconic”, destinati a rimanere tra i preferiti dei fan per gli anni a venire.

Di seguito tutti i dettagli dello show.

THE OFFSPRING

SUPERCHARGED: WORLDWIDE IN 25 TOUR

Special guest: SIMPLE PLAN

Lunedì 29 settembre 2025, Unipol Forum Milano

BIGLIETTI DISPONIBILI:

– in prevenedita per tutti coloro i quali hanno effettuato il pre-order del nuovo album Supercharged a partire dalle ore 10.00 di martedì 15 ottobre su Ticketmaster. 

– in vendita generale a partire dalle ore 10.00 di venerdì 18 ottobre su Ticketmaster.

Virgin Radio è la radio partner ufficiale del concerto

23 Ottobre 2024: Al Largo Venue di Roma, Feldspar in concerto + special guest Danno, Dj Baro e Grandi Numeri.


Stagedive presenta

GODLESS FOLK TWO BLOCKS FROM THE POPE

Chapter 1

23/10/2024 @ LARGO VENUE, ORE 19:00

FELDSPAR IN CONCERTO + SPECIAL GUEST DANNO e DJ BARO (Colle Der Fomento), GRANDI NUMERI (Cor Veleno)

 scarica qui press-kit e comunicato stampa completo

Ingresso gratuito su prenotazione*

https://www.eventbrite.it/e/biglietti-godless-folk-two-blocks-from-the-pope-946352635207

Un nuovo progetto musicale è pronto per calcare le scene musicali di Roma e delle piazze italiane. La recente formazione dei FELDSPAR, collettivo artistico composto da talenti creativi tra i più trasversali e che affonda le sue radici nell’hardcore americano, sviluppa il concept GODLESS FOLK TWO BLOCKS FROM THE POPE. Un contenitore artistico che coniuga musica hardcore made in Rome, RAP romano, arte visiva e fotografica, nato per offrire al pubblico nazionale e internazionale una lettura aggiornata della Capitale con l’obiettivo di restituire, in chiave ironica e critica, lo stile del gruppo. Il tour inizia a settembre 2024 con una serie di mini live e presentazioni teaser in attesa della data ufficiale prevista per il mese di ottobre e proseguire poi fino al 2025, anno del Giubileo a Roma.

Link al videoclip del singolo d’esordio “Cobblestones” dei Feldspar: 

Link all’ascolto dei FELDSPAR sulle principali piattaforme: https://linktr.ee/feldsparhc

Il progetto GODLESS FOLK TWO BLOCKS FROM THE POPE partirà infatti a Roma il 23 Ottobre a LargoVenue. In questa occasione i FELDSPAR presenteranno il loro primo album “Old City New Ruins”, in uscita il 30 Settembre per Time To Kill Records. Sul palco insieme ai FELDSPAR ci saranno ospiti e nomi storici del Rap romano come DannoDj Baro (Colle der Fomento) e Grandi numeri (Cor Veleno) per un momento congiunto di vero HardCore-Rap set. A seguire Danno e Grandi numeri, accompagnati da Dj Baro, suoneranno uno specialissimo set tratto dalla parte più street e combat del loro repertorio artistico.  

La serata sarà arricchita da un’exhibition di Old City New Ruins, fanzine e mostra fotografica a cura di Guido Gazzilli, dalla presentazione di Rosso Sangue, un vino rosso ad edizione limitata a cura di SuperNaturale realizzata per Feldspar in occasione di Halloween, e dalla presentazione di This is not Giubileoa cura di This is not a love song, autoproduzione editoriale nata nel 2013 nota per la collana di “cassettine illustrate”, conosciute con il nome di “tinals”.

Tra gli special guest, ancora in via di definizione, saranno presenti tutti gli artisti che hanno preso parte al progetto FELDSPAR: dall’illustratore Chris Wilson, talento emergente dell’illustrazione negli Stati Uniti, conosciuto per le sue collaborazioni con influenti esponenti della scena hardcore punk, al leggendario Nick Terry, produttore britannico di grande fama, noto per aver collaborato con The Libertines, Ian Brown, Stone Roses, Simian Mobile Disco, Peaches, Turbonegro e Kvelertak e altri artisti e illustratori come Massimiliano MarzuccoShallabba e Marcello Crescenzi (Rise Above) che firmeranno gli artwork prodotti.

GODLESS PRIZE*

I primi ad arrivare all’evento riceveranno in regalo la stampa del poster della serata a cura di Massimiliano Marzucco, stampe fotografiche del progetto firmate Guido Gazzilli, t-shirt, album e merchandise delle band (a tiratura limitata).

Cutouts


A pochi mesi di distanza dall’uscita di Wall of EyesThe Smile pubblicano un nuovo album, Cutouts, il terzo in due anni, il secondo del 2024. 
Oppure.
Dopo 252 giorni The Smile pubblicano un nuovo album: Cutouts. Sarà la prima band della storia ad avere due dischi nella top 5 degli album usciti in un anno bisestile. 
E ancora. 
Il vizietto. Storia di due amici che a distanza di ventitré anni si divertono a pubblicare due album a distanza di dieci mesi. 
Eh sì, perché Tom Yorke e Jonny Greenwood lo avevano già fatto, nel 2001, quando a poca distanza dall’uscita di Kid A pubblicarono Amnesiac. Le modalità sono simili, ma a noi piacciono le differenze. 
La dualità degli album di inizio millennio ha prodotto qualche quintale di letteratura, nonché letture magico/filologiche/eziologiche per giustificare la brevissima distanza di pubblicazione e per impedire che Amnesiac passasse davvero alla storia come un Kid B. La sua “autonomia artistica” è stata più volte spiegata dai Radiohead perché è una parte della discografia di una delle più importanti, influenti e cangianti band della storia della musica.
Cutouts è stato registrato nelle stesse sessioni del disco precedente, tra Oxford e gli studi di Abbey Road, e probabilmente, come il titolo stesso suggerisce, qualche post-it è caduto dal banco mixer accorciando la tracklist di Wall of Eyes, ma non è l’unica spiegazione.
Cutouts non è fatto di “ritagli”. Non è così semplice. 
Alcuni brani, come ad esempio Tiptoe, sono antichi come la genesi stessa de The Smile, ne abbiamo tracce risalenti al 2022, mentre il riff di Zero Sumarriva da un lontano tour dei Radiohead, anno domini 2016. Ma è Bodies Laughing a detenere il record di anzianità: la traccia che chiude Cutouts risale al 2005. 
In generale le canzoni del disco hanno echi lontani, alcuni lontanissimi, anche se non sempre identificabili al primo ascolto. Le strutture dei brani sono complesse, ma ogni tanto uno scorcio di The Bends compare tra un violoncello e un synth. 
E, soprattutto, Cutouts è figlio del porto franco noto come The Smile.

Il progetto di Tom Yorke, Jonny Greenwood e Tom Skinner gode di una assoluta libertà, figlia dell’assenza del marchio Radiohead. 
In ogni lavoro de The Smile c’è amore e gusto per la sperimentazione e l’esplorazione, lasciando alla band-madre l’onere del nome e della coerenza. Non è una terra di nessuno, è piuttosto un approccio più libero alla materia. Qualunque cosa non abbia posto o senso in un album dei Radiohead può vivere felice nelle tracklist camaleontiche e trasformiste de The Smile. 
Insomma, se i primi sono una tela per un dipinto a olio, i secondi sono un taccuino da viaggio su cui lasciare schizzi e prove, se poi questi porteranno a piccoli capolavori, sarà solo il tempo a dirlo. 

La curiosità allora si può spostare sul confronto con il disco precedente, e cercare di capire perché non abbiamo avuto un clamoroso (e anacronistico) doppio album invernale. Wall of Eyes aveva una coerenza interna, di testi, di melodie, di intenti. Era un disco con un paio di piccoli capolavori, picchi e qualche caduta. Cutouts è un piccolo caos. È un disco adolescente, cupo e arioso, che può sembrare noioso in alcune parti, ma che sa riprendersi le attenzioni che merita con una sterzata improvvisa, anche nello stesso brano. Completamente privo di coerenza interna, è un pastiche di stili e generi, figlio di uno slancio di esplorazione entusiasta e deresponsabilizzata. Quando tre musicisti incredibili perdono i freni inibitori e l’ombra dei Radiohead si fa lontana, si potrà vedere financo Yorke sorridere durante l’esecuzione live dei loro pezzi. 
Il disco apre con Foreign Spies e porta subito in campo synth e orchestre e un tempo lento e dilatato. Così come la seconda traccia, Instant Psalm, costruita su di un loop ipnotico, quasi reverse, con archi a portare aria e respiro. Ma è un inizio traditore e mendace: il disco è dedito agli uptempo e in questa dimensione dà il meglio di sé. La terza canzone, Zero Sum è frenetica, con un Greenwood che vola sulla chitarra in un dialogo tutto interiore con la melodia, sarà la cosa più funky che sentirete da The Smile, ottoni compresi nel prezzo. 
Colours Fly sposta i nostri in un flusso nuovamente prog/orientale, tra echi e chitarre dervisce quasi in trance. Quattro tracce, quattro esperienze musicali diverse. 
Eyes & Mouth è un climax di riff che profuma di jazz e prog rock, ma con un Yorke lasciato a briglia sciolta sulle melodie. È un insieme sulla carta disarmonico che invece trova una sua ragione e una sua naturale eleganza. Altissima e naturale eleganza.
E ancora incoerenza e sperimentazione in Tiptoe, lenta e solenne, in The Slip, che sembra uscita da Bristol nel ’98 e che invece porta in seno un riff goloso e percussioni da cumbia, fino a No Words dove troviamo un Greenwood perso su(lle) scale in stretto dialogo con una cassa quasi dritta di Skinner. 
La sensazione, a fine ascolto, è di aver assistito a uno spettacolo fatto per divertire e stupire, una wunderkammer de The Smile, un compendio al disco precedente in cui si raccontano nuovi confini musicali. O forse un nuovo e più ampio approccio alla materia-musica. 
Considerando che prima dell’uscita di Cutouts i tre hanno lavorato a diversi progetti, tra cui colonne sonore e tour solisti, mi aspetto che non finisca qui la vena creativa e soprattutto spero che la libertà toccata con questo disco sia la chiave per i lavori futuri. 

Tre Domande a: The Light Drown

Se doveste riassumere la vostra musica con tre parole, quali scegliereste e perché?

Paura, amore e speranza.  
Paura, perché viviamo un presente precario, pieno di insicurezze e incertezze.  
Amore, perché, anche se spesso ci troviamo in relazioni instabili che ci consumano e alimentano la paura di perdersi insieme all’altra persona, resta comunque il sentimento che muove tutto e ci spinge a dare tutto.  
Speranza, perché crediamo fermamente in un futuro diverso, di cui si parla poco e sempre meno, e che non riguarda solo il benessere di una generazione, ma anche il desiderio di un cambiamento profondo nel nostro modo di vivere.

Cosa vorreste far arrivare a chi vi ascolta?

Vorremmo che le persone trovassero nella nostra musica comprensione e vicinanza. Noi stessi viviamo in prima persona le ansie della nostra generazione e siamo consapevoli dei sentimenti negativi che ci circondano. Creare una connessione e un principio di solidarietà, che permetta di non sentirsi soli nella disperazione grazie alla musica, rappresenta per noi una forma di speranza per il futuro. L’idea che, un giorno, tutta questa sofferenza possa trasformarsi in una nuova coscienza e, finalmente, in un autentico concetto di cambiamento.

Progetti futuri? 

Poter lavorare con la musica e viverne. Anche se fosse poco, ci basterebbe, perché è ciò che da sempre ci riempie più di ogni altra cosa. Vorremmo avere la possibilità di fare della musica la nostra vita.