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Ron Gallo “Foreground Music” (Kill Rock Stars, 2023)

“This is foreground music you don’t need a background”

Canta così Ron Gallo nel secondo brano del suo ultimo disco, Foreground Music. Un album eclettico, sfaccettato, ma soprattutto difficile da tenere in sottofondo, perché altrimenti si rischia di perdersi delle chiavi di lettura (e forse anche perché appunto, come ci dice lui stesso, un sottofondo non ci serve).

Diverse le associazioni che si possono fare ascoltandolo: ci sono vibes (passatemi l’anglicismo) che ricordano gli ultimi lavori de The 1975 per un’associazione tra testi crudi e musiche a tratti allegre; altri pezzi invece – musicalmente parlando – ricordano vagamente gli Oasis (seppur in versione 2023), in particolare Vanity March e Yucca Valley Marshalls. Ma sarebbe riduttivo limitarsi alle associazioni con altri artisti, dato che l’album spazia dai chitarroni distorti a pezzi più dance passando per sentieri più malinconici.

Dunque malinconia, ma anche tanta ironia, quando non sfocia in vero e proprio cinismo. Questo fa sì che Foreground Music si ritagli il suo spazio in quel filone di prodotti artistici tipicamente millennial di cui la serie tv Fleabag è il massimo esempio internazionale: il racconto di una vita non esaltante e un po’ miserabile che si pone l’obiettivo di distrarre ma anche di far riflettere. Emblematica in questo senso è At Least I’m Dancing, dove appunto emerge un mondo che cade a pezzi, ma almeno si può ancora ballare.

Nessun accenno di poesia, anzi, tutto il contrario: da autore indie che si rispetti, Ron Gallo propone immagini estremamente prosaiche e quotidiane, come le tasse sempre in At Least I’m Dancing o i grandi magazzini in mezzo al deserto di Yucca Valley Marshalls. Tuttavia, sono proprio queste immagini quasi mediocri a raccontare sensazioni profonde e sentimenti  potenti: rabbia, solitudine, critica alla società della performance o all’idea che agli uomini sia tutto dovuto.

Insomma, i temi sociali non si sprecano e spesso quello che racconta è in netto contrasto con le sonorità adottate, molto più allegre e ballabili. D’altronde lo stesso artista ha definito l’album “what an existential crisis would sound like if it could also be fun”.

E probabilmente ha ragione: un’ipotetica, divertente crisi esistenziale suonerebbe proprio così.

 

Ron Gallo
Foreground Music
Kill Rock Stars

 

Francesca Di Salvatore

Father John Misty @ K.B. Hallen

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• Father John Misty •

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K.B. Hallen (Copenhagen) // 2 Marzo 2023

 

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Preoccupations @ Covo Club

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• Preoccupations •

 

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Covo Club  (Bologna) // 1 Marzo 2023

 

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[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Dry Cleaning “Swampy EP” (4AD, 2023)

– Chi era?
– Nulla, erano i Dry Cleaning, hanno lasciato una musicassetta, sul tavolo, vicino alla frutta.
– Roba importante? Urgente?
– Pare di no. Solo una canzone rimasta orfana dopo l’uscita di Stumpwork, un intervallo musicale per chitarra e deserto, due remix di pezzi già noti e una demo.
– Ah.
– Già.
– L’hai già ascoltata?
Swampy l’ho messa in loop per venti minuti. È un sunto dell’estetica della band. Ciondolante, sudato, afoso, fumo blu su silhouette in controluce. Ma anche desertico, desolato e poco londinese.
– Domani li chiami?
– Esce il 1° marzo, direi che è urgente.

A Swampy segue in ordine Sombre Two, pezzo solo strumentale di circa due minuti, una clamorosa Gary Ashby remixata da Nourished By Time, e Hot Penny Day, smontata e rimontata da Charlotte Adigéry & Bolis Pupul.
Chiude il tutto un oscuro demo chiamato Peanuts.
Tra vent’anni, davanti alla tracklist del best of dei Dry Cleaning, potrete sfoggiare uno slancio di cultura ricordando a tutti che quel bel pezzo polveroso e misterioso non ha mai abitato nessun album, Swampy era un EP.
Un EP che dura un quarto d’ora. Esce a quattro mesi di distanza dall’ultimo album. È come ricevere a Natale una foto dell’amore estivo.
Non lo avrei mai detto, sei bella anche non abbronzata.
Ci vediamo dal vivo, sicuro. 

 

Dry Cleaning
Swampy EP
4AD

 

Andrea Riscossa

HUNTING A MIRAGE • “SINNERS”

Hunting A Mirage è un progetto modern metal nato a Verona nell’autunno 2018.
La band affronta I primi live che vengono bruscamente stoppati a causa dell’avvento del Covid. Nonostante tutto in questo periodo di fermo forzato la band scrive, compone e crea la base per l’uscita di “SINNERS”, il nostro primo singolo uscito.
L’idea della formazione è quella di creare un sound forte ma al contempo melodico, che racchiude varie influenze musicali degli ultimi 20 anni e le influenze personali di ogni singolo componente.
Gli HUNTING A MIRAGE sono: Voce – Andrea Bonizzato Chitarra – Diego Benedetti Batteria – Shane Giardini Basso – Nicola Curiale Chitarra- Alessandro D’Asaro
“SIAMO UMANI, SIAMO PECCATORI”
“Sinners” è un viaggio interiore. Una riflessione che che ognuno di noi dovrebbe fare, per smettere di colpevolizzarsi per i propri peccati.
Nel video, ci mettiamo a confronto con noi stessi davanti al televisore, cercando di capire quanto è intrinseca nella natura dell’uomo peccare.
Siamo umani, siamo portati inevitabilmente a peccare e tuttavia, non sono i nostri errori che ci definiscono, ma la volontà di sistemare le cose.
Il detto dice “Errare è umano, perseverare è diabolico” ed è quella volontà nel sistemare le cose che
toglie quella perseveranza diabolica nel sbagliare e dunque nel peccare in continuazione, alimentando quei sensi di colpi che possono portare alla completa disfatta dell’anima.
La redenzione passa da lì, e ci rende poi dei “Santi” in mezzo ad un oceano di peccatori.

 

 

HUNTING A MIRAGE
FB Page: https://www.facebook.com/HuntingAMirage IG Page: https://www.instagram.com/hunting_a_mirage/
SINNERS (Official video):
https://www.youtube.com/watch?v=_lrsTx7w5_M
SINNERS (Spotify link):
https://open.spotify.com/track/1CNuSzTzvgqBnZyCvGM5Ky? si=8e381b7f8328414c

Comunicato stampa AGONY & ECSTASY OVER EUROPE: tornano gli Watain!

Metallar*, tenetevi forte. Hellfire Booking Agency annuncia gli Watain!

Persino fra i gruppi di metal estremo gli Watain mietono vittime e mascelle per la loro brutalità. Black metal inasprito da live shoccanti e viste sataniste, gli Watain sono una miscela fatale di terrore sonoro e acume tecnico sempre più torrido, riconosciuto già nel 2010 come il sound che avrebbe stravolto la scena metal estrema. Con una discografia macerante alle spalle e parentesi sui palchi dei festival più micidiali del globo (Metal Days, Brutal Assault, Hellfest…), gli Watain tornano a decimare i live con strumentazioni tormentose e una cattiveria tecnica a dir poco devastante.

Gli Watain torneranno in Italia per tre date dilanianti questo maggio, accompagnati dagli special guest Bølzer e dal supporto dei Concrete Winds. Preparatevi a restare senza parole!

16 MAGGIO 2023 | ORION, ROMA
Viale J. F. Kennedy, 52, 00043 Ciampino (RM)

Evento FB: https://www.facebook.com/events/3246543688940094

17 MAGGIO 2023 | CAMPUS INDUSTRY, PARMA
Largo Francesco Antonio Simonini, 1, 43124 Parma

Evento FB: https://www.facebook.com/events/3293422484321210

18 MAGGIO 2023 | REVOLVER, SAN DONÀ DEL PIAVE
Via John Fitzgerald Kennedy, 39, 30027 San Donà di Piave (VE)
Evento FB: https://www.facebook.com/events/869167337633214

 

*Disponibili a partire dal 6 febbraio alle 11:00

In collaborazione con Erocks Production

All Time Low @ Fabrique

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• All Time Low •

 

Fabrique (Milano) // 25 Febbraio 2023

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto di Claudia Bianco
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TURIN BRAKES_ la band alternative rock londinese arriva in Italia ad aprile per l’Italian Tour 2023, con Dog Byron

TURIN BRAKES

La band alternative rock londinese arriva nei club d’Italia con Dog Byron come special guest

18.04.2023 – CAP10100, Torino
19.04.2023 – BIKO, Milano
20.04.2023 – LOCOMOTIV CLUB, Bologna
21.04.2023 – ALCAZAR LIVE, Roma
22.04 – SPAZIOPORTO, Taranto

Biglietti disponibili solo su DICE


RADAR Concerti
presenta TURIN BRAKES, l’acclamata band londinese annuncia il tour in Italia che si terrà nell’aprile 2023 nei club di Torino, Milano, Bologna, Roma e Taranto con la band italo/tedesca Dog Byron come special guest.
I biglietti sono disponibili solo sulla piattaforma di ticketing e discrovery DICE.

Nel 2022 i Turin Brakes, quartetto di South London composto da Olly Knights, Gale Paridjanian, Rob Allum e Eddie Myer, hanno pubblicato il loro nono album in studio, Wide-Eyed Nowhere: “Abbiamo sorpreso noi stessi con quello che è venuto fuori; una serie di canzoni più dolci e groovy che non hanno fretta di essere altro che loro stesse.
I Turin Brakes hanno pubblicato l’Lp Optimist, candidato al Mercury Prize, nel marzo 2001 certificato disco D’Oro nel Regno Unito, seguito da Ether Song del 2003, che contiene il singolo Pain Killer (Summer Rain) che ha raggiunto la top 5 hit del Regno Unito. Da allora la band ha collezionato sette singoli da top 40, sette album da top 40 e oltre un milione di dischi venduti in tutto il mondo.
Recenti recensioni di chi ha avuto la fortuna di vederli dal vivo descrive i loro concerti come “un’esibizione formidabile con canzoni altrettanto micidiali“, mentre una recensione entusiastica dell’ultimo disco del Sunday Times afferma che la band “continua a eccellere“.

Dog Byron è un gruppo rock di Roma/Berlino fondato nel 2010 dal musicista italiano Max Trani. La band ha guadagnato uno slancio iniziale grazie al loro suono personale caraterizzato da una simbiosi tra roots blues e il suono grunge degli anni ’90. “Open” è il nuovo album uscito lo scorso aprile.

Biglietti solo su DICE
18.04 Torino, Cap 10100: https://link.dice.fm/Tb82fb58717e
19.04 Milano, Biko: https://link.dice.fm/habff67fa626
20.04 Bologna, Locomotiv Club: https://link.dice.fm/u49528a678c0
21.04 Roma, Alcazar Live: https://link.dice.fm/xf45ebb899d9
22.04 Taranto, SPAZIOPORTO: https://link.dice.fm/hf7c5d960a2a

Sito Turin Brakes: www.turinbrakes.com
Youtube Turin Brakes: https://www.youtube.com/channel/UCiJSVSRy7rAXaLV9ASKyiRw
IG RADAR Concerti: https://www.instagram.com/radar_concerti/

Ufficio Stampa RADAR Concerti: Astarte Nina Selvini nina@astarteagency.it / Roberta Leone roberta@astarteagency.it

Jesse Malin @ Bronson

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• Jesse Malin •

 

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Bronson (Ravenna) // 24 Febbraio 2023

 

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[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Algiers “Shook” (Matador Records, 2023)

Non mi pare di averlo visto scritto da nessuna parte, ma non ci sarebbe stato male un alert stile “handle with care”, maneggiare con cura, sulla copertina di questo Shook degli Algiers.

L’ultimo lavoro in studio della band di Atlanta, uscito ancora per la fedele Matador Records, è probabilmente il loro lavoro più impegnativo, complesso e potente.

Non so dire se sia il loro migliore, anche perchè qui entriamo in una sfera strettamente personale, ed io lo ricordo ancora in maniera nitida qualche anno fa lo stupore che provai la prima volta che ascoltai The Underside of Power. 

Stavolta è stato diverso. Già con l’iniziale Everybody Shatter mi sono visto costretto ad abbandonare tutto ciò che stavo facendo e focalizzare l’attenzione nell’ascolto, nella potenza di un verso come “So we imprison ourselves and don’t see we hold the key”. 

Shook è un disco esigente, come d’altronde sono gli Algiers, nella sostanza, dall’alto delle sue 17 tracce e oltre 50 minuti di durata, o dei suoi innumerevoli ospiti, che campeggiano in bella vista sulla copertina del disco. 

Esigente soprattutto però nella forma, nei frenetici ritmi di A Good Man “So many shadows / that I can’t sleep at night”, o nei versi sempre taglienti di Zach de la Rocha nella travolgente Irreversible Damage “And my peace torn in an alley abandoned an’ murdered then reborn in a beat form breathless”, come nel lamento di Out Of Style Tragedy sulle sparatorie che ormai nemmeno fanno più notizia.

I momenti più riflessivi ed intimi sono affidati a dei simil spoken words, come in Born, con la voce di LaToya Kent, anima dei magnifici Mourning [A] BLKstar, o in As It Resounds (“We can no longer sit in acceptance of our own spiritual recession” è un monito drammaticamente vero e universale che difficilmente qualcuno di noi riuscirebbe ad ignorare serenamente) con le tonalità baritonali di Big Rube.

Non mancano ovviamente nemmeno i passaggi debitori al tanto amato gospel, che ben si sposa con la voce multiforme di Franklin James Fisher, Green Iris ed il suo incedere dispari o la conclusiva Momentary, un barlume di speranza, una luce in un presente fatto di violenza ed ingiustizia, di egoismo e di sempre più diffusa ignavia:

“When we die

Our beloved 

Our kinfolk 

Fear not

We rise”

 

Algiers
Shook
Matador Records

 

Alberto Adustini

Palaye Royale @ Magazzini Generali

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• Palaye Royale •

 

Magazzini Generali (Milano) // 22 Febbraio 2023

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Foto di Claudia Bianco

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Eagle Eye Cherry @ Santeria Toscana 31

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• Eagle Eye Cherry •

Santeria Toscana 31 (Milano) // 21 Febbraio 2023

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]foto di Alessio Angrisano

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