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Any Other

Stillness, Stop: You Have a Right to Remember

42 Records
26 Gennaio 2024
di Alessandra D’aloise

Era il 2015, ero una ventenne con poche idee chiare in testa ma con la velleità di scoprire talenti musicali ancora sconosciuti al grande pubblico musicale, e per caso mi arriva il disco d’esordio di questa giovane cantautrice di nome Any Other, all’anagrafe Adele Altro.
Ci restai di sasso. Una scrittura lucida, introspettiva ma anche ironica, unica. A causa dei testi in inglese pensai immediatamente “Dai, ma non è italiana”. Sembrava una giovane Alanis Morissette o Angel Olsen.

Per questo non mi sono fatta sfuggire la possibilità di scrivere sul suo terzo lavoro, in uscita su 42 Records, dal nome Stillness, Stop: You Have a Right to Remember. 

Già dal titolo fremevo dalla curiosità.

La peculiarità di Adele infatti, rimane sempre la stessa: arrangiamenti semplici e spogli, guidati da una voce leggera ma spietata. Un’analisi lucida e intensa dell’animo umano, della ricerca di sé stessi e della voglia di guarire dalle ferite del passato. Ad esempio i singoli che hanno anticipato il disco Awful Threade If I Don’t Care: testi introspettivi e riflessivi, ma soprattutto terapeutici. Sembra dire, “so benissimo quanto sia stato difficile, ma parliamone e affrontiamo insieme i nostri demoni”. Infatti, Adele sembra si sia messa totalmente a nudo con questo disco, parlandoci di traumi e abbandoni ma soprattutto di crescita emotiva. Lo stesso vale per Need of Affirmation troviamo un ritornello ripetuto ossessivamente che sembra un mantra d’incoraggiamento: “I don’t want to feel special I just want to feel good”.

Il disco poi si chiude con una canzone interamente strumentale, Indistinct Chatter, un pianoforte allegro e ritmato, che ricorda molto le musiche per orchestrine, colonne sonore dei primi film muti. Mi ha fatto sentire leggera come in una di quelle giornate primaverili, quando sei stesa su un prato a goderti il sole e ti godi il dolce far niente.

Any Other sembra maturata rispetto ai lavori precedenti, senza perdere però la sua anima e la sua capacità di decifrare il mondo intorno a lei con chiarezza, dolcezza e fermezza. La cosa che apprezzo di più, però, è che questo disco non è un malinconico guardare ai traumi del passato, ma più un modo catartico per affrontarlo. Di come trovare la forza per andare avanti, senza essere stucchevoli e banali, ma semplicemente se stessi.

A breve sarà in tour per promuovere il suo disco, sia in Italia che in Europa, non fatevela scappare.