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Panda Bear

Sinister Grift

Domino
28 Febbraio 2025
di Alberto Adustini

Settima prova in solitaria per Noah Lennox, altresì e maggiormente noto come Panda Bear, in libera uscita dagli Animal Collective, che qui comunque fanno capolino in veste di featuring in diversi momenti.

Sinister Grift, questo il nome del disco, si apre su terreni cari al nostro, territori che ha iniziato ad esplorare e calpestare da quel miracolo chiamato Person Pitch e proseguiti poi in maniera sempre più distintiva su Tomboy, ovvero prendere i Beach Boys, destrutturarli e successivamente ricomporli, aggiungendo tra le componenti elettronica, un pizzico di psichedelia e quel piglio freak/weird che ne è tratto distintivo quando parliamo di Mr. Lennox.

L’impressione generale che lascia questo Sinister Grift è che una parte non indifferente del percorso compositivo l’abbia giocata anche il dove questo disco sia stato pensato, composto e registrato, che nel nostro caso è Lisbona, città dove Panda Bear ormai da qualche anno risiede assieme alla sua compagna Rivka Ravede, membro dei Spirit Of The Beehive

Specialmente nella seconda parte del disco si avverte un calore differente rispetto al passato, lungo i brani la componente relativa alla sperimentazione e alla ricerca lascia il passo ad un approccio più narrativo, meditato, ponderato, più cantautorale, azzardando un pò.

Se l’iniziale Praise è Panda Bear “in purezza”, per come lo abbiamo conosciuto ed amato, la conclusiva Defense ce ne presenta un altro, misurato ai limiti dell’accademico. Alla dolcezza di Anywhere But Here si contrappongono i toni tetri di Elegy For Noah Lou, al pseudo reggae di JustAs Well i ritmi quasi calipso di Ferry Lady, eppure in questa convivenza di stili e approcci diversi c’è una coerenza ed equilibrio indiscutibili.

Panda Bear ci consegna un disco che sa di nuovo. O forse è Sinister Grift che ci consegna un nuovo Panda Bear?