Disclaimer.
Se avete appena prenotato il traghetto per le vacanze insieme, ma avete contestualmente scoperto di non amarla/o più, se avete scoperto che “LucaPadel” manda messaggi all’una di notte e non riguardano l’analisi tecnica dell’ultima partita, se quando vedete un’ex cercate un gaviscon, se per qualunque motivo la parola “relazione” vi scatena reazioni allergiche, allora, davvero, per favore, cambiate disco.
Qui siamo in zona amarcord radicale, con pacificazione di ricordi, colpe e malinconie, un’elegia dei tempi che furono, ma anche di quelli che sono e che saranno. Del resto l’album si intitola Forward ed è il nuovo album de The Sweel Season, dopo appena sedici anni di silenzio.
Markéta Irglová e Glen Hansard, i nostri due protagonisti, si sono ritrovati nel 2023, quando fecero uscire The Answer Is Yes, composta dalla Irglová, canzone che traccia una riflessione sul rapporto con Hansard a partire dal film che li ha resi celebri, Once, nel lontano 2007. Il pezzo stesso ricorda, per struttura e composizione, quella Falling Slowly che valse anche un premio Oscar alla coppia per la miglior colonna sonora. I due furono uniti anche nella vita per alcuni anni, prima di lasciarsi, continuando però a coltivare un profondo rapporto di amicizia e lavorativo.
Il disco è stato prodotto dall’attuale compagno della Irglová, Sturla Mio Thorisson, registrato in Islanda, paese dove vivono abitualmente, presso iMasterkey Studios, e sono stati accompagnati dai fedelissimi Joe Doyle, Marja Gaynor, Bertrand Galen e Piero Perelli.
Forward si apre con Factory Street Bells, classico crescendo alla Hansard, voce e chitarra, malinconia in climax con riflessione sul tempo e sulla vita.
Le tematiche proposte nelle tracce che seguono sono fedeli alla linea artistica del duo. Si lavora su certezze rodate e su binari conosciuti, fatti di folk e arrangiamenti ariosi ad accompagnare tematiche di relazione e di amore, in ogni sua declinazione.
People We Use To Be è il primo duetto del disco, che celebra il rapporto tra i due, e in particolare la parte costruttiva, figlia del ricordo di quando si era giovani unita alla consapevolezza dell’età matura.
Stuck in Reverse, primo singolo dell’album, racconta di come una relazione nasca, cresca e poi crolli, di come il tempo possa erodere anche le unioni più solide. E di cosa rimane, e di come lo gestiamo. Cantata dai due, sa quasi di tutorial su come uscire indenni da una separazione.
I Leave Everything To You è il pezzo che celebra l’arte della Irglová. Pianoforte, archi, voce, è un pezzo ipnotico, artico, di una dolcezza disarmante.
Nel seguente A Little Sugar torna Hansard e con un suo classico crescendo, chitarre, voci, arrangiamento quasi da colonna sonora. Il disco però qui inizia a vacillare, l’attenzione scende, poi arriva Pretty Stories, quasi sei minuti di canzone, che parte in sordina per poi ritrovare un grande duetto nel finale, giocando tra musical e gospel mancato. I Commitments ce lo avevano insegnato, a Dublino c’è un’aria strana, i generi si mescolano.
Così succede che nella seguente Great Weight siamo a metà tra folk e un Hansard da Seeger Session. Forse il pezzo più divertente dell’album.
Chiude il tutto Hundred Words, duetto finale per un lieto fine ampiamente annunciato. Un manuale di speranza, perseveranza e quella brutta parola che termina in –enza. Finale un po’ dolce, forse un eccesso di panna montata, forse manca qualcosa che spezzi il ritmo dell’album, forse in certi momenti un po’ scontato. Ma è un disco dei The Swell Season al cubo, anche dopo sedici anni.
È un album sul tempo che passa, sulle relazioni che cambiano e si declinano in diverse sfumature e intensità. La loro è una reunion piena di affetto e stima, un ritorno a essere in due, in modo diverso e comunque produttivo, una rielaborazione che perdona il passato, rende il presente un terreno per relazione e scambio e che prepara il futuro per altre canzoni, altre visioni.