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Tag: Music

Tananai @ Oltre Festival

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• Tananai •

+

Will

Missey

Mancha

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Parco delle Caserme Rosse (Bologna) // 21 Giugno 2022

 

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Foto: Lucia Adele Nanni
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MISSEY + WILL + MANCHA

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Cat Power @ Sexto ‘Nplugged

Quella che segue sarà un’introduzione questionabile, opinabile, necessaria? Chi può dirlo, specie prima di averla letta. Ad ogni modo se a naso siete di questo avviso saltate al prossimo capoverso (grossomodo a “ieri”) e nessuno si farà male.

Dicevamo.

Il modo in cui il nostro – mio in questo caso – parere venga continuamente condizionato da giudizi esterni, estemporanei, spesso arbitrari e parziali è sintomatico di come oramai basti un nonnulla per minare certezze solide e apparentemente inscalfibili, in ambito musicale certo ma non solo. Un tweet, una recensione, un parere di qualcuno a noi vicino o caro e strack (non mi viene in mente l’onomatopea più adatta per esprimere il venir meno o il vacillare di un parere) crolla tutto. Cioè sto parlando per me ma credo che il ragionamento possa essere piuttosto trasversale e diffuso.

Un esempio (e contestuale fine introduzione).

Ieri sera (martedì 21 giugno per la precisione) mi stavo dirigendo verso la mia adorata Sesto al Reghena per la serata d’apertura dell’edizione 2022 di Sexto N’plugged, che senza timore di smentita, considerata location (non per niente il claim è “quando il luogo determina la musica”) e line up (Arab Strap, Black Midi, Agnes Obel, per dire), si posiziona se non al primo ma sul podio dei festival italiani, con buona pace dei “Capoluogodiregione rocks” sparsi qui e lì. 

Dicevo, in autostrada, al posto di essere impaziente e super eccitato per l’imminente concerto di sua maestà Cat Power, in me albergavano pensieri quali “auguriamoci sia in serata”, “chissà che abbia voglia”, “speriamo bene”. Voglio dire, stai per vedere quella che è probabilmente la più importante cantautrice americana – e non – degli ultimi trent’anni e dubiti. Valla a capire la psiche umana…

È comunque tempo di iniziare, si son fatte le nove da qualche minuto, e chitarra in spalla facciamo la conoscenza di Arsun, giovanissimo cantautore newyorkese che propone un folk/blues che deve tanto al primo Dylan e che come timbro, venendo ai contemporanei, ricorda qua e là The Tallest Man On Earth. La sua mezzora comunque si fa ascoltare, il pubblico applaude, lui ci tiene, sincero, ci fa persino lo spelling “se mi dovete cercare su Spotify”.

Il sole è da poco tramontato quando si fa buio sul palco e il terzetto che accompagna Chan Marshall, batteria (che brava Alianna Kalaba!), chitarra e tastiere prende posto. È un’introduzione delicata, quasi languida, le luci soffuse, le prime note di Say che accolgono l’artista di Atlanta, lungo vestito nero e calice di vino rosso in mano, un rapido saluto al pubblico già caldo e si parte per un’ora e mezza di pura estasi. 

Gli stolti dubbi della vigilia sono presto fugati, spazzati via da un’ondata di classe, raffinatezza e bellezza, Chan c’è, danza trasportata dalla musica, è dominante sulla scena, qualche brevissima pausa per sorseggiare il suo vino, un’asciugata veloce al viso, poco spazio alle parole, molto alla musica. La scaletta ovviamente verte principalmente sull’esecuzione delle tracce contenute nel recente Covers, anche se nella resa live quelle che già erano, appunto, cover, vengono riarrangiate, così ecco che A Pair Of Brown Eyes risulta meno “sospesa” al pari di una meravigliosa These Days. 

Gli arrangiamenti sono di livello allucinante, la band in più occasioni si cimenta in veri e propri medley, così fanno capolino per alcuni momenti delle quasi irriconoscibili Good Woman, Cross Bones Style o Nude As The News.

Che sia una serata speciale, fuori dall’ordinario, ne abbiamo definitiva prova quando verso il finire del concerto Chan invita tutti ad avvicinarsi sotto il palco “I think it’s legal” scherza, c’è ancora spazio per una mirabile The Greatest, anch’essa piuttosto lontana dalla forma/disco e una conclusione in crescendo con Rockets.

Non ci saranno bis, encore chiamateli come volete, nella penombra entro la quale è rimasta per tutto il tempo Cat Power abbandona il palco, sotto gli sguardi fissi di una platea adorante. Mi riaccomodo brevemente sul mio posto, soddisfatto, felice, e con un marginale ma non trascurabile senso di colpa e al pari di San Pietro mi aspetto da un momento all’altro che arrivi il Gesù della situazione ad ammonirmi “Uomo di poca fede, perchè hai dubitato!”, al che credo avrei risposto con Freak Antoni “È importante avere dubbi! Solo gli stupidi non ne hanno, e su questo non ho dubbi!”

 

Alberto Adustini

Foto di copertina: Massimiliano Mattiello

 

Grazie ad Astarte

Hanson @ Magazzini Generali

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• Hanson •

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Magazzini Generali (Milano) // 20 Giugno 2022

 

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Foto: Claudia Bianco
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Firenze Rocks 2022

Cosa resta di uno degli eventi musicali post-pandemici più attesi? Polvere sulla pelle bruciata dal sole, le ultime transenne spostate dagli addetti ai lavori, un senso di vuoto dove riecheggiano le tante voci, i tanti accenti, i tanti dialetti che si mescolavano tra i rami del parco che circondavano la Visarno Arena, a Firenze, e la musica, tanta, tantissima, ascoltata, sentita e vissuta fino allo sfinimento del Firenze Rocks 2022. Dopo ben due anni di attesa, cancellazioni, decreti, distanze, mascherine, dolori, paure, inquietudini e incertezze, i primi concerti per la città e un’inaugurazione letteralmente coi botti per il concerto di Vasco Rossi tenutosi il 3 Giugno, l’arena immersa nel verde delle parco delle Cascine ha nuovamente ospitato i quattro giorni di musica dove gruppi internazionali punk, rock e metal hanno riempito l’aria di riff di chitarre, kick di batteria, fraseggi di basso e voci che urlavano ancora tutta la voglia di fare musica, ora come allora e come sempre. 

Lo spettacolo inizia il 16 Giugno con i Weezer e i Green Day, due gruppi che hanno rivoluzionato la percezione del rock mainstream e che hanno nel loro passato il 1994 come data in cui entrambi pubblicarono album che sono diventati pietre miliari del pop punk e del college rock: Dookie e Blue Album. Quando attaccano i Weezer, Rivers Cuomo incanta il pubblico parlando e suonando e dimostrando con l’assolo di Africa dei Toto che non solo anche le cover hanno un loro perché su un palco così grande, ma anche che 52 anni non sono assolutamente percepiti né da lui né da chi lo ascolta, concetto ribadito dal leggermente più giovane, anche se non troppo, Mike Dirnt che con Billy Joel Armstrong dei Green Day, gli succede sul palco. Giri di basso che si fondono con la chitarra per darle spessore, arricchire le melodie, creare una struttura dove gli artisti suonano e giocano tra di loro, con gli altri musicisti e il loro pubblico attraversando vecchi e nuovi successi. Quando le prime note di Basket Case si librano nell’aria, alcuni occhi si riempiono di ricordi vissuti, altri di ricordi ancora da vivere, tra cui quello di un ragazzo che sale sul palco, suona con loro e riceve una chitarra in regalo. Neppure tu sai se è sogno o realtà, forse sei solo lì sul limite di entrambi, ma non importa, quello che conta è l’emozione perché è un po’ come se la chitarra la stessi ricevendo anche tu. 

Il giorno dopo, nel tardo pomeriggio, un bagno di folla eterogenea si muove attorno al palco per ascoltare prima i Placebo e poi i Muse. Brian Molko domina visivamente più maturo, un look diverso da quello più androgino che lo caratterizzava all’inizio della carriera, eppure la voce è sempre la stessa, come se il tempo non l’avesse toccata: surreale e trascinante. Quella voce, quella musica, la sintonia con il gruppo fanno uscire l’energia che ha rivoluzionato il rock e l’elettronica fondendo generi diversi tra loro, la fame di espressione è la stessa del pubblico di farne parte ed essere divorato con essa. Pure Morning è l’essenza del desiderio di trascendere la propria realtà, eppure di fondersi contemporaneamente con i corpi nell’arena che si muovono, sudano, mentre le labbra biascicano parole e si preparano all’arrivo dei Muse, che dimostreranno di essere un motore che gira ai massimi livelli. Il pubblico è ipnotizzato dall’intensità dell’esibizione di Matt Bellamy, Dominic Howard, Chris Wolstenholme con Dan Lancaster a cori, tastiere e sintetizzatori, rimanendo, però, come sospeso nelle ballate centrali. Delle luci fredde accolgono suoni perfetti, scenografie tra il teatrale e il futuristico, effetto alimentato anche dell’outfit del gruppo che si muove in una scaletta che tocca tutta la carriera per offrire, poi, in anteprima il brano Will of the People, parte del loro nuovo progetto in uscita ad agosto. La serata si chiude tra sorprese e fuochi d’artificio, in un’aria piena di note, che ti porti a casa, sulla pelle con tutta la polvere, nei sogni del giorno dopo. 

Della terza serata sono padroni i Red Hot Chili Peppers che, nonostante la lunga esperienza musicale, si esibiscono con la stessa sfrontata follia adolescenziale che li ha sempre caratterizzati davanti agli occhi dei fan mentre accolgono a braccia aperte l’intro funky rock esplosa nell’aria per saltare poi su Can’t Stop. Flea, Smith, Kiedis e Frusciante dimostrano che la musica è la migliore distrazione per il tempo e non farlo passare, perché sembra che niente abbia intaccato la loro voglia di dare il massimo. Come per gli altri gruppi, il concerto è un balletto tra grandi hit e nuove canzoni dove la band vibra in lunghi momenti strumentali a tratti psichedelici. Ma è soprattutto Frusciante che si concede al pubblico rapito dal chitarrista che regala assoli di pura adrenalina, la stessa con cui si chiude il concerto attraverso i colpi che a me sembrano infinti di By The Way, e i corpi si muovono ad ogni battito, forse è il cuore, oppure il piede di chi ho accanto che colpisce, ma non importa, quello che conta è essere lì e vivere quella musica che scava dentro di te per tirarne fuori tutto ciò che puoi dare, anche se non sai esattamente cosa puoi dare. 

Mentre te lo chiedi, passa la notte, il sole accoglie gli stivali anfibi che si avvicinano all’arena incuranti dei tantissimi gradi e dell’afa che li circonda. Ti chiedi come possa essere possibile, ma la risposta sta tutta lì, nel metal e nel nome di una delle band che ne ha fatto la storia: i Metallica. Il nero domina più che negli altri giorni, su persone di età ed estrazioni diverse, mentre i colori, invece, li raccogli dai più svariati tatuaggi, la voglia di sentirsi parte di un insieme sta nei piercing, mentre l’attesa si mescola al sudore, ma ne vale la pena, perché da lì a poche ore la Visarno Arena sarà invasa da fiamme sonore. Aprono i Greta Van Fleet, gruppo divisivo tra puristi e nostalgici, tra apprezzamenti, perplessità e critiche, ma loro sono lì, su un palco dove ancora molti possono solo lontanamente sognare di salire, quindi suonano e se ne fregano, per loro è importante vivere il momento e lo fanno con dignità anche se ben sanno che è il pubblico freme per vedere James, Kirk, Lars, Robert, che suonano a Firenze per la prima volta. Quando i Metallica salgono sul palco, la tensione sale vertiginosamente, il boato dei fan sovrasta l’intro per un attimo, qualcuno piange dalla gioia. Forse è per questo che i maxischermi inquadrano sempre e solo loro, o forse perché non puoi staccare gli occhi e le orecchie da quello che succede lassù mentre respiri quello che succede sotto il palco. Whiplash racconta è potenza senza compromessi, non c’è la ricerca della foto da social e dello sguardo piacione, mentre un attesissimo assolo di James con Nothing Else Matters scioglie pure una cinica come me. Quella che vedi sul palco si chiama voglia di esistere e loro lo fanno attraverso la propria musica lanciata a mille, e sai che anche quando tutto sarà finito e le luci saranno spente, quella voglia di essere ti sarà già entrata dentro per non lasciarti più. Che piacciano oppure no, sono la storia della musica, e ti rendi conto del perché. 

Infine, ecco quello che rimane di Firenze Rocks 2022: tante parole, recensioni che scivolano tra l’approccio tecnico e il percorso emozionale. Ma come potrebbe essere altrimenti? Si sono esibite delle vere e proprie macchine da guerra che tra successi intramontabili e nuovi progetti hanno dimostrato a tutti che il tempo è la musica che ne fai, e che chi li vorrebbe pallidi ricordi di loro stessi, dovrà ancora aspettare un bel po’ per avere soddisfazione. Tuttavia, l’aspetto più bello di tutta questa esperienza sono state le persone, parlare con loro condividere quei momenti al limite tra la resistenza fisica e l’apertura di tutte le sensazioni che pensavi sopite in questi due anni. La bellezza dello sguardo appena diciottenne di Martina venuta dal nord che con gli amici voleva vedere dal vivo i gruppi che i genitori le hanno fatto ascoltare fin da piccola e che si “Godranno con qualche video”. Oppure la wish list di canzoni dei RHCP che avrebbe voluto sentire Andrea mentre sognava il concerto mangiando un panino alla poca ombra di un albero in attesa dell’apertura cancelli. La famiglia che fuori dalla Visarno Arena ascoltava i concerti insieme ai figli, perché “Comprare l’abbonamento per i quattro giorni ora è un po’ troppo per le nostre tasche, ma alla musica non si rinuncia”. Oppure come Maurizio e Gabriella che tramite i social hanno fatto vivere le loro idee e le loro sensazioni, con lo sguardo di chi ancora non ha perso la voglia di farsi affascinare, coinvolgere e condividere ciò che la musica può fare. E così molti e molti altri, che una semplice recensione non può racchiudere in tante poche parole, ma che spero vi abbia fatto percepire nel suo immenso bagliore, perché alla fine, Firenze Rocks non è solo la musica, ma è la gente che la respira e ne fa parte. 

 

Alma Marlia

La Rappresentante Di Lista @ Ferrara Sotto Le Stelle 2022

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• La Rappresentante Di Lista •

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Ibisco

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FERRARA SOTTO LE STELLE

Nuova Darsena (Ferrara) // 19 Giugno 2022

 

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Foto: Roberto Mazza Antonov
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IBISCO

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The Jesus And Mary Chain @ Ferrara Sotto Le Stelle 2022

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• The Jesus And Mary Chain •

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Marta Del Grandi

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FERRARA SOTTO LE STELLE

Nuova Darsena (Ferrara) // 18 Giugno 2022

 

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Foto: Roberto Mazza Antonov
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MARTA DEL GRANDI

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Motta @ Villa Ada

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• Motta •

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Erio

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Villa Ada (Roma) // 17 Giugno 2022

 

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Foto: Daniele L. Bianchi
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ERIO

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Cosmo @ Ferrara Sotto Le Stelle 2022

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• Cosmo •

+

Whitemary

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FERRARA SOTTO LE STELLE

Nuova Darsena (Ferrara) // 17 Giugno 2022

 

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Foto: Roberto Mazza Antonov
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WHITEMARY

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Useless ID @ Circolo BlackStar

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• Useless ID •

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Circolo BlackStar (Ferrara) // 17 Giugno 2022

 

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Foto: Luca Ortolani
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Venerus @ Ferrara Sotto Le Stelle 2022

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• Venerus •

+

Matilde Davoli

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FERRARA SOTTO LE STELLE

Nuova Darsena (Ferrara) // 16 Giugno 2022

 

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Foto: Roberto Mazza Antonov
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MATILDE DAVOLI

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Sampa The Great @ Circolo Magnolia

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• Sampa The Great •

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Circolo Magnolia (Milano) // 16 Giugno 2022

 

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Foto: Isabella Monti
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Amyl And The Sniffers @ Acieloaperto X

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• Amyl And The Sniffers •

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A C I E L O A P E R T O  X

Rocca Malatestiana (Cesena) // 16 Giugno 2022

 

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Jeans strappati, tatuaggi, birra in mano, sigaretta: mi sento a casa.
Il palco si sta scaldando, è pronto ad abbracciare la furia esplosiva di Amyl and the Sniffers. I più impavidi iniziano a togliersi la maglietta. Ad una coppia scappa un bacio: sono vestiti di nero, hanno entrambi i capelli lunghi, bruni, ricci. Si baciano anche i loro tatuaggi. Qualche ragazzo si insegue fra il pubblico, il primo inciampa in un bicchiere di gin lemon lasciato a mezzo, per terra.

Entra la band, partiamo bene. Amy prende il microfono e, un po’ insicura, dice “Vaffanculo?”. Attorno a me, il delirio. Bicchieri in alto, fischi, più di una persona urla “Amy, ti amo!”.

Inizia la performance con il brano Gacked on Anger. Amy è carichissima, si muove come se fosse la musica che sta suonando. scende dal palco, le lanciano dell’acqua addosso, sorride e continua a cantare. Il pubblico si è scaldato, cantano assieme a lei. Nemmeno il tempo di finire il primo pezzo che parte Got You. Amy e il batterista sono scatenati. La cantante salta, cammina ovunque, sbatte i piedi a ritmo con la batteria. Amy ha, di base, una voce fantastica e un talento inopinabile, ma dal vivo dimostra tutta la sua furia, la sua rabbia, la sua passione: è fuoco sotto la pioggia. 

Finiti i primi brani Amy sputa sul palco. La band urla “Viva Valentino Rossi” e il pubblico, chiaramente, impazzisce. Parte Choices: subito il bassista, chitarrista e batterista si chiudono a triangolo voltando le spalle al pubblico. Si stanno perdendo dentro le note dei loro strumenti. Amy è in piena, incredibilmente più carica di prima. Si muove in maniera fluidissima, sembra non abbia articolazioni. Scende di nuovo dal palco, è in mezzo ai fotografi. Dimostra di essere essenza femminile: il suo corpo non ha vincoli, la gente impazzisce, ma lei comunque sorride. Salta di nuovo sul palco, iniziano a suonare Guided By Angels. Usa il cavo del microfono come un lazo e quando si stufa scende di nuovo e si avvicina ai fan. Amy è in mezzo alla folla, che le regala un fiume di urla e complimenti. Parte il pezzo I’m Not a Loser, Amy inizia con l’headbanging, pare non fermarsi più. La batteria e il basso stanno disegnando la canzone, poi attacca la chitarra e la colora definitivamente.

Finita la canzone si fermano per dire: “Ciao Cesena, solo per voi” e parlare un po’ del castello. La cantante chiede: “si dice ‘security’ in italiano?”. Il pubblico esplode, parte Security con Amy in mezzo al palco, ancora più incazzata. Non sta cantando, sta vomitando  punk e rabbia davanti al microfono. Scende di nuovo e sale sulle transenne, canta addosso ai fan, ride, stringe le mani. Sale su una cassa, struscia il microfono sul corpo. È il momento di Balaclava Lover Boogie. Amy continua a saltare da una parte all’altra del palco. Parte Knifey: il bassista è insuperabile, sta facendo l’amore con le corde del basso. Amy è sul pezzo, si sposta a cantare nell’angolo a sinistra, a bordo del palco. È ferma, sembra indemoniata, occhi spalancati. Sta trasformando tutta l’energia nella voce. Finita la canzone torna in mezzo al palco e urla: “Strong women”. Con i brani GFY e Don’t Need a Cunt Amy torna energica come prima e mostra il medio al pubblico. 

Gli ultimi brani Maggot, Starfire 500, Hertz e Some Mutts (Can’t Be Muzzled) sono tutta una tirata. Amy canta al pubblico, inizia a diventare più intima. Solo dopo si scatena. Hertz inizia a cappella col pubblico che batte le mani, l’atmosfera è magica. Quando parte la strumentale e il pubblico salta assieme ad Amy. Il concerto si chiude con Amy in posa alla Hulk Hogan, davanti ad un pubblico innamorato che, affezionatamente, saluta la band.

 

Testo: Riccardo Rinaldini

Foto: Luca Ortolani
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