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Föllakzoid @ Monk

Föllakzoid @ Monk

| Marta Musincanta

Il potere del mutamento

Roma, 30 Gennaio 2024

Föllakzoid e il potere del mutamento. A ciò si è assistito nel live al Monk di Roma. Prima di riportare quanto vissuto, ricordo qualche informazione, per comprendere come era impossibile prevedere alcunché.

Il progetto musicale cileno nasce nel 2007 in Santiago con Domingo Garcia Huidobro (chitarra), Juan Pablo Rodríguez (basso),Diego Lorca (batteria) e conosciuto nel mondo psych internazionale anche grazie alla Sacred Bones Records. Dal punto di vista stilistico, si è distinto per il proprio krautrock minimale e, aggiungerei anche per un dettaglio curioso, ovvero l’utilizzo abbondante dei numeri romani per intitolare album e brani. Dalla nascita ad oggi, il progetto è mutato in un continuo divenire. Dei membri originari, via Juan Pablo, via Diego. E Domingo? Non c’è più neanche Domingo, è mutato. Ora è Domingae. Una transizione intima che dalla sfera privata diventa arte. Infine, l’ultimo album Föllakzoid denominato V del 2023, presentaun forte viraggio ritual-techno con l’intervento di AtomTM nei quattro brani -indovinate- V-I, V-II, V-III e V-IV

Sul palco del Monk, il trio batteria, synth/electronics e Domingae alla chitarra. Appare il suo profilo alieno, alto e sottile, con giacchetto, pantaloni, borsettina, occhiali scuri, calice e bottiglia di vino bianco e la fiamma di un accendino. Si muove sinuosamente sul palco, a tempo di un flusso  ritmico continuo con bit lisergico. Stimola il pubblico con esclamazioni, ne richiede la partecipazione, ricevendola. Apre ampie le braccia, ancheggia e balla mentre suona, senza alcuna interruzione fino al termine del concerto. Si piega sul processore ai suoi piedi, manipolando gli effetti e l’uscita dei suoni. Sorseggia vino. Le mutazioni in atto. Ammiccando, si sveste del giacchetto. Ruota verso sinistra e viene da me porgendomelo. Più tardi, stessa dinamica con lancio dei pantaloni e altri accessori. Ho un ruolo nel concerto! Sarà da guardarobiera sottopalco. Non si sa mai nella vita.

Prosegue il groove in un continuum di musica circolare, attorno ai temi di brani Föllakzoid vecchi e nuovi come Electric, Earth e V-II. Domingae ora suona in un aderente abito a rete trasparente. Alza la chitarra. Alza più volte il calice di vino. Non è solo un concerto, è una vera performance visiva. Vola via anche il vestito a rete (ovviamente, mi sento responsabile nel dare un’occhiata anche al vestito), per rimanere con un mini-bikini. L’ottimo pubblico presente è attento e coinvolto da Domingae, per il suo essere in quel momento come esattamente vuole essere, come ‘artistae’.

In conclusione di questa esperienza collettiva, un semplice e inaspettato messaggio, al di là della musica e dello spettacolo: quanto il diritto di libertà personale passi anche dal diritto di poter scegliere, fino ad un mutamento anche radicale.

Per i più curiosi su quale fine abbiano fatto i capi di abbigliamento: chissà. La prossima volta, siateci e lo vedrete.