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A Place to Bury Strangers @ Monk

A Place to Bury Strangers @ Monk

| Marta Musincanta

La dimensione fisica del suono

Roma, 11 Aprile 2024

L’atteso concerto al Monk di Roma dei newyorkesi A Place to Bury Strangers (APTBS), nel contesto del tour The Sevens – dal nome del set di quattro nuovi singoli – ha confermato l’indole di distruggere a pezzi la musica, strumenti inclusi, per ricomporla in una nuova dimensione.

Progetto attivo dal 2003 con sei album alle spalle e diversi EP, gli APTBS raggiungono la notorietà per il loro innesto di stili tra cui noise, shoegaze e post-punk, il tutto reso a volumi assordanti durante i live.

Noncuranti dello svolgimento del match di Europa League Milan-Roma, la serata live è partita pressoché senza ritardi, con la bella apertura motorik della giovanissima band portoghese MДQUIИД (Maquina).

All’improvviso vedo dietro alle mie spalle il chitarrista Oliver Ackermann degli APTBS, serafico, anche lui come spettatore dell’opening. Sorride. Contraccambio felice, però qualche istante dopo penso “Mi sembra troppo tranquillo. Spero che non sia sotto tono”. “Mavalà!” mi rispondo più tardi, come si direbbe non a Roma ma in Romagna. Infatti, dopo un veloce cambio palco, fin dal primo brano Oliver alla chitarra, John Fedowitz al basso e Sandra Fedowitz alla batteria, danno il via al massacro sonoro con volumi extra-ordinari, distorsioni interminabili, ritmo serrato e potente, fumo, fasci di luce accecanti e taglienti, visual stupefacenti, chitarre e amplificatori scagliati in aria, trascinando tutto il pubblico nel loro vortice noise.

La successione di brani spazia nel repertorio di tutti gli album e finalmente anche fino all’ultimo lavoro, con il singolo Change Your God. Tra alcuni momenti salienti, i feedback flesciati da chitarra sfregata da un faro led e la discesa di Oliver e Sandra dal palco nella sala tra il pubblico, spostando gli strumenti in un sotto-raduno tribale, per la gioia di tutti. Grande concerto, grande band. 

Per chiudere, potrei riferirvi di alcune opinioni intercettate a fine concerto sull’acustica e sulle varie soluzioni proposte per migliorare il suono ma non voglio tediarvi, in quanto, ovunque li si metta, gli APTBS saranno sempre assordanti, distorti, distorsivi, distruttivi e corrosivi.

Quel suono, è dimensione fisica e non controllabile, ovunque.

Foto di copertina Daniele Maldarizzi per Ghigliottina